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COME INIZIARE

Nel documento I bambini pensano con le storie (pagine 97-101)

È POSSIBILE VALUTARE LA COMPETENZA NARRATIVA?

1. COME INIZIARE

Con i bambini si esplorano liberamente conoscenze ed emozioni, esperienze le-gate alla fi aba, lasciandoli liberi di esprimersi e di accogliere come fi aba tutto quello che per loro è tale.

Sara: Una fi aba è una storia inventata, non è nelle videocassette ma nei libri.

Greta: Le fi abe sono di una volta, e hanno dentro tanta fantasia. Le storie invece non sono antiche, e possono parlare anche di cose vere.

Elia: Nelle fi abe gli animali parlano e i personaggi sono di tanti tipi. Ci sono le fate, gli elfi , le streghe, i maghi…

Mauro: Ci sono anche gli oggetti magici, come le pentole.

Laura: Le fi abe iniziano tutte con C’era una volta e fi niscono con E vissero felici e contenti.

3 Marcello Argilli, Ci sarà una volta, Immaginario infantile e fi aba moderna, La Nuova Italia, Firenze, 1995.

Non sempre potrà emergere una competenza come quella della conversazione so-pra riportata, non sempre verrà individuato subito ciò che distingue una fi aba da un altro tipo di narrazione, ma del resto il valore della conversazione non sta qui, sta nel fatto che predispone i bambini, di più li attira, ad un lungo percorso che si snoderà tappa dopo tappa lungo l’intero anno scolastico, ad un percorso che è di scoperta del loro mondo personale prima ancora che di quello della fi aba.

Cappuccetto Rosso, Biancaneve, Cenerentola, Pollicino… sono qualcosa in più che dei semplici protagonisti di racconti. Con i loro caratteri archetipici e il loro aspetto così ben tratteggiato accompagnano i bambini fi n dai primissimi anni. Anche se il fenomeno Disney ha purtroppo omologato la rappresentazione dei personaggi, fi ssandoli in stereotipi, fortunatamente l’incontro magico con la fi aba resta, è immu-tata la seduzione misteriosa che la fi aba esercita da sempre sui bambini.

È per tutti motivo di interesse e di gratifi cazione tornare indietro e ricordare, spes-so con un’emozione strana che noi adulti chiamiamo nostalgia, come le vicende di questi personaggi amici e nemici venivano loro raccontate, poter ricostruire per sé e per i compagni l’atmosfera altrettanto magica suscitata da una voce che narrava.

Perché la ricostruzione sia più effi cace e più precisa è fondamentale che i bambini cerchino per prima cosa di rappresentarla con il disegno che, meglio della scrittura, permette di fi ssare ogni particolare e di evocare suggestioni, forse non del tutto con-sapevoli. In modo che poi, nella successiva descrizione scritta del disegno, possano venire alla luce rifl essioni come queste:

Federico: Quando ti senti raccontare delle storie ti accorgi di ricevere tanta attenzione ed è magnifi co.

Chiara: Una volta era mia nonna a raccontarmi le fi abe, adesso sono io che le racconto a lei, però sono le stesse di quando ero piccola.

Sara: Adesso le fi abe me le leggo da sola ma non è più così bello, quando me le raccontava il paparino mi sembrava di non esserci più nel mio letto, pensavo di essere andata nelle fi abe e mi addormentavo su un prato pieno di fi ori.

Martina: Quella signora con il libro è mia mamma e l’altra sono io che sto ascoltando una fi aba. Io adesso non so come si intitolava ma ricordo che a me piaceva moltissimo e dopo, quando la mia mamma aveva fi nito di leggere, io pensavo alla fi aba e mi immaginavo di essere una principessa.

“... quando la mamma mi raccontava le fi abe.”

Poi ognuno mostra e spiega ai compagni la sua esperienza di ascolto: emergono confronti interessanti, persone (spesso i nonni) e luoghi privilegiati, primo fra tutti il favoloso lettone. Si crea un contesto comunitario prezioso per la continuazione del lavoro che coinvolge sia i più fortunati che hanno vissuto l’ascolto delle fi abe come relazione sia quelli che le hanno conosciute guardando una videocassetta e ai quali il percorso off re la possibilità di recuperare almeno in parte la magia di un rapporto più personale con il mondo della fi aba.

Successivamente i bambini vengono invitati a rappresentare la scena preferita, che può raccontare un frammento di fi aba, una situazione, una ri-creazione della fanta-sia. Di nuovo si sentono protagonisti, questo è un altro modo di dar loro la possibilità di proiettare le proprie emozioni e le proprie preferenze: la corrispondenza delle scel-te con aspetti della personalità, timori, desideri di ognuno, dà decisamenscel-te ragione alle tesi di Bettelheim.

“Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli...”

Angela commenta così il suo disegno:

Il mio disegno rappresenta una scena della storia di Raperonzolo, quando la strega le diceva:

“Raperonzolo sciogli i tuoi capelli che per salire mi servirò di quelli.” Raperonzolo era stata rinchiusa nella torre senza scale dalla strega, è per quello che lei doveva usare i suoi capelli.

Questa scena mi piace perché la strega le vuole tagliare i capelli e Raperonzolo non vuole.

Non è poi tanto brutto quando ti tagliano i capelli, se te li tagliano solo fi no alle spalle, ma è brutto se te li tagliano corti corti.

Nell’esempio successivo i bambini si mettono al posto di un personaggio, ne assu-mono l’identità. Lo fanno con convinzione e con coinvolgimento forte, a conferma dell’aff ermazione di Bettelheim secondo il quale le fi abe aiutano ad esprimere il pro-prio mondo interiore.

Nell’identifi cazione di Matteo con il lupo c’è tutta la rabbia provata in un momen-to problematico della sua vita:

Mi piacerebbe essere il lupo perché è cattivo. Se io fossi il lupo farei scappare tutta la gente che va nel bosco e poi mangerei coniglietti, uccelli, lepri…

Non avrei paura di nessuno a parte dei cacciatori: di loro sì che avrei paura perché hanno il fucile. Però non mi lascerei uccidere così facilmente, ma li ucciderei io in questo modo. Gli darei morsi dappertutto, con una zampata butterei il fucile dei cacciatori per terra e lo spappolerei.

Se io fossi il lupo della fi aba di Cappuccetto Rosso la mangerei in un boccone e il cacciatore col cavolo che la tira fuori!!!

In questa prima parte del percorso si mette dunque l’accento sulla soggettività, sull’ascolto, e indirettamente si fanno acquisire ai bambini, con naturalezza, alcune conoscenze di base sulle caratteristiche delle fi abe.

Nel documento I bambini pensano con le storie (pagine 97-101)