2. LA GESTIONE INTEGRATA DELLA ZONA COSTIERA
2.5 IL MODELLO AMMINISTRATIVO DI GESTIONE DELLA ZONA COSTIERA DEDUCIBILE DAL PROTOCOLLO
E’ importante evidenziare che il Protocollo non propone uno
specifico modello amministrativo corrispondente ai tratti
caratteristici della GIZC. La gestione integrata si configura
piuttosto come una politica pubblica, un risultato complessivo
che richiede innanzitutto un inquadramento allo status
ontologico della zona costiera degli eterogenei strumenti
amministrativi propri della tradizione giuridica nazionale.172
Il Protocollo di Madrid non vincola gli Stati ad adottare precise
soluzioni di gestione per rendere effettive le indicazioni
contenute nella Convenzione. Non obbliga per esempio a istituire
amministrazioni specializzate nella gestione delle zone costiere,
o non identifica unità minime di intervento, come nel caso dei
distretti idrografici nell’ambito della tutela delle acque.173
Benché nel breve periodo sia audace pensare a una
ridistribuzione di competenze, la soluzione più facilmente
adottabile sarebbe quella di prevedere dei dispositivi di
172 E. Boscolo, La gestione integrata delle zone costiere in Italia, Rivista
Quadrimestrale di Diritto dell’Ambiente, cit., p. 54.
173 E. Boscolo, La gestione integrata delle zone costiere in Italia, Rivista
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coordinamento174 che garantiscano la partecipazione nei
procedimenti di tutte le amministrazioni coinvolte per garantire
la contestuale considerazione degli interessi pubblici coinvolti,
dando preminenza all’interesse ambientale.175
La gestione sostenibile della zona costiera implica, altresì,
l’introduzione di dispositivi fortemente adattivi, secondo lo
schema dell’Adaptative Management,176 funzionali alla gestione
di dinamiche condizionate da una pluralità di fattori
interconnessi, tipiche delle zona costiera. Si tratta inoltre di
politiche che, affinché diventino effettive, necessitano di
attivazione di modelli di governance condivisa tra i diversi attori,
pubblici e privati, governativi o economici, a vario titolo coinvolti
nel processo gestionale.
Gli elementi fin qui evidenziati mettono in rilievo la distanza tra
la GIZC e i tradizionali modelli di azione amministrativa sulle zone
174 G. Marongiu, Il Coordinamento come principio politico di organizzazione
della complessità sociale, in G. Amato – G. Marongiu, Il Mulino, Bologna, 1982, 145
175 Vedi sul tema della convergenza tra l’attività di più amministrazioni, D.
D’Orsogna, Contributo allo studio dell’operazione amministrativa, Editoriale Scientifica, Napoli, 2005.
176 C. Walthers, Adaptative management of renevable resources, New York,
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costiere.177 Come è stato autorevolmente messo in luce, le
politiche di gestione integrata della zona costiera dovrebbero
assumere uno schema ordinatore.178 In primis, dovrebbero
costituire un quadro di riferimento entro il quale far convergere
tutte le funzioni oggi fortemente settorializzate, al fine di
ricondurre entro un unico obiettivo valoriale, caratterizzato dalla
sostenibilità, tutte quelle attività amministrative scollegate tra
loro e focalizzate su logiche non connesse tra di loro.179 Tale
nuova connotazione delle attività amministrative in ambito
costiero connotate dalla sostenibilità diventerà elemento
determinante nell’interpretazione di atti normativi e
amministrativi, e nell’esercizio della discrezionalità
amministrativa che sarà orientata in senso “ambientale”.180
In secondo luogo, la policy delle zone costiere dovrà essere
ridisegnata secondo uno schema circolare.181 Tale schema
177 R. Misuracca, B. Fasolo, M. Cardaci (a cura di), I processi decisionali.
Paradossi, sfide, supporti, Il Mulino, Bologna, 2007.
178 E. Boscolo, La gestione integrata delle zone costiere in Italia, Rivista
Quadrimestrale di Diritto dell’Ambiente, cit., p. 65.
179 E. Boscolo, La gestione integrata delle zone costiere in Italia, Rivista
Quadrimestrale di Diritto dell’Ambiente, cit., p. 65.
180 E. Boscolo, La gestione integrata delle zone costiere in Italia, Rivista
Quadrimestrale di Diritto dell’Ambiente, cit., p. 65.
181 In altre parole, sarà necessario semplificare la formazione delle politiche
pubbliche incidenti sulla fascia costiera attraverso la scomposizione del processo in più fasi e sottofasi.
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presuppone la costruzione di un sistema delle conoscenze di
base, alla luce del quale verranno adottate le soluzioni finali. Alla
individuazione di tali problematiche farà seguito la
prefigurazione dei possibili scenari sui quali le parti interessate
avvieranno un confronto. Lo scenario prescelto sarà poi soggetto
all’attività di monitoraggio da parte della PA al fine di valutarne
l’adeguatezza rispetto ai risultati programmati e la eventuale
necessità di introdurre i correttivi sulla base delle reazioni
raccolte (ecco perché si parla di politiche adattive).
Per quanto riguarda i contenuti, le politiche integrate si
caratterizzano per la trattazione congiunta di tematiche
interconnesse, in un’ottica di programmazione di lungo periodo.
Tali politiche devono quindi considerare, allo stesso tempo, le
interdipendenze tra i diversi sistemi naturali e le diverse forme di
pressione antropica, e mirano a definire, in modo condiviso con
tutti gli stakeholders, una uso razionale della risorsa costiera.182
Per fa ciò, è necessario che tali politiche non mettano in secondo
piano le differenze di carattere identitario tra le diverse realtà
182 E. Boscolo, La gestione integrata delle zone costiere in Italia, Rivista
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locali, dando quindi la dovuta importanza al momento
conoscitivo dello scenario di partenza dell’area costiera.183
Infine, nella redazione di tali politiche, svolge un ruolo chiave la
partecipazione dei portatori di interesse.184 Anche in
applicazione della Convenzione di Aarhus,185 le amministrazioni
coinvolte sono chiamate ad attivare strumenti di partecipazione
pubblica quali, ad esempio, procedure di consultazione.