Questo paragrafo ha lo scopo di descrivere l’industria delle startup innovative in Italia, di cui verranno analizzati dati afferenti alla distribuzione settoriale e regionale ed il numero di addetti impiegati. Al fine di tracciare un percorso evolutivo del fenomeno delle startup verranno esaminate informazioni relative agli anni 2013 e 2016, sulla base di dati Istat e del Registro delle imprese; quest’ultimo aggiorna settimanalmente gli elenchi anagrafici delle startup iscritte nella speciale sezione a loro dedicata.
Si studia ora la distribuzione regionale delle startup nel territorio italiano. I dati ISTAT contenuti nella tabella 5 evidenziano il numero di startup innovative e di addetti per ogni regione relativi all’anno 2013. In quell’anno le startup erano in totale 1443 e gli addetti circa 2630; si nota che la regione che vantava i numeri più alti per entrambe le voci analizzate è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna e dal Lazio.
Numero e addetti delle startup innovative per regione – Anno 2013
Regione n. imprese n. addetti
Piemonte 129 239,75
Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 6 7,98
Liguria 33 58,49
Lombardia 297 575,64
Trentino Alto Adige / Südtirol 63 69,48
Provincia Autonoma Bolzano / Bozen 7 4,63
Provincia Autonoma Trento 56 64,85
Veneto 125 246,31 Friuli-Venezia Giulia 59 97,51 Emilia-Romagna 164 261,38 Toscana 105 168,14 Umbria 13 17,39 Marche 52 79,06 Lazio 147 220,53 Abruzzo 19 34,2 Molise 10 12,16 Campania 63 100,3 Puglia 55 140,59 Basilicata 9 8,36 Calabria 16 57,99 Sicilia 37 85,56 Sardegna 41 149
Tabella 5. Numero e addetti delle startup innovative per regione-‐anno 2013. Fonte: Istat
Rapportando il numero di impiegati al numero di imprese per regione si identifica il numero medio di addetti per startup, che è pari a 1,8.
La Sardegna è la regione che nel 2013 ha registrato il valore più alto, ovvero 3,6. A fine giugno 2016 sono ben 5943 le startup innovative iscritte nel Registro delle Imprese, di ben quattro volte superiori rispetto al 2013. La distribuzione regionale delle startup è rimasta pressoché invariata, con la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Lazio in testa della classifica nazionale (tabella 6).
Tabella 6. Distribuzione regionale delle startup in Italia a giugno 2016. Fonte: report trimestrale Camera di commercio su dati del Registro delle imprese
I dipendenti complessivamente impiegati nell’industria delle startup sono, a fine giugno 2016, 8193, ovvero il triplo del valore registrato nel 2013. Il numero
medio di dipendenti per startup è passato da 1,8 a 1,3 perché il numero di startup è aumentato in modo maggiore rispetto agli addetti (le startup sono quadruplicate, i dipendenti triplicati). Nella tabella 7, contenente i dati Infocamere, il valore medio è pari a 3,48 perché è stato calcolato su una porzione delle startup totali, ovvero solo quelle con dei dipendenti. Vi sono infatti moltissime startup guidate dai soli soci fondatori.
Tabella 7. Dati sul numero di addetti nelle startup e nelle società di capitali. Fonte: report trimestrale Camera di commercio su dati del Registro delle imprese
Si affronta ora l’aspetto della distribuzione settoriale delle startup italiane. Il settore dove è presente il maggior numero di startup e di addetti è quello concernente la produzione di software, la consulenza informatica e attività connesse, seguono la ricerca scientifica e sviluppo e l’industria in senso stretto. La tabella 8 illustra il numero di startup e di addetti per settore economico nell’anno 2013; si è scelto di non riportare i dati afferenti all’anno 2016 poiché, nonostante siano cambiati i valori relativi al numero di imprese e di addetti, la distribuzione settoriale delle startup è rimasta invariata.
Tabella 8. Numero e addetti delle startup innovative per settore di attività economica-‐Anno 2013. Fonte: Istat
La tabella 9 mette a confronto i cambiamenti che, tra l’anno 2012 e il 2013, hanno investito rispettivamente le società di capitali e le startup, suddivise per aree di appartenenza territoriale e settoriale.
