Sviluppo di un fundraising strategico per l’IICNY
4.3 Pianificazione strategica
4.3.4 Scelta dei mercati
comunicazione inedite e diversificate”162.
Il secondo punto da tener presente è che l’attenzione, già di per sé limitata, dell’interlocutore non va convogliata sulla necessità dell’organizzazione di trovare ulteriori fonti di finanziamento, ma sul perché è opportuno contribuire alla sua attività. Bisogna porre l’accento sull’IICNY non perché ha dei bisogni, ma perché soddisfa i bisogni culturali della comunità. Dopo aver letto il documento di buona causa l’individuo o l’impresa non deve concludere che l’Istituto ha bisogno di fondi ed eventualmente scegliere se stanziarne sulla base della propria sensibilità, ma deve aver colto l’opportunità di investimento che gli è stata presentata, essere convinto di dover partecipare a una causa meritoria, che ha delle ricadute importanti anche su di lui. La sfida che le organizzazioni culturali devono vincere oggi è quella di “rendere la cultura un progetto condiviso da fasce sempre più ampie della nostra società, capace di suscitare interesse e passione, ma anche di aprire nuovi spazi di iniziativa e di produzione di senso, socialità e valore economico”163.
4.3.4 Scelta dei mercati
Ancora prima di scegliere verso quali segmenti di mercato sviluppare la sua strategia di fundraising, l’IICNY deve compiere un’analisi del proprio pubblico di riferimento e dei propri stakeholders e stilare un indirizzario. A tal fine è doveroso per l’Istituto avere un database relazionale specifico per il fundraising, gestito attraverso un programma adeguato che ne permetta facilmente l’aggiornamento e l’accessibilità attraverso filtri di ricerca.
Così come per tutte le organizzazioni operanti nel settore culturale, anche per l’IICNY i contatti del database potrebbero essere suddivisi in quattro macro-‐categorie, cui corrispondono modalità diverse di interazione: gli individui, le imprese, gli enti pubblici e le fondazioni. Ciascun contatto dovrà essere ulteriormente caratterizzato secondo parametri che, per esempio,
162 Martinoni M., Sacco P.L., Op. cit., pubblicato su www.fundraisingschool.it. 163 Martinoni M., Op. cit., pubblicato su www2.compass.unibo.it, 2005
specifichino i dati anagrafici, se si tratta di un italiano, italo-‐americano o americano, se è o è stato member dell’IIC, se ha già supportato l’Istituto in passato e in quale progetto, che professione svolge o, nel caso di un azienda o una fondazione, in quali settori opera. Ovviamente si dovranno inserire più informazioni possibili per ciascun sostenitore, in modo da poter ricostruire la storia della relazione tra questo e l’Istituto e poter risalire a lui attraverso i filtri di ricerca.
Avere un database completo e aggiornato permette di segmentare ed estrarre il target verso cui dirigere una determinata azione di fundraising, personalizzare la comunicazione e mantenere monitorato l’andamento di precedenti campagne.
Nel caso dell’IICNY gli individui sono un mercato ancora in buona parte da esplorare, che, negli ultimi anni, è stato poco coltivato, come dimostra la drastica riduzione del numero delle membership dal 2009 (paragrafo 2.6). L’Istituto dovrebbe sviluppare un sistema di monitoraggio, conteggio e studio del target che frequenta gli eventi e i corsi per poter elaborare un quadro più chiaro dei propri segmenti di pubblico. In ogni caso, gli individui a cui l’Istituto si rivolge sono sostanzialmente di tre tipologie: americani con interesse nella cultura italiana, italiani che vivono o lavorano a New York, italo-‐americani di seconda e terza generazione che sentano ancora forte o vogliano ristabilire il legame col paese d’origine.
Preliminare al coinvolgimento è la sensibilizzazione verso la cultura italiana che l’Istituto può sviluppare attraverso il sito, l’invio costante della newsletter e un’adeguata comunicazione delle sue attività. Una volta sensibilizzati, vi sono diverse modalità di coinvolgimento degli individui. Possono essere organizzate iniziative ad hoc per italo-‐americani e per i giovani e i ragazzi, discendenti da famiglie italiane, che non hanno modo, nel percorso scolastico, di approfondire la propria cultura d’origine. Oppure, oltre ai normali corsi di lingua e cultura italiana, possono essere proposti percorsi specifici per individui americani che si apprestino a trasferirsi in Italia per ragioni lavorative o che desiderino apprendere l’italiano come lingua di business. Infine, il massimo livello di coinvolgimento di un individuo
nell’attività dell’IICNY è la membership annuale o la donazione, attraverso cui egli si fa sostenitore attivo dell’Istituto, ma questo stadio non si raggiunge se non a seguito di un adeguato processo di donor care.
Le imprese sono, invece, il mercato su cui si è concentrata maggiormente l’attività di fundraising dell’Istituto. Finora ci si è circoscritti alle aziende italiane che, in quanto parte del Sistema Paese, dovrebbero essere gli stakeholders più propensi a stringere collaborazioni con l’Istituto. In particolare, le imprese che operano nei settori di lusso del made in Italy -‐ moda, arredamento, gioielleria, pelletteria, accessori-‐ hanno già dimostrato un certo interesse verso eventi mediatici dell’Istituto che promuovessero l’arte visiva, l’artigianato, il design, la sartoria italiana.
