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L’importanza delle acque interne per il turismo

Capitolo 1 Turismo e Ambiente

1.6 L’importanza delle acque interne per il turismo

Le più importanti civiltà antiche sono nate sulle sponde dei grandi fiumi. Essere accanto ad un fiume era una necessità per le antiche civiltà. È stata proprio la vicinanza ai corsi d’acqua che ha permesso la nascita dell’agricoltura e delle prime attività commerciali. Il fiume è stato la principale, se non unica, via di comunicazione e di trasporto per molti secoli diventando anche una barriera naturale per proteggere città e villaggi. I corsi d’acqua hanno permesso il miglioramento della qualità della vita con l’introduzione dei primi acquedotti e spesso sono stati anche il punto di incontro per pratiche religiose. In pratica il fiume, o più in generale l’acqua, entrava a far parte di molti aspetti della vita sia pubblica, sia privata e evidentemente era indispensabile per la vita quotidiana.

Da questa breve e sintetica introduzione si può notare come i corsi d’acqua abbiano sempre avuto un ruolo fondamentale per l’uomo. Analizzando la situazione attuale però, soprattutto in Italia, è evidente la distanza che si è interposta tra le moderne civiltà e i corsi d’acqua interni. Nel secondo dopoguerra i nuovi assetti territoriali hanno favorito un distacco tra città e fiumi, inserendo a volte delle vere e proprie barriere quali strade ed autostrade. Il rischio di inondazioni e la consistenza del terreno a ridosso dei corsi d’acqua giustificano il divieto imposto dai piani regolatori e dei piani paesaggistici di costruire vicino alle coste o alle sponde dei fiumi24. Il sempre più evidente inquinamento idrico nella fase di industrializzazione, dove molto spesso si utilizzavano i fiumi come discarica per sostanze liquide tossiche, non ha fatto altro che aumentare questo senso di pericolo che si andava creando intorno al concetto di fiume con la conseguente necessità per gli uomini di porre delle distanze. Difficilmente i fiumi venivano considerati nei progetti di riqualificazione ambientale, forse perché non era

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Per informazioni più dettagliate è possibile leggere il vincolo ex lege 491/85 meglio conosciuto come Legge Galasso http://map.rse-web.it/parma/doc_info/galasso.htm, anche se poi si rimanda sempre a normative e decreti regionali per i singoli casi specifici.

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ancora molto chiaro il potenziale di questi paesaggi, sia a livello economico, sia turistico ma soprattutto la loro ricchezza naturale e sociale.

Partendo da queste considerazioni si può intuire perché il turismo fluviale non è mai stato considerato al pari di altre tipologie collegate all’acqua, come ad esempio il turismo termale e turismo balneare. Eppure il turismo fluviale è così ricco di alternative che potrebbe accontentare una vasta gamma di tipologie di turisti: crociere fluviali, escursioni giornaliere, locazioni di house boat in città fluviali, passeggiate a piedi e/o a cavallo, possibilità di praticare attività sportive come canoa, kayak, rafting e molto altro ancora.

In Italia non è ancora molto conosciuto25 ma negli ultimi anni sono nate diverse associazioni con lo scopo di rivalutare e tutelare i paesaggi fluviali, riconoscendo che la bellezza di questi ambienti non risiede solo nella presenza di corsi d’acqua, ma anche nella possibilità di creare scorci e panorami molto suggestivi. Le realtà che vengono a crearsi intorno a tali corsi, la tipologia di abitazioni, le imbarcazioni adattate alle attività tipiche del posto, lo stile di vita degli abitanti, la peculiarità di flora e fauna, tutte caratteristiche che devono essere conservate e tramandate. Spesso è stata proprio l’iniziativa di qualche privato ad attirare l’attenzione degli enti pubblici su tali realtà, perché hanno capito la necessità di veri e propri piani paesaggistici di rivalutazione e protezione ambientale. Le associazioni sorte in Italia potrebbero ispirarsi ad altre realtà, specialmente europee dove il turismo fluviale rappresenta già un’attrattiva turistica consolidata, conosciuta ed apprezzata. È il caso per esempio della locazione di house boat o dell’organizzazione di più o meno lunghe crociere fluviali su battelli , oppure escursioni giornaliere con guide professioniste alla scoperta dei luoghi magici e magari un po’ nascosti. Gli Stati europei più attivi nell’ambito del turismo fluviale26 sono la Francia, la Scozia, l’Olanda e l’Inghilterra. In questi Stati si può trovare una vasta gamma di itinerari fluviali percorribili in barca e la qualità dei

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Anche dal questionario che ho somministrato risulta che 1/3 delle persone intervistate non conosce questa tipologia di turismo, mentre la metà la considera ancora una forma turistica poco conosciuta ma interessante. L’argomento verrà esaminato in modo più approfondito nel Capitolo 4.

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Dati presi dalla compagnia “Le Boat” leader mondiale nel campo del turismo fluviale per numero di imbarcazioni in attività.

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servizi collegati è molto alta. Ad Amsterdam è stata creata una rete di imbarcazioni che permettono di visitare la capitale olandese da un’altra prospettiva con la possibilità di pernottare in una delle tipiche house boat oppure di proseguire la crociera alla volta di altre città limitrofe. La Francia offre un numero infinito di percorsi possibili a partire dallo storico Canal du Midi, alla Borgogna, senza escludere la Valle della Loira e la zona dell’Alsazia e della Lorena per poi continuare con il Fiume Lot e l’area di Aquitania. La Francia grazie alla vastità dell’offerta turistica fluviale è riuscita a creare una nuova idea di viaggio dove viene utilizzato un insolito mezzo di trasporto, le imbarcazioni, transitando su una via inusuale, il fiume. In Olanda e in Scozia hanno trasformato delle tipiche abitazioni di paesaggi fluviali in attrazioni turistiche adatte a far immergere completamente il turista nell’esperienza che sta vivendo, rendendolo partecipe in prima persona di una peculiarità del posto che sta visitando.

L’Italia è un Paese ricchissimo di acqua anche se vista la sua conformazione presenta bacini idrici molto meno estesi rispetto alla media europea. La variegata presenza di corsi d’acqua in tutta la penisola potrebbe diventare un fattore determinante per il turismo fluviale. Si potrebbe inizialmente iniziare ad agire a livello provinciale e regionale per poi creare un sistema internazionale che colleghi tutti i progetti in corso. È sicuramente un’idea ambiziosa e di difficile realizzazione, soprattutto nell’immediato futuro, ma tendendo conto dell’elevato numero di turisti presenti ogni anno in Italia potrebbe essere un valido tentativo di differenziare l’offerta turistica e per spostare i flussi verso aree meno conosciute, utilizzando beni e ricchezze naturali sempre nel rispetto della salvaguardia, della riqualificazione ambientale e del turismo sostenibile. Nel prossimo capitolo mi concentrerò sulla zona dell’Alto Lazio, il punto focale della mia tesi, partendo con informazioni e descrizioni generali del paesaggio per poi soffermarmi ad analizzare soprattutto la situazione attuale del turismo fluviale con accenni ai progetti passati, ancora in corso o in attesa di essere realizzati.

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