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indicazioni bibliografiche Le edizioni dei test

PETRONIO, Satyricon, a cura di A. ERNOUT, Parigi, Les Belles Lettres, 1922.

PETRONIO, Satyricon, a cura di V. CIAFFI, Torino, Ei-

naudi, 1967.

PETRONIO, Satyricon, a cura di M.S. SMITH, Oxford,

Clarendon Press, 1975.

PETRONIO, Satyricon, a cura di L. CANALI, Milano,

Bompiani, 1990.

Lo sfondo storico

A. GARZETTI, L’impero da Tiberio agli Antonini, Bolo-

gna, Nuova Cappelli, 1960.

H. BARDON, Les empereurs et les lettres latines d’Auguste à

Hadrien, Parigi, Les Belles Lettres, 19682.

AA.VV., Studi sulla storia del pensiero politico classico,

Napoli, Guida, 1973.

E. RATTI, L’età di Nerone e la storia di Roma nell’opera di

Petronio, Bologna, Pàtron, 1978.

M. CITRONI, Produzione letteraria e forme del potere. Gli

scrittori latini nel Isecolo dell’impero, in AA.VV., Storia di

Roma, II/3, Torino, Einaudi, 1992, pp. 383-490. AA.VV., Storia della civiltà letteraria latina e greca, a cura

di I. LANA-E.V. MALTESE, vol. II, Torino, UTET, 1998.

Gli studi

R. HEINZE, Petron und der griechische Roman, in «Her-

mes», 34, 1899.

E.V. MARMORALE, La questione petroniana, Roma-Bari,

Laterza, 1948.

V. CIAFFI, La struttura del Satyricon, Torino, Facoltà

di Lettere e Filosofia, 1955.

E. AUERBACH, Fortunata, in Mimesis. Il realismo nella

letteratura occidentale, Torino, Einaudi, 1956.

E.G. FORSTER, Aspetti del romanzo, Milano, Il Saggia- tore, 1968.

R. SCHOLES-R. KELLOG, La natura della narrativa, Bo-

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O. PECERE, La novella della matrona di Efeso, Padova,

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J.P. SULLIVAN, Il «Satyricon» di Petronio, uno studio lette-

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G.B. CONTE, L’autore nascosto. Un’interpretazione del

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C. BREMOND, La logica del racconto, Milano, Bom-

piani, 1977.

M. BACHTIN, Estetica e romanzo, Torino, Einaudi,

1979.

D. GAGLIARDI, Il comico in Petronio, Palermo, Pa- lumbo, 1980.

M. GRONDONA, La religione e la superstizione nella

«Cena Trimalchionis», Bruxelles, Latomus, 1980. M. BARCHIESI, L’orologio di Trimalchione. Struttura e

tempo narrativo in Petronio, in I moderni alla ricerca di Enea, Roma, Bulzoni, 1981.

P. FEDELI, Il tema del labirinto nel Satyricon di Petronio, in Atti del Convegno internazionale «Letterature classiche e narratologia», Selva di Fasano, 6-8 ottobre 1980, Istituto di Filologia latina dell’Università di Pe- rugia, 1981.

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1982.

L. CANALI, L’erotico e il grottesco nel Satyricon, Roma-

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1986.

C. PELLEGRINO, Petronio, Satyricon, vol. I, Roma, Ate- neo, 1986.

L. CANALI, Cesare, spartiacque tra vita e morte, in Vita,

sesso, morte nella letteratura latina, Milano, Il Saggia- tore, 1987.

P. IANNI, Il romanzo greco, Roma-Bari, Laterza, 1987.

L. PEPE, Petronio, in AA.VV., Dizionario degli scrittori greci e latini, III, Milano, Marzorati, 1987.

P. FEDELI-R. DIMUNDO, I racconti del Satyricon, Roma,

Salerno Editrice, 1988.

A. ARAGOSTI-P. COSCI-A. COTROZZI, Petronio: l’episo-

dio di Quartilla (Satyricon, 16-26, 6), Bologna, Pita- gora, 1988.

A. BARCHIESI, Il romanzo, in AA.VV., La prosa latina, a

cura di F. MONTANARI, Roma, La Nuova Italia Scien-

tifica, 1991.

L. CICU, Donne petroniane, Sassari, Delfino Editore,

1992.

D. GAGLIARDI, Petronio e il romanzo moderno. La for-

tuna del Satyricon attraverso i secoli, Firenze, la Nuova Italia, 1993.

L. CANALI, L’eterna maledizione di Priapo, in «Diario»,

27/11/1996.

G. CHIARINI, Petronio, in AA.VV., Cultura e letteratura a Roma, Firenze, La Nuova Italia, 1996.

Sitografia

Siti che presentano i testi:

The Latin Library (www.thelatinlibrary.com/pe- tronius.html): testo originale

IntraText (www.intratext.com/X/LAT0052.htm): presenta il testo originale del romanzo, con concor- danze, liste di parole, indici di frequenza

Readme (www.readme.it/cat_opere_2_Classici- Latini.shtml): testo originale

Dell’intero Satyricon di Petronio, a quanto dice la tradizione, non sono rimasti che due libri, o poco più: se questi sono davvero i libri XVe XVIdell’opera, allora il ro- manzo doveva essere molto ampio ed è assi limitata la parte che è giunta fino a noi. La questione è ancora aperta ed è oggetto di discussione tra i critici. Eppure è forte l’impressione di unità e compattezza dell’opera, intorno a quello che forse era l’epi- sodio centrale e più significativo.

