L’integrazione regionale e il commercio sud sud
7.3. Integrazione regionale in Africa del Nord e opportunità nell’Africa settentrionale
Sia dato il fatto che la diversità di dotazioni in Nord Africa rappresenta un'importante occasione di ulteriore sviluppo attraverso l'integrazione.
La Tunisia, il Marocco e l'Egitto hanno un forte settore privato, ma limitati dal punto di vista delle risorse finanziarie. La Libia e l'Algeria hanno un'eccedenza di capitali e grandi mercati di beni e servizi, nonché delle eventuali opportunità di lavoro per i migranti. La possibilità di reciproci vantaggi attraverso investimenti transfrontalieri e gli scambi commerciali tra i due gruppi di paesi sono potenzialmente affrontabili.
Posto il fatto che, come analizzato, nell’Africa del nord l'integrazione regionale è alquanto limitata, il livello del commercio intra-regionale in Africa del Nord è stato il più basso di qualsiasi altra regione del mondo, e il costo economico di questa mancanza di integrazione è stato calcolato in circa 2 a 3 per cento del PIL.
Diversi fattori storici hanno limitato la portata di un’integrazione regionale in Africa del nord: da ricordare le problematiche di protezione e la mancanza di volontà politica. Nel 1994 si è assistito alla chiusura delle frontiere e ad una divisione in due blocchi contrapposti del nord Africa. Queste due aree geografiche risultano estremamente complesse dal punto di vista dei collegamenti, e limitative verso eventuali e potenziali iniziative commerciali e
8 Ibid. pp. 18-20.
9 Il cumulo dell’origine è rilevante poiché, permettendo di localizzare le diverse fasi di un processo produttivo in diversi stati appartenenti a una regione, promuove le relazioni produttive tra i paesi di quella regione. All’apparenza puramente tecnica, la Convenzione offre perciò un grande potenziale per il progresso dell’integrazione economica nella regione. Ibidem.
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di investimenti diretti tra i due paesi interessati, oltre che per il transito delle merci e dei servizi attraverso le frontiere.
La politica del posto è da marchiare come sporadica e inconcludente verso un eventuale sostegno per l'integrazione regionale in Africa del Nord. L'Unione del Maghreb arabo (UMA) include tutti e sei i paesi, ad eccezione dell'Egitto, che appartiene però al mercato comune per l'Africa orientale e australe (COMESA). La Comunità di stati Sahel-sahariana (CEN-SAD) comprende tutti i paesi tranne l'Algeria. UMA e CEN-SAD hanno sviluppato una graduale programmazione a lungo termine per raggiungere la piena integrazione economica, che ancora non si è tradotta in riforme pratiche. Infatti, questi programmi sono un pallido riferimento alle politiche nazionali, e poco è stato fatto nella ratifica gli accordi regionali.
Nonostante i benefici di questi accordi commerciali che si sovrappongono, tali negoziati provocano un arresto alla crescita del commercio all'interno della regione, per la presenza di regole complesse di origine, da cui ne è conseguito un aumento dei costi di transazione. Inoltre, il forte legame con il mercato europeo ha contribuito a formare la creazione di una struttura industriale basata sulle esportazioni verso l’Unione Europea, con la conseguente tendenza di diminuzione delle attenzioni alle iniziative regionali verso i paesi del Nord Africa.
Più recentemente, l'Egitto, il Marocco e la Tunisia hanno firmato determinati accordi nel quadro della politica europea che comprendono, tra le altre cose, l'adozione internazionale, delle norme prudenziali per banche e assicurazioni, armonizzazione e convergenza verso le norme sanitarie e fitosanitarie di matrice comunitaria. La progressiva adozione da parte dei singoli paesi delle normative dell’Unione Europea, se estesa a tutti i paesi della regione, per l'armonizzazione delle norme tra i paesi del Nord Africa sulla base di norme internazionali, potrebbe favorire una maggiore integrazione economica.
