• Non ci sono risultati.

Percezioni della popolazione locale

Capitolo 3 La Riserva Tevere Farfa

3.6 Percezioni della popolazione locale

Essendo la Riserva inserita in un contesto abitato non si possono tralasciare le percezioni della popolazione locale sulla Riserva Nazzano Tevere Farfa. Gli abitanti dei comuni limitrofi come vedono e come vivono la Riserva nel loro territorio? Purtroppo non tutti gli abitanti considerano la presenza della Riserva un vantaggio per il territorio in cui vivono. Tutte i divieti e le norme atte a disciplinare le attività possibili all’interno della Riserva sono regolate dalla Deliberazione del Consiglio Direttivo della Riserva datata 09 Ottobre 2001 e che ha come oggetto “Adozione disciplinare per le attività e

l’uso del territorio della Riserva naturale regionale Nazzano, Tevere-Farfa70”. Nella

delibera in questione è specificato che l’agricoltura deve sottostare a norme che vietano l’utilizzo di alcune sostanze ritenute tossiche o nocive per flora e fauna della Riserva. Di conseguenza gli agricoltori si sentono danneggiati dalla presenza della Riserva e molte zone risultano abbandonate a se stesse. In molti hanno preferito abbandonare dei terreni piuttosto che coltivarli nel rispetto delle norme e dei divieti posti dalla Delibera. Non tutti si sentono pronti ad investire nell’agricoltura biologica ma alcuni casi all’interno della Riserva dimostrano che potrebbe essere una strada perseguibile. Un esempio è quello dell’Ecoturismo Tevere Farfa, una struttura ricettiva dotata di ristorante che nei menù propone piatti preparati utilizzando le verdure biologiche coltivate nel loro orto e che sta per aprire un punto vendita di questi prodotti. Per sensibilizzare gli agricoltori e per far loro conoscere le possibilità connesse all’agricoltura biologica, la Riserva si è adoperata organizzando incontri con esperti e momenti di discussione in cui invitava gli agricoltori del posto ad esporre tutte le loro perplessità. Infatti il giorno 22 Ottobre 2016 ha avuto luogo la “Festa

dell’Agricoltura Biodinamica71”, di cui riporto la locandina dell’evento in Figura 19.

Come è visibile dalla locandina, l’evento è strutturato in modo tale che anche la

70

Per il testo completo della delibera consultare il seguente link:

http://www.teverefarfa.it/attachments/article/115/Disciplinare%20per%20le%20attivit%C3%A0%20e% 20l'uso%20del%20territorio%20della%20Riserva%20Naturale.pdf

71

Gli esperti chiamati fanno parte dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, un’associazione con sede a Milano che ha l’obiettivo della “tutela del marchio, del controllo e della certificazione delle

aziende agricole che producono secondo il metodo biodinamico”. Per maggiori informazioni

sull’associazione e per approfondimenti sull’agricoltura biodinamica è possibile consultare il link: http://www.biodinamica.org/

80

popolazione locale possa esprimere un’opinione ed esporre dubbi e perplessità sulla questione. Eventi come quello della Festa dell’Agricoltura Biologica potrebbero essere di aiuto per coinvolgere gli agricoltori locali nella vita della Riserva e potrebbe invogliarli a sperimentare nuove tecniche per creare un agricoltura d’eccellenza e un marchio di zona. Tutto ciò, ovviamente, anche per contrastare l’abbandono dei terreni.

