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La presenza del fiume Tevere

Capitolo 3 La Riserva Tevere Farfa

3.2 La presenza del fiume Tevere

La presenza del fiume Tevere ha certamente condizionato la connotazione generale del territorio della Riserva. Volendo delimitare i confini della Riserva si può dire che è compresa tra il Ponte di Montorso a nord e la diga di Meana a sud. Basta una rapida osservazione dall’alto del paesaggio per notare subito la differenza tra le due sponde del fiume. Questa differenza è sicuramente dovuta ad una diversa formazione dei sedimenti e delle rocce. Sulla riva destra troviamo i centri abitati di Nazzano e di Torrita Tiberina e la sponda è caratterizzata da creste collinari che arrivano anche a più di 200 metri sul livello del mare e costituite per lo più da sedimenti marini, mentre

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Zona di protezione speciale. Vedi nota n° 15 capitolo 1.3

51 Sito di importanza comunitaria, vedi capitolo 1.3 52

La legge n°29 del 1997 della Regione Lazio riguarda le norme in materia di aree naturali protette

regionali. Per il testo completo vedere il seguente link:

http://notes.regione.lazio.it/RegioneLazio/Leggi.nsf

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Vedi nota 15 capitolo 1.3

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Per la realizzazione di questo paragrafo ho utilizzato le informazioni contenute nella guida della Riserva Nazzano Tevere Farfa http://www.teverefarfa.it/it/guida-della-riserva.html

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sulla riva di sinistra, dove scorre il Farfa, troviamo un vasto territorio prevalentemente pianeggiante posto a circa 100 metri sul livello del mare. Altri tratti caratteristici dovuti sicuramente alla presenza del Tevere sono le aree golenali, le ripe e i meandri. Questi ultimi vengono definiti gli elementi vivi del terreno, perché in continua evoluzione e trasformazione a causa della corrente del fiume.

Per quanto riguarda la vegetazione è possibile fare una sorta di ricostruzione di tutti i cambiamenti ai quali è stato sottoposto questo ambiente osservando le diverse tipologie di vegetazione che si sono create lungo tutto il territorio della Riserva stessa. Questi diversi ambienti vegetali si sono ben distribuiti su tutto il tratto del fiume anche in considerazione dei differenti gradi di umidità presenti. Si possono elencare quattro macrogruppi in cui racchiudere le varie tipologie di territorio incontrate, ognuno con le sue caratteristiche specifiche: il canneto, il bosco di palude, la boscaglia alveare e il bosco ripariale.

Il canneto nel tratto della Riserva costituisce una delle emergenze vegetazionali, infatti pur essendo abbastanza comune lungo tutto il corso del medio e basso Tevere, in questa particolare area all’interno della Riserva ha assunto una connotazione importante viste le molte specie floristiche riscontrabili al suo interno55. Il tratto di canneto della Riserva al momento è una delle rarissime zone in Italia in cui è possibile trovare la Sagittaria, una pianta che ha bisogno di ambienti umidi per vivere, un tempo molto comune, ora quasi a rischio estinzione visto le numerose modificazioni che hanno subito le zone umide nel territorio italiano. In quest’area è presente anche il bellissimo Giaggiolo giallo che regala un colore affascinante alle sponde del fiume durante il periodo della fioritura, mentre la menta acquatica è la responsabile del caratteristico odore del canneto. Il canneto cresce e si sviluppa nei tratti di fiume in cui la corrente è minima, all’interno della Riserva infatti troviamo questa tipologia di vegetazione nel tratto in cui il Farfa confluisce nel Tevere. Si è sviluppato qui

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Informazioni dettagliate sull’ambiente naturale del Tevere al seguente link:

http://www.teverefarfa.it/it/natura-e-territorio/20-lambiente-naturale.html. Per tutti gli studi condotti all’interno della Riserva, anche quelli volti a censire flora e fauna è possibile consultare la sezione “Studi e Ricerche” del sito web della Riserva, la sezione in questione è visibile al seguente link:

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soprattutto in seguito alla costruzione della diga di Meana che ha causato un rallentamento della corrente. Il bosco di palude è formato da tutte quelle piante ed arbusti che hanno quasi sempre la base del fusto e le radici immerse nell’acqua. Nel bosco di palude della Riserva troviamo soprattutto il Salice Bianco e l’Ontano Nero, piante che rispecchiano appunto questa caratteristica. Uno dei percorsi della Riserva, precisamente quello rialzato, è stato pensato proprio per addentrarsi nel bosco di palude. La boscaglia igrofila d’alveo è costituita dalle piante più adatte a stare a contatto con la corrente fluviale ed abituate ai cambiamenti dovuti alle eventuali piene del fiume. Possiamo quindi dire che nella boscaglia alveare del tratto del Tevere all’interno della Riserva la specie legnosa dominante è il Salice Rosso, seguito poi dal Salice Ripaiolo, una pianta che ha la caratteristica di riuscire a fissare i terreni in cui è presente. Il Salice Ripaiolo infatti è forse una delle specie legnose più utilizzate in quella che viene definita ingegneria naturalistica per il consolidamento di pendici e sponde di corsi d’acqua a rischio erosione. Mentre nella boscaglia alveare troviamo tutte queste tipologie a carattere cespuglioso, nel bosco ripariale troviamo invece piante come il Pioppo bianco, il Salice bianco, il Pioppo nero ed a volte l’Olmo , tutte specie meno adatte, e quindi meno esposte, al disturbo causato dalla corrente fluviale.