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L'esperienza comune di una maggiore apertura dei sistemi politici potrebbe rafforzare la collaborazione tra i paesi su questioni economiche, e i governi potrebbero riconoscere l'apertura e integrazione regionale tra le più efficaci strategie per favorire lo sviluppo. In alternativa, in alcuni paesi sarebbe possibile adottare una politica economica di tipo protezionistico e garantistico verso una controllo finanziario sempre più marcato.
La zona del Nord Africa è stata oggetto di numerosi studi effettuati da importanti esperti del settore dell'energia, degli investimenti, settore finanziario, degli scambi e dei trasporti, dello sviluppo umano e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Le indagini e gli esami che ne sono derivati hanno focalizzato l’attenzione su eventuali e potenziali opportunità per questa zona10.
Lo sviluppo di un mercato integrato dell'energia, contribuirebbe ad una crescita della domanda di energia elettrica e, inoltre, lo sfruttamento delle risorse energetiche nella regione favorirebbe la capitalizzazione di nuove tecnologie energetiche e contribuirebbe ad alimentare i requisiti finanziari e tecnici per un settore energetico ampiamente soddisfacente in tutto il Nord Africa.
Da una progressiva integrazione regionale dei paesi del Nord Africa deriverebbe una protezione e valorizzazione del patrimonio naturale. Tale integrazione, inoltre, potrebbe anche migliorare le disposizioni esistenti per contrastare il cambiamento climatico e preservare l'ambiente per rafforzare la cooperazione regionale, la riduzione delle barriere per lo sviluppo di mercato delle energie rinnovabili (eolica e solare in particolare le risorse), e migliorare capacità e livello regionale mirata degli investimenti in infrastrutture per la fornitura di energia.
Dal punto di vista prettamente finanziario, invece, una integrazione potrebbe apportare significativo sviluppo della competitività tra i vari paesi. Dagli studi
10 E. Santi, W. Shaw, S. B. Romdhane, Unlocking Noth Africa’s Pontential through Regional Integration: Challenges and Opportunities, African Development Bank Group, Tunis-Belvedere, June 2012, pp. 24-171.
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effettuati emergono come prioritari interventi di rafforzamento delle infrastrutture finanziarie, di armonizzazione delle politiche di regolamentazione, e, soprattutto, di rimozione degli elementi ostativi alle attività transfrontaliere, in particolare il controllo degli scambi tra i paesi del Nord Africa.
E’ possibile apportare evidenti miglioramenti anche promuovendo la riduzione del formale e informale le barriere commerciali tra i paesi del Nord Africa, col fine principale di agevolazione degli scambi commerciali, che possono essere potenziati con l'adozione di un approccio regionale di assistenza tecnica. Per quanto concerne il commercio transfrontaliero, è necessario intervenire in maniera massiccia in termini di supporto e miglioramento delle reti stradali e il rafforzamento dei servizi portuali.
Gli effetti che deriverebbero da una equilibrata cooperazione regionale e una gestibile integrazione possono riassumersi nella prospettiva futura di poter affrontare progressivamente la questione della disoccupazione giovanile, attraverso un marcato adeguamento dei sistemi di istruzione alle esigenze del mercato e alla creazione di efficienti reti di sicurezza sociale. E’ necessario pertanto dare avvio a una promozione e un’attuazione di programmi di riforma per affrontare queste sfide, che potrebbe trarre vantaggio dalla cooperazione regionale per condividere le lezioni e le esperienze in materia di politica sociale.
Infine, il miglioramento del quadro normativo per la rapida crescita settore dell’ ICT (Information and Communication Technology), chiave di volta dello sviluppo economico, potrebbe aumentare la competitività in tutta la regione. E’ dato il caso che l’Africa Settentrionale presenti notevoli potenzialità di ulteriore crescita del settore, in quanto si assiste ad una progressiva crescita della domanda di servizi ICT, eventuale disponibilità di personale qualificato, e la presenza delle multinazionali con la tecnologia avanzata.
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Un’ integrazione regionale ben gestita apporterebbe armonia nel mercato delle imprese e equiparazione tra norme e regole tecniche, con un efficiente scambio di esperienze tra i paesi del Nord Africa.
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