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terracotta, Isecolo d.C. (Napoli, Museo Archeologico Nazionale). L’uomo raffigurato è intento a leggere un libro.

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ironico Petronio, attraverso la figura di Trimalchione, liberto arricchito che usa categorie culturali importanti in modo grossolano e superficiale.

Una produzione di basso profilo In questo quadro la produzione lettera-

ria visse un momento di stasi, almeno fino all’età neroniana. Risultava certo im- pegnativo il confronto con la letteratura dell’età precedente e, per di più, i gusti letterari erano cambiati: gli stessi imperatori mostrarono preferenze per alcuni ge- neri minori, come la poesia astronomica (coltivata da Manilio e Germanico) o quella mitologica di tipo alessandrino a imitazione di Ovidio. L’oratoria si ridusse a pure esercitazioni di stile e di eloquenza, essendo venuta meno la libertas che ne costituiva l’alimento principale: eppure fiorirono molte scuole di retorica ove gli allievi si esercitavano con le declamationes, nelle forme delle controversiae (dato un problema di carattere giuridico, l’allievo doveva risolverlo nei due opposti modi possibili) e delle suasoriae (con le quali si immaginava di dover convincere un personaggio del mito o della storia ad assumere o meno un dato comporta- mento oppure a prendere o meno una certa decisione). Unico spunto di origina- lità fu quello offerto da Fedro e dalla sua favola in poesia: un insegnamento mo- rale di grande dignità, sia pure in forma dimessa e minore.

Lo sperimentalismo dell’età neroniana Diverso invece è il quadro cul-

turale durante il principato di Nerone, sotto il quale la produzione letteraria as- sunse caratteri di forte originalità. Fu unicamente Nerone a determinare questo cambiamento di prospettiva? In parte forse è così, perché egli fu l’unico impera- tore della dinastia giulio-claudia ad attribuire grande valore alle lettere e a voler ri- creare intorno a sé un gruppo di intellettuali e scrittori. È anche vero, tuttavia, che tale politica culturale mirava a scopi propagandistici: spesso produsse una stucchevole poesia encomiastica3 e ben presto suscitò insofferenza e rifiuto. Le

migliori opere letterarie dell’epoca, come si è detto, nacquero in rapporto con-

Gli eventi, la società, la cultura

un momento di stasi

il ruolo di Nerone

3 Come le Laudes Neronis di Lucano, andate perdute.

La “Gemma claudia”, 50 d.C. ca. (Vienna, Kunsthistorisches Museum). Il cammeo raffigura a sinistra Claudio con la seconda moglie Agrippina minore; a destra Germanico con Agrippina Maggiore.

Gli eventi, la società, la cultura

flittuale o in opposizione alla politica neroniana. Non è un caso che, proprio sotto il principato di Nerone, in campo filosofico dominò il pensiero stoico, che diventò, grazie alla riflessione e alle opere di Seneca, l’espressione della fronda se- natoria nei riguardi del princeps, richiamandosi ai principi dottrinali della libertà interiore e della apátheia («impassibilità dell’anima») propria del saggio. Un caso letterario a sé e un’originale risposta al “neronismo” imperante – che interpretava la cultura come teatralità ed esteriorità – fu quello del già citato Petronio, uno scrittore colto che mantenne un atteggiamento di distacco e di ironica superiorità rispetto all’esistenza, incarnando nel romanzo la crisi di valori e di certezze della sua epoca in una rappresentazione realistica e originale di quel mondo. Il suc- cesso delle opere di Seneca e Petronio, delle satire di Persio o del poema di Lu- cano testimonia quanto doveva essere sentito il bisogno da parte del pubblico di voci dissonanti dal regime del principe e libere dalla dipendenza dai precedenti modelli augustei.

Nella prima età imperiale si allargò il pubblico, per una più diffusa scolarizzazione e per la forma- zione di un ceto burocratico ampio e acculturato. Testimoni di questo fenomeno sono l’espansione del mercato librario e il successo delle pubbliche recitationes.

Gli scrittori però si trovavano ancora nella necessità di dover dipendere da un patrono che sovven- zionasse la loro attività: accanto alle tradizionali famiglie nobili, tale ruolo di patrono fu rivestito so- prattutto dal principe, ma anche dalle figure dei “nuovi ricchi”, liberti e cavalieri.

La produzione letteraria visse un momento di stasi, almeno fino all’età neroniana. Il confronto con la letteratura dell’età precedente era piuttosto pesante, inoltre i gusti letterari erano cambiati: gli stessi imperatori mostrarono preferenze per alcuni generi minori, come la poesia astronomica o quella mito- logica di tipo alessandrino.

L’oratoria si ridusse a pure esercitazioni di stile e di eloquenza, essendo venuto meno il dibattito politico: eppure fiorirono molte scuole di retorica ove gli allievi si esercitavano con le fittizie declama-

tiones.

Unico spunto di originalità fu quello offerto da Fedro e dalla sua favola in poesia: un insegnamento

morale di grande dignità, sia pure in forma dimessa e minore.

Sotto Nerone invece la produzione letteraria ha un nuovo impulso, con caratteri di forte origi-

nalità. Matura la prosa filosofica di Seneca; appare con Lucano un nuovo modello di poema epico-sto- rico; Persio restituisce vigore al genere satirico; e soprattutto Petronio, con il Satyricon, fa saltare il tra- dizionale schema dei generi letterari.

La politica culturale di Nerone, tuttavia, presto suscitò insofferenza e rifiuto nei confronti di un’arte che doveva essere asservita all’esaltazione di un principe. Non è un caso che, proprio sotto il prin- cipato di Nerone, in campo filosofico dominò il pensiero stoico, che diventò, grazie alla riflessione di Seneca, l’espressione della fronda senatoria nei riguardi del princeps, richiamandosi al principio della

libertà interiore.

Un’originale risposta al “neronismo” imperante fu quella di Petronio, uno scrittore colto che incarnò

nel romanzo la crisi di valori e di certezze della sua epoca, in una rappresentazione realistica e ori-

ginale di quel mondo.

in sintesi

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