• Non ci sono risultati.

iMMigrati in agricoltura

Sulla base delle informazioni diffuse dal Ministero degli Interni, in Sardegna nel 2011 vi erano 18.577 stranieri soggiornan- ti a fronte dei 15.040 dell’anno precedente (+18,9%). Essi sono ripartiti in modo qua- si eguale tra maschi e femmine (rispettiva- mente 9.414 e 9.143 unità).

Quasi la metà degli immigrati vive e/o la- vora nella provincia di Cagliari (46,9%), nella quale si riscontra un aumento degli stranieri, rispetto al 2010, del 12,6%. Nella provincia di Sassari la presenza risulta del

37,2% (+28%), risultando tra le vecchie province quella con maggior afflusso. Se- gue la provincia di Nuoro, con un 10,3% di presenze ed un aumento del 17,9%; chiude la provincia di Oristano con il 5,5% ed un aumento di poco più del 12%. Analizzando sinteticamente i dati raccolti attraverso l’indagine condotta dall’Istituto e secondo la vecchia ripartizione provinciale (Caglia- ri, Oristano, Nuoro e Sassari), si osserva che, nel 2011, la provincia con il numero maggiore di stranieri occupati è quella di

Sassari col 41% del totale; seguono Nuoro e Cagliari, entrambe col 24% e, infine, Ori- stano con l’11% del totale.

Nell’arco dell’ultimo biennio, la modesta attività di investimento è stata accompa- gnata da crescenti difficoltà di accesso al credito bancario; infatti le banche, in as- senza di solvibilità, non sono disponibili a supportare i finanziamenti alle aziende agricole, che risultano le più penalizzate. Si assiste, pertanto, ad una conseguente diminuzione delle attività produttive per

2011 2010 variazione (%)

F M Tot F M Tot F M Tot

Sassari 3.205 3.702 6.907 2.237 2.735 4.972 30,2 26,1 28,0

Nuoro 830 1.087 1.917 702 872 1.574 15,4 19,8 17,9

Oristano 537 480 1.017 471 409 880 12,3 14,8 13,5

Cagliari 4.571 4.145 8.716 4.012 3.602 7.614 12,2 13,1 12,6

TOTALE 9.143 9.414 18.557 7.422 7.618 15.040 18,8 19,1 18,9

Numero di extracomunitari soggiornanti in Sardegna

70

effetto del processo di contrazione avvia- tosi negli ultimi anni. Secondo quanto ri- portato nel rapporto annuale dell’ISTAT, le unità di lavoro in agricoltura non sono cresciute, la fase ciclica negativa si è tra- dotta in un peggioramento della condizione occupazionale, che ha continuato a ridursi sia per la manodopera locale sia per quella straniera.

La maggior parte dei lavoratori stranieri trova impiego nel settore zootecnico, in particolare nell’allevamento ovi-caprino, principale attività del settore primario iso- lano. Le attività prevalenti sono il governo della stalla e la mungitura.

Nel settore delle colture arboree, gli im- migrati vengono impiegati nella fase di raccolta della frutta e in minor misura per le operazioni colturali varie, quali potatu- ra, aratura e trattamenti fitosanitari, con eventuale utilizzo di mezzi ed attrezzatura meccanica. Nel comparto orticolo, sia per le colture in pieno campo che per quelle pro- tette, i lavoratori stranieri sono per lo più

stagionali e vengono assunti per far fronte a periodi di intensa attività, in particolare durante la fase di raccolta. Gli operai stra- nieri vengono occupati anche nel comparto florovivaistico e nel comparto forestale; in quest’ultimo, in particolare, sono impiegati per i lavori di taglio e raccolta del sughero. Nelle attività connesse all’attività agricola, gli stranieri sono maggiormente occupati nell’agriturismo e nelle attività per la tra- sformazione di prodotti agricoli.

Gli occupati nell’attività agrituristica sono dedicati principalmente alla preparazione delle pietanze, alla pulizia delle stanze ed alla manutenzione delle strutture. Nel settore lattiero caseario le fasi mag- giormente seguite da personale straniero sono la selezione e la movimentazione dei prodotti trasformati.

