Capitolo V. Le condizioni di lavoro: tra dinamismo e ripetitività
3. Indossare il costume
Tutti i lavoratori intervistati indossano una divisa che si differen-zia sulla base dell’area tematica di appartenenza, del ruolo rico-perto all’interno della scala gerarchica, ma anche in base al sesso.
Su ciascun costume6 è poi applicata una spilla sulla quale è ripor-tato il proprio nome in modo che gli ospiti si possano rivolgere personalmente ad ogni dipendente. Tutti gli operatori giostre
6 La divisa è così definita secondo il linguaggio utilizzato nel parco.
portano le scarpe antinfortunistiche, ad eccezione di quelli che operano all’interno del mondo di Peppa Pig.
Come riporta Erickson (2004) in un articolo dedicato al suo inte-ressante studio etnografico condotto in un ristorante americano, nel quale studia il lavoro dei camerieri paragonandolo ad una danza, “la figura del lavoratore e il suo corpo si contraddistin-guono dai non addetti al lavoro per una divisa che ne indica il suo status e che è pensata per lo svolgimento di attività diverse da quelle effettuate dei clienti. […] La divisa identifica i lavoratori come qualcuno che si trova in quel luogo per lavorare e che per questo deve svolgere determinate mansioni e può essere interpel-lato da chiunque non indossa un uniforme [Erickson, 2004: 83]”.
Un’ulteriore differenziazione è dettata dal fatto che all’interno di ciascuna area tematica del parco i maschi e le femmine indossano una divisa differente, in quanto la divisa femminile prevede la gonna. La gonna è la regola, ma nel caso in cui un’operatrice non volesse indossarla per i più svariati motivi, ha la possibilità di ri-chiedere i pantaloni. La gonna è comunque l’indumento standard per le donne anche se, come notato durante il periodo di osser-vazione sul campo, risulta spesso scomoda e attira l’attenzione di alcuni ospiti che non si limitano soltanto ad osservare con insi-stenza le ragazze ma spesso esternano anche particolari ed espli-citi apprezzamenti.
Seppur poche lavoratrici si siano lamentate della scomodità delle gonne, dall’osservazione sul campo, è emerso che questo indu-mento sia più spettacolare che comodo e risulta poco pratico per lo svolgimento di tutte le mansioni richieste.
Le divise, in un luogo di lavoro dovrebbero appiattire le differen-ze tra i corpi [Erickson, 2004], ma il ricorso alla gonna sembra marcare tali differenze.
Infine, adottando il punto di vista di una sociologia di genere, si potrebbe ipotizzare che il ricorso alla gonna possa favorire la
presentazione delle lavoratrici al pubblico come oggetti da osser-vare che creano un’atmosfera visibilmente piacevole per i clienti.
Data la particolarità di queste divise, che richiamano in qualche modo gli abiti indossati a carnevale, molti intervistati hanno di-chiarato di non essersi sentiti a proprio agio all’inizio della pro-pria esperienza lavorativa, ma poi hanno affermato di essersi abi-tuati anche a fronte del fatto che all’interno del parco risultano appropriate:
“Ora mi sento bene, però il primo anno avevo un po’ di vergogna, vabbè poi sono una ragazza che non ha troppa vergogna e vedendo che tutti al parco la indossavano mi sono tranquillizzata [cod. 17, donna]”.
“Mi sento a mio agio a indossarla finché sono qua al parco perché siamo tutti insieme… quindi fa parte del gioco, poi ovviamente quando esco mi metto la maglietta normale [cod. 07, uomo]”
I Jolly, dovendosi spostare tra le varie attrazioni, non indossano un costume tematizzato ma indossano una divisa generica: panta-loni blu, polo azzurra, felpa, giacca a vento e scarpe antinfortuni-stiche e per questo ruolo non sono previste delle differenze tra la divisa dei maschi e quella delle femmine.
I preposti indossano invece un completo elegante: pantalone blu, camicia bianca, cravatta e gilet. Questa particolare divisa, che li contraddistingue chiaramente dagli altri operatori, è stata scelta perché:
“la divisa elegante ci aiuta parecchio e abbiamo notato proprio il cambio di atteggiamento da parte degli ospiti da quando abbiamo cambiato la divisa e da allora mi sono sempre battuto, nonostante la scomodità, per mantenere la divisa elegante a noi preposti perché ci aiuta proprio in modo più facile a risolvere i problemi con gli
ospiti perché veniamo proprio riconosciuti con un’altra autorità [Greenpark, 22 aprile 2018]”.
Dunque, le divise al Greenpark, così come nei parchi Disney
“forniscono una comunicazione immediata sui meriti sociali o le richieste di chi le indossa all’interno del parco [Van Maanen, 1999: 13]”.
Per i character il rapporto con il costume è molto diverso e parti-colare, poiché il costume è proprio lo strumento con il quale operano quotidianamente e la socializzazione a questo strumento fa parte di un percorso guidato a più tappe che è intrapreso du-rante i corsi di formazione ma anche nei primi giorni di lavoro in cui si impara a indossare il costume e a comportarsi proprio co-me farebbe il personaggio che si rappresenta. I costumi dei charac-ter sono incharac-teramente cuciti dal reparto sartoria presente nel parco e ogni anno ai costumi vengono apportate delle mirate modifiche al fine di alleggerirli e allargarne il campo visuale. All’interno del costume infatti i lavoratori non hanno una completa visuale di ciò che accade attorno a loro e per questo sono sempre affiancati da un operatore che li informa su ciò che sta accadendo attorno a loro ma anche sui minuti che mancano all’uscita di scena. Essen-do i costumi di un tessuto abbastanza pesante è inevitabile che all’interno di essi si sudi parecchio e per questo sotto il costume i lavoratori indossano una t-shirt e dei pantaloncini o alcuni porta-no anche una tuta da ginnastica in modo che il sudore porta-non entri in contatto con il costume e risulti fastidiosamente umido ad ogni uscita.
Tutti i lavoratori hanno descritto la divisa come quell’oggetto che li fa sentire parte del gruppo di lavoro e persone che, come altre, lavorano alla realizzazione di un obiettivo comune:
“A me piace indossare la divisa perché ti senti parte di qualcosa di più grande di te, sai che fai parte di qualcosa e che non sei solo ma
che ci sono altre persone che vanno nella stessa direzione [cod. 06, uomo]”.
Figura 3.1. Alcuni dei character del parco
Fonte: immagini selezionate dal profilo Instagram del parco.
4. Gli orari di lavoro: l’influenza di diversi fattori