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Capitolo V. Le condizioni di lavoro: tra dinamismo e ripetitività

1. La routine di lavoro

1.1. La routine di lavoro degli operatori giostre

La giornata lavorativa di questi operatori inizia dal momento in cui arrivati al parco, timbrano e passano dalla torre di controllo, un ufficio collocato all’entrata del parco, dove incontrano la re-sponsabile, i preposti e tutti i colleghi. Qui vengono informati sul

numero di ospiti previsti in quella giornata, poiché, già dal matti-no, la responsabile è in grado di stimare se quella sarà una giorna-ta di grande o bassa affluenza. Nelle mattine in cui è previsgiorna-ta una grande affluenza, gli operatori che solitamente lavorano singo-larmente vengono anche informati sul possibile affiancamento da parte di altri colleghi per alcune ore della giornata o per tutta la durata del turno. Alla torre di controllo i lavoratori recuperano poi anche gli strumenti necessari per svolgere il loro lavoro co-me: le chiavi della giostra, la radiolina, il ghiaccio pronto uso, i lecca lecca e la scheda in cui segnare il numero di persone che sa-le sulla giostra. La radiolina, che non è altro che un walkie talkie, è uno strumento fondamentale e di massima efficacia per la tra-smissione rapida di informazioni tra la torre di controllo e gli operatori ed è utilizzata per segnalare eventuali guasti all’attrazione, per avvertire quando si entra in contatto con ospiti particolarmente maleducati e aggressivi, oppure per avvisare quando i bambini si perdono all’interno del parco, in modo che, in seguito alla diffusione del messaggio, vengano individuati con maggiore velocità; il ghiaccio pronto uso (o secco) è un dispositi-vo di primo soccorso fondamentale, che è necessario in qualsiasi giostra qualora qualcuno dovesse farsi male; alcune giostre pre-vedono poi il dono di lecca lecca ai bambini che piangono inin-terrottamente poiché vogliono salire su una giostra sulla quale non raggiungono l’altezza minima consentita; infine nella torre di controllo gli operatori recuperano anche un foglio1 nel quale scrivono il nome della loro dell’attrazione, la data, l’orario di apertura della giostra al pubblico e poi nella tabella, già divisa in fasce orarie di un’ora ciascuna, registrano il numero di passeggeri saliti a bordo della loro attrazione.

1 Consultabile nell’appendice metodologica.

Una volta recuperati tutti i materiali gli operatori, spesso in grup-pi creati sulla base dell’area tematica di appartenenza, si dirigono alla propria attrazione e una volta giunti in loco avviano tutte le procedure necessarie alla preparazione dell’attrazione e alla sua accensione. Come prima cosa controllano che tutte le stacciona-te, le ringhiere e i cancelli che delimitano il perimetro della giostra siano chiusi, in buono stato e senza pericoli e, qualora riscontras-sero delle anomalie, contattano immediatamente la manutenzione o la scenografia. Poi iniziano a pulire la giostra stessa, le sedute e le protezioni, ma anche le zone di salita e discesa da eventuali ri-fiuti o foglie e lucidano i cartelli di accesso all’attrazione sui quali sono spiegate le regole del gioco, l’altezza minima e altre indica-zioni ed eventuali divieti. Poi dispongono correttamente la loro sedia, i cestini e gli estintori e aprono gli ombrelloni, se presenti.

Gli operatori poi visionano il rapportino2 lasciato dalla manuten-zione che, ogni mattina, svolge degli specifici controlli dell’attrazione prima che venga avviata dagli operatori e aperta al pubblico.

Se dalla manutenzione non sono state riscontrate anomalie gli operatori possono procedere all’accensione della giostra per con-statare personalmente che non vi siano problemi, mentre nel ca-so contrario o nel caca-so in cui non trovassero il rapportino gli operatori devono comunicarlo alla torre di controllo che poi av-viserà la manutenzione. Dopo aver visionato il rapportino gli operatori lo compilano e annotano i risultati delle ispezioni e dei controlli eseguiti.

Al termine di questa fase di compilazione la giostra viene avviata e si iniziano a fare quelli che sono chiamati “i giri di prova”, con i quali gli operatori si assicurano che il funzionamento dell’attrazione sia regolare. Nelle attrazioni che lo prevedono

2 Consultabile nell’appendice metodologica.

ne poi accesa tutta la parte scenografica come la musica o even-tuali effetti speciali come spruzzi d’acqua, parti meccaniche o il-luminazioni. Una volta avviate alcune attrazioni sono a ciclo con-tinuo e rimangono accese fino all’orario di chiusura (salvo even-tuali guasti o emergenze), mentre altre vengono azionate ma-nualmente dagli operatori ad ogni giro. Tutte queste procedure descritte occupano agli operatori la prima mezz’ora di lavoro in cui operano senza avere alcun contatto con il pubblico, poiché il parco è ancora chiuso.

Nel parco sono collocate ventisette3 giostre: in ventuno di esse gli operatori lavorano singolarmente, in quattro giostre operano invece in coppia, in una sola sono in tre ed infine su un’unica giostra operano in quattro. Nelle giostre singole gli operatori svolgono autonomamente tutte le attività descritte, mentre nelle postazioni in cui sono presenti più operatori, organizzandosi e accordandosi tra di loro, a rotazione svolgono le varie procedure.

Quando il parco apre alcune di queste giostre sono già operative mentre altre entrano in funzione mezz’ora dopo l’orario di aper-tura.

Dal momento dell’ingresso nel parco da parte dei primi ospiti, come ha esplicitato un’intervistata:

“Incomincia la giornata lavorativa vera e propria a contatto con gli ospiti [cod. 11, donna]”.