Numero e addetti delle startup innovative per settore di attività economica – Anno 2013
Attività economica (a) n. imprese n. addetti n.medio di addetti
Industria in senso stretto e Costruzioni 214 434 2,03
Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature n.c.a. 58 92 1,59
Commercio,trasporto,alloggio e ristorazione 97 149 1,53
Produzione di Software, consulenza informatica e attività connesse 425 942 2,22
Elaborazione dei dati,hosting e attività connesse; portali web 90 170 1,89
Attività di Consulenza gestionale 43 76 1,77
Attività degli studi di architettura, ingegneria ed altri studi tecnici 52 81 1,56
Ricerca scientifica e sviluppo 224 323 1,44
Attività di Design specializzate 18 20 1,11
Altre attività professionali, scientifiche e tecniche n.c.a. 55 79 1,44
Altri servizi 167 264 1,58
Totale 1.443 2.630
1,82
(a) Attività economiche (classificazione ATECO 2007) e relativo campo di osservazione. Secondo tale classificazione Industria in senso stretto e Costruzioni comprende le sezioni di attività economica 'B' (Estrazione di minerali da cave e miniere), 'C' (Attività manifatturiere) ad esclusione della divisione 28 (fabbricazione di macchinari e apparecchiature n.c.a) , 'D' (Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata), 'E' (Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento) ed 'F' (Costruzioni); Commercio, trasportio e alloggi e ristorazionecomprende le sezioni di attività economica 'G' (Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli), 'H' (Trasporto e magazzinaggio) ed 'I' (Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione); Altri servizi comprende le sezioni di attività economica 'J' (Servizi di informazione e comunicazione) ad esclusione del gruppo J620 (Produzione di Software, consulenza informatica e attività connesse) e J631 (Elaborazione dei dati,hosting e attività connesse; portali web), 'K' (Attività finanziarie e assicurative), 'L' (Attività immobiliari), 'M' (Attività professionali, scientifiche e tecniche) ad esclusione della divisione M72 (ricerca scientifica e sviluppo) e dei gruppi M711 (Attività degli studi di architettura, ingegneria ed altri studi tecnici), M702 ( Attività di Consulenza gestionale), M741 (Attività di Design specializzate) e M749 (Altre attività professionali, scientifiche e tecniche n.c.a.), 'N' (Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese), 'P' (Istruzione), 'Q' (Sanità e assistenza sociale'), 'R' (Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento) e 'S' (altre attività di servizi).
È interessante notare che nel territorio nord-‐ovest vi è una notevole discrepanza tra i dati di crescita delle startup innovative e delle società di capitali. Tale differenza si registra soprattutto nel settore dell’industria, dove le società di capitali sono diminuite del 2,5% mentre le startup sono aumentate di ben il 60%. Nell’attività economica dei servizi, invece, entrambe le tipologie di imprese sono state interessate da una riduzione nel numero complessivo, sebbene tale riduzione sia stata di maggiore entità per le startup. Anche nell’area nord-‐est si riscontra una notevole difformità nelle tendenze di crescita nel ramo dell’industria tra le startup e le società di capitali; le ultime infatti hanno registrato un irrilevante aumento dello 0,1 mentre le startup hanno avuto un crollo del 34%. In riferimento al centro Italia si può notare che le tendenze che riflettono l’evoluzione delle startup e delle società di capitali sono in linea, mentre nel Mezzogiorno se le società di capitali palesano un leggero aumento nel numero complessivo, le startup evidenziano una diminuzione, soprattutto nel campo dell’industria.
