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Una volta riconosciute le tre eccellenze paesaggistiche [fig. 2.17a] che la linea Santhià-Arona contribuirebbe a connettere tra di loro e con l'esterno, si è ritenuto opportuno individuare nei tre poli di Santhià, Romagnano e Arona tre soste, corrispondenti ad altrettanti stazionamenti quando venisse ripristinato l'esercizio della tratta. Con l'apertura dei due corridoi europei, Reno-Alpi e Mediterraneo, e la prossima saturazione del nodo ferroviario di Novara, la posizione della Santhià-Arona potrebbe rivelarsi particolarmente strategica, potendo configurarsi quale linea complementare in grado di assorbire parte dei futuri attraversamenti [fig. 2.3a]. A questo va aggiunto quanto già ricordato in merito ai cinque scali commerciali intercettati dal tracciato in corrispondenza degli stazionamenti di Santhià, Rovasenda, Romagnano, Borgomanero

53 Per un resconto dei lavori di quegli anni, insieme alla ricostruzione delle modalità di identificazione del sito: F. M.

Gambari, «L'insediamento preistorico di Mercurago (Novara) alla luce delle attuali conoscenze» in Rassegna di Archeologia, 1992, p. 319.

54 Cfr. F. M. Gambari, «Preistoria e archeologia. Alla riscoperta del nostro passato» in Piemonte Parchi, Giugno 1987, p.

14 e s. In rete al link: http://www.piemonteparchi.it/cms/archivio/category/29-1987 Tre soste

140 139

1

2

3

4

Fig. 2.18a - Santhià

Passaggio del celebre itinerario religioso della Via Francigena (1); Buona presenza di strutture turistiche, sia ristorative che ricettive, eventualmente convenzionate con le diverse associazioni locali "Amici della Via Francigena" (2); Carattetistico paesaggio delle risaie vercellesi, oggetto dello studio Regione Piemonte-UPO per una futura candidatura UNESCO (3);

Caratteristiche cascine con impianto a corte quadrata (4).

Fig. 2.18b - Arona

Paesaggio lacustre e collegamenti via traghetto con le Isole Borromee oltre a note località turistiche sul Lago Maggiore (5); Alta densità di strutture turistiche (6);

Cospicue presenze turistiche richiedenti una più omogenea e diffusa distribuzione sul territorio limitrofo (7); Sistema delle residenze di villeggiatura borghesi poste a ridosso del lago (8).

Fig. 2.17c - Tre poli turistici Individuati i tre stazionamenti di riferimento ed i tre rispettivi tipi paesaggistici, si segnalano per ogni polo turistico le sue caratteristiche afferenti agli ambiti della viabilità e del paesaggio, distinguendo tra le due offerte ecologico-naturalistica e storico-culturale. Si è specificata, inoltre, la presenza di strutture per turisti e la relativa tipologia.

Arona

Romagnano

Santhià

N

0 2 5 km

5

6 7

8

142 141

Fig. 2.20 - Romagnano Sesia

Possibilità di ripristinare l'originario ruolo di crocevia religioso tra i due santuari di Oropa e Varallo (9);

Potenziale turistico riscontrabile nell'area delle Rive Rosse a Curino, in virtù della peculiarità dei caratteri del paesaggio (10); Paesaggio vitivinicolo del Novarese che attualmente necessita di un'adeguata promozione e valorizzazione (11); Permanenza di due storichetecniche di coltivazione viticola autoctone: la maggiorina e gli alteni (12).

Fig. 2.19 a, b, c - Santhià e la Via Francigena

Segnaletica e specifiche insegne indicanti il percorso seguito dalla Via Francigena, partendo dalla stazione di Santhià e proseguendo in direzione di Vercelli.

© I. Giuntoli, 9 Marzo 2019

e ricettive anche convenzionate ed eventualmente a basso costo, talvolta "a offerta", come per alcuni ostelli per pellegrini [vd. Appenice E].

Arona [fig. 2.18b], d'altra parte, richiama da sempre numerosissimi visitatori, attirati dallo sfondo panoramico del Lago Maggiore e dal famoso colosso di San Carlo Borromeo, meta segnalata già in moltissime guide turistiche ottocentesche. Centro turistico consolidato, la città è ampiamente provvista di sistemazioni per i viaggiatori [fig. 2.21] e di campeggi in prossimità del lago.

Si è tuttavia stabilito di includere una terza sosta a Romagnano Sesia [fig. 2.20], compresa tra i due poli già menzionati. Diverse le motivazioni dietro questa scelta.

