Analisi critica della strategia di fundraising dell’IICNY
3.3 La strategia oggi: la Fondazione e il “ballo dei fondi”
Molto interessante e organicamente progettata risulta la strategia messa a punto dal direttore per raccogliere fondi, soprattutto americani. Si tratta di un progetto a più fasi che vede coinvolti svariati attori esterni all’Istituto, per il quale il direttore si è rivolto a un’agenzia locale, specializzata in marketing e pubbliche relazioni.
Innanzitutto, a novembre 2012, verrà inaugurata la mostra The Atelier of the
Oscars. Costumes from the Tirelli Workshop for the Big Screen che esporrà i
preziosi costumi di scena realizzati dalla sartoria di Umberto Tirelli. L’evento avrà luogo negli spazi di Industria Superstudio a New York, nel West Village, concessi per l’occasione dal fotografo di fama internazionale Fabrizio Ferri [Fig. 31], e si aprirà con una serata di gala patrocinata da Isabella Rossellini e Diane Von Furstenberg durante la quale si raccoglieranno fondi a favore dell’Istituto, con l’obiettivo preciso di finanziare la mostra stessa.
Attraverso i costumi la mostra ripercorrerà i momenti più significativi del cinema italiano e internazionale degli ultimi cinquant’anni, includendo proiezioni, approfondimenti e discussioni sul cinema e la moda italiane. Le opere della sartoria Tirelli saranno un esempio dell’eccellenza italiana legata
alla qualità, alla cura del dettaglio e alla tradizione, ma, coprendo un arco di cinquant’anni che arriva fino ad oggi, mostreranno anche come l’eccellenza sa essere duratura e innovativa, al passo coi tempi. Un evento di questo genere si presta benissimo a proporre un’immagine dinamica e moderna del made in Italy, che affonda le radici in un passato consolidato per poi plasmarsi secondo le esigenze attuali e riuscire a riproporsi e ad eccellere anche oggi. Si tratta di un’opportunità unica e prestigiosa anche per le aziende che volessero sponsorizzarla, dato il forte legame col mondo della moda, del lusso, del cinema e dello spettacolo. Infatti, al secondo lunch di fundraising la mostra The Atelier of the Oscars è stato uno degli eventi proposti che ha riscosso maggior interesse.
La fase successiva prevede, l’11 dicembre 2012, giorno di chiusura della mostra, l’organizzazione di un’edizione newyorkese e odierna del ballo di gala che nel 1960 i duchi Francesco ed Elena Serra di Cassano diedero nel proprio palazzo di Napoli in occasione delle regate veliche nel Golfo di Napoli per i XVII Giochi Olimpici che quell’anno si tenevano a Roma. A quella serata presero parte personalità importanti dal mondo dello spettacolo, del cinema, dell’arte, dell’imprenditoria e numerosissimi nobili e sovrani d’Europa, al punto che venne denominato il “Ballo dei Re”. Tra i partecipanti vi furono Maria Callas, Aristotele Onassis, Gianni Agnelli, Orson Welles, Salvador Dalì, Elsa Maxwell e infinite teste coronate. Allo stesso modo, all’edizione organizzata dall’IICNY verranno invitati esponenti significativi della moda, dello spettacolo e del mondo culturale newyorkese, per una serata di gala che
Fig. 31 Gli spazi di Industria Superstudio dove avrà luogo la mostra The Atelier of the Oscars
avrà luogo sullo spazio espositivo galleggiante di Fabrizio Ferri, ancorato nei pressi di Industria Superstudio, e durante la festa l’imbarcazione lascerà gli ormeggi per una breve crociera sull’Hudson River.
In tale occasione verrà presentata al pubblico La Fondazione, un organismo di diritto privato, presieduto dallo stesso Ferri, creato ad hoc per sostenere le attività dell’IICNY. L’Istituto sarà, infatti, l’oggetto sociale del gala, la “buona causa” per cui si raccoglieranno finanziamenti e adesioni. Si cercherà di sollecitare la sensibilità degli invitati sul fatto che, se l’Istituto fosse costretto a ridurre drasticamente le proprie iniziative, verrebbe a mancare un’importante finestra sulla cultura italiana a New York. Obiettivo del gala è quello di costituire il board della Fondazione, che per il momento è un contenitore ancora vuoto, attivo solo per consentire l’erogazione dei corsi di lingua.
In questi mesi che precedono la mostra e il gala, il direttore e il suo staff, coadiuvati dall’agenzia esterna, stanno avendo incontri preliminari con aziende italiane e americane per ottenere il loro “pledge”, impegno, e costituire il Program Committee che sostenga la serata. Buccellati sarà main sponsor per il gala. In questo modo l’Istituto mette in atto una grande operazione di fundraising assumendosi il minor rischio possibile. Contemporaneamente, l’intenzione è quella di attivare una serie di contatti a cascata che portino alla vendita del maggior numero possibile di tavoli. Ci saranno varie fasce di prezzo per i tavoli del gala e, in virtù della causa sociale del loro contributo, i compratori godranno di un’agevolazione fiscale.
Come si è detto, il social benefit del gala sarà proprio l’IICNY in virtù della sua mission di promozione della cultura italiana a New York e nell’East Coast: da un lato si punterà a ottenere i fondi per completare la ristrutturazione degli spazi dell’Istituto, per terminare la catalogazione della biblioteca e farne fruire il patrimonio e per rendere agibile il giardino sul retro dell’edificio, che potrebbe ospitare, per esempio, un caffè letterario; dall’altro lato si cercheranno fondi per potenziare i premi dell’Istituto e creare nuove fellowship per giovani artisti, scrittori, designer, musicisti e registi, alcune delle quali riservate a concorrenti donne.
L’Istituto spera, in questo modo, di ampliare il ventaglio dei propri finanziatori e partners italiani e, soprattutto, di accedere a fonti di finanziamento americane. Inoltre, coinvolgendo le persone interessate nel board della Fondazione, l’Istituto mira a garantirsi quote di finanziamento annuali, per limitare in futuro la dipendenza di ogni singolo evento dalla reperibilità o meno di risorse. Il gala sarà l’occasione formale per completare una processo di fundraising cominciato con l’istituzione, nel 2010, della
Fondazione, che potrebbe costituire in futuro lo strumento di
autofinanziamento principale, se non esclusivo, per l’IICNY. Ovviamente gli interessi dei board members dovranno conciliarsi con la natura pubblica dell’Istituto che, in quanto diramazione ufficiale dello Stato Italiano, ha una mission precisa assegnatagli dall’alto e non può assolutamente prescindere da essa. Il direttore avrà, allora, la responsabilità di farsi garante di tale delicato equilibrio.