4.2 LA POLITICA PUBBLICA ISRAELIANA A SOSTEGNO DELLE STARTUP 106
4.2.4 I PUNTI DI FORZA DELLA POLITICA PUBBLICA ISRAELIANA 117
ecosistema innovativo.
Tabella 16. Capitale raccolto (milioni di dollari) e startup nate grazie ai VC dal 1991 al 2001. Fonte: Avnimelech & Teubal (2002)
4.2.4 I PUNTI DI FORZA DELLA POLITICA PUBBLICA ISRAELIANA
Dopo aver approfondito i programmi pubblici si elencano i punti di forza del modello pubblico israeliano. In questo modo è possibile avere un quadro generale sulla strategia intrapresa dallo Stato a partire dagli anni 1970 ad oggi.
1. L’adozione di programmi orizzontali, rivolti ad imprese di tutti i settori e di qualsiasi età e grandezza (non solo startup), favorisce la diffusione della cultura dell’innovazione in modo equilibrato in tutto il paese.
2. La collaborazione tra imprese e istituzioni accademiche (programma Magnet) promuove il trasferimento delle competenze tecnologiche al tessuto imprenditoriale.
3. La partnership con imprese ed operatori di private equity stranieri incoraggia gli investimenti esteri nel paese, il trasferimento di competenze manageriali alle startup israeliane e l’esportazione di prodotti tecnologicamente avanzati.
4. Il finanziamento parziale concesso dallo Stato per realizzare progetti di R&S responsabilizza il richiedente, lo stimola a prendere coscienza del livello di
rischio associato all’idea imprenditoriale e ad utilizzare la sovvenzione in modo consapevole.
5. Il rimborso del prestito solo in caso di successo del progetto imprenditoriale e l’entità del finanziamento proporzionale al livello di innovatività dell’idea (concessioni dirette) incoraggiano l’imprenditore ad assumersi dei rischi che non correrebbe se non vi fosse l’aiuto statale.
6. La concessione dei finanziamenti ad operatori di private equity e non direttamente ad imprese favorisce la creazione di industrie private di VC e incubatori. Lo Stato funge da intermediario e non da diretto investitore.
7. La call-‐option (possibilità di ricomprare la quota statale prevista nel programma Yozma) consente al governo di rientrare degli investimenti iniziali e al contempo ridurre velocemente la dipendenza dei VC dai fondi pubblici.
8. La coordinazione di tutti i programmi da parte di un unico ente governativo – l’OCS del ministero del commercio e dell’industria – facilita la coerenza e la continuità delle azioni intraprese nel lungo periodo; ogni intervento pone le basi e crea le condizioni per il successivo (figura 16).
Figura 16. I principali programmi implementati dal governo israeliano legati da relazioni di causa-‐effetto
R&D project
fund
• Conoscenze scienti}iche e tecnologiche; mancano le competenze manageriali.PTIP
• Nascono nuove startup; vi è necessità di fondi per svilupparle.Yozma
• Effetti positivi sull'ecosistema innovativo diretti ed indiretti.CONCLUSIONE. COSA SI PUÒ IMPARARE DAL MODELLO ISRAELIANO?
Questa tesi ha come oggetto la comparazione tra due modelli di politica pubblica a sostegno delle startup e dell’innovazione, quello italiano e quello israeliano. Si tratta di due approcci differenti, influenzati dalle condizioni che caratterizzano i contesti storici ed economici dei due paesi. Israele è un paese di recente costituzione, che si è affermato come ecosistema innovativo di successo in seguito ad una precisa scelta politica: creare uno stato fondato sulla scienza e sulla tecnologia. L’assenza di risorse naturali, l’apertura ai mercati internazionali, l’instabilità politica e la popolazione istruita sono alcuni dei fattori endogeni che hanno facilitato questo processo.
In Italia, invece, le startup e l’innovazione tecnologica sono fenomeni piuttosto nuovi ed ancora inesplorati. Il riconoscimento giuridico recente della startup, avvenuto nell’anno 2012, ne è la testimonianza. Come si può notare nella tabella 17 a conclusione di questa tesi, da quell’anno – che il Ministero dello sviluppo economico considera l’inizio di un nuovo approccio alla politica industriale – il sistema pubblico italiano è diventato più simile al modello israeliano.
In Israele lo Stato ha attuato delle misure a sostegno dell’investimento privato in R&S sin dagli anni 1970. Si ricordano a tale proposito i contributi diretti (R&D project funds), che tutt’ora costituiscono la forma di finanziamento più importante per le imprese che vogliono realizzare progetti innovativi. Lo sviluppo di competenze scientifiche e tecnologiche avanzate sviluppate grazie a questa politica ha posto le basi per l’avvio di molte iniziative imprenditoriali. I programmi PTIP e Yozma hanno soddisfatto successivamente la domanda di competenze manageriali e di finanziamenti necessari per costituire le imprese. Lo Stato si è sapientemente posto come catalizzatore ed intermediario, favorendo la nascita di industrie private di VC e incubatori.
