1. LA DEFINIZIONE DI ZONA COSTIERA
1.2 L’IMPORTANZA DEGLI ECOSISTEMI MARINO COSTIERI: I SERVIZI ECOSISTEMIC
Come evidenziato dal gruppo di ricerca del progetto delle Nazioni
Unite denominato Millennium Ecosystem Assessment,57 gli
ecosistemi marino-costieri sono tra gli ecosistemi più produttivi
al mondo e garantiscono numerosi e differenti servizi alle
57 Il “Millennium Ecosystem Assessment” (MA, Valutazione dell’Ecosistema
del Millennio) è stato lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan nel 2000, in una relazione all’Assemblea generale dal titolo “We
the Peoples: The Role of the United Nations in the 21st Century”. L’obiettivo
del MA era di individuare lo stato degli ecosistemi globali, valutare le conseguenze dei cambiamenti negli ecosistemi sul benessere umano e fornire una valida base scientifica per la formulazione di azioni necessarie alla conservazione e all'uso sostenibile degli ecosistemi. Iniziato ufficialmente nel 2001, si è concluso nel 2005.
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popolazioni qui stanziate.58 Questi servizi, cosiddetti
ecosistemici, corrispondono ai benefici di cui la popolazione gode
attraverso gli ecosistemi e sono riconducibili a quattro categorie
principali che includono: Supporting services; Provisioning
services; Regulating services; Cultural services.
Con supporting services si intendono quei servizi ecosistemici che
sostengono e permettono la fornitura di tutti gli altri tipi di
servizi, come per esempio la formazione del suolo e il ciclo dei
nutrienti, cioè la disponibilità di elementi minerali quali azoto,
fosforo e potassio indispensabili per la crescita e lo sviluppo degli
organismi. Inoltre, i servizi ecosistemici di supporto sostengono
la riproduzione, l’alimentazione, il rifugio per specie animali
stanziali e in migrazione e il mantenimento di processi evolutivi
(su base fenotipica e/o genetica).59
58 Il Panel del MA definisce “ecosistema” quel complesso dinamico di piante,
animali, e microorganismi ed ambiente inanimato che insieme costituiscono una unità funzionale (United Nations Environmental Programme, A synthesis
report based on the findings of the Millennium Ecosystem Assessment, 2006). 59 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Verso una
strategia nazionale per la biodiversità, Definizione del metodo per la classificazione e quantificazione dei servizi ecosistemici in Italia, marzo 2009, p. 5
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Con provisioning services si intendono quei servizi forniti dagli
ecosistemi che includono: il cibo (gli ecosistemi naturali sono una
quasi illimitata sorgente di animali e piante edibili); le materie
prime (la natura rappresenta una fonte insostituibile di risorse
naturali come legname, minerali, metalli, fibre, e combustibili
fossili utilizzati come sorgenti di energia); variabilità biologica (la
biodiversità è data dall’enorme numero di specie viventi e dalla
variabilità genetica al loro interno che permette di disporre di
sostanze naturali e principi attivi, consente la riproduzione di
piante e l’allevamento di animali, nonché lo sviluppo di
biotecnologie); l’acqua dolce (gli ecosistemi garantiscono la
fornitura di acqua naturale pulita, grazie ai fiumi, ai laghi e alle
falde sotterranee, che rappresentano un serbatoio d’acqua dolce
indispensabile per la vita per tutte le specie).60
Con regulating services si intendono quei servizi i cui benefici,
includono: la regolazione dei gas (contribuendo sia
all’immissione in atmosfera che all’estrazione dall’atmosfera di
numerosi elementi chimici, gli ecosistemi influenzano diversi
60 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Verso una
strategia nazionale per la biodiversità, Definizione del metodo per la classificazione e quantificazione dei servizi ecosistemici in Italia, cit., p. 5.