Appena il parco apre, come dichiarato da molti intervistati e come notato durante i giorni di osservazione, gli ospiti iniziano ad arrivare lentamente e singolarmente alle varie attrazioni e poi sempre più velocemente e in piccoli gruppi fino a quando non formano la linea di coda.

3 Ventinove contando quella che nel periodo della ricerca sul campo era in costruzione e quella non meccanica in cui non c’è nessun operatore.

Da quando i primi ospiti si mettono in fila, gli operatori che sono stati assegnati alle giostre in cui è prevista un’altezza minima per potervi accedere, iniziano a misurare i bambini che visibilmente risultano essere inferiori alla soglia consentita.

Una volta stabilito, dopo un’accurata misurazione, che il bambi-no può salire sulla giostra, tutti i passeggeri vengobambi-no distribuiti nei vari posti a sedere secondo determinate procedure di bilan-ciamento e di sicurezza. Gli operatori spesso aiutano le persone a salire e scendere dall’attrazione porgendogli una mano, e lo fanno soprattutto nelle giostre a ciclo continuo (che non prevedono un’interruzione del giro durante le fasi di salita e discesa dei pas-seggeri) e quando i bambini non sono accompagnati da un adul-to. Una volta che la giostra è carica gli operatori contano anche il numero di passeggeri che ci sono a bordo e lo segnano sul foglio recuperato al mattino in torre di controllo.

Infine, prima di azionare la giostra si assicurano che tutte le pro-tezioni di sicurezza come le cinture o i maniglioni in ferro siano ben chiuse.

Durante il giro della giostra gli operatori controllano costante-mente i passeggeri a bordo per assicurarsi che non siano in peri-colo e che tutto stia procedendo nella norma. In alcune giostre è presente un microfono attraverso il quale gli operatori spiegano agli ospiti le regole del gioco, fanno particolari annunci o li ri-chiamano qualora adottassero dei comportamenti scorretti e pe-ricolosi. Questa sequenza di azioni si ripete poi durante l’arco di tutta la giornata, ed è brevemente interrotta da due pause: una pausa pranzo e una pausa pomeridiana, durante le quali gli opera-tori vengono sostituiti dai jolly4 o dai preposti.

4 I Jolly sono ragazzi e ragazze che in virtù della loro pluriennale esperienza al parco sanno azionare e far funzionare tutte le giostre presenti.

Nell’arco di una normale giornata di lavoro gli operatori giostre ricevono poi una o due visite da parte del loro coordinatore d’area (preposto), che si reca in giostra per assicurarsi che tutto proceda correttamente e che non ci siano problematicità. Quan-do il preposto si reca alla giostra, segna sul rapportino della ma-nutenzione l’orario in cui è arrivato, appone la sua firma e soli-tamente si trattiene per circa cinque/dieci minuti durante i quali aiuta gli operatori, chiede loro se si sono verificati episodi parti-colari e in generale cerca di capire se tutto procede regolarmente.

A questa regolare routine possono poi aggiungersi eventuali im-previsti come la giostra che improvvisamente si ferma, un black-out generale, un ospite che si fa male o che non si sente bene e, in seguito a questi eventi, se necessario, gli operatori attivano le procedure di emergenza e di evacuazione della giostra e in ogni caso, contattano la torre di controllo chiedendo, a seconda dei casi, un intervento immediato da parte della manutenzione o del primo soccorso. Al termine di ognuno di questi eventi particolari gli operatori, sul rapportino lasciato dalla manutenzione, devono scrivere dettagliatamente cosa è accaduto. Nel rapportino devono inoltre scrivere se si sono create situazioni che avrebbero potuto causare qualche pericolo, se consegnano il ghiaccio o i lecca lecca oppure se hanno indirizzato qualche ospite in infermeria.

Alla fine della giornata lavorativa vengono poi attivate delle pro-cedure specifiche per lo spegnimento dell’attrazione e la definiti-va chiusura della stessa. Inizialmente all’orario di chiusura del parco gli operatori sbarrano l’accesso all’attrazione con una cor-da, facendo così in modo che non possano più accedere nuovi ospiti e soltanto dopo aver smaltito tutta la coda avviano le pro-cedure di chiusura della giostra che, a seconda della grandezza e della complessità dell’attrazione durano dai 10 ai 20 minuti circa.

Infine si recano in torre di controllo dove riconsegnano i mate-riali presi al mattino e il rapportino della manutenzione, corret-tamente compilato.

Al di là della descrizione dettagliata di tutte le azioni intraprese dagli operatori nell’arco di una ordinaria giornata lavorativa, che sono importanti da conoscere al fine di comprendere le reali condizioni di lavoro in cui operano, è anche interessante sottoli-neare che quando è stato chiesto ai lavoratori di descrivere il proprio lavoro nessuno di loro ha mai accennato alle procedure di azionamento, avviamento e funzionamento della giostra, cioè mai nessuno ha spiegato di dover ripetutamente premere dei tasti durante tutto l’arco della giornata, anche se effettivamente è un’azione che occupa una buona parte del loro tempo. Al contra-rio hanno elencato tutti gli aspetti più dinamici e variabili del loro lavoro, primo fra tutti l’incontro con gli ospiti o la gestione della linea di coda o ancora tutte quelle azioni che gli conferiscono maggiori responsabilità, qualificazioni e abilità. Spiegando il loro lavoro hanno posto particolare enfasi sui rischi e sulle problema-ticità che possono sorgere gestendo un’attrazione meccanica.

Viste le descrizioni degli intervistati si potrebbe ipotizzare che pensando al loro lavoro, seppur riconoscendone a volte la conse-quenzialità e la ripetitività, dimentichino di lavorare a diretto con-tatto con una macchina.