Sviluppo di un fundraising strategico per l’IICNY
4.3 Pianificazione strategica
4.3.5 Individuazione degli strumenti
costituire un forte incentivo a farsi coinvolgere .
La scelta dei mercati cui indirizzare una particolare strategia di fundraising dipende dalle proposte in programma e dalle necessità dell’Istituto. Tuttavia sarebbe importante che l’IICNY sviluppasse la capacità di lavorare contemporaneamente su tutti i segmenti di mercato individuati, ovviamente con le diverse modalità appena esposte. Per questo è opportuno che l’Istituto si doti di un’area fundraising, dedicata a portare avanti una strategia su più fronti.
Inoltre, nello scegliere i mercati su cui operare e nel definire le modalità di intervento, l’Istituto deve tenere presente che fare fundraising non significa raccogliere solo contributi monetari (raccolta fondi), ma anche tempo, collaborazione, know-‐how, servizi tecnici e beni che altrimenti l’organizzazione dovrebbe reperire al suo interno (fund saving).
4.3.5 Individuazione degli strumenti
Gli strumenti di fundraising per le organizzazioni culturali sono assai vari e continuano a moltiplicarsi con l’espandersi dei mezzi di comunicazione e delle possibilità offerte dalla rete. Non tutti però si adattano alla realtà dell’IICNY, data la sua veste istituzionale, la specificità della sua offerta e del contesto, i limiti di budget e l’impossibilità di svolgere attività commerciali. Come si è già sottolineato, le membership individuali sono una risorsa preziosa da sviluppare, perché stabiliscono un legame più profondo tra l’individuo e l’organizzazione, giocando sul senso di appartenenza, di esclusività e di partecipazione attiva alla mission dell’ente164. E’ bene che le quote annuali richieste siano diverse a seconda delle categorie di utenti e strutturate a scala in modo da incoraggiare i soci, al momento del rinnovo, a passare al livello di donazione successivo. Ovviamente essere membro dell’IICNY deve comportare dei vantaggi per l’individuo che possono essere di vario tipo a seconda del budget disponibile, ma non possono limitarsi al
solo titolo di “member”: oltre alla tessera di associazione, si possono prevedere sconti su programmi, servizi e prodotti offerti da enti convenzionati con l’IIC, l’accesso esclusivo ad eventi e programmi speciali, posti riservati agli eventi dell’Istituto, sconti sui corsi o un semplice certificato d’iscrizione che può avere un alto valore percepito per l’utente a fronte di un basso costo per l’organizzazione165. Un member deve essere coinvolto nell’attività dell’organizzazione, si aspetta di essere chiamato a svolgere anche un impegno concreto, per esempio attraverso la compilazione di questionari in cui esprimere i propri bisogni o desideri. Nel caso dell’IICNY la richiesta di membership può essere oggetto di una campagna di mailing e e-‐mailing, pubblicizzata sul sito e sui social networks o su brochure da distribuire nella zona e presso altri enti a matrice italiana. Ai partecipanti agli eventi deve essere data la possibilità di aderire prima di lasciare l’Istituto o si devono fornite tutte le informazioni necessarie per farlo una volta tornati a casa.
E’ quindi importantissimo offrire forme di coinvolgimento e vantaggi concreti ai propri soci, ascoltarne i commenti e i reclami e alimentare costantemente il rapporto privilegiato tra essi e l’IICNY. “Molte organizzazioni falliscono nel tentativo di aumentare il loro potenziale di rinnovi perché trascurano di risollecitare i loro soci in modo efficace”166. E’ fondamentale, invece, investire risorse per assicurare il rinnovo delle iscrizioni e per recuperare le iscrizioni scadute, insistendo sulla mission dell’Istituto e sull’importanza del singolo contributo: rinnovare e recuperare i members è molto più facile che non acquisirne di nuovi167.