Da tale analisi comparata si deduce che non sempre c’è coerenza tra gli indici di crescita delle startup e delle società di capitali ma, come si è visto nel nord-‐Italia e in particolare nel settore dell’industria, vi sono tendenze opposte. Tale
2012 2013 Var. % sul 2012 2012 2013 Var. % sul 2012 Nord-Ovest industria 294.831 287.405 -2,5 82.196 131.022 59,4 Nord-Ovest servizi 345.092 325.814 -5,6 119.991 92.003 -23,3 Nord-Est industria 234.567 234.794 0,1 192.561 127.025 -34 Nord-Est servizi 284.634 275.408 -3,2 107.615 99.254 -7,8 Centro industria 222.270 279.253 25,6 140.078 187.683 34 Centro servizi 296.872 247.493 -16,6 99.679 85.973 -13,8 Mezzogiorno industria 169.196 169.665 0,3 110.503 95.435 -13,6 Mezzogiorno servizi 203.091 204.794 0,8 68.636 68.365 -0,4 Fonte: Istat
(b) società di capitale fino a 100 addetti. In Altri servizi del complesso delle società di capitale non è inclusa la sezione di attività economica 'K' (Attività finanziarie e assicurative), in conformità all'universo SBS (Structural Business Statistics). Produzione per addetto, nell'universo delle startup innovative e nel complesso delle società di capitale, per Ripartizione territoriale – Anni 2012 e 2013
Complesso delle società di capitale(b) Startup innovative
(a) Attività economiche (classificazione ATECO 2007) e relativo campo di osservazione. Secondo tale classificazione Industria in senso stretto e Costruzioni comprende le sezioni di attività economica 'B' (Estrazione di minerali da cave e miniere), 'C' (Attività manifatturiere) ad esclusione della divisione 28 (fabbricazione di macchinari e apparecchiature n.c.a) , 'D' (Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata), 'E' (Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento) ed 'F' (Costruzioni); Commercio, trasportio e alloggi e ristorazionecomprende le sezioni di attività economica 'G' (Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli), 'H' (Trasporto e magazzinaggio) ed 'I' (Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione); Altri servizi comprende le sezioni di attività economica 'J' (Servizi di informazione e comunicazione) ad esclusione del gruppo J620 (Produzione di Software, consulenza informatica e attività connesse) e J631 (Elaborazione dei dati,hosting e attività connesse; portali web), 'K' (Attività finanziarie e assicurative), 'L' (Attività immobiliari), 'M' (Attività professionali, scientifiche e tecniche) ad esclusione della divisione M72 (ricerca scientifica e sviluppo) e dei gruppi M711 (Attività degli studi di architettura, ingegneria ed altri studi tecnici), M702 ( Attività di Consulenza gestionale), M741 (Attività di Design specializzate) e M749 (Altre attività professionali, scientifiche e tecniche n.c.a.), 'N' (Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese), 'P' (Istruzione), 'Q' (Sanità e assistenza sociale'), 'R' (Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento) e 'S' (altre attività di servizi).
Attività economica (a) Ripartizione
territoriale
Tabella 9. Produzione per addetto, nell'universo delle startup innovative e nel complesso delle società di capitale, per ripartizione territoriale -‐ Anni 2012 e 2013. Fonte: Istat
evidenza può trovare giustificazione nel fatto che gli enti locali, in reazione a crisi in determinati settori economici, mettono a disposizione finanziamenti per promuovere la nascita di nuove imprese. L’esplosione nel numero delle startup operanti nell’industria avvenuta nel nord-‐ovest del paese può essere dovuta a particolari interventi pubblici, come ad esempio agevolazioni o concessione di fondi. Questa tendenza non si manifesta nel settore dei servizi dove, si presume, non ci siano stati provvedimenti significativi.
Proseguendo nel confronto tra i dati concernenti le startup e le società di capitale, ci si focalizza ora su indici economici che esprimono la redditività delle due tipologie di imprese.
La tabella 10 contiene i dati registrati nell’anno 2014 riguardanti i valori di produzione totali rispettivamente delle startup e delle società di capitale, con evidenza delle percentuali di aziende in perdita e in utile. La produzione delle startup è pari allo 0,015% del valore prodotto dalle società di capitale. Il 43,46% delle startup italiane genera utili mentre il restante 56,54% è in perdita; per quanto riguarda le società di capitali, il 61,74% di esse crea utili mentre il 38,26% perdite. Si può notare che nelle startup è maggiore la percentuale delle imprese con reddito negativo, a differenza delle società di capitali.
Tabella 10. Distribuzione startup in utile e in perdita, anno 2014. Fonte: Istat
La maggiore percentuale di startup in perdita rispetto alle società di capitali è sintomo di un maggior rischio di fallimento.
Come si può vedere anche nel grafico contenuto nella figura 8, una piccolissima percentuale delle startup oltrepassa il quarto anno di età. L’età media delle startup italiane è di circa 18 mesi, il 43% circa non supera l’anno di vita (di cui la metà è attiva solo da sei mesi), circa il 30% ha tra 1 e 2 anni, il 13% tra 2 e 3
anni, il 9% tra 3 e 4 anni; soltanto una quota pari a quasi il 6% ha un’età superiore ai 4 anni.