Non possiamo comunque affermare – ne manca l’evidenza scientifica – che il modello politico israeliano a sostegno dell’innovazione e delle startup sia esemplare e che, replicato in qualsiasi contesto, possa dare gli stessi risultati di successo.
Ciò che invece si può apprendere da questo modello è la logica che lo governa: l’investimento in R&S ed il progresso nelle competenze scientifiche e tecnologiche costituiscono condizioni necessarie alla creazione di ogni ecosistema innovativo.
Sarebbe miope ed improduttivo concedere fondi pubblici alle imprese, senza che queste abbiano in progetto il lancio di prodotti o servizi innovativi.
In altre parole, la mera erogazione di sovvenzioni risulta vana se non è anticipata da una politica che promuove gli investimenti in R&S nelle imprese, nelle università, in ogni ambito della società civile. L’esperienza israeliana dimostra che una politica lungimirante non si limita a concedere fondi per avviare delle iniziative imprenditoriali, bensì investe nello sviluppo di competenze scientifiche e tecnologiche. Esse costituiscono la premessa alla nascita non solo di un’industria di startup ma anche di investitori di private equity.
In Israele le azioni governative rivolte alle startup si sono rivelate efficaci perché è stata attuata una strategia di lungo termine.
Dapprima l’investimento pluriennale in R&S ha generato la domanda di finanziamenti, a cui il governo non ha risposto in maniera diretta, bensì in modo indiretto. Ha sviluppato un’autonoma industria privata di incubatori e VC, ricorrendo alla partnership con operatori specializzati stranieri.
In questo contesto lo Stato si è da sempre posto come intermediario, cercando di uscire dal mercato non appena si fosse creata un’industria privata.
Alla luce delle considerazioni fatte, si può affermare che una politica di finanziamenti alle imprese risulta vana se non vi è una spontanea domanda di fondi da parte delle imprese. La domanda viene creata grazie a misure incentivanti gli investimenti in R&S, che producono a loro volta idee innovative.
La tabella 17 riassume quanto detto finora, schematizzando le caratteristiche principali degli ecosistemi innovativi e degli approcci di politica pubblica adottati nei due paesi analizzati.
Tabella 17. Caratteristiche degli ecosistemi innovativi e delle politiche pubbliche adottate in Italia e in Israele
PAESI ANALIZZATI ITALIA ISRAELE
N. di startup nel 2016 Circa 5900 Circa 5000
N. di abitanti nel 2016 Circa 60 milioni Circa 8 milioni
Settori di specializzazione dell’economia
Manifattura low-‐
tech
Servizi high-‐tech
Settori di specializzazione delle startup Consulenza informatica e produzione software Servizi professionali, tecnici, scientifici, ICT
Dove si realizza innovazione (dimensione aziendale)
PMI, poche imprese di grandi
dimensioni
Startup e multinazionali straniere
Tipologia di innovazione Incrementale, di
processo
Radicale, tecnologica e di prodotto
Schemi legislativi rivolti alle aree depresse
Dagli anni 1950 ad oggi (Mezzogiorno)
Dagli anni 1950 agli ani 1970 (aree periferiche dello stato)
Normativa specifica dedicata alle startup
Sì, dall’anno 2012 No
Settori a cui si rivolge la politica a sostegno dell’innovazione
Tutti i settori, politica orizzontale
Tutti i settori, politica orizzontale
Tipologia di interventi pubblici che incentivano l’innovazione (diretti: concessione di fondi,
indiretti: agevolazioni fiscali)
Diretti ed indiretti (indiretti dall’anno 2012)
Metodo di concessione dei finanziamenti Automatico e selettivo (selettivo dall’anno 2012) Automatico e selettivo
Tipologia di finanziamenti Generici
(ampliamento aziendale, acquisto macchinari)
Mirati (R&S, avvio di nuove imprese)
Destinatari dei finanziamenti Startup e PMI
(dall’anno 2015, Investment Compact)
Operatori di private equity (VC e
incubatori), startup, università, istituti finanziari ed imprese straniere
Spin-‐off universitari Dall’anno 2013
(Contamination Lab)
Dall’anno 1993 (Magnet Program)
Organi di coordinamento degli interventi
Amministrazioni pubbliche locali
OCS dell’industria e del commercio
Metodo di concessione dei fondi pubblici
% del budget totale necessario a
realizzare il progetto (fino all’80%)
% del budget totale necessario a
realizzare il
progetto, crescente in base al livello di
innovatività
Rimborso del finanziamento in caso di insuccesso del progetto Sì No
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