La strada delle partnership con il mondo imprenditoriale italiano sembra una delle più percorribili, proprio in virtù della comunità di intenti nella promozione del Sistema Italia fortemente sostenuta dal MAE. Tuttavia, come si è già avuto modo di osservare commentando i lunch di fundraising dell’IICNY, per coinvolgere le imprese bisogna che l’organizzazione culturale sviluppi l’approccio nell’ottica di uno scambio reciproco di interessi. Un’impresa che si leghi all’Istituto lo fa sì per rafforzare la propria immagine e visibilità, ma anche e, oggi, soprattutto per aggiungere un valore culturale alla propria identità, per differenziarsi rispetto ai competitors, per raggiungere nuovi target di pubblico e stringere il rapporto con quelli già propri attraverso il canale culturale, per migliorare il clima aziendale e la soddisfazione del personale. Di conseguenza i benefit che l’IICNY offre all’impresa non possono limitarsi all’apposizione del logo sulla newsletter e sul materiale comunicativo dell’evento o alla cessione del titolo di sponsor/partner, ma possono comprendere l’esposizione di materiale promozionale dell’azienda, l’utilizzo degli spazi dell’IIC per eventi aziendali, appuntamenti speciali per i dipendenti, prezzi agevolati per le iniziative patrocinate dall’Istituto, invio di copie gratuite dei cataloghi ecc.
La tendenza delle aziende italiane che operano a New York è ancora quella di seguire le politiche di sponsorship delineate dalla casa madre e questa è probabilmente una delle cause che ha reso i due lunch di fundraising
organizzati dall’Istituto poco produttivi. Fino ad oggi la modalità di coinvolgimento delle imprese che l’IICNY ha utilizzato maggiormente è stata la sponsorship, prevalentemente monetaria e talvolta tecnica. Tuttavia già dal secondo lunch il direttore ha avanzato ai rappresentanti delle imprese presenti l’ipotesi di essere allo stesso tempo “sponsor and co-‐creator”, per dirla in una parola, partner. Rispetto alla sponsorship, infatti, la partnership è un tipo di legame più duraturo, con funzione strategica per entrambi i soggetti coinvolti che condividono scopi e programmi e collaborano strettamente al progetto.
Con La Fondazione sarà possibile coinvolgere in maniera più stabile le imprese che aderiranno. Da un lato l’Istituto potrà contare su entrate maggiori e più sicure, dall’altro i rappresentanti del board potranno contribuire attivamente alla proposta di progetti culturali, senza però allontanare l’Istituto dalla sua mission istituzionale.
L’altro grande collaboratore dell’IICNY sono le Regioni, i Comuni e gli Enti Locali italiani. Anche con essi raggiungere una comunione di interessi risulta agevole lungo le linee guida del MAE per il Sistema Paese. In questi ultimi anni alcune Regioni e alcuni Comuni hanno manifestato una grande volontà di collaborazione, puntando sul rapporto stretto che intercorre tra promozione culturale e promozione turistica, tra cultura e territorio. A seconda dell’area geografica italiana cui un progetto si ricollega, l’Istituto sa di avere una serie di interlocutori da sollecitare con i quali non dovrebbe essere difficile trovare una forma collaborativa.
Infine, nel database di un ente culturale figurano sempre le fondazioni di erogazione, bancarie o di impresa. Tuttavia si tratta di enti molto legati al territorio in cui operano, per cui la collaborazione con un operatore d’oltreoceano non sembra molto percorribile, se non inserita in un progetto a forte impronta territoriale che veda già fra gli stakeholders coinvolti un comune, una regione, un ente locale, un artista della stessa zona.
Obbligo dell’Istituto, qualunque sia il mercato cui decida di rivolgersi, è essere in grado di fornire agli interlocutori le indicazioni normative su eventuali agevolazioni fiscali a loro favore. Sarebbe addirittura opportuno
inserire tali indicazioni nel documento di buona causa, in quanto possono costituire un forte incentivo a farsi coinvolgere .
La scelta dei mercati cui indirizzare una particolare strategia di fundraising dipende dalle proposte in programma e dalle necessità dell’Istituto. Tuttavia sarebbe importante che l’IICNY sviluppasse la capacità di lavorare contemporaneamente su tutti i segmenti di mercato individuati, ovviamente con le diverse modalità appena esposte. Per questo è opportuno che l’Istituto si doti di un’area fundraising, dedicata a portare avanti una strategia su più fronti.
Inoltre, nello scegliere i mercati su cui operare e nel definire le modalità di intervento, l’Istituto deve tenere presente che fare fundraising non significa raccogliere solo contributi monetari (raccolta fondi), ma anche tempo, collaborazione, know-‐how, servizi tecnici e beni che altrimenti l’organizzazione dovrebbe reperire al suo interno (fund saving).
4.3.5 Individuazione degli strumenti
Gli strumenti di fundraising per le organizzazioni culturali sono assai vari e continuano a moltiplicarsi con l’espandersi dei mezzi di comunicazione e delle possibilità offerte dalla rete. Non tutti però si adattano alla realtà dell’IICNY, data la sua veste istituzionale, la specificità della sua offerta e del contesto, i limiti di budget e l’impossibilità di svolgere attività commerciali. Come si è già sottolineato, le membership individuali sono una risorsa preziosa da sviluppare, perché stabiliscono un legame più profondo tra l’individuo e l’organizzazione, giocando sul senso di appartenenza, di esclusività e di partecipazione attiva alla mission dell’ente164. E’ bene che le quote annuali richieste siano diverse a seconda delle categorie di utenti e strutturate a scala in modo da incoraggiare i soci, al momento del rinnovo, a passare al livello di donazione successivo. Ovviamente essere membro dell’IICNY deve comportare dei vantaggi per l’individuo che possono essere di vario tipo a seconda del budget disponibile, ma non possono limitarsi al