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Implicazioni didattiche della “psychological literacy”

Remo Job1, Claudio Tonzar2, Lorella Lotto3

1Università di Trento, 2Università di Urbino, 3Università di Padova

e-mail: remo.job@unitn.it Abstract

La nozione di “psychological literacy” recentemente proposta da McGovern et al. (2010) fa riferimento ad un insieme di dimensioni quali, ad esempio, il possedere le conoscenze di base della psicologia e un lessico psicologico ben definito, essere in grado di adottare un approccio critico alla soluzione di problemi, applicare principi psicologici a questioni personali, sociali, e lavorative. In questa presentazione

esaminiamo le possibili implicazioni didattiche per favorire l’acquisizione e la messa in atto delle competenze correlate a tale nozione. In particolare, verranno delineate quattro caratteristiche che la didattica dovrebbe considerare per sviluppare un adeguato grado di “psychological literacy” negli studenti della laurea triennale: un approccio integrato di insegnamento, che tenga conto sia delle competenze professionali (competence-based) sia della struttura della disciplina (input-based), con un’attenzione specifica allo sviluppo delle abilità e degli atteggiamenti; un uso di metodologie di apprendimento di tipo attivo, in grado di rendere gli studenti autonomi e responsabili del proprio

apprendimento; un utilizzo di attività didattiche fortemente ancorate a situazioni reali, al fine di sviluppare l’applicazione delle conoscenze di base e processi di soluzione di problemi; la valorizzazione della mobilità e dell’internazionalizzazione per sviluppare sensibilità e consapevolezza rispetto alle differenze culturali. La nostra proposta è che il concetto di “psychological literacy” debba essere inteso non tanto come un prodotto, ma come un processo di tipo incrementale che si sviluppa nel tempo e in diversi contesti (Job, Lotto, Tonzar, in stampa), coinvolgendo docenti, studenti, e le diverse risorse disponibili sia all’interno che all’esterno del contesto formativo.

Per Psychological Literacy si intende un processo di alfabetizzazione e di sviluppo della conoscenza relative a contenuti specifici delle discipline psicologiche che fa riferimento ad un insieme articolato di abilità curriculari da acquisire attraverso l’esposizione ai contenuti stessi (McGovern, Corey, Cranney, Dixon, Holmes, Kuebly, Ritchey, Smith, Walker, 2010). Le principali abilità che caratterizzano la persona che ha acquisito tale alfabetizzazione sono le seguenti:

• Essere in possesso di un vocabolario ben definito e padroneggiare le conoscenze di base della psicologia;

• Essere in grado di utilizzare il pensiero scientifico e di analizzare le diverse informazioni per valutare linee d’azione alternative;

• Applicare principi psicologici a temi personali, sociali e organizzativi nell’ambiente di lavoro, nelle relazioni e nei contesti di comunità;

• Agire eticamente;

• Essere competenti nell’uso e nella valutazione delle informazioni e delle tecnologie; • Comunicare efficacemente con modalità diverse e a diversi tipi di audience;

• Riconoscere, comprendere e promuovere il rispetto per la diversità;

• Essere perspicaci e riflessivi riguardo al comportamento e ai processi mentali propri e altrui.

Lo sviluppo della Psychological Literacy è possibile se sono presenti almeno due condizioni: una congrua esposizione alle discipline psicologiche e l’adozione nel setting d’apprendimento di metodologie di insegnamento adeguate. Per quanto concerne la prima condizione, a nostro avviso già gli studenti della laurea triennale in psicologia rientrano in questa definizione, ma vi potrebbero rientrare anche studenti di altre classi di laurea se esposti ad una congrua formazione in discipline psicologiche. In relazione alle metodologie di insegnamento/apprendimento, diverse sono le opzioni

metodologiche utili a supportare lo sviluppo della Psychological Literacy; tra queste vorremo qui considerare l’approccio integrato input/output, l’apprendimento attivo, l’ancoraggio al contesto extra-universitario, la mobilità e l’internazionalizzazione. Approccio integrato input/output

Esistono diversi approcci che possono stare alla base dell’impostazione di un piano d’insegnamento: quelli chiamati input-based traggono origine dalla struttura della disciplina e forniscono una cornice per acquisire un corpo di conoscenze e di teorie, oltre che la capacità di sviluppare una comprensione critica in tale ambito; quelli denominati output-based o competence-based, invece, partono dall’analisi delle competenze professionali e forniscono contesti d’apprendimento utili a sviluppare tali competenze, come l’uso di conoscenze, metodologie e abilità in situazioni specifiche con gradi diversi di responsabilità e autonomia. Dato che gli approcci basati su input e su output soddisfano esigenze in parte diversificate e permettono di raggiungere obiettivi diversi, riteniamo che possa vantaggioso adottare un approccio integrato di insegnamento, che tenga conto sia delle competenze professionali sia della struttura della disciplina, con un’attenzione specifica allo sviluppo delle abilità e degli

semplici; da ultimo non è da scordare il fatto che la laurea triennale in psicologia può offrire potenzialità di lavoro in settori in cui tali competenze possono essere applicate a contesti non strettamente psicologici come la comunicazione, le tecnologie, i servizi sociali.

