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Inquadramento dei Contratti di Fiume (di Costa e simili) nel contesto normativo internazionale ed europeo

3. I CONTRATTI DI COSTA

3.3 I CONTRATTI DI FIUME (DI COSTA E SIMILI)

3.3.1 Inquadramento dei Contratti di Fiume (di Costa e simili) nel contesto normativo internazionale ed europeo

Già nel 2000, il World Water Forum definiva i Contratti di fiume

come forme di accordo che permettono di "adottare un sistema

di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico,

valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo

paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di

280 M. Bastiani, L’esperienza del Tavolo Nazionale dei Contratti di fiume e la

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I Contratti di Costa quali strumenti innovativi di gestione integrata delle zone costiere

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un bacino fluviale".281 Fin da allora risultava quindi acquisita la

consapevolezza che il raggiungimento di un simile obiettivo

richiedeva un cambiamento ed uno sforzo non solo istituzionale,

ma soprattutto culturale, affinché le acque, o più in generale i

fiumi, gli ambienti acquatici e i territori dei bacini, potessero

essere percepiti e governati come “paesaggi di vita”.282

Anche il Documento conclusivo del Water Action Day, tenutosi a

Bonn il 10 novembre 2017 nel corso della Conferenza delle Parti

(COP) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite per la Lotta

ai Cambiamenti Climatici (UNFCC), tra le priorità di medio

termine per “sviluppare la capacità di affrontare l’adattamento e

la mitigazione del clima attraverso le iniziative sul bacino idrico”,

prevede di creare una nuova rete di membri di comitati e

commissioni di bacino riconosciuta come Acquamadre-Net “al

fine di rafforzare la cooperazione intersettoriale e lo scambio tra

le parti interessate che rappresentano le autorità locali, i settori

economici e la società covile coinvolti nella gestione dei

281 F. R. Rijsberman, Summary Report of the 2nd World Water Forum: From

vision to action, in: Water Policy 2, 2000.

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bacini”.283 In occasione del predetto Summit, diverse imprese e

associazioni italiane nell’Alleanza delle imprese italiane per

l’acqua e il cambiamento climatico, hanno indicato i Contratti di

Fiume come strumenti innovativi di governance locale su base

partecipativa, che favoriscono l’approccio intersettoriale e

indirizzano i diversi portatori d’interesse verso forme di

collaborazione e cooperazione, nella realizzazione delle azioni

necessarie per la risoluzione delle problematiche dei territori

d’acqua, e si impegnano a sviluppare competenze interne

adeguate e a collaborare attivamente in processi partecipativi,

come i Contratti di Fiume, che si instaureranno nei bacini

idrografici, ed in particolare nel caso dell’uso multiplo dei corpi

idrici.284

A livello europeo, il riferimento base è rappresentato dalla

Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) che definisce un

quadro per l’azione comunitaria in materia di gestione delle

283 Delegazione Italiana in Convenzione Alpi, I contratti di fiume in Italia (e

oltreconfine), Il X Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume e il Contributo del Ministero dell’Ambiente alla diffusione e all’internazionalizzazione dei Contratti di Fiume, Novembre 2017, pag. 41.

284 Vedi anche il side event organizzato in seno alla COP 22 dal Ministero

dell’Ambiente Italiano, promosso da Regione Abruzzo e organizzato con il supporto scientifico di EURAC Research, Voluntary tools for local adaptation:

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risorse idriche. In particolare, la Direttiva individua il “bacino

idrografico” come unità di riferimento per il governo ed il

risanamento delle acque superficiali e sotterrane e esplicita

l’importanza di una stretta collaborazione e di un'azione

coerente a livello locale, della Comunità e degli Stati membri,

oltre che dell'informazione, della consultazione e della

partecipazione dell'opinione pubblica, utenti compresi, affinché

la Direttiva produca i risultati desiderati.285 I Contratti di fiume

fanno, infatti, propri i principi comunitari di partecipazione

democratica alle decisioni, che costituiscono l’asse portante del

Trattato di Lisbona: quali processi partecipati territoriali colgono

appieno quella “dimensione regionale e locale” a cui l’Unione

Europea intende dare crescente preminenza.286

A livello europeo, rilevano altresì: la Direttiva Alluvioni

(2007/60/CE) che introduce per gli Stati Membri l’obbligo di

predisporre piani di gestione dei bacini idrografici per tutti i

285 Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, Regione Lombardia, Regione

Piemonte, Autorità del Bacino del Fiume Po', p. 3, in www.nuke.a21fiumi.eu

286 Delegazione Italiana in Convenzione Alpi, I contratti di fiume in Italia (e

oltreconfine), Il X Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume e il Contributo del Ministero dell’Ambiente alla diffusione e all’internazionalizzazione dei Contratti di Fiume, Novembre 2017, pag. 41.

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distretti idrografici al fine di realizzare un buono stato ecologico

e chimico delle acque e contribuire a mitigare gli effetti delle

alluvioni; la Direttiva Habitat (92/43/CE) sulla “Conservazione

degli habitat naturali e semi-naturali e della flora e della fauna

selvatiche”, che costituisce (insieme alla Direttiva Uccelli) il

cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della

biodiversità nonché la base legale su cui si fonda la Rete Natura

2000. Scopo della Direttiva Habitat è "salvaguardare la

biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali,

nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo

degli Stati membri al quale si applica il trattato" (art 2); la

Direttiva quadro sulla Strategia Marina (2008/60/CE) per la

protezione e la conservazione dell’ambiente marino volta a

promuovere l’uso sostenibile dei mari e la conservazione degli

ecosistemi marini; Il Regolamento CE del Parlamento e del

Consiglio n. 1367/2006, del 6 settembre 2006, sull’applicazione

alle istituzioni e agli organi comunitari delle disposizioni della

Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la

partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla

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Città Europee per uno sviluppo durevole e sostenibile,

sottoscritta nella città danese di Aalborg il 27 maggio 1994; La

Strategia europea per la biodiversità, che definisce il quadro per

l’azione dell’Unione Europea al fine di conseguire l’obiettivo

chiave per il 2020 in materia di biodiversità, adottata dalla

Commissione Europea nel maggio 2011.