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Capitolo Quinto

L'INDIA E IL SUO RAPPORTO CON L'OCCIDENTE

5.2. L'incontro artistico con l'Occidente

L'incontro e la contaminazione artistica tra l'India e l'Occidente è avvenuta all'interno di entrambi i territori. Se per buona parte si è dovuta alla presenza occidentale in suolo indiano, non ha avuto meno conseguenze la presenza di numerosi artisti indiani all'estero in seguito alla diaspora del 1947 che ha portato alla creazione di comunità indiane principalmente in America270 e in Inghilterra271. Un altro “canale di

contaminazione” è stato offerto dalla possibilità per giovani appartenenti alla classe borghese di svolgere gli studi, o parte di questi, fuori dall'India, a seguito dell'apertura dei mercati. La meta prediletta dagli artisti è stata principalmente la Francia, scelta ad esempio da Tagore e Amrita Sher-Gil, i quali hanno saputo assorbire i nuovi impulsi artistici provenienti dal vecchio continente e riportarli in suolo indiano.272

Il viaggio di incontro tra le diverse arti, iniziato nella prima metà del Novecento, ha raggiunto il suo apice con l'era della globalizzazione. L'accessibilità di internet e dei mass media, unita alla facilità di spostamento, hanno favorito l'assorbimento, l'incorporazione e l'assimilazione immediata delle nuove pratiche.273

Il primo grande “esperimento” che l'India propose sullo scenario internazionale in 270 Tra gli artisti nati in America a seguito della diaspora si ricorda Chitra Ganesh, nata a New York dove

ancora oggi vive e lavora. I suoi lavori (principalmente installazioni e disegni) analizzano il cambiamento verificatosi nelle società indiana a seguito dell'indipendenza. L'artista realizza anche delle storie, attraverso l'unione di immagine e testo, servendosi della mitologia hindu e greca. (http://www.chitraganesh.com/)

271 Tra gli artisti nati in Inghilterra a seguito della diaspora si ricordano Bharti Kher (per informazioni

sull'artista vedere il capitolo quarto) e Ayisha Abraham, entrambe tornate a lavorare in India in età adulta. Quest'ultima è una video artista, membro del collettivo degli artisti di Bangalore, con alle spalle diverse esposizioni in India e in America. Tra le sue opere più importanti si ricorda il cortometraggio “Straight 8”del 2005 (AA.VV., Paris-Delhi-Bombay...,cit.,p. 140)

272 MOLINER, C., La dispora indienne en France, in AA.VV., Paris-Delhi-Bombay..., cit.,p.108 273

campo artistico è stata la Triennale India274 ideata da Dr. Mulk Raj Anand. Fondata nel

1968, guardando alla Biennale di San Paolo, di Parigi e di Venezia, è stata realizzata principalmente per la critica e prevedeva l'esposizione di artisti provenienti da trenta paesi, con lo scopo di mostrare l'arte indiana, presente con un maggior numero di opere, ai paesi occidentali.275 E così che in quell'anno la città di New Delhi, sede

dell'evento curato dallo stesso Dr. Mulk Raj Anand, divenne il centro mondiale dell'arte contemporanea grazie anche alla presenza di figure internazionali sia all'interno della commissione generale, come il direttore della Tate Modern di Londra o del National Museum of Modern Art di Tokyo, che tra gli artisti presenti, come Jackson Pollock, Donald Judd e Robert Morris. La Triennale India è stato il primo evento artistico a livello internazionale organizzato dall'India, ma non bisogna dimenticare la seconda tipologia di contatto tra i due continenti ovvero quello che vede la presenza di artisti indiani all'estero. A partire dal 1992, con la partecipazione di Bhupen Khakhar e Anish Kapoor al Documenta IX di Kassel276 (13 giugno-20 settembre 1992), la presenza indiana

all'interno delle esposizioni internazionali è cresciuta in modo esponenziale e continua a riscuotere una clamorosa ed entusiastica accoglienza. Negli ultimi anni è cresciuto anche il numero delle esposizioni dedicate all'arte contemporanea indiana, tra le principali si ricordano “The Edge of Desire”,277“Indian Summer, Contemporary art in

India”,278 “Chalo!India”,279 “Indian Highway”,280 “The Empire Strikes Back: Indian art

274 Per approfondimenti sulla Triennale India si rimanda al capitolo secondo. 275 ARARND, M.R., First Triennale India, Lalit Kala Academy, New Delhi, 1968, p. 5