Figura 8. Distribuzione delle SU innovative per classe di età, febbraio 2014, valori percentuali. Fonte: elaborazioni Ministero dello sviluppo economico su dati Infocamere
La fase critica si manifesta soprattutto tra il secondo e il terzo anno di età, in cui si registra il maggior tasso di mortalità; superato questo scoglio, il differenziale nelle percentuali di sopravvivenza si riduce notevolmente.
Richiamando le fasi del ciclo di vita della startup, lo stadio critico potrebbe essere ricondotto al momento denominato first-‐stage financing, contrassegnato da elevati rischio imprenditoriale e fabbisogno finanziario.
Dopo aver presentato ed analizzato i dati registrati negli ultimi anni concernenti l’industria delle startup in Italia, è possibile fare delle riflessioni riassuntive. Si può facilmente riscontrare, confrontando il numero delle startup e degli addetti in anni tra loro ravvicinati (tra l’anno 2013 e l’anno 2016), che questa particolare tipologia di impresa ha conosciuto una crescita esponenziale. Si può immaginare che tale espansione sia dovuta al riconoscimento giuridico conferito alla startup innovativa dalla legge 221 del 2012, che ha introdotto un corpo normativo ad essa dedicato, nonché diverse agevolazioni. In merito alla distribuzione settoriale si è visto che un elevato numero di startup in Italia
nasce e si sviluppa nel settore della consulenza informatica e della produzione di software. Si tratta di imprese che offrono servizi qualificati (si ricorda la definizione di imprese KIS, knowledge intense services) e che hanno come core-‐
business l’utilizzo di tecnologie avanzate.
Infine, si è potuto constatare che i dati di crescita dell’industria delle startup e delle società di capitali nelle diverse regioni e settori sono sovente divergenti e seguono trend diversi. Ne sono la testimonianza i dati relativi alle imprese in perdita e a quelle che producono utili; a livello nazionale, infatti, è maggiore la percentuale di startup in perdita rispetto alle società di capitali in perdita. Si ricorda a tal fine che imprese altamente innovative e di recente costituzione difficilmente riescono a produrre utili. Tale problematicità aumenta il rischio di fallimento, il quale è elevato soprattutto tra il terzo e quarto anno di età.
3.3 INTERVENTI PUBBLICI A FAVORE DELLE STARTUP
Questo paragrafo è volto ad approfondire gli interventi di politica pubblica messi in atto in Italia a favore dell’innovazione e delle startup. Se finora ci si è concentrati sulla dimensione locale dell’azione statale ed in particolare sul distretto tecnologico, ora, dopo aver introdotto la situazione economica italiana e le caratteristiche dell’industria delle startup in Italia, ci si focalizzerà sulla strategia elaborata a livello nazionale.
Si può parlare di strategia di politica pubblica a supporto delle startup solamente a partire dall’anno 2012, in quanto prima non c’era una definizione giuridica di startup. Essa è stata introdotta nel nostro ordinamento, come già visto nel primo capitolo, con il decreto legge 179/2012, noto anche come “Decreto Crescita 2.0”, recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” e convertito dal Parlamento con Legge del 18 dicembre 2012 n. 221. Nello specifico è stato dedicato alla startup innovativa un vasto corpus normativo (artt. 25-‐32) che prevede una serie di agevolazioni e misure di vantaggio che incidono sull’intero ciclo di vita dell’impresa. L’ordinamento giuridico la definisce startup innovativa, ovvero un’impresa originale ad alto valore tecnologico. Si ricorda a tale proposito che l’attività imprenditoriale, i prodotti o i servizi devono avere contenuto tecnologico; si tratta di un requisito fondamentale, senza il quale l’impresa non può definirsi startup innovativa, essere riconosciuta giuridicamente tale e beneficiare delle misure agevolative previste dalla normativa.
Il riconoscimento giuridico della startup innovativa introduce l’adozione di un nuovo approccio a sostegno delle imprese nascenti. Il ministero dello sviluppo economico riconosce nel Decreto Crescita 2.0 una nuova strategia di politica industriale: “edificando un’impalcatura normativa conforme alle esigenze di tutti gli attori dell’ecosistema delle startup, il Decreto Crescita 2.0 trascende dal mero esercizio di law-‐making e assume la valenza di una policy organica e coerente che identifica nel sostegno pubblico all’imprenditorialità innovativa un nuovo approccio alla politica industriale” (Ministero dello sviluppo economico, 2016).