Apprendimento attivo

L’uso di metodologie di apprendimento di tipo attivo è in grado di rendere gli studenti responsabili del proprio apprendimento sviluppando in loro una maggiore autonomia, che si può evidenziare, ad esempio, anche nella capacità di scegliere il “proprio percorso”. In quest’ottica il concetto di apprendimento attivo è da considerarsi in una duplice prospettiva: da un lato come “imparare facendo”, dall’altro come capacità di riflettere sul proprio apprendimento. Gli strumenti e le soluzioni didattiche con cui è possibile realizzare un apprendimento di tipo attivo vanno dalle attività di laboratorio alla formazione sul campo, dal workshop all’apprendimento basato sui problemi, includendo anche lo stage. Attività didattiche di questo tipo tendono a sviluppare, oltre che l’autonomia e la responsabilità, anche un alto grado di motivazione intrinseca. Ancoraggio al contesto extra-universitario

Lo sviluppo della Psychological Literacy può essere promosso anche attraverso

l’utilizzo di attività didattiche fortemente ancorate a situazioni reali, al fine di sviluppare l’applicazione delle conoscenze di base nel processo di soluzione di problemi. L’essere attivi in contesti tipici del mondo del lavoro, che possono presentare anche situazioni problematiche e complesse, richiede la capacità di interagire e di mettersi in gioco nella relazione con gli altri, tenendo al contempo presente le regole e i vincoli contestuali. Tali situazioni, già familiari agli studenti lavoratori o ai volontari che operano nel terzo settore, permettono agli studenti di beneficiare, entro il proprio percorso universitario, di una supervisione delle attività svolte nelle situazioni reali al fine di sviluppare una capacità di riflessione sulle proprie azioni.

Mobilità e Internazionalizzazione

La valorizzazione della mobilità e dell’internazionalizzazione può costituire un

elemento propulsivo per sviluppare una sensibilità peculiare e una piena consapevolezza nei confronti delle differenze culturali. La Psychological Literacy può essere favorita dalla mobilità perchè da un lato l’esperienza della diversità agisce come facilitatore per lo sviluppo della Psychological Literacy stessa, dall’altro lo sperimentare contesti nuovi costituisce l’occasione per applicare la Psychological Literacy a situazione diverse. All’interno del loro percorso formativo, accanto ai tradizionali programmi di scambio e programmazione, gli studenti dovrebbero essere quindi incoraggiati a sviluppare attivamente progetti e attività che prevedano la mobilità e la cooperazione

oggetto di studio scientifico, ma costituire un prezioso mezzo per superare atteggiamenti etnocentrici e pregiudizi culturali.

Conclusioni

La Psychological Literacy dovrebbe essere intesa non tanto come un prodotto, ma come un processo di tipo incrementale che si sviluppa nel tempo e in diversi contesti

coinvolgendo sia il corpo docente sia gli studenti, entrambi elementi centrali e attivi del processo formativo (Job, Lotto, Tonzar, in stampa). Studenti e docenti, ciascuno

all’interno del proprio ruolo, dovrebbero essere in grado di attivare ed utilizzare adeguatamente le diverse risorse disponibili sia all’interno che all’esterno del contesto formativo nell’ottica del comune obiettivo, ossia quello di sviluppare un grado ottimale di Psychological Literacy.

Tale obiettivo diventa percorribile nella misura in cui si realizza una buona congruenza tra gli obiettivi del curriculum di studio, le competenze attese e l’implementazione dell’azione didattica.

Bibliografia

Job, R., Lotto, L., Tonzar, C. (in stampa). Psychological literacy: An Italian perspective. In J. Cranney and D.S. Dunn (Eds.). The Psychologically Literate Citizen: Foundations and Global Perspectives. Oxford: Oxford University Press.

McGovern, T. V., Corey, L. A., Cranney, J., Dixon, Jr., W. E., Holmes, J. D., Kuebli, J. E., Ritchey, K., Smith, R. A., & Walker, S. (2010). Psychologically literate citizens. In D. Halpern (Ed.). Undergraduate education in psychology: Blueprint for the discipline’s future (pp. 9-27). Washington, D.C.: American Psychological Association

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