I percorsi di lettura che qui presentiamo sono strutturati proprio tenendo presente la centralità della coena, ma anche rendendo testimonianza degli episodi minori: al banchetto di Trimalchione sono dedicati i percorsi 2, 3 e 4; il percorso 5 evidenzia un elemento che attraversa tutto il romanzo, come nota di fondo bassa e continua: il senso di morte; infine il percorso 6 (presentato come esercizio di traduzione) è cen- trato sul noto “racconto nel racconto” della matrona di Efeso.

1 Scene da commedia

2 I personaggi del Satyricon: Trimalchione

3 I personaggi del Satyricon: Fortunata

4 Chiacchiere a tavola

5 L’incombere della morte sul mondo di Petronio

6 Una fabula Milesia nel romanzo: la matrona di Efeso

in his

eramus

lautitiis,

cum ipse

trimalchio

ad

symphoniam

allatus est

Percorsi

antologici

176 La prima età imperiale

1

Scene da commedia

Macrobio (scrittore latino del Vsecolo), illustrando il genere del ro-

manzo, afferma che esso presenta argumenta fictis casibus amatorum

referta, quibus vel multorum se Arbiter exercuit («intrecci pieni di av-

venture immaginarie di innamorati, ai quali molto si dedicò Pe- tronio Arbitro»): nel percorso presentiamo due di queste avven- ture, due gustosi quadri in cui vediamo anzitutto Encolpio e Ascilto alle prese con un mercato di ricettatori e individui equivoci, dove peraltro sembrano trovarsi a loro agio e saper bene come muoversi (indice del fatto che i due personaggi sono del tutto

Giocatori di dadi, gruppo di ambra scolpita,

I-IIsecolo d.C. (Torino, Museo di Antichità).

omogenei all’ambiente descritto). Nel secondo episodio, invece, Encolpio da solo si trova coin- volto in un rito magico che dovrebbe guarirlo dalla sua menomazione fisica (l’impotenza) e sanare i suoi rapporti con il dio Priapo.

Gli episodi sono tratti dalla parte iniziale e da quella finale del Satyricon (o meglio, di ciò che ci è rimasto del romanzo), che sono le più frammentarie: questo fatto accentua l’impressione di trovarsi di fronte a episodi a sé stanti, di cui si gusta il divertito realismo nel rappresentare un mondo sordido. Tale impressione però non deve trarre in inganno: la presenza costante del narratore-protagonista (En- colpio) e l’abile montaggio delle scene rendono il Satyricon opera compatta, pur nel suo divagare tra avventure e generi letterari diversi, non una semplice raccolta di novelle unite da una cornice.

TESTO 1

Satyricon, 12-15

Satyricon, 136-137

ITA TESTO 2 ITA TESTO 1

Un mantello rubato

Ecco una piccola, perfetta scena da commedia, che la frammentarietà della prima parte del romanzo permette però di gustare nella sua completezza. Encolpio e Ascilto, i due compagni d’avventura (e ri- vali in amore per le grazie del pestifero giovinetto Gitone) si recano in una sorta di mercato clande- stino di ricettatori, dove prospera una fauna di personaggi ambigui, che vivono nella penombra del- l’illegalità. Qui essi vogliono vendere un prezioso mantello che, probabilmente, hanno rubato. I due hanno bisogno di soldi: infatti a Encolpio è stata a sua volta sottratta una tunica, nel cui orlo avevano cucito un gruzzolo di monete. Nel mercato di roba rubata – che si rivela essere una specie di “campo dei miracoli” – i due giovani scoprono la loro tunica sulle spalle di un potenziale acquirente del man- tello: ma questo non è che il primo di una serie di colpi di scena e mutamenti di situazione, che por- teranno all’inatteso lieto fine.

Una scena da commedia abbiamo detto, per la vivacità dei dialoghi e l’efficacia dell’intreccio (sia pure nella brevità dell’episodio), ma

anche qualcosa di più di una com- media, nella felice caratterizza-

zione fisica e psicologica dei perso-

naggi minori, che compaiono solo qui accanto a Encolpio e Ascilto: il rozzo contadino, la donnetta dalle mani adunche, il ricettatore che fa il leguleio a tempo perso (una cari- catura di ometto sotto la fronte calva e bitorzoluta), gli avidi e im- piccioni rivenditori. Da notare che il racconto in prosa è intervallato da brevi inserti di poesia (l’ultimo distico chiude l’episodio come mo- ralina finale), secondo il modello della satira menippea.

(12) Arrivammo in piazza che languiva il giorno, e vi notammo una gran quantità di roba

in vendita, non di tesori certo, tuttavia l’oscurità dell’ora ne celava con tutto comodo la

provenienza piuttosto zoppicante. E dunque, avendo portato anche noi il mantello gher-

mito nella rapina, ci avvalemmo di quella occasione che più adatta non poteva essere, met-

tendoci in un angolo a sbandierarne l’orlo, se per caso lo sfarzo dell’indumento potesse

adescare un compratore. Senza farci troppo aspettare, un contadino, d’aspetto familiare ai

Satyricon, 12-15

miei occhi, ci si appressa con una donnetta al fianco, e comincia a esaminare con molta

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