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aspetti – come ad es. la regolazione del bilancio O2/CO2, il
mantenimento dello strato di ozono (O3) che protegge dai raggi
ultravioletti dannosi - consentendo di avere aria pulita e
respirabile); la regolazione del clima (l’interazione tra le
caratteristiche della circolazione regionale/globale e le
caratteristiche fisiche degli ecosistemi, ed anche la
configurazione, per esempio, dei laghi, dei fiumi e delle baie,
influenzano il tempo e il clima sia localmente che globalmente);
la regolazione delle acque (la quantità di acqua sulla Terra è
sempre la stessa e il ciclo permette il suo riutilizzo attraverso i
processi di evaporazione, condensazione, precipitazione,
infiltrazione, scorrimento e flusso sotterraneo: gli ecosistemi
regolano questi flussi idrogeologici sulla superficie della terra); la
regolazione dell’erosione (gli aspetti strutturali dell’ecosistema,
specialmente la copertura vegetale e il sistema delle radici,
ricoprono un ruolo fondamentale nel controllo dell’erosione); la
protezione dai dissesti idrogeologici (gli ecosistemi
contribuiscono a contenere il dissesto idrogeologico dovuta alle
piogge e al vento. Ciò permette, tra l'altro, di mantenere la
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regolazione dell’impollinazione (è il servizio svolto da molti
organismi animali, oltre che dal vento e dall’acqua, che permette
la fecondazione delle piante e quindi anche la produzione di cibo,
tra cui frutti e altri materiali di origine vegetale. Senza le specie
impollinatrici selvatiche molte specie di piante si
estinguerebbero e gli attuali livelli di produttività potrebbero
essere mantenuti solamente a costi veramente alti attraverso
l’impollinazione artificiale); habitat per la biodiversità (nel fornire
spazi vitali, zone di rifugio e protezione a piante e animali
selvatici, sia per specie residenziali che migratorie, gli ecosistemi
naturali sono essenziali per il mantenimento della diversità
biologica e genetica sulla terra. Gli ecosistemi naturali
rappresentano, da questo punto di vista, un magazzino di
informazioni genetiche, ed in questa “libreria genetica” le
informazioni degli adattamenti ambientali acquisisti in oltre 3.5
miliardi di anni di evoluzione sono immagazzinate nel materiale
genetico di milioni di specie e di sottospecie).61
61 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Verso una
strategia nazionale per la biodiversità, Definizione del metodo per la classificazione e quantificazione dei servizi ecosistemici in Italia, cit., p. 5.
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Con cultural services si intendono quei servizi i cui benefici sono
quelli di tipo non materiale che la popolazione ottiene dagli
ecosistemi attraverso l’arricchimento spirituale, lo sviluppo
cognitivo, la riflessione, esperienze ricreative ed estetiche, ed
includono: l’ispirazione per cultura, arti, valori educativi e
spirituali, senso di identità (gli ecosistemi forniscono una ricca
sorgente di ispirazione per arte, folklore, simboli nazionali,
architettura, pubblicità e forniscono le basi per l’educazione
formale e informale in molte società); valori estetici (molte
persone godono dello scenario di paesaggi e delle aree naturali
in cui ricercano la bellezza o il valore estetico, come si riflette
nella preferenza che molte persone hanno di vivere in ambienti
esteticamente piacevoli e nella demarcazione delle “strade
panoramiche, nel supporto ai parchi e alla selezione delle
locazioni di alloggio); valori ricreativi (attraverso le qualità
estetiche e la varietà quasi senza limiti di paesaggi, gli ambienti
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turistiche, del tempo libero e sportive: passeggiate, escursioni,
campeggio, pesca, nuoto, e studio della natura).62
Con specifico riferimento agli ecosistemi marino-costieri, il Panel
del Millennium Ecosystem Assessment ha evidenziato che la
pesca rappresenta il più importante servizio garantito da tali
ecosistemi.63 La vita di più di un miliardo di persone dipende dalla
pesca, che garantisce loro in via principale, e talvolta esclusiva, la
fonte di proteine necessaria per la sussistenza delle comunità
appartenenti a paesi in via di sviluppo. La pesca, e i prodotti
derivanti da essa, forniscono l’occupazione diretta a trentotto
milioni di persone, con più di cento sessantadue milioni di
persone coinvolte in via indiretta nel settore ittico.64 Lo stato
della pesca industriale è preoccupante in quanto molte persone
dipendono dalla loro esistenza per l'alimentazione e
l'occupazione, con molte attività di pesca che sono sovra
sfruttate. L'acquacoltura è il settore alimentare in più rapida
crescita, rappresentando il trenta per cento del consumo totale
62 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Verso una
strategia nazionale per la biodiversità, Definizione del metodo per la classificazione e quantificazione dei servizi ecosistemici in Italia, cit., p. 5.