Figura 18 - Locandina Festa dell'Agricoltura Biodinamica 2016

81

La stessa delibera specifica che all’interno della Riserva è vietato qualsiasi tipo di caccia, con qualsiasi mezzo e per qualsiasi scopo. Ogni forma di controllo, di ripopolamento, d’introduzione o di prelievi e abbattimenti selettivi deve essere preventivamente autorizzata dall’Ente Gestore. La Regione Lazio registra circa 55 mila iscritti alla stagione venatoria ogni anno. È intuibile quindi perché un divieto simile non venga apprezzato dai cacciatori della zona. A questo si può aggiungere il fatto che il numero dei cinghiali presenti nel territorio è divenuto di difficile gestione e ciò è visto come un pericolo per gli abitanti. Inoltre i cinghiali sono coloro che spesso danneggiano i raccolti degli agricoltori e distruggono le uova o i nidi delle specie animali che abitano la Riserva. Molti abitanti quindi sono dell’opinione che ci sia bisogno di un controllo di questa specie anche all’interno del territorio della Riserva. Bisogna inoltre considerare che la carne di cinghiale è un prodotto tipico di zona e limitare la caccia a determinate zone potrebbe intaccarne la produzione. Un operatore della Riserva, il quale preferisce rimanere anonimo, ha affermato che “i cacciatori

dovrebbero avere la mentalità più aperta perché in fondo a loro basterebbe spostarsi di pochi chilometri per trovare zone in cui la caccia è permessa; la caccia è solo un pretesto per criticare il lavoro della Riserva.” Anche il malcontento generato dalla

questione caccia potrebbe forse essere risolto con un po’ di informazione ma purtroppo spesso si incappa in situazioni in cui il non voler dialogare incentiva la nascita di situazioni precarie. Situazioni che sfociano anche in atti vandalici come quello accaduto la notte tra il 21 e il 22 Dicembre 2015 all’interno dell’ autoparco della Riserva .

Figura 19 - Titolo dell'articolo riguardante l'incendio su RomaToday.it

82

Alcuni bracconieri hanno incendiato e distrutto ben nove mezzi di trasporto messi a disposizione della Riserva per scopi di controllo e di ausilio ai visitatori disabili. A seguito dell’incendio era impossibile garantire l’azione di monitoraggio del territorio (700 ettari) e il controllo della Riserva per contrastare il bracconaggio e la pesca abusiva. Senza contare che gli automezzi erano utilizzati per il trasporto disabili, per l’azione antincendio boschivo e per attività di educazione ambientale. È stato oggettivamente un danno a tutta la comunità oltre che per la Riserva. La Riserva ha risposto a questa intimidazione con un comunicato dei dipendenti, il quale è possibile vedere nella Figura 21.

Per quanto riguarda l’attività di pesca la delibera stabilisce che è permessa seppur con le dovute restrizioni, le quali riguardano le zone, i giorni, le attrezzature e la quantità di pesci pescata. La navigazione è vietata eccetto per le imbarcazioni a remi o con motore elettrico. Solo l’Ente Gestore della Riserva può concedere permessi speciali ad altri tipi di imbarcazioni. È possibile allestire tende e campeggi ma solo nelle aree apposite e l’Ente Gestore è autorizzato ad organizzare attività di tipo ricreativo.

All’interno della Riserva è vietata la costruzione di nuovi edifici e manufatti ad eccezioni di quelli strettamente necessari alle pratiche agricole. Anche in questo caso è l’Ente Gestore che concede le autorizzazioni necessarie.

Considerando tutte le limitazioni e restrizioni “connesse” alla Riserva è necessario un grande lavoro di sensibilizzazione riguardo la tutela e la salvaguardia del territorio. Le limitazioni devono essere viste come un punto a favore per gli abitanti, devono essere lo stimolo per creare qualcosa con un valore aggiunto anziché un limite allo sviluppo della zona. Nelle strategie di marketing promozione turistica anche questo deve essere esposto tra gli obiettivi primari, necessari e fondamentali per lo sviluppo della Riserva stessa.

83

Figura 20 - Comunicato dei dipendenti della Riserva a seguito dell'atto vandalico avvenuto tra il 21 e il 22 Dicembre 2016 a danno dei mezzi della Riserva stessa.

Fonte: http://www.teverefarfa.it/it/news/180-nuovo-atto-criminale-perpetrato-in-riserva-nella-notte-del-21- dicembre-2015.html

84