Innanzitutto, prevedere uno stazionamento a metà corsa e addensare gli interventi attorno a quel nodo, incentiverebbe i viaggiatori a visitare le terre del vino novaresi e Arona, quattro dei quali convergono sul già citato scalo di Novara. Non basta tuttavia

il solo contributo fornito dal commercio attirato dalla tratta. Dai colloqui con i due principali attori coinvolti, Regione Piemonte ed RFI, è emerso come non manchino, ad oggi, valide motivazioni a suffragare l'ipotesi di una riapertura, tenendo conto del mutato scenario economico rispetto al 2012. Diversi gli studi e le pubblicazioni in questa direzione. Tuttavia, il ripristino delle corse è da ritenersi indissolubilmente legato all'identificazione di strategie per il recupero di un'utenza turistica che dovrà necessariamente partire da processi di valorizzazione territoriale alla scala locale. In questa direzione si colloca, dunque, la nostra proposta.

Un primo ragionamento andava strutturato attorno alla questione degli stazionamenti [fig. 2.17b]. I tre su cui si è scelto di articolare l'intero intervento, rispettivamente quelli di Santhià, Romagnano e Arona [fig. 2.17c], risultano in esercizio già allo stato dei fatti e non richiederebbero appositi interventi di riattivazione. La scelta operata non è dunque casuale ed è stata dettata da ragioni logistiche tenendo però sempre in considerazione la strategicità delle stazioni collegate anche dal punto di vista dell'offerta turistica, attuale o potenziale. Al momento, infatti, i due estremi della linea, si trovano in posizioni particolarmente propizie, il primo a poca distanza da Torino e dal Quadrante Metropolitano, e il secondo in prossimità di Milano. Entrambi i centri sono adeguatamente serviti dalla rete ferroviaria e consentirebbero al viaggiatore di raggiungere agevolmente altre località. Ambedue le città, inoltre, sono in grado di attirare flussi considerevoli di turisti.

Santhià [fig. 2.18a], appunto, è attraversata, come si è detto, dal tracciato della storica Via Francigena [fig. 2.19a, b, c] e dispone di un numero adeguato di strutture ristorative

9

10

12 11

Romagnano Sesia

Stazionamenti

Santhià e Arona

Figura 2.19a Figura 2.19b Figura 2.19c

144 143

Fig. 2.21 - Strutture turistiche Concentrazione delle strutture messe a disposizione degli utenti:

- ristorative

- ricettive (di cui si riporta il numero dei relativi posti letto garantiti) - bike-friendly e specifici servizi per cicloturisti

N

0 2 5 km

strutture bike-friendly strutture convenzionate lungo la Via Francigena servizi per il cicloturistmo aree attrezzate posti letto strutture ricettive

strutture ristorative

e ad optare per il treno quale mezzo di trasporto più conveniente anche in termini di tempo. A questo va aggiunta la specifica volontà di attenersi quanto più possibile alle indicazioni espresse dagli strumenti di piano di cui si è già trattato al paragrafo 2.1.

Se da un lato, infatti, il P.T.R.55 richiede espressamente interventi atti a deviare sul resto del territorio gli eccessivi flussi turistici diretti al Lago Maggiore, auspicando una collaborazione interprovinciale oggi assente, dall'altro il P.p.r.56 segnala a Curino l'esistenza di un'area dall'alta valenza naturalistica, le Rive Rosse, tuttora in attesa di riconoscimento. Azioni progettuali che si inseriscano in questo contesto potrebbero dunque riportare l'attenzione sulla questione e premere perché la zona venga soggetta a vincolo.

Bisogna poi considerare che, nell'evenienza di una riattivazione della Santhià-Arona, prevedere una sosta intermedia avrebbe ripercussioni anche sul vicino comune di Gattinara, agevolandone la riappropriazione dell'antica nomea e aprendosi così alla possibilità di richiamare nuovamente un numero significativo di visitatori.

Oltre ad essere ricordato per il suo vino, il centro di Gattinara rappresentava in passato un importante crocevia, ponendosi come punto di convergenza tra la strada che univa Vercelli alla Valsesia e l'asse che connetteva Biella a Borgomanero e dunque al Lago d'Orta e al Lago Maggiore. Da questo stesso asse inoltre, si diramavano originariamente quelle che il piano definisce "due strade di collegamento territoriali", la via della transumanza, chiamata appunto via pecorilis, e la strada del Principe57.

La prima doveva probabilmente seguire il percorso della Crevacuore-Roasio mentre la seconda serviva a collegare la Valsesia e Masserano, proseguendo per Curino e Azoglio.