63 United Nations Environmental Programme, A synthesis report based on
the findings of the Millennium Ecosystem Assessment, cit., p. 7.
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di pesce.65 Altri servizi di fornitura garantiti da questi ecosistemi
comprendono ornamenti per il commercio di acquari, materiali
da costruzione (ad esempio, per la costruzione di barche e la
costruzione di case), e bio-prospecting (esplorazione della
biodiversità per nuove risorse biologiche, come i prodotti
farmaceutici).66
I mari e le coste di tutto il mondo rivestono un ruolo di grande
importanza spirituale per molte persone, fornendo servizi
culturali e spirituali.67
Il turismo costiero è uno dei settori in più rapida crescita del
turismo globale ed è una componente essenziale delle economie
di molti piccoli stati costieri. Gran parte del valore economico
delle barriere coralline è generato dal turismo naturalistico e
subacqueo. Le culture di molti popoli sono strettamente
collegate alle coste e agli oceani, e la conoscenza delle tradizioni
65 United Nations Environmental Programme, A synthesis report based on
the findings of the Millennium Ecosystem Assessment, cit., p. 1.
66 United Nations Environmental Programme, A synthesis report based on
the findings of the Millennium Ecosystem Assessment, cit. p. 1.
67 United Nations Environmental Programme, A synthesis report based on
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è diventata parte integrante delle dinamiche degli ecosistemi
insulari e costieri e della loro gestione.68
Gli ecosistemi marini e costieri forniscono servizi di supporto
nella forma di differenti habitat: gli estuari, le lagune, le
graminacee marine e le foreste di alghe costituiscono vivai sia per
i pesci costieri che per quelli d'altura e per altre specie, molte
delle quali sono commercialmente significative. Altri habitat
come spiagge, dune, paludi salmastre, estuari e piane fangose
svolgono un ruolo importante nel ciclo di vita dei pesci, dei
crostacei e degli uccelli migratori. Gli ecosistemi marini e costieri
svolgono un ruolo importante nella fotosintesi e nella
produttività. Gli estuari sono uno degli ambienti costieri più fertili
grazie alla miscelazione dei nutrienti provenienti dalle sorgenti a
monte e dalle maree.69 Inoltre, gli habitat costieri e marini sono
settori di ricerca e di impegno nel campo dell'istruzione e della
sensibilizzazione del pubblico.70
68 United Nations Environmental Programme, A synthesis report based on
the findings of the Millennium Ecosystem Assessment, cit., p. 1.
69 United Nations Environmental Programme, A synthesis report based on
the findings of the Millennium Ecosystem Assessment, cit., p. 1.
70 United Nations Environmental Programme, A synthesis report based on
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Anche a livello comunitario, si è più volte evidenziato come le
zone costiere della Comunità Europea possiedano risorse
ecologiche, culturali ed economiche insostituibili,
rappresentando quindi un patrimonio ecologico unico. In
particolare, già il sesto Programma d’Azione per l’Ambiente71
individua la strategia europea per lo sviluppo sostenibile, e
contribuisce all’integrazione delle tematiche ambientali,
comprese quelle relative all’ambiente marino-costiero, in tutte le
politiche comunitarie, fissandone le priorità.72 Tra gli obiettivi del
sesto Programma d’Azione si evidenzia, soprattutto, la
promozione di un uso sostenibile del suolo attraverso la
prevenzione dei fenomeni di erosione, deterioramento,
contaminazione e desertificazione, ed in particolare la
promozione dell’utilizzo sostenibile dei mari e della
conservazione degli ecosistemi marini, comprese le zone
costiere.73 Il sesto Programma d’Azione è stato recepito, a livello
71 Sesto Programma Comunitario di azione in materia di ambiente, Decisione
1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, Gazzetta ufficiale L 242 del 10.9.2002.
72A. Martini, Analisi di sostenibilità di politiche e programmi con riferimento
a specifici ambiti territoriali: le aree costiere nel contesto dei cambiamenti climatici, p. 49.
73 A. Martini, Analisi di sostenibilità di politiche e programmi con riferimento
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nazionale, con la Delibera CIPE 57/2002, che ha evidenziato la
stretta relazione esistente tra la qualità dell’ambiente marino e
le attività antropiche realizzate sulla terraferma ed afferma che
“sulle fasce costiere si addensa una quota crescente della
popolazione italiana, che ha condotto alla creazione di estese
conurbazioni litoranee sia lungo la costa tirrenica che adriatica.
