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Capitolo 1. L’incendio

4.5.6. Impianto sprinkler

Gli impianti automatici a pioggia sono installati allo scopo di rilevare e spegnere l’incendio sul nascere, ovvero di mantenerne sotto controllo lo sviluppo in modo da permetterne lo spegnimento con altri mezzi.

Un impianto fisso di estinzione a pioggia è costituito, come nel caso di altri impianti fissi, da una fonte di alimentazione idrica, da un sistema di pompaggio, dalla rete di distribuzione, dagli erogatori (sprinkler) e dalle relative valvole di controllo e allarme.

Per la fonte di alimentazione idrica per il sistema di pompaggio vale quanto già detto per l’impianto fisso antincendio ad idranti.

La rete di distribuzione è il complesso delle tubazioni a valle della stazione di controllo.

Le tubazioni possono avere diametro DN 20 negli impianti di protezione di edifici destinati a civile abitazione, scuole, collegi, accademie, servizi aziendali e DN 25 negli impianti a protezione di settori alimentari, legno, carta, gomma, materie plastiche, lavorazioni del vetro, tessili, abbigliamento, distillerie, lavorazioni con vernici ecc.

La stazione di controllo è il complesso di valvole, strumenti di misura e apparecchiature di allarme destinato al controllo del funzionamento di una sezione di impianto.

Lo sprinkler è un erogatore costituito da un ugello, un elemento termosensibile e diffusore, progettato per reagire ad una predeterminata temperatura mediante il rilascio automatico di un getto d’acqua e la distribuzione dello stesso getto in specificate forme e quantità su un’area definita. Si distinguono a seconda dell’elemento termosensibile, del tipo di distribuzione idrica e della posizione di montaggio.

Gli elementi fusibili e i bulbi di vetro degli erogatori vengono tarati a una temperatura di almeno 30°C superiore alla temperatura dell’aria dell’ambiente con colorazioni specifiche del bulbo che variano a seconda

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della taratura. Gli erogatori hanno orifizio di 10-15-20 mm e la portata di scarica Q in litri al minuto è data dalla relazione:

Q = K√# l/min dove

K = coefficiente di eflusso che varia in funzione del diametro dell’erogatore P = pressione in MPa

Nel caso in cui siano installati evacuatori di fumo e calore, gli erogatori vanno posti in modo da non influire negativamente e comunque non vanno collocati sotto gli evacuatori. Non vanno altresì posti in zone in cui il contenuto a contatto con l’acqua può dare origine a condizioni di pericolo (vani di corsa ascensori, quadri elettrici, cabine elettriche, ecc.).

Esistono tre tipologie di impianti sprinkler:

− Impianti a umido: hanno le tubazioni perennemente caricate d’acqua in pressione a monte e a valle delle valvole di allarme. L’apertura di una o più testine causa l’immediata fuoriuscita di acqua dall’impianto. Allo stesso tempo, una valvola di controllo, detta valvola ad umido provvede a segnalare l’allarme acustico locale, tramite campana idraulica ed a trasmettere l’allarme tramite pressostato.

Va tenuto presente che in zone di clima invernale rigido potrebbe verificarsi il congelamento dell’acqua nei tubi.

− Impianti a secco: sono i sistemi utilizzati nelle aree fredde, dove si teme il congelamento dell’acqua nelle tubazioni. In questo caso le tubazioni a valle della valvola d’allarme sono permanentemente caricate con aria compressa mentre quelle all’origine sono riempite con acqua in pressione; l’apertura di una o più testine causa l’immediata fuoriuscita dell’aria dal sistema che perde quindi gradualmente pressione. Una valvola di controllo a bilanciamento idraulico, tenuta normalmente chiusa dalla pressione dell’aria, si aziona, consentendo all’acqua di entrare nelle tubazioni e raggiungere le testine aperte, fuoriuscendo a sua volta ed avviando la funzione di controllo dell’incendio propria dell’impianto sprinkler. La caratteristica principale della valvola a secco sta nella differenza di superficie di contatto tra la parte esposta alla pressione di aria e quella esposta alla pressione d’acqua. Bisogna tener conto, in questi

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impianti che esiste un ritardo di intervento dovuto al tempo necessario alla fuoriuscita dell’aria ed al conseguente ingresso dell’acqua. Al di là del ritardo all’attuazione, il sistema sprinkler a secco, mantiene la caratteristica di affidabilità di funzionamento propria dei sistemi ad umido, poiché l’apertura di una testina provoca sempre l’erogazione idrica.

− Alternativi: funzionano come impianti ad umido nella stagione estiva e come impianti a secco nella stagione invernale. Sono tipi di impianto poco diffusi.

Gli sprinkler entrano automaticamente in funzione nel punto in cui si è verificato l’incendio, ossia entrano in azione solo gli erogatori che si trovano nella zona interessata dall’incendio mentre gli altri restano bloccati ma pronti a funzionare nel caso in cui venga interessata la loro zona per l’espansione dell’incendio. Gli sprinkler interessati continuano a erogare acqua anche dopo lo spegnimento dell’incendio e quindi, se non si è esaurita la riserva idrica, dovrà azionarsi manualmente la chiusura dell’alimentazione idrica.

L’impianto può essere dimensionato mediante un metodo precalcolato o con il calcolo idraulico integrale secondo la classificazione delle attività (UNI EN 12845)

4.5.6.1. Normativa di riferimento

− UNI EN 12845 – “Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici

sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione”.

− UNI EN 12259-1 – “Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo

d’acqua – Parte 1: Sprinklers”.

− UNI EN 12259-2 – “Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo

d’acqua – Parte 2: Valvole di allarme idraulico”.

− UNI EN 12259-3 – “Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo

d’acqua – Parte 1: Valvole di allarme a secco”.

− UNI EN 12259-4 – “Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo

d’acqua – Parte 1: Allarmi a motore ad acqua”.

− UNI EN 12259-5 – “Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo

d’acqua – Parte 1: Indicatori di flusso”.

− UNI/TR 11438 – “Installazioni fisse antincendio – Gruppi di pompaggio

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− UNI/TR 11365 – “Installazioni fisse antincendio – Chiarimenti

applicativi relativi alla UNI EN 12845”.

− UNI 11292 – “Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per

impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali”.

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