Figura 11 - Veduta del fiume visibile dal battello

Fonte: foto dell’autrice Maria Ortenzi, anno 2016

Oltre ai macrogruppi appena descritti ovviamente ci sono altre tipologie di ambiente che caratterizzano quest’area , anche se in modo minore, ricche di piante caducifoglie

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termofile alternate a quelle denominate sclerofille sempreverdi56. Ma visto che il Tevere è il tratto dominante del territorio della Riserva è necessario parlare anche di tutte le specie idrofite che sono visibili sullo specchio d’acqua e che essendo abbastanza sensibili risentono moltissimo della salute dell’acqua stessa. Le specie idrofite maggiormente visibili in questa zona sono la Lenticchia d’acqua o il Ceratofillo sommerso. Esistono molte tipologie di specie idrofite ognuna delle quali con peculiarità diverse, ci sono quelle che galleggiano sullo specchio d’acqua e altre che invece sono ancorate al fondo, quelle che sono completamente sommerse e altre che invece affiorano in superficie. Nella zona della Riserva troviamo diversi esemplari delle idrofite.

Naturalmente la presenza del fiume Tevere è stata determinante per la fauna che ha scelto la Riserva come habitat. La specie animale più presente in senso quantitativo e più facilmente visibile è sicuramente quella degli uccelli. Visto che la Riserva è caratterizzata da diversi ambienti, quali ad esempio quello fluviale, quello lacustre, e quello ripariale è l’habitat adatto sia ad uccelli nidificanti, sia a quelli migranti che a quelli svernanti. Il periodo della migrazione è sicuramente uno tra i più interessanti dal punto di vista faunistico, la Riserva è molto importante anche per i mammiferi, i rettili e gli anfibi che vi si trovano. Il canneto è un habitat perfetto per molte specie dell’avifauna caratteristica degli ambienti fluviali, in quanto costituisce un luogo ideale per alimentarsi, per costruirsi la tana, ed è altresì possibile utilizzarlo come rifugio o per nidificare. Per quanto riguarda l’avifauna nella Riserva sono state individuate ben 187 specie di uccelli. Tra gli uccelli acquatici possiamo elencare molte specie di anatre di superficie come il Germano Reale, la Marzaiola, il Fischione e la Moretta. Tra gli uccelli cosiddetti limicoli, gambe lunghe e becchi lunghi e appuntiti, è possibile avvistare il Corriere piccolo, il Piro-piro, il Beccaccino e il Porciglione. Altri uccelli che possono essere visti all’interno della Riserva sono la Cicogna bianca, i Tuffetti e diversi

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Le caducifoglie termofile in un determinato periodo dell’anno perdono le loro foglie ma crescono solo in ambiente con clima relativamente caldo, alcuni esempi sono il Cerro, l’Olmo Comune e il Bagolaro. Le sclerofille sempreverdi invece oltre a rimanere verdi anche durante la stagione invernale sono piante che si adattano facilmente e per questo riescono a resistere anche in ambienti molto caldi, alcuni esempi sono Leccio, Lentisco e Rosmarino.

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esemplari della specie degli Ardeidi meglio conosciuti come Aironi, senza escludere i Cormorani, la Gallinella d’acqua, lo Svasso e il Martin Pescatore.

Uno dei mammiferi semi acquatici abitanti della Riserva è la nutria, molto facile da avvistare in quanto ha triplicato la sua densità nel territorio negli ultimi anni; come mammiferi troviamo anche la volpe, il cinghiale e la puzzola, quest’ultima difficilissima da vedere viste le abitudini notturne. Dalle torrette di avvistamento se si ha fortuna si possono avvistare anche i tre rapaci presenti nella Riserva, il Nibbio, il Falco di Palude e il molto raro Falco Pellegrino. L’ambiente acquatico è ricchissimo di anfibi e rettili come la biscia, la rana dei fossi e il rospo smeraldino e ricchissimo di pesci come il Cavedano dell’ombrone, il Barbo, la Rovella, il Ghiozzo di ruscello e la Carpa. Volendo elencare tutta la fauna di un ambiente come quello della Riserva in questione vuol dire stilare una lista lunghissima poiché bisognerebbe includere anche tutti gli invertebrati e la fauna delle rupi, dei prati-pascoli e delle grotte, per cui ai fini della mia tesi ho deciso di limitarmi alle specie che sono maggiormente collegate alla presenza del fiume Tevere.