Valuta locale Euro
Consistenza all'inizio dell'esercizio
Versamenti effettuati durante l'esercizio
Somme reintegrate dall'Istituto
Totale movimenti attivi Somme anticipate al conto di gestione
Trasferimenti passivi ad altro titolo
Totale movimenti passivi Consistenza del fondo scorta a fine esercizio
Le norme sulla gestione patrimoniale (Titolo III, Capo II) prevedono, invece, che tutti i beni mobili e immobili in possesso di un Istituto siano affidati in consegna al direttore e vengano classificati in due inventari separati. Ovviamente tra i beni mobili, che devono essere inventariati almeno ogni cinque anni, non vengono iscritti oggetti di cancelleria o di rapido consumo, la cui contabilità viene tenuta separatamente dal responsabile dell’amministrazione.
Analizzando la gestione finanziaria, si è detto che, quanto a fonti di finanziamento, ogni Istituto gode di una dotazione finanziaria annuale da parte del MAE e di un fondo scorta costituito alla sua apertura. Inoltre può attivare altre entrate derivanti, ad esempio, dalla cessione d’uso di locali e attrezzature, dallo svolgimento di corsi di lingua e cultura italiana, dai servizi di noleggio e prestito di libri e materiale audiovisivo.
Vale ora la pena di soffermarsi sull’art. 19, comma 1, del Regolamento 392/95 che disciplina la partecipazione di terzi all’attività degli Istituti:
Associazioni, fondazioni e privati, sia italiani che stranieri, possono partecipare finanziariamente all’attività degli Istituti. In particolare tale partecipazione può assumere anche la forma di sponsorizzazione alla singola iniziativa o all’attività degli Istituti in generale, nonché di donazione e di contributo diretto a manifestazioni organizzate dagli Istituti, sia singolarmente che congiuntamente a terzi.
E’ quindi previsto dalla normativa che gli IIC possano ricevere contributi finanziari da terzi che siano associazioni, fondazioni o privati, italiani o stranieri. Altresì, la legge afferma che tali contributi possono avvenire in forma di sponsorizzazione, generica all’Istituto o specifica per un determinato evento, di donazione -‐monetaria, mobiliare o immobiliare-‐ o di contributo diretto, per esempio il pagamento dell’entrata agli eventi.
E’ specificato, poi, che la dichiarazione di accettazione di contributi finanziari, comprese le sponsorizzazioni, deve essere inviata per conoscenza alla rappresentanza diplomatica o all’ufficio consolare competente (art. 19, comma 2). Invece, l’accettazione di eventuali donazioni mobiliari e immobiliari da parte degli IIC è subordinata all’autorizzazione del MAE,
mentre donazioni di libri e audiovisivi non richiedono autorizzazioni, a meno che non si tratti di collezioni di particolare valore (art. 19, comma 3).
Se la possibilità di ricevere contributi da terzi era già prevista dalla normativa, negli ultimi anni si è trasformata in una vera e propria necessità per gli IIC. Nel dibattito attorno agli Istituti, infatti, il tema della loro dotazione finanziaria è una delle questioni più accese, in quanto, soprattutto confrontando la promozione culturale dell’Italia all’estero con quella di altri paesi europei, emerge come la nostra politica culturale estera presenti una certa contraddizione tra obiettivi e mezzi messi a disposizione45.
E’ importante, quindi, per gli IIC ragionare sulle possibilità di autofinanziamento e trovare formule di partecipazione che coinvolgano enti, fondazioni, imprese e privati cittadini, sia italiani che stranieri. Ogni Istituto dovrà procedere ad un’analisi approfondita del contesto in cui opera per individuare i possibili stakeholders e in funzione di questi elaborare strategie di fundraising.
Proprio in virtù del loro ruolo di mediatori tra culture per gli Istituti dovrebbe essere congeniale costruire delle partnership non solo con le altre istituzioni, pubbliche o private, che promuovono la cultura italiana nella stessa area (ICE, ENIT, Dante Alighieri), ma anche con quelle che vi promuovono la cultura del paese ospitante (Università, Musei, Teatri, Centri di Ricerca) e quella di paesi terzi (British Council, Instituto Cervantes, Goethe Institut).
Nel ventaglio di possibili fonti di autofinanziamento un ruolo fondamentale è ricoperto dalle Regioni italiane e dagli enti locali, che in funzione della propria promozione economica e turistica all’estero, possono essere collaboratori ideali degli IIC in progetti di partnership e/o sponsorizzazioni. Gli Istituti di maggior prestigio o quelli che operano nei grandi centri dell’economia mondiale, dove la visibilità è grande e la qualità è alta, possono rivolgersi anche ad imprese italiane ivi presenti, anche se spesso le sedi all’estero non definiscono autonomamente le politiche di sponsorship, ma
dipendono dalla casa madre in Italia. Per questo, sarebbe opportuno che il MAE mettesse a punto degli accordi quadro con il mondo imprenditoriale italiano, offrendo alle aziende una piattaforma privilegiata di internazionalizzazione e promozione all’estero.
Altra fonte di entrate diffusa nella rete IIC è la possibilità di membership annuale per gli utenti, che, dietro la corresponsione di un dato contributo, possono avere libero accesso ai servizi di biblioteca, agli eventi dell’Istituto e agevolazioni sui biglietti per manifestazioni organizzate da questo in collaborazione con altre istituzioni.
Qualora sia concesso dalla normativa del paese ospitante, un Istituto può avere introiti derivanti dall’affitto dei locali o delle attrezzature, dal noleggio di libri e video, dalla vendita di materiale informativo e pubblicazioni, dai biglietti di entrata a determinati eventi e, infine, dalle iscrizioni ai corsi di lingua e cultura italiana.
In conclusione, gli strumenti a disposizione degli IIC per assicurarsi contributi esterni che vadano a integrare il finanziamento annuale del Ministero ci sono e sono molteplici. Alcuni Istituti hanno già operato delle scelte e in alcuni casi sono perfino giunti a superare con l’autofinanziamento la quota di dotazione ministeriale. Ogni contesto imporrà la formulazione di una strategia ad hoc, a seconda della location, del prestigio della sede, della quantità e qualità dell’utenza, della normativa locale, delle capacità di organizzazione, relazione e comunicazione che l’Istituto -‐e in particolare il direttore-‐ riesce a mettere in campo.