Per effetto della pressione demografica e della crescita
cumulativa, spesso conflittuale, di usi tradizionali e nuovi, questo
spazio è divenuto un sistema sempre più chiuso, in relazione alla
esauribilità delle sue risorse e soggetto ad un degrado
generalizzato anche se non uniformemente distribuito”.74
climatici, cit., p. 50. In particolare, per il raggiungimento di tali obiettivi, la strategia punta a: “incentivare una maggiore integrazione delle considerazioni ambientali nella politica comune della pesca; sviluppare una strategia tematica per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino, tenendo conto, tra l'altro, delle condizioni e degli obblighi di attuazione delle convenzioni relative al mare, nonché della necessità di ridurre le emissioni e le ripercussioni dei trasporti marittimi e delle altre attività connesse al mare e alla terra ferma; incentivare la gestione integrata delle zone costiere; incentivare ulteriormente la protezione delle zone marine mediante la rete «Natura 2000» nonché altri strumenti comunitari adeguati.”
74 Delibera CIPE 57/2002, Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo
sostenibile in Italia, che individua un articolato set di obiettivi strategici specifici tra cui: tutela e regolamentazione d’uso delle risorse. In particolare, gestione durevole per arginare il degrado delle risorse viventi e degli habitat, applicazione di criteri di compatibilità ambientale alle attività di esplorazione e sfruttamento delle risorse minerali dei fondali e ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche; difesa dei litorali interessati da fenomeni di arretramento per effetto della alterazione del bilancio sedimentologico, della subsidenza indotta da attività antropiche e da fenomeni di scala planetaria,
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Gli obiettivi del sesto Programma sono stati successivamente
ripresi dal settimo Programma d’Azione per l’Ambiente, che
impone una migliore integrazione delle considerazioni in materia
ambientale in altre aree politiche, quali la politica regionale,
l’agricoltura, la pesca, l’energia e i trasporti ed indica come prima
priorità la protezione, la conservazione e l’attuazione di politiche
di miglioramento del "capitale naturale", ovvero di quei servizi di
base che ci fornisce la natura e da cui dipende la nostra stessa
esistenza, compresi quindi gli ecosistemi marino costieri.75
quale l’eustatismo; riduzione dell’inquinamento, intervenendo sia sulle fonti legate agli insediamenti urbani e industriali o veicolate dal sistema fluviale, sia sulle fonti di origine marina. Tali obiettivi dovranno essere raggiunti attraverso la: riduzione dell’impatto delle attività e delle strutture portuali; riutilizzazione, in un’ottica di sviluppo sostenibile, di aree industriali dismesse con particolare attenzione verso la rivitalizzazione dei waterfront urbani e al recupero del loro valore storico culturale; tutela e conservazione delle risorse naturali, nonché di aree di valore paesaggistico e storico culturale, favorendo la gestione integrata dei versanti terrestre e marino anche mediante l’istituzione di aree protette; prevenzione dei disastri naturali dovuti al fattore umano e agli eventi estremi attraverso l’attivazione di misure di pianificazione e pronto intervento; promozione di pratiche di pesca sostenibile adottando spazi e tempi di tutela biologica; coinvolgimento del pubblico, del settore privato e di altri soggetti non istituzionali (organizzazioni e singoli), nella conduzione di una corretta gestione integrata della fascia (art. 174 – 175).”
75 Settimo programma d'azione per l'ambiente (Decisione n. 1386/2013/UE
del 20/11/2013) “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L. 354 del 28/12/2013, definisce gli obiettivi prioritari della politica UE in materia di ambiente e clima nei prossimi sette anni. In particolare il Programma d’azione per l’ambiente persegue i seguenti obiettivi prioritari: 1. proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione; 2. trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva; 3. proteggere i cittadini dell’Unione da pressioni e rischi
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Tali ecosistemi, tuttavia, sono soggetti a un forte degrado dovuto
a cause differenti che ci si propone di analizzare nel paragrafo
successivo.
1.3 GLI IMPATTI SULLE ZONE COSTIERE E I FATTORI DI