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Prospettive neo-ruraliste

Capitolo 2 Il Lazio: opportunità da scoprire

2.4 Prospettive neo-ruraliste

In un’epoca in cui si parla di un ritorno alla terra, forse valorizzare e riproporre quelle che sono le antiche tradizioni potrebbe essere una mossa vincente. Il concetto di neoruralismo tratta proprio di queste nuove esigenze di riappropriarsi delle antiche pratiche e tradizioni per fare delle “nuove esperienze”, tornare quindi a qualcosa di vecchio per avere la sensazione di provare qualcosa di nuovo. Pratiche rurali e credenze obsolete, dalle ultime tendenze, sembrano affascinare i turisti. Sperimentare la vita agricola è considerata un’esperienza turistica interessante. Conoscere dall’interno le antiche tradizioni stimola l’interesse dei viaggiatori. Il termine rurale molto spesso affiancato ai concetti di bigotto, antiquato, campagnolo, rustico, paesano e contadino oggi potrebbe tornare ad essere rivalutato e quindi accostarsi ai concetti di tradizionale, storico, culturale, esperienziale.

Tornare alla terra in qualche modo sta a significare creare nuove basi per la rinascita di una ricchezza territoriale che sia sostenibile e durevole nel tempo. Il ritorno alla terra non consiste soltanto nel rivivere in modo isolato una o più pratiche legate al passato ma anche riconsiderare attività a volte disdegnate, quali l’agricoltura e l’allevamento, come pratiche utili alla ripresa dell’economia e come trampolini di lancio per nuove tecnologie e strumentazioni di ultima generazione. Sempre più giovani si applicano all’agricoltura per creare delle nuove aziende che riescano ad abbinare antiche pratiche a nuove tecnologie per massimizzare la produzione nel completo rispetto delle tradizioni e del territorio. Un altro fattore molto importante che in qualche modo favorisce questo ritorno alle origini è l’importanza che ultimamente stanno assumendo l’agricoltura biologica e la volontà di apprezzare i prodotti a chilometri zero. Il mangiar sano è indirettamente collegato alle antiche pratiche di coltivazione, ed ai concetti di tracciabilità, riconoscibilità e biodiversità. Far riferimento all’agricoltura a chilometri

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er la stesura del paragrafo 2.4 tra i molti testi ho considerato: Stamboulis, Y., Skayannis, P., Innovation strategies and technology for experience-based tourism, in Tourism Management 24 (2003); Addis M., Ad uso e consumo. Il marketing esperienziale per il manager, Pearson Paravia Bruno Mondadori S.p.A, 2007; Richards G, Wilson J., Developing creativity in tourist experiences: A solution to the serial reproduction of culture?, in Tourism Management, 2006, n.26; Carù A., Cova B., Consuming Experiences. An Introduction, in Consuming Experience, Routledge, New York, 2007; Scienze del Territorio. Rivista di Studi Territoriali, Ritorno alla terra, Firenze University Press, Firenze, 2013.

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zero o biologica significa anche ribellarsi ad un’omologazione alimentare imposta dalle grandi industrie agro-alimentari, significa riappropriarsi della stagionalità dei prodotti. Proprio perché il contadino inizia ad essere un ruolo rivalutato, molti giovani hanno visto nell’agricoltura un futuro più promettente rispetto a quello proposto dalle industrie. Gli ultimi dati della Coldiretti registravano nell’anno 2015 un aumento del 6,2% nel numero di occupati nel settore agricolo48.

Oltre ai possibili sbocchi lavorativi il neoruralismo è anche una nuova attrattiva turistica. I fruitori non vogliono limitarsi a conoscere e guardare le tradizioni da lontano, vogliono prenderne parte, vogliono conoscerle dall’interno, vogliono farne un’esperienza diretta. In questo senso quindi il neoruralismo si allaccia al concetto di turismo esperienziale. In fondo fare turismo significa fare esperienza di qualcosa che solitamente non fa parte della quotidianità, fare esperienza di qualcosa di diverso. Le ultime tendenze turistiche dimostrano infatti che quelle che sono considerate le attrattive turistiche tradizionali (musei, opere d’arte, bellezze naturali, monumenti … ) non sono più sufficienti per appagare i bisogni dei turisti. Al giorno d’oggi c’è necessità di creare dei fattori di attrattiva che abbiano un contenuto esperienziale, questo si traduce nella creazione di nuovi prodotti turistici che hanno come obiettivo valorizzare le risorse locali utilizzando le loro potenzialità turistiche per soddisfare il bisogno del turista. Vista la numerosa concorrenza turistica il produttore deve inoltre fare in modo che l’esperienza da lui proposta sembri irrinunciabile, come qualcosa di cui si ha un assoluto bisogno. Non si deve solo creare un’esperienza bensì un’esperienza unica nel suo genere. Il ritorno alla terra potrebbe coinvolgere molti target turistici tra i quali i cosiddetti turisti responsabili, coloro che cercano il contatto rispettoso con la comunità ospitante, i turisti dell’outdoor, interessati alla natura sia come sistemazione sia come attività, gli eco turisti, coloro che praticano forme di turismo che contribuiscano a salvaguardare l’ambiente e infine i turisti rurali, ovvero coloro che sono interessati a praticare attività tipiche e a forme di ospitalità più a contatto con la comunità locale.

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Ciò che lega il neoruralismo al turismo esperienziale sono proprio gli obiettivi che questo tipo di turismo si propone, vale a dire non vendere un prodotto ma un’esperienza, stimolare la memoria per far si che l’esperienza sia ricordata e mettere in contatto il fruitore con la popolazione locale per valorizzare l’autenticità dell’esperienza in se. In qualche modo il mondo rurale è versatile e può adattarsi in base alla stagione, al grado di difficoltà, di fatica e di componente ludica richiesta. Agriturismi in vecchi casali dismessi e restaurati, trascorrere una giornata in un vigneto per partecipare alla vendemmia, visitare un frantoio per capire come viene prodotto l’olio, utilizzare antiche ricette e utensili per cucinare come si faceva una volta, imparare l’arte del ricamo e del telaio, imparare ad intrecciare cesti, utilizzare mezzi di trasporto insoliti, trascorrere una giornata in fattoria … la lista potrebbe essere molto più lunga, tutto ciò infatti è solo una piccola parte delle attività che potrebbe offrire un territorio rurale.

La memoria e i ricordi degli anziani potrebbero essere considerati un bene prezioso e quasi fondamentale nell’ottica del neoruralismo. Perché allora non coinvolgerli nella promozione turistica del territorio che hanno abitato probabilmente per tutta la vita, e alla quale sono sicuramente devoti ed affezionati, ricostruendo la storia dello stesso territorio tramite le loro esperienze. Per tutti questi motivi “il ritorno alla terra” ha un ottimo potenziale turistico. Per far si che sia scoperto e sfruttato c’è bisogno della comunicazione. Per promuovere qualsiasi prodotto turistico c’è bisogno di ottimi strumenti e piani di comunicazione. Molto spesso le nuove proposte nell’ambito del turismo rurale non vengono considerate perché mal pubblicizzate, anche se nell’era dei social network tutto ciò potrebbe essere considerato il problema più facile da risolvere. In conclusione si può affermare che per creare un buon prodotto turistico neoruralista c’è necessità di conoscere il territorio, capire cosa può offrire e proporre una o più attività di cui si può fare esperienza aggiungendo una componente insolita per attirare l’attenzione del fruitore. Una volta creato il prodotto turistico si deve far conoscere tramite i canali di comunicazione più adatti al target turistico che si vuole raggiungere.

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