Di quest'ultimo tracciato rimangono ormai solo poche tracce sparse, riconoscibili in alcuni sentieri collinari. Da Masserano partivano, infine, i collegamenti con Biella e Salussola oltre che con Buronzo e da lì a Vercelli.

Romagnano, invece, costituiva in passato un punto di passaggio per i fedeli diretti ai due santuari di Oropa e Varallo. Il primo verrebbe quindi collegato dalla deviazione suggerita rispetto all'itinerario principale attraverso le terre del vino. Il secondo, invece, potrebbe essere raggiunto programmando opportunamente il periodo del viaggio, tramite la Novara-Varallo, solo occasionalmente attiva per uso turistico. Accanto al

55 Cfr. Regione Piemonte, «Relazione» in Piano Territoriale Regionale, Torino, 21 luglio 2011, pp. 43-44.

56 Regione Piemonte, «Schede degli ambiti di paesaggio» in Piano paesaggistico regionale, Torino, 03 ottobre 2017, pp.

141-142. Schede d'ambito disponibile alla pagina: https://www.regionepiemonte.it/web/sites/default/files/media/

documenti/2019-03/d_Schede_degli_ambiti_di_paesaggio.pdf

57 Ivi, p. 142.

Due importanti crocevia

Le direttive dei piani

146 145

Distretto dei Laghi

2014 2015 2016 2017 2018

4.500.000 3.500.000 2.500.000 1.500.000 500.000

Vercelli & Valsesia

2014 2015 2016 2017 2018

450.000 350.000 250.000 150.000 50.000

Novara

Arrivi Presenze

2014 2015 2016 2017 2018

450.000 350.000 250.000 150.000 50.000

Biella

2014 2015 2016 2017 2018

450.000 350.000 250.000 150.000 50.000

Fig. 2.22 - Flussi turistici nelle ATL piemontesi Dati riferiti al periodo 2014-2018.

© Osservatorio Turistico Regionale, 2019

Fig. 2.23 - Arrivi e presenze

Elaborazione grafica realizzata sulla base dei dati raccolti nel rapporto annuale dell'OTR.

Osservatorio Turistico Regionale, Dati statistici sul Turismo in Piemonte, 2018.

Per prendere visione della risorsa in formato digitale si rimanda alla seguente pagina: https://www.regione.

piemonte.it/web/temi/cultura-turismo-sport/turismo/osservatorio-turistico Presenze

Arrivi N

0 2 5 km

turismo enogastronomico, si riuscirebbe così a recuperare la precedente attrattività legata al turismo religioso.

Individuate dunque le tre soste, i perni attorno ai quali incentrare la proposta di rilancio turistico, occorreva intervenire ideando dei percorsi che consentissero la fruizione del territorio, dei veri e propri itinerari tematici, volti a valorizzare le specificità paesaggistiche dei luoghi in cui l'azione progettuale si inserisce [fig. 2.20a, b].

Parendoci quindi indubbia l'elevata qualità paesaggistica dell'Alto Piemonte, comprovata anche da quanto detto sin d'ora in merito alla passata fama dei luoghi citati e dai recenti sforzi di valorizzazione della pianura del Vercellese, abbiamo così provveduto a tracciare appositi itinerari cicloturistici che offrissero ai futuri utenti un'esperienza immersiva nell'ambito dei diversi quadri paesaggistici rintracciati [fig.

2.24a, b].

Vanno tuttavia fatte alcune premesse: la prima riguarda i limiti di questo studio. Si propongono infatti due scenari, il primo attraverso le risaie dei comuni di Santhià, Carisio, Livorno Ferraris e Vercelli nell'ambientazione suggestiva del cosiddetto

"mare a quadretti". Il secondo, si articola invece sullo sfondo delle terre del vino, già più volte decantate dalla letteratura, facendosi strada tra le colline viticole che separano Gattinara e Romagnano dal Biellese e dal santuario di Oropa.

La priorità attribuita alle prime due soste è solo in apparenza a scapito dell'ultima, quella

I limiti di intervento Gli itinerari cicloturistici

148 147

Fig. 2.24b - Rete ecologica

La rappresentazione a lato mostra in verde e in dimensioni proporzionali alla rilevanza intesa in termini di attrattività turistica le principali polarità riconducibili alla struttura che il P.p.r. identifica con il nome di "rete ecologica".

È stata inoltre segnalata anche la presenza dei diversi siti rientranti all'interno del novero UNESCO. Si rileva che, laddove vi venissero incluse anche le risaie vercellesi, tali siti si troverebbero a perimetrare su ogni lato la linea ferroviaria.

