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Capitolo 1. L’incendio

4.5.2. Impianto a idranti

Un impianto fisso con rete per idranti viene progettato per edifici adibiti a civile abitazione, ad alberghi, a depositi di materiali combustibili ed in tutti quei casi previsti dal D.M. 16 febbraio 1982. L’impianto ha un basso costo e semplicità esecutiva rispetto ad altri ma consente di combattere l’incendio già sviluppato solo con l’opera di personale specializzato, con conseguente ritardo nell’azione, in quanto occorre essere avvertiti dal personale presente o da un apposito servizio di vigilanza, o da un impianto di rivelazione allarme.

L’impianto deve essere costituito da:

− Una fonte di alimentazione idrica – riserva idrica e sistema di pompaggio;

− Una rete idrica con derivazione per idranti e/o naspi; − Idranti e/o naspi;

− Attacco di mandata per automezzi di soccorso. 4.5.2.1. Normativa di riferimento

− UNI 9485 – “Apparecchiature per estinzione incendi. Idranti a colonna

soprasuolo in ghisa”.

− UNI 9486 – “ Apparecchiature per estinzione incendi. Idranti a colonna

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− UNI 9487 – “Apparecchiature per estinzione incendi. Tubazioni flessibili

antincendio di DN 45 e 70 per pressioni di esercizio fino a 1.2 MPa”.

− UNI 9488 – “Apparecchiature per estinzione incendi. Tubazioni

semirigide di DN 20 e 25 per naspi antincendio”.

− UNI 10779 – “ Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti –

Progettazione, Installazione ed esercizio”.

− UNI EN 671 – 1:2003 – “Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi

equipaggiati con tubazioni – Naspi antincendio con tubazioni semirigide”.

− UNI EN 671-2:2004 – “Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi

equipaggiati con tubazioni – Parte 2: Idranti a muro con tubazioni flessibili”.

− UNI EN 671-3:2001 – “Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi

equipaggiati con tubazioni – Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide e idranti a muro con tubazioni flessibili”.

− D.M. 3 agosto 2015 – “Norme tecniche di prevenzione incendi.

4.5.2.2. Riserva idrica

Le fonti di alimentazione idrica debbono essere in grado, come minimo di assicurare la portata e la pressione richieste dall’impianto o dagli impianti considerati contemporaneamente operativi, nonché avere la capacità utile effettiva tale da assicurare i tempi di intervento indicati per i diversi casi nelle normative specifiche (le alimentazioni idriche devono mantenere sempre in pressione l’impianto).

Le possibili fonti di alimentazione di una rete idranti, così come descritto nella UNI 9490 e UNI 10779, comprendono:

• Acquedotti pubblici;

• Specchi d’acqua, corsi d’acqua naturali o artificiali, in posizione elevata, qualora siano in regime permanente e di caratteristiche tali da considerarsi virtualmente inesauribili e dotati di apposite camere di decantazione e aspirazione;

• Vasca o serbatoio di accumulo con caratteristiche dimensionali specificate nelle norme relative alle singole attività e relativa pompa fissa di avviamento automatico;

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In caso di alimentazione diretta da acquedotto devono essere garantite, durante l’erogazione normale di servizio, le condizioni qualitative di portata e pressione.

Si verificano molto spesso situazioni in cui:

I. La pressione di alimentazione è minore della pressione di progetto; II. La portata dell’acquedotto viene ad essere minore della somma della

portata di progetto dell’ impianto antincendio e della portata da garantire alle utenze allacciate;

nel primo caso, sarà necessario ricorrere a:

• Alimentazione attraverso gruppo di pompaggio;

• All’uso di un serbatoio di disgiunzione, oltre che all’utilizzo di pompa di ripresa, quando si vuole evitare il collegamento diretto tra l’acquedotto e l’impianto.

Il serbatoio di disgiunzione dovrà avere capacità utile tale da garantire il funzionamento del gruppo di pompaggio alla massima portata per almeno 5 minuti ed in ogni caso non inferiore a 1 m3.

Volume utile = portata massima · 5 minuti ≥ 1m3

L’immissione dell’acqua nel serbatoio è comandata da due valvole a galleggiante o dispositivi equivalenti, in grado di fornire, ciascuna, almeno il 70% della portata d’acqua richiesta.

