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Inquadramento idrogeologico

Nel documento Comune di Treviglio (pagine 75-80)

5 QUADRO CONOSCITIVO

5.6 Acqua

5.6.4 Inquadramento idrogeologico

L’assetto idrogeologico dell’area è stato ricostruito integrando le informazioni contenute nella Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT (Serra, Daguati-Gerosa, 2010) con i dati desunti dallo studio “Geologia degli Acquiferi Padani della Regione Lombardia”, pubblicato nel 2002 dalla Regione Lombardia in collaborazione con Eni-Divisione Agip e del relativo aggiornamento geologico-stratigrafico (marzo 2005).

A livello regionale il modello geologico del sottosuolo della pianura individua quattro Gruppi Acquiferi sovrapposti (A, B, C e D), delimitati alla base dall’interfaccia acqua dolce/acqua salata. Si distinguono:

 Gruppo Acquifero A: corrisponde all’Unità Ghiaioso Sabbiosa (Avanzini, Beretta, Francani, Nespoli, 1995) e costituisce la parte superficiale del cosiddetto Acquifero Tradizionale. Olocene, Pleistocene Sup. – Pleistocene Medio.

 Gruppo Acquifero B: corrisponde all’incirca all’insieme delle unità sabbioso-ghiaiosa e a conglomerati e arenarie, costituendo la pozione inferiore dell’Acquifero Tradizionale. Pleistocene Medio.

 Gruppo Acquifero C: corrisponde alla porzione superiore (Siciliano ed Emiliano) dell’unità sabbioso-argillosa. Pleistocene Inferiore.

 Gruppo Acquifero D: corrisponde alla porzione inferiore (Santerniano) dell’unità sabbioso argillosa. Pleistocene inferiore.

Nel territorio di Treviglio sono distinte tre litozone con differenti caratteristiche litologiche, geometriche ed idrogeologiche:

 Unità ghiaioso-conglomeratica: caratterizzata da depositi fluvioglaciali e fluviali ad elevata trasmissività, con prevalenza di ghiaie sabbiosi e conglomerati.

All’interno sono presenti orizzonti a bassa permeabilità costituiti da sabbie limose, limi e argille con limitata estensione laterale. Lo spessore medio è compreso tra i 50-65 del settore occidentale ed i 75-80 m di quello orientale.

L’unità è sede dell’acquifero principale di tipo libero o localmente semiconfinato, captato dalla maggior parte dei pozzi pubblici e privati di Treviglio. L’acquifero presenta elevata vulnerabilità intrinseca ai fenomeni di inquinamento. La trasmissività media è di 4*10-2 m/s.

 Unità della alternanze ghiaioso-argillose: costituita da una successione di depositi più fini, con argille grigie e gialle, talvolta fossilifere e torbose, caratterizzate da una discreta continuità laterale, alternate a ghiaie sabbiose acquifere, conglomerati ed arenarie. I livelli più grossolani e permeabili sono sede di acquiferi da semiconfinati a confinati captati ad uso idropotabile;

 Unità delle argille prevalenti: costituita da depositi argilloso-limosi di origine transizionale e marina intercettati unicamente dai pozzi più profondi (via Calvenzano e via Bellini).

Per quanto riguarda le caratteristiche piezometriche del territorio di Treviglio, la carta idrogeologica riporta le linee isopiezometriche della falda freatica ottenute dall’estensore dello studio geologico di supporto alla pianificazione comunale (Figura 39). Le quote piezometriche sono comprese tra i 130 m del settore settentrionale e i 113 m sul livello del mare di quello meridionale. L’andamento della superficie piezometrica risente nel settore sud occidentale dell’azione drenante del Fiume Adda che modifica leggermente la direzione di deflusso delle acque sotterranee. Il flusso idrico sotterraneo ha direzione nord nordest-sud sudovest con un gradiente idraulico progressivamente decrescente verso sud, passante da 8-10 per mille a 1,5-1,8 per mille.

Il territorio comunale è stato suddiviso in quattro classi di soggiacenza della falda: il settore settentrionale con soggiacenza superiore a 10 m, quello

centro-meridionale e sud-occidentale con soggiacenza compresa tra 5 e 10 m, la porzione sud orientale con soggiacenza compresa tra 2 e 5 m ed il settore occidentale con valori inferiori a 2 m.