Fig. 2.24a - Rete storico-culturale Si è stabilito di annoverare all'interno della "rete storico-culturale" (dicitura del P.p.r.) tanto le architetture di pregio riconosciuto quanto gli esempi di edilizia rurale minore, quali cascine e "casini delle vigne", ritenendo che entrambe le tipologie di edifici competano in maniera non secondaria alla definizione dei caratteri di specificità del paesaggio locale e testimonino al contempo tanto la cultura quanto le tradizioni autoctone. Prorio per la stessa ragione sono stati indicati i terreni vitati in cui è possibile riconoscere alcune tecniche di coltivazione storicamente radicate nel territorio come gli alteni e la

"maggiorina".

N

0 2 5 km

siti UNESCO

siti di prossima candidatura UNESCO

Viabilità ciclabile

itinerari di progetto percorsi esistenti Eurovelo

deviazione di progetto alternativa a circuito chiuso di progetto

nodi della rete ecologica aree non servite dalla rete ciclabile risaie

parchi e riserve vigneti

Rete ecologica linea Santhià-Arona linee piemontesi Viabilità ferroviaria N

0 2 5 km

nodi della rete storico-culturale siti UNESCO

tenute storiche cantine storiche

terreni con viticoltura a

“maggiorina”

terreni con viticoltura ad alteni

Viabilità ciclabile

itinerari di progetto percorsi esistenti Eurovelo

deviazione di progetto alternativa a circuito chiuso di progetto linea Santhià-Arona linee piemontesi Viabilità ferroviaria

sistema delle chiuse longobarde

Rete storico-culturale

150 149

A

R

S

Stagionalità Gli itinerari cicloturistici di progetto competerebbero al riequilibrio dei flussi turistici stagionali intercettati dalla

città di Arona.

cioè prossima al Lago Maggiore e al suo paesaggio di incontestabile pregio. Tale indirizzo è in realtà esito di una decisione ponderata che affonda le radici nell'espressa volontà di sostenere aree oggi maggiormente penalizzate, destinate ad una progressiva marginalizzazione. Per scongiurare ogni rischio serve dunque un repentino rilancio che parta proprio da questi territori in attesa di valorizzazione. Diventa allora necessario stimolare quanto prima un processo di riappropriazione del senso dei luoghi, dei caratteri morfologici del paesaggio come di quelli culturali, legati dunque alla storia e alle tradizioni.

Va detto, peraltro, che la città di Arona sembra patire per ragioni opposte, dovendo fronteggiare nella bella stagione un esubero di presenze con i relativi problemi che questo tipo di sovraffollamento comporta (saturazione di strutture turistiche e infrastrutture stradali, essendo ad oggi ancora la macchina il mezzo prescelto dalla maggior parte degli utenti). Strutturare un intervento complementare alla riapertura della Santhià-Arona e ipotizzare così dei percorsi ciclabili che possano avvalersi di un futuro servizio treno+bici, potrebbe verosimilmente incentivare gli spostamenti su rotaie. Si fornirebbe inoltre una proposta alternativa, consentendo di affiancare la convenzionale visita al lago e al colosso del San Carlone a specifici percorsi tra le vigne o alla visita del Conservatorio del Riso per riscoprire mansioni e ritmi delle mondine nelle risaie. Inoltre, ad oggi Arona non sembra richiedere particolari interventi, essendo già servita, come si è detto, da numerose strutture ricettivo-ristorative insieme ad aree di sosta attrezzate e campeggi.

Formulare una proposta turistica allettante potrebbe allora agevolare la distribuzione dei flussi sul territorio, avvantaggiando quindi anche le zone limitrofe e al contempo sgravando Arona nei periodi di maggiore sofferenza, tra la primavera e l'estate.

Proprio da metà aprile a metà maggio, peraltro, si assiste all'allagamento delle risaie, fenomeno che trasforma le vaste distese coltivate in grandi specchi d'acqua, ciascuno delimitato dai propri argini. Se dunque è lecito supporre che lo scenario delle terre d'acqua, almeno in primavera, possa destare l'interesse di molti, lo stesso può dirsi delle terre del vino sul finire dell'estate. Il picco di visitatori, infatti, si registrerebbe presumibilmente dall'inizio di settembre fino alla fine di ottobre, in piena vendemmia.

Proprio nel mese di settembre, infine, ogni anno viene organizzata a Gattinara la Festa dell'uva, tre giorni di eventi culturali e musicali, degustazioni enogastronomiche e mostre tematiche che solo nel 2018 hanno registrato circa 80.000 visitatori57.

58 Cfr. https://www.festadelluvagattinara.it/

Bilanciamento dei flussi

152 151

Vigneti e cicloturismo© G. Pasqua

3 Travelling landscape - un vettore