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La privatizzazione e le Piccole Medie Imprese

5.11. Percentuale delle imprese del Libano con meno di 5 addetti suddivise per settori

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imprese libanesi come dimostra, infatti, l’elevata presenta tra gli addetti dei giovani componenti delle famiglie degli imprenditori26.

I problemi principali che le imprese libanesi hanno incontrato sono principalmente riconducibili all’inadeguatezza del sistema di erogazione di energia elettrica e di acqua, all’assenza di reti comunicazione telefonica