La maggior parte degli stranieri proviene dai Paesi dell’Africa del nord (Marocco, Tunisia e Senegal in primis), dell’Africa occidentale (Nigeria) e di quella orientale (Egitto ed Etiopia); dall’Asia meridionale,

in particolare India e Pakistan. Inoltre, si riscontra la presenza di persone prove- nienti dall’America centro-meridionale (Bo- livia, Brasile e Cuba). Infine, è sempre più consistente l’affluenza di lavoratori prove- nienti dall’Europa dell’Est, in particolare da Albania, Ucraina e Repubblica Moldava. Si rileva anche la presenza di immigrati provenienti dai Paesi comunitari, quali la Romania, la Bulgaria e la Polonia.

La maggior parte degli stranieri trova im- piego sia nel comparto zootecnico che in quello orticolo e, soprattutto per quanto riguarda marocchini e senegalesi, in quello frutticolo. Significativa è anche la presen- za di indiani, addetti unicamente all’alleva- mento dei bovini da carne e da latte. Una nota a parte meritano i rumeni, la cui presenza nelle campagne sarde sem- pre più consistente è dovuta soprattutto all’ingresso della Romania nell’Unione Eu- ropea. Essi risultano assai apprezzati per le loro competenze, tanto che alcuni di loro rivestono ruoli di una certa responsabilità,

71

coadiuvando l’allevatore nelle fasi di sor- veglianza e controllo delle operazioni in campo.

Il periodo dell’anno per il quale è richiesto il lavoro varia, ovviamente, a seconda del tipo di operazione. Nel comparto zootecni- co, a parte i salariati assunti con contratti annuali o a tempo indeterminato, le altre figure vengono impiegate preferibilmente per le operazioni di mungitura e tosatura delle pecore nella prima metà dell’anno, mentre per quanto riguarda la raccolta e la fienagione i lavoratori sono richiesti du- rante i mesi estivi.

Nel comparto ortofrutticolo, il periodo va- ria sensibilmente a seconda che si tratti di raccolta o potatura. Gli stranieri, nell’a- gricoltura regionale, vengono impiegati per mansioni di poca professionalità, in quanto la difficoltà nel reperire manovalanza loca- le spinge gli imprenditori a ricorrere alla manodopera straniera. Si tratta il più delle volte di persone non in possesso di titoli di studio o che hanno al massimo completa-

to la scuola dell’obbligo, mentre è ridotto il numero di coloro che possono avvalersi di un titolo superiore (diploma di scuola media superiore o laurea). Alcuni di essi dispongono comunque di certificati che ne attestano le competenze come operai specializzati, anche se non sempre con ri- ferimento al settore primario. Tali operai vengono comunque impiegati per mansioni a scarsa specializzazione.

L’aumento dell’occupazione è concentrata soprattutto nelle professioni non qualifica- te, molto spesso perché i lavoratori sono sottoinquadrati. I lavoratori stranieri, in- fatti, rivelano minori difficoltà nel trovare nuove opportunità di inserimento occupa- zionale, dovute ad una spiccata propensio- ne per la tipologia di lavoro da svolgere o, in alcuni casi, perchè spinti dalla necessità di adattarsi a qualsiasi proposta lavorati- va.

Secondo il rapporto “Immigrazione Dos- sier statistico 2011”, redatto dalla caritas/ Migrantes, il mercato del lavoro si rivela

ancora debole e precario, con il perdurare di alcuni problemi critici; permane un alto tasso di preoccupazione sul tema della ”oc- cupazione sommersa”; la Sardegna, infatti, registra i più alti tassi di irregolarità. Le aspettative e le speranze sono quelle di vedere rinforzato il settore primario, ac- crescendo la competitività in sintonia con il turismo, l’artigianato e la cultura locale. In tal senso, il dossier immigrazione sulla via dell’integrazione auspica segnali positi- vi per un inserimento stabile nel settore ed una prospettiva interculturale basata sulle pari opportunità, anche se i lavoratori im- migrati, al momento, pagano più duramen- te gli effetti della crisi e vengono sottoposti a restrizioni normative.