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IntraText (www.intratext.com/X/LAT0052.htm): presenta il testo originale del romanzo, con concor- danze, liste di parole, indici di frequenza
Readme (www.readme.it/cat_opere_2_Classici- Latini.shtml): testo originale
Dell’intero Satyricon di Petronio, a quanto dice la tradizione, non sono rimasti che due libri, o poco più: se questi sono davvero i libri XVe XVIdell’opera, allora il ro- manzo doveva essere molto ampio ed è assi limitata la parte che è giunta fino a noi. La questione è ancora aperta ed è oggetto di discussione tra i critici. Eppure è forte l’impressione di unità e compattezza dell’opera, intorno a quello che forse era l’epi- sodio centrale e più significativo.
I percorsi di lettura che qui presentiamo sono strutturati proprio tenendo presente la centralità della coena, ma anche rendendo testimonianza degli episodi minori: al banchetto di Trimalchione sono dedicati i percorsi 2, 3 e 4; il percorso 5 evidenzia un elemento che attraversa tutto il romanzo, come nota di fondo bassa e continua: il senso di morte; infine il percorso 6 (presentato come esercizio di traduzione) è cen- trato sul noto “racconto nel racconto” della matrona di Efeso.
1 Scene da commedia
2 I personaggi del Satyricon: Trimalchione
3 I personaggi del Satyricon: Fortunata
4 Chiacchiere a tavola
5 L’incombere della morte sul mondo di Petronio
6 Una fabula Milesia nel romanzo: la matrona di Efeso
in his
eramus
lautitiis,
cum ipse
trimalchio
ad
symphoniam
allatus est
Percorsi
antologici
176 La prima età imperiale
1
Scene da commedia
Macrobio (scrittore latino del Vsecolo), illustrando il genere del ro-
manzo, afferma che esso presenta argumenta fictis casibus amatorum
referta, quibus vel multorum se Arbiter exercuit («intrecci pieni di av-
venture immaginarie di innamorati, ai quali molto si dedicò Pe- tronio Arbitro»): nel percorso presentiamo due di queste avven- ture, due gustosi quadri in cui vediamo anzitutto Encolpio e Ascilto alle prese con un mercato di ricettatori e individui equivoci, dove peraltro sembrano trovarsi a loro agio e saper bene come muoversi (indice del fatto che i due personaggi sono del tutto
Giocatori di dadi, gruppo di ambra scolpita,
I-IIsecolo d.C. (Torino, Museo di Antichità).
omogenei all’ambiente descritto). Nel secondo episodio, invece, Encolpio da solo si trova coin- volto in un rito magico che dovrebbe guarirlo dalla sua menomazione fisica (l’impotenza) e sanare i suoi rapporti con il dio Priapo.
Gli episodi sono tratti dalla parte iniziale e da quella finale del Satyricon (o meglio, di ciò che ci è rimasto del romanzo), che sono le più frammentarie: questo fatto accentua l’impressione di trovarsi di fronte a episodi a sé stanti, di cui si gusta il divertito realismo nel rappresentare un mondo sordido. Tale impressione però non deve trarre in inganno: la presenza costante del narratore-protagonista (En- colpio) e l’abile montaggio delle scene rendono il Satyricon opera compatta, pur nel suo divagare tra avventure e generi letterari diversi, non una semplice raccolta di novelle unite da una cornice.
TESTO 1
Satyricon, 12-15
Satyricon, 136-137
ITA TESTO 2 ITA TESTO 1Un mantello rubato
Ecco una piccola, perfetta scena da commedia, che la frammentarietà della prima parte del romanzo permette però di gustare nella sua completezza. Encolpio e Ascilto, i due compagni d’avventura (e ri- vali in amore per le grazie del pestifero giovinetto Gitone) si recano in una sorta di mercato clande- stino di ricettatori, dove prospera una fauna di personaggi ambigui, che vivono nella penombra del- l’illegalità. Qui essi vogliono vendere un prezioso mantello che, probabilmente, hanno rubato. I due hanno bisogno di soldi: infatti a Encolpio è stata a sua volta sottratta una tunica, nel cui orlo avevano cucito un gruzzolo di monete. Nel mercato di roba rubata – che si rivela essere una specie di “campo dei miracoli” – i due giovani scoprono la loro tunica sulle spalle di un potenziale acquirente del man- tello: ma questo non è che il primo di una serie di colpi di scena e mutamenti di situazione, che por- teranno all’inatteso lieto fine.
Una scena da commedia abbiamo detto, per la vivacità dei dialoghi e l’efficacia dell’intreccio (sia pure nella brevità dell’episodio), ma
anche qualcosa di più di una com- media, nella felice caratterizza-
zione fisica e psicologica dei perso-
naggi minori, che compaiono solo qui accanto a Encolpio e Ascilto: il rozzo contadino, la donnetta dalle mani adunche, il ricettatore che fa il leguleio a tempo perso (una cari- catura di ometto sotto la fronte calva e bitorzoluta), gli avidi e im- piccioni rivenditori. Da notare che il racconto in prosa è intervallato da brevi inserti di poesia (l’ultimo distico chiude l’episodio come mo- ralina finale), secondo il modello della satira menippea.