276 Documenta IX ha avuto come direttore artistico Jan Hoet, storico d'arte e curatore di origine belga. 277 Mostra itinerante tenutasi presso: Art Gallery of Western Australia di Perth (25 settembre 2004-9

gennaio 2005), il Queens Museum of Art di New York e l'Asia Society Museum (27 febbraio -5giugno 2005), Museo Tamayo de arte contemporàneo, Città del Messico, (18 agosto-20 novembre 2005), National Gallery of Modern Art, Bombay, 8 gennaio-9 febbraio 2007)

278 Mostra tenutasi a l'Ècole Nationale Supérieure des Beaux - Arts di Parigi (7 ottobre-31 dicembre

2005).

279 Mostra itinerante tenutasi presso: Mori Art Museum di Tokyo (22 novembre 2008-15 marzo 2009),

National Museum of Contemporary Art, Seul (14 aprile-7 giungo 2009), Essl Museum, Klosterneuburg (2 settembre-1 novembre 2009).

280 Mostra itinerante tenutasi presso: Serpentine Gallery, Londra (10 dicembre 2008 -22 febbraio 2009),

Reykjavik Art Museum, Reykjavik (9 settembre-10 ottobre 2010), Musée d'art contemporain, Lione (24 febbraio -31 luglio 2011), MAXXI, Roma (22 settembre 2011-29 gennaio 2012).

today”281 e “Paris-Delhi-Bombay”282 le quali hanno permesso di far scoprire e seguire lo

sviluppo artistico del Subcontinente.283 All'interno di queste mostre sono stati presenti i

principali artisti della scena indiana quali Bharti Kher, Suboth Gupta, Atul Dodiya, Shilpa Gupta, Jitish Kallat e N.S. Harha,284 ovvero, le personalità artistiche più influenti

all'interno del mercato dell'arte di questi anni e principali pupille dei collezionisti indiani.

L'attenzione ottenuta dagli artisti indiani a livello internazionale continua a crescere soprattutto se prendiamo in considerazione la prima mostra personale inaugurata il 16 gennaio 2014 di Suboth Gupta negli spazi della NGMA di Delhi, curata da una personalità di livello internazionale quale Germano Celant. Questa è stata la prima esposizione dell'artista all'interno di uno spazio museale indiano gestito dal Governo che non si trova ad ospitare, nella sua collezione, opere di questo artista e di altri a lui contemporanei e affermati a livello mondiale a causa della mancanza di fondi pubblici destinati alla conservazione e all'acquisto di queste opere come documentato nei capitoli precedenti. Gupta è l'artista più conosciuto anche a livello italiano, basti pensare alla sua costante presenza all'interno delle mostre collettive realizzate nel nostro paese come “Prospects. Contemporary Art from India. Focus 2007”,285 ”India

Arte Oggi. L'arte contemporanea indiana tra continuità e trasformazione”286 e “Urban

Manners. Artisti Contemporanei dall'India”287 oltre alla presenza di sue opere sia nella

collezione di François Pinault,288 parte della quale presente a Venezia, sia del MART di

Rovereto.289

281 Mostra tenutasi presso la Saatchi Gallery di Londra (25 gennaio -8 maggio 2010). 282 Mostra tenutasi al Centre Pompidou di Parigi (15 maggio -23 settembre 2011).

283 SINGH, D., Contextualiser l'art contemporain indien. Une Histoire des expositions de groupe de 1968 à nos jours in AA.VV., Paris – Delhi – Bombay..., cit, pp. 89-94.

284 Per approfondimenti sugli artisti si rimanda al capitolo terzo.

285 Mostra tenutasi nell'Auditorium del Parco della Musica di Roma (18-27 ottobre 2007) 286 Mostra tenutasi presso lo Spazio Orberdan di Milano (18 ottobre 2007-3 febbraio 2008) 287 Mostra tenutasi preso l'Hangar Bicocca di Milano (19 ottobre 2007-6 febbraio 2008)

288 Le opere di Suboth Gupta all'interno della Fondazione Pinault sono: Very Hungry God (2003) esposta

all'esterno di Palazzo Grassi a Venezia (una delle due sedi, insieme a Punta della Dogana, che ospita la sua collezione) nel 2003; Cosmos IX (2009), Spooning (2009), Aam Aadmi (2009), Et tu, Duchamp? (2009) esposte durante la mostra “Elogio del Dubbio” a Punta della Dogana, Venezia (10 aprile 2011- 17 marzo 2013)