Un altro strumento di coinvolgimento degli individui è il già citato
crowdfunding, un procedimento collettivo di finanziamento dal basso per
progetti ben determinati e non troppo estesi attraverso piattaforme online che coinvolgono tutti gli utenti “portati” dalle organizzazioni che vi
165 Ivi, p. 130.
166 Ivi, p. 137. 167 Ibidem.
partecipano168. Su queste l’ente inserisce il progetto e poi pubblicizza la possibilità di parteciparvi attraverso i propri mezzi di comunicazione. Il vantaggio è che, invece di una generica membership, il donatore sa esattamente a cosa sta contribuendo e può farlo direttamente online, attraverso un mezzo user-‐friendly il cui potenziale non è da sottovalutare. Per coinvolgere le imprese in progetti ben definiti l’IICNY ha già sperimentato la forma della sponsorship che sempre di più, anche da parte del mondo aziendale, richiede di essere trattata in termini di partnership: l’impresa è sempre più spesso interessata a partecipare attivamente alla formulazione dei contenuti del progetto ed è sempre più incentivata da ritorni non solo d’immagine e visibilità, ma anche di definizione identitaria e differenziazione. Oltre alla fitta rete di relazioni interpersonali che il direttore tesse giornalmente con i rappresentanti delle aziende italiane operanti a New York in incontri one-‐by-‐one, l’Istituto ha scelto l’evento speciale come modalità di coinvolgimento del mondo imprenditoriale. Come si è visto nel paragrafo 3.2 l’IICNY ha organizzato due lunch di fundraising, che, tuttavia, non hanno riscosso risultati rilevanti. E’ importante, però, che l’Istituto si metta alla prova nell’organizzazione di eventi di questo tipo che informano i potenziali partner sulla mission e sui programmi dell’organizzazione, motivano lo staff e lo aiutano ad accettare l’idea di dover reperire fondi altrove, espandono la rete relazionale e, infine, possono concludersi con la raccolta di fondi, ma anche di know-‐how169. I due lunch sono stati un punto di partenza da cui l’IICNY potrà affinare le tecniche di comunicazione e coinvolgimento in futuro, sforzandosi di dare una veste più concreta alle sue proposte di collaborazione, quantificando la richiesta, offrendo benefit precisi e informando sulle possibilità di incentivo fiscale.
Tra gli eventi speciali ricade anche il gala di fundraising in cui verrà presentato lo strumento principale che l’IICNY ha messo a punto per la raccolta fondi: La Fondazione. La creazione di una fondazione ad hoc per
168 Martinoni M., Op. cit., Il Giornale dell’Arte, 2011, pubblicato su
www.ilgiornaledellarte.com.
convogliare grandi fondi dovrebbe consentire all’Istituto una serie di vantaggi, primo dei quali una maggiore stabilità economica. La Fondazione dovrebbe concedere all’IICNY un “po’ di respiro” in un momento di ristrettezza di bilancio, consentendogli un margine di sicurezza per espletare la sua mission. Inoltre, l’Istituto avrà modo di assumersi maggiori rischi per finanziare programmi innovativi, altrimenti non perseguibili, e per ampliare la gamma dei servizi. Infine, l’esistenza di una fondazione, in quanto indizio di stabilità e maturità economica, è un incentivo per altri donatori che vogliano sostenere l’organizzazione170.
D’altra parte la costituzione di una fondazione implica per l’IICNY un impegno maggiore a livello di sensibilizzazione, risorse e rendicontazione: per ottenere grandi contributi occorre più tempo e personale specializzato, che sappia sensibilizzare donatori generalmente più esperti degli altri attraverso modalità altamente personalizzate; occorre essere preparati ad esibire bilanci e documenti che informino i donatori su come verranno investiti i loro soldi, chi se ne occuperà e quali risultati ci si aspetta per convincerli che si tratta di un buon investimento e che il loro contributo è determinante; occorre, infine, poter comunicare tutto il piano di fundraising annuale, chi sono gli altri donatori, che entità hanno corrisposto e quali sono gli obiettivi a lungo termine171. E’ evidente che uno strumento come La
Fondazione implica un’approfondita capacità di analisi, pianificazione e
controllo da parte dell’IICNY, confermando come il fundraising sia davvero un’opportunità di crescita per l’Istituto anche a livello organizzativo e funzionale.
170 Schumacher E.C., Promuovere una fondazione dedicata alla raccolta fondi: la strategia del fundraising nel lungo termine, Philanthropy, Forlì 2007, pp. 17-‐18.