• Non ci sono risultati.

Capitolo Terzo

COLLEZIONI MUSEALI E ANALISI ARTISTICA

3.1. Analisi dei principali artist

3.1.6. Subodh Gupta

Nato nel 1965 a Bihar, una delle regioni più povere dell'India situata nella zona nord-orientale, attualmente è uno dei principali artisti indiani di livello internazionale che lavora e vive a Delhi con la moglie Bharti Kher, anch'essa rinomata artista.

Subodh Gupta vuole essere riconosciuto prima di tutto come artista che come indiano, in quanto per lui l'arte possiede un linguaggio internazionale “dico sempre che per prima cosa sono un artista, poi sono indiano”. Ciò nonostante è ben consapevole che la sua produzione artistica derivi dalla sua esperienza personale e dalla tradizione che il suo paese gli offre. La sua produzione artistica si avvale dell'utilizzo di diversi media come pittura, performance, video, scultura e installazione. Il materiale, divenuto ormai un suo marchio di fabbrica, è l'acciaio inox, proposto attraverso luccicanti utensili da cucina molto diffusi in India.169 Questi oggetti si trovano a far parte dei corredi nuziali

nei villaggi, rappresentano un valore di scambio e sono gli utensili più utilizzati da tutti gli strati della popolazione.170 Gupta si trova ad inserirli all'interno di un contesto nuovo,

quasi illusorio. Egli spiega che la maggior parte della popolazione indiana vede come sua unica fonte di intrattenimento il cinema. Esso si ritrova così a svolgere un ruolo centrale all'interno della vita di un uomo, andando a colpire l'immaginario collettivo attraverso la finzione, la stessa che lui riflette nei suoi lavori. Dona lucentezza, solidità e stabilità ai metalli trasformandoli in oggetto di lusso quando in realtà sono tutt'altro.171

Questo gesto finisce anche per assumere una connotazione socio-economica con un chiaro riferimento al fenomeno della globalizzazione all'interno del suo paese mostrando il rapporto, a volte difficile, che si è creato tra le tradizioni culturali e i cambiamenti in atto. La scelta degli utensili da cucina è dettata anche dalle esperienze personali maturate durante la sua infanzia. Lo stesso artista infatti spiega che “ho un

affetto particolare con le cucine, quando ero piccolo vedevo questa stanza come un luogo di preghiera, una sorta di tempio. Per me è un luogo carico di spiritualità. Ma è

169 GULLÌ, D., Subodh Gupta: Essere artista prima di essere indiano in “Flash Art”, ed.italiana, n.287,

ottobre 2010, p.65

170 ANANTH, D., Indian bazar: sei artisti indiani contemporanei in “Flash Art “ed.italiana, n.268, 2008, p.108 171 GULLÌ, D., Subodh Gupta: Essere artista prima di essere indiano in “Flash Art”, ed.italiana, n.287,

anche, certamente, un emblema della vita quotidianità: l'80% degli indiani si serve di utensili da cucina in acciaio inossidabile. Si tratta di un materiale decisamente paradossale: attira la luce, risplende, pure restando inscindibilmente legato alla cultura popolare. Proprio perché l'acciaio è inossidabile è così ricco di significato che ci lavoro da dieci anni”.172

Sempre legate alla sua storia personale sono opere da cui titoli emerge un forte significato religioso come Very Hungry God (2006) o il titolo dell'esposizione del 2010

Faith Matters. L'artista è cresciuto all'interno di una famiglia religiosa ma non è

praticante e nonostante non si rechi al tempio la religione lo ha sempre accompagnato nel corso della sua vita.173

L'arte di Gupta può essere considerata come una sorta di ready-made ripreso da Duchamp, con la differenza che dall'artista indiano vengono impiegati come delle unità compositive che danno vita a nuovi oggetti attraverso un lavoro di assemblaggio.174

Tra le sue opere più famose si può citare Spill (Figura 32), eseguita nel 2007, che consiste in un secchio per l'acqua di grandi dimensioni dall'interno del quale diramano verso l'esterno numerosi utensili in acciaio che sostituiscono l'acqua imitando le sembianze di un liquido che fuoriesce.175

La volontà di Gupta è quella di mostrare come l'industrializzazione abbia portato a una perdita della tradizione, o almeno a un suo impoverimento. Un esempio è Pune, opera del 2002, nella quale si ricopre di sterco di mucca, sacro in India, che successivamente pulisce lavandosi con l'acqua proveniente da una doccia. Lo sterco di mucca è utilizzato dalla popolazione indiana non solo come combustibile, ma anche come strumento di purificazione durante i rituali e ha subito il processo della globalizzazione non riuscendo a entrare all'interno della vita degli abitanti delle città.176 Quest'ottica di

globalizzazione, e di legame tra la zona rurale e la zona urbana, appare anche in altri suoi lavori che mettono in scena il tema del viaggio e della migrazione. Attraverso 172 NEUTRES, J., JHA, R., op. cit. ,p.52

173 GULLÌ, D., Subodh Gupta: Essere artista prima di essere indiano in “Flash Art”, ed.italiana, n.287,

ottobre 2010, p. 66

174 NEUTRES, J., JHA, R., op. cit. ,p.52

175 Fonte online: http://www.heartmus.com/subodh-gupta-3366.aspx 176 Fonte online: http://www.saatchigallery.com/artists/subodh_gupta.htm

l'utilizzo di motociclette, bagagli, nastri trasportatori l'artista affronta il tema della migrazione e del nomadismo. Lui stesso afferma di viaggiare molto spesso in moto perché questa lo aiuta a osservare in modo diverso il mondo che lo circonda e lo rende in grado di poter trasferire questi nuovi stimoli all'interno delle sue opere.177 E' così che

una serie di pacchi vengono trasportati su un nastro come quelli che si trovano negli aeroporti (Across seven seas, 2006) o collocati sopra il tettuccio di un taxi che sta per affondare come in Everything is inside (Figura 33) del 2004. Tutti questi bagagli o scatole di cartone chiuse con una corda, vogliono simboleggiare il beni di consumo appartenenti ai lavoratori indiani che ritornano in patria e portano ricchezza e benessere alle famiglie.178 Mentre la riflessione sul legame tra città e campagna ritorna

con Bullet un'opera del 2007 che rappresenta una motocicletta con attaccati dei contenitori per il latte. Con questo lavoro l'artista vuole mostrare la modernizzazione del suo paese con il passaggio della consegna del latte su due ruote e lungo le strade delle città.179

177 ANANTH, D., Indian bazar: sei artisti indiani contemporanei in “Flash Art”, ed.italiana, n.268, 2008,

p.108

178 JHAVERI, A., op. cit., p.41

Figura 32. Suboth Gupta, Spill, 2007, utensili e secchio in acciaio inox