Più in generale, per avere la sicurezza dell’alimentazione dell’impianto e le caratteristiche richieste (portata, pressione, tempo di operatività), si utilizzano riserve idriche che possono essere costituite da serbatoi a livello del suolo o interrati.

La riserva idrica antincendio, proprio per evitare che manchi l’acqua quando necessita, dovrà essere utilizzata solo per i servizi antincendio, escludendo qualsiasi altro impiego, specie per le aree ove il rischio è elevato.

La capacità utile della riserva idrica è determinata dalla massima portata di progetto dell’impianto per il tempo di funzionamento previsto:

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Per le attività non dotate di specifica normativa, la riserva idrica e la portata che l’impianto deve essere in grado di erogare (con un certo numero di idranti contemporaneamente in funzione), vengono fornite in funzione del rischio delle attività e del carico di incendio (Uni 10779 – appendice V). Tale norma definisce:

− Protezione interna: idranti e/o naspi installati all’interno dell’attività per avere un primo intervento interno;

− Protezione esterna: idranti esterni, utilizzati da personale addestrato, quando l’incendio non consente l’intervento interno.

La normativa stabilisce che debba essere garantita la pulizia interna, la protezione al gelo e l’ispezionabilità. Ogni vasca e serbatoio devono, inoltre, avere:

• Un reintegro e se necessario un eventuale rincalzo; • Uno scarico di troppo pieno Φ > DN100;

• Uno scarico di fondo;

• Un indicatore di livello leggibile a distanza;

• Un dispositivo di allarme acustico/ottico che segnali l’abbassamento anomalo del livello dell’ acqua;

• Una condotta di prelievo con idoneo filtro;

• Uno sfiato di diametro pari al maggiore fra quello di prelievo e quello di rincalzo e comunque non inferiore a DN 100.

Se la capacità utile della riserva è inferiore a quella richiesta dall’impianto è ammesso un rincalzo con portata pari a:

Portata di rincalzo = !

Deve sempre essere disponibile un reintegro minimo di 1 litro/min per m3 di volume utile richiesto. In ogni caso la portata di reintegro non deve essere inferiore a 75 litri/min.

4.5.2.3. Sistemi di pompaggio

Il sistema di pompaggio prevede l’uso di pompe centrifughe ad asse orizzontale o verticale accoppiate a motori elettrici oppure a combustione interna. Le pompe centrifughe, oltre ad essere semplici e poco costose,

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garantiscono la continuità di portata. Ogni gruppo motore-pompa è dotato di un sistema di avviamento automatico e manuale.

La stazione di pompaggio deve essere ubicata in apposito locale conforme a quanto prevede la norma UNI 11292 destinato esclusivamente all’impianto antincendio, deve avere strutture REI 120 e dovrà essere dotata di impianto di illuminazione di emergenza oltre a quello normale. Quando non è possibile realizzare il locale pompe, le stesse possono essere installate in locale comune ad altri impianti tecnologici purché all’interno si abbia un rischio incendio lieve e carico di incendio minore di 5 kg/m2 . in questo caso, il locale pompe-impianti tecnologici deve avere ingresso dall’eterno e strutture REI 60.

Per attività con lieve rischio o non di grande importanza, è concesso usare una sola pompa con motore elettrico ad alimentazione privilegiata oppure con motore a combustione interna. Per attività con rischi elevati o di grande importanza si devono usare almeno due pompe con motori alimentati da due sistemi differenti (ad esempio elettrici e a combustione interna). Le pompe, per quanto possibile devono essere centrifughe ad asse orizzontale ed installate sottobattente (UNI EN 12845 art.m10.6). esse sono considerate tali quando il loro asse si trova al di sotto del livello minimo dell’acqua del serbatoio di una distanza rapportata al diametro della condotta di aspirazione (UNI 12845 prospetto 12), ovvero nel caso di pompe ad asse orizzontale, l’asse della pompa deve stare non oltre 2 m al di sopra del livello minimo dell’acqua e i 2/3 della capacità effettiva della riserva antincendio devono trovarsi al di sopra dell’asse della pompa.

Nel caso contrario, le pompe sono considerate installate soprabattente e il loro asse deve trovarsi al di sopra del livello minimo dell’acqua non oltre 3,2 m.

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