• Non ci sono risultati.

Capitolo 1. L’incendio

4.1.3. Sistemazione

Gli estintori vanno sistemati in posizione ben visibile e distribuiti razionalmente nei locali. Va impedita la concentrazione in un punto, onde evitare che gli operatori nel prelevare gli estintori si intralcino a vicenda. La

RISCHIO BASSO RISCHIO MEDIO RISCHIO ALTO

13 A - 89 B 21 A - 113 B 34 A - 144 B 55 A - 233 B 100 m2 150 m2 200 m2 250 m2 100 m2 150 m2 200 m2 100 m2 200 m2 TIPO DI ESTINTORE

Capitolo 4 Sistemi di protezione attiva

44

distribuzione razionale è anche opportuna in quanto si favorisce l’intervento di più operatori ottenendo la diversificazione dei punti di attacco dell’incendio.

Possono essere posizionati a terra a condizione che si adottino accorgimenti per evitare la corrosione del fondo del recipiente e non creare intralcio o restringimento dei passaggi. E’ preferibile vengano collocati a parete con apposite staffe ad altezza dal suolo facilmente raggiungibile dalle persone. La loro sistemazione deve essere tale da garantire la visibilità e dovrà essere segnalata da opportuni cartelli indicatori.

S

ISTEMI DI ALLARME INCENDI

4.2.

Lo scopo principale della rivelazione d’incendio è la segnalazione della condizione di allarme.

Gli avvisatori acustici e luminosi devono permettere la segnalazione acustica e/o ottica di uno stato di allarme in modo da attirare l’attenzione del personale avvisandolo della situazione di pericolo. Tali apparati devono fornire le indicazioni dell’eventuale evacuazione, emettendo differenti segnali acustici e guidando le persone, per mezzo di apposite segnalazioni luminose di supporto, verso le più vicine vie di fuga.

La segnalazione di allarme si suddivide in tre livelli:

I. Segnalazione nascosta o riservata: è una segnalazione adottata nel caso in cui si voglia intervenire con una verifica diretta della condizione di pericolo prima di attivare la segnalazione stessa; è una condizione molto frequente negli ambienti con presenza di pubblico dove l’effetto panico è collegato alla segnalazione di allarme;

II. Segnalazione con percezione in ambiente;

III. Segnalazione generalizzata per attivazione di procedure di emergenza e di evacuazione.

Le principali apparecchiature utilizzate sono: • Sirene elettroniche;

• Campane di allarme; • Pannelli ottici;

Capitolo 4 Sistemi di protezione attiva

45 • Indicatori luminosi.

In particolare, gli apparecchi sonori sono suddivisi in due categorie, quelli di categoria A progettate per uso interno e quelli di categoria B progettati per uso esterno. A tali apparecchiature si aggiungono i dispositivi vocali cioè l’insieme di tutti i componenti necessari per generare e trasmettere i messaggi vocali registrati che possono facilitare il processo di evacuazione. Il dispositivo vocale deve essere in grado di riprodurre un segnale di allerta e uno o più segnali registrati, con la sequenza riportata nella tabella seguente:

Tabella 4.2

Le sirene devono avere un livello sonoro minimo di 65 dB o comunque superiore di 5 dB al rumore di sottofondo e un livello massimo di 120 dB; se invece l’allarme è previsto per svegliare persone che dormono deve avere un livello sonoro di 75 dB. Il messaggio vocale deve avere un livello minimo di 10 dB al di sopra del rumore di sottofondo.

Un aspetto importantissimo è il principio di funzionalità del sistema anche in condizioni di incendio già in atto; la norma UNI 9795 specifica che, il collegamento fra i dispositivi di segnalazione e la centrale antincendio deve essere realizzato mediante cavi resistenti alla fiamma secondo la norma CEI 20.36 a meno che la posa dei cavi stessi non ne garantisca una naturale protezione come ad esempio una posa di tipo ad incasso in elementi in muratura. Tali cavi sono realizzati mediante isolamento speciale, in genere di tipo minerale, e devono avere speciali guaine ad effetto carbonizzante capaci di resistere al calore per un tempo determinato, come precisa la norma UNI EN 54-4:2007 – “Sistemi di rivelazione e di segnalazione

d’incendio”.

SEGNALE DI ALLERTA - durata da 2 a 10 secondi seguita da

BREVE SILENZIO - durata da 0,25 a 2 secondi seguita da

MESSAGGIO TRASMESSO seguita da

Capitolo 4 Sistemi di protezione attiva

46

E

VACUATORI DI FUMO E CALORE

4.3.

I sistemi di evacuazione di fumo e calore SENFC, hanno caratteristiche destinate ad assicurare, nel caso di incendio e a partire da un determinato istante, lo smaltimento di fumo e gas caldi.

Sono regolamentati dalla norma UNI 9494 per ciò che concerne il dimensionamento, mentre per i requisiti costruttivi e di prova la norma di riferimento è la UNI EN 12101-2.

I SENFC mirano a:

• Consentire un più agevole sfollamento dei locali e a rendere più efficace l’azione dei soccorritori, rendendo i locali liberi da fumo fino a un’altezza da terra tale da consentire la possibilità di movimento delle persone presenti;

• Consentire un più agevole intervento delle squadre di soccorso;

• Ridurre l’esposizione di strutture e merci dall’azione del fumo e dei gas caldi, con minor rischio di collasso delle strutture portanti e/o separanti;

• Ritardare la propagazione dell’incendio evitandone il pieno sviluppo; • Ridurre gli effetti sulle persone provocati dai gas di combustione e

dalle sostanze tossiche originate dall’incendio.

Da varie esperienze si è constatato che senza gli evacuatori di fumo e calore, i fumi e i gas caldi scendono fino a terra e che aprendo gli evacuatori di un edificio in cui si è verificato l’incendio una grande quantità di calore esce dall’ambiente, la temperatura cresce più lentamente e la zona inferiore dell’ambiente ha una visuale libera con aria respirabile

.

4.3.1.

Barriere al fumo

La norma UNI 9494 si applica ad ambienti da proteggere con una superficie minima di 600 cm2 e un’altezza minima di 3 m nel caso di:

• Edifici monopiano;

• Ultimo piano di edifici multipiano;

• Piano intermedio di edifici multipiano collegabili alla copertura, per esempio tramite camino che mette in comunicazione i compartimenti a soffitto del piano.

Capitolo 4 Sistemi di protezione attiva

47

La copertura dei locali, con superficie in pianta maggiore di 1600 m2 oppure con un lato di lunghezza maggiore di 60 m, può essere suddivisa al livello del soffitto in compartimenti di dimensioni il più possibile uguali. Ogni compartimento può aver superficie compresa fra 1000 e 1600 m2 con i lati di lunghezza non maggiore di 60 m. Detta compartimentazione a soffitto può avvenire tramite gli elementi strutturali sporgenti della copertura medesima oppure può essere effettuata con cortine di contenimento fumo realizzate conformemente alle disposizioni tecniche della UNI EN 12101-1.

Documenti correlati