L’oscillazione dei livelli piezometrici dei pozzi di Treviglio è influenzata dalla quantità di precipitazioni meteoriche e dalla pratica irrigua legata ai cicli colturali. Durante l’anno le oscillazioni stagionali legate ai periodi irrigui determinano massimi piezometrici massimi nel periodo tardo estivo autunnale (agosto/settembre) e minimi nel periodo primaverile (aprile/maggio) con escursioni variabili in funzione dell’andamento climatico della stagione irrigua. La massima escursione annua del livello piezometrico è stata evidenziata nel settore settentrionale del territorio comunale con valori dell’ordine di 5-7 m. Verso sud l’escursione diminuisce raggiungendo valori medi di 3-4 m nella porzione centrale e 1-2 m in quella meridionale.

Figura 39: Stralcio della Tav. 3 Carta idrogeologica allegata alla componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT (Serra, Daguati, Gerosa, 2010).

A causa della ridotta soggiacenza e dell’elevata permeabilità dei depositi costituenti il primo sottosuolo, la vulnerabilità delle acque sotterranee, soprattutto della falda freatica, è medio-alta ed aumenta procedendo verso ovest in corrispondenza della valle attuale del Fiume Adda.

La capacità dei suoli di proteggere le acque sotterranee dall’infiltrazione di sostanze inquinanti (ERSAL, 1996) risulta moderata nel settore settentrionale del territorio di Treviglio, bassa ad ovest del centro abitato ed elevata nel comparto sud est.

Figura 40: Capacità protettiva dei suoli dagli agenti inquinanti (I suoli del trevigliese, ERSAL 1996).

Indicazioni riguardanti lo stato qualitativo delle acque sotterranee del Comune di Treviglio sono state desunte dal rapporto annuale riguardante lo Stato delle acque sotterranee della provincia di Bergamo redatto da ARPA Bergamo (2013). Il monitoraggio eseguito, protrattosi dal 2009 al 2011, ha definito scarso (codice SCAS 4) lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee prelevate da uno dei pozzi facenti parte della rete di monitoraggio provinciale presenti sul territorio oggetto di studio. La causa dello SCAS scarso è rappresentata dalla presenza di triclorometano, presente in concentrazioni superiori rispetto al valore limite pari a 0,15 μg/L secondo il D.Lgs 152/06.

Il rapporto sullo stato delle acque sotterranee riporta, tra le criticità ambientali rilevate nel comprensorio di Treviglio, una contaminazione di dimetridazolo-carbamazepina, fluoruri e metalli.

Figura 41: Stato chimico delle acque sotterranee nel Comune di Treviglio nel triennio 2009-2011 (Fonte: ARPA Bergamo, 2009-2012).

Ulteriori indicazioni circa la qualità delle acque sotterranee sono state desunte dalle attività di indagine svolte dal 2017 al 2019 presso i siti contaminati ex Baslini S.p.A. ed I.C.I.B. S.p.A. Dal 2017 al 2019 le campagne di monitoraggio delle acque di falda hanno evidenziato superamenti delle CSC per il contenuto di arsenico, fluoruri, alluminio, piombo e solfati.

Altra passività a carico delle acque sotterranee è quella legata alla contaminazione ascrivibile all’insediamento Corden Pharma S.p.A. Le analisi chimiche eseguite sulla acque sotterranee in occasione del recente monitoraggio del maggio 2019, hanno evidenziato superamenti del limite massimo ammissibile fissato dall’ISS per il parametro Dimetridazolo (assunto come tracciante della contaminazione).

Concentrazioni inferiori al limite di riferimento sono stati rilevati per i parametri carbamazepina e metronidazolo. I superamenti delle CSC sono stati rilevati in corrispondenza sia dei punti di monitoraggio siti in provincia di Bergamo che in quelli in provincia di Cremona.

Un ultimo elemento di pressione sulla falda freatica è rappresentata dalla contaminazione da Cromo esavalente proveniente dal comprensorio di Verdellino-Ciserano-Zingonia. I diversi plume, originatisi da diverse attività produttive, hanno in più riprese interessato il territorio comunale, interessando in alcuni casi anche i pozzi ad uso idropotabile.

La contaminazione meno recente (anno 2000), quella legata alla ditta Castelcrom, con pesanti ripercussioni anche sui pozzi ad uso idropotabile di Treviglio, si è risolta con l’attivazione di una barriera idraulica e con la bonifica eseguita presso l’area sorgente.

Il secondo plume, generato da contaminazioni localizzate nelle aree di pertinenza di quattro diversi insediamenti produttivi siti in Verdellino (anno 2010), ha presentato concentrazioni massime di Cromo esavalente nel biennio 2014-2015, interessando in modo limitato il territorio di Treviglio. Attualmente le concentrazioni sono in diminuzione grazie alla barriera idraulica operativa nel territorio di Ciserano e agli interventi di bioremediation attivati presso ciascuno dei siti interessati.

Nel documento Comune di Treviglio (pagine 75-80)