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CAPITOLO 5 VALUTAZIONE, VALOR

5.3 INCERTEZZA E RISCHIO

Rischio e incertezza Ridurre l'incertezza non significa eliminare il rischio, che è caratteristica connaturata a qualsiasi decisione. A tale proposito Flanagan (1990: 121) individua una distinzione significativa tra i due termini:

- il rischio prevede la possibilità di disporre dati storici o empirici sulle probabilità che un determinato evento si verifichi;

- l'incertezza è, invece, dovuta alla assoluta mancanza di fonti di riferimento e di elementi di giudizio.

Il metodo Il decisore, dopo avere fissato una gerarchia dei parametri di giudizio, si troverà a scegliere un modello appropriato di valutazione, in funzione di:

- grado di affidabilità della valutazione che intende avere nel prendere una decisione;

- dal tempo a disposizione per prendere una decisione;

- dalle risorse che intende impiegare per migliorare la conoscenza del fenomeno in giudizio;

- dalle condizioni di sviluppo del processo da analizzare.

Se la decisione da prendere richiede una stima precisa del risultato ed il decisore non può consentirsi il minimo margine, allora la sua opzione sarà necessariamente orientata a sistemi di valutazione complessi, che richiedono un impiego di risorse elevato.

I requisiti Nella valutazione di un requisito, inteso come trasposizione di un'esigenza in un'insieme di caratteri che la connotano, si possono trovare due tipi di caratteri:

- variabile: carattere di un requisito misurabile rispetto ad una scala continua e suscettibile di assumere valori diversi;

- attributo: carattere non misurabile di un requisito sul quale è dato unicamente un giudizio di appartenenza ad una categoria o a più categorie alternative.

Monetarie e non Anche in funzione di quanto sopra, a seconda dell'unità di misura impiegata si possono individuare tre tipologie di valutazione: - monetarie: entrambi i termini sono espressi in termini monetari:

operazioni finanziarie, rapporto costi ricavi, etc.;

- non monetarie: nessuno dei due termini è espresso in termini monetari: indice di fabbricabilità, indici di forma, etc.;

- miste: solo uno dei due termini è espresso in termini monetari che rappresenta il caso più comune in edilizia.

Attualmente si sta tentando di dare una misurazione monetaria (sebbene indiretta) ad azioni economiche di norma non

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monetariamente misurabili (es. in un aumento della sicurezza di un impianto indirettamente monetizzate ricorrendo al costo futuro degli incidenti evitabili).

Perché valutare La valutazione può essere affrontata per rispondere ad obiettivi e finalità diversi:

- per selezionare proposte alternative, per definire priorità quando ci si muove in ambienti conflittuali o in situazioni di risorse scarse;

- per individuare destinazioni dʼuso appropriate nei confronti di preesistenze architettoniche e ambientali che si vogliono trasformare;

- per gerarchizzare valori economico-quantitativi insieme con valori prevalentemente qualitativi;

- per prevedere conseguenze, efficienza ed efficacia degli interventi.

La Carta di Capri Per quanto riguarda le valutazioni di piani a carattere urbanistico un interessante riferimento è dato dalla Carta di Capri (AA.VV., 1989), nella quale vengono affrontati in maniera sintetica gli aspetti afferenti la valutazioni di piani sia a scala urbanistica (città) che territoriale (area vasta). È utile tentare di riassumere sinteticamente i principali contenuti, anche perché si ritiene che molti dei concetti ivi espressi siano facilmente traslabili anche alla valutazioni di contingenze meno complesse quali quelle edilizie, semplicemente sostituendo al termine piano i vocaboli progetti o processi.

In particolare attraverso la Carta:

- la valutazione viene definita come la complessa attività di identificazione degli impatti che un piano può avere con l'ambiente e di formulazione di giudizio critici quali-quantitativi sugli infatti identificati.

- viene definito l'ambiente come quel complesso dinamico di relazioni esistente tra gli elementi fisico-chimico biologici, l'uomo e attività umane, comprendendo, pertanto, anche il contesto sociale ed economico interessato al piano.

- si afferma che la valutazione fornisce un fondamentale irrinunciabile contributo al processo di pianificazione, perché evita sprechi di risorse scarse e, rendendo trasparenti le scelte dei decisori, contribuisce ad un più alto livello di democrazia nelle risoluzioni che attengono al territorio ed alla città, consentendo una partecipazione consapevole alle decisioni; - la valutazione oltre a rappresentare un indispensabile contributo

con la disponibilità (scarsa) delle risorse, permette anche di verificare la stessa fattibilità di un piano. Il processo di valutazione si configura come un processo unitario, al quale possono concorrere diversificati approcci metodologici e che si avvale di contributi multi disciplinari, in relazione ai vari, complessi aspetti della realtà in esame;

- vengono definiti i concetti di efficacia, efficienza ed equità. L'efficacia come capacità di conseguire obiettivi positivi, l'efficienza come suscettività a conseguire l'impiego ottimale delle risorse, l'equità come capacità di distribuire in modo socialmente equilibrato e desiderabile i costi ed i benefici generati;

- stabilisce il ruolo dei decisori (committenti pubblici o privati) e degli analisti (tecnici). Ai tecnici il compito di individuare e descrivere gli impatti complessi associati a ciascuna alternativa e la loro evoluzione temprale attesa; al committente il compito di formulare, sulla base dell'acquisita conoscenza critica degli elementi del problema decisionale, i conclusivi giudizi di valore.

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5.4 IL VALORE

Concetto Il concetto di valore è alquanto effimero e coglierne un significato univoco è cosa assai ardua. Nelle parole del Mercogliano (1986: V), ciascuno di noi, quasi ogni giorno, da ospitalità nel proprio dire (quale che sia il proprio ambiente od il settore in cui discute) alla parola valore; e fa uso di questo termine in tanti sensi, per tante designazioni e nelle più disparate circostanze. Sappiamo veramente, oltre alla definizione del vocabolario, cosa significhi valore? Lo nominiamo con pertinenza od a sproposito? Lo conosciamo. Incontrandolo lo riconosceremmo?... D'altra parte il soggetto è così strano a comprendersi e così cangiante, che pochi ne posseggono fotografia certa ed inconfondibile e catturarlo è cosa più ardua che prendere il Sileno.

Tanti valori La disciplina economica ha concordato sull'opportunità di non dare una definizione univoca del termine valore. Nella letteratura sono per questo evincibili una serie di definizioni tutto valide e volte a determinare un aspetto economico particolare di un bene o servizio.

Come vedremo tale varietà di valori è anche riconosciuta e codificata dalla disciplina estimativa attraverso il primo principio dell'estimo. A seconda dello scopo della stima può, quindi, privilegiarsi questo o quell'aspetto economico e si può, quindi, pervenire a giudizi di stima diversi e pur tuttavia corretti.

Di seguito proveremo a definire alcuni concetti e interpretazioni di valore.

V. di scambio Il valore di scambio o prezzo è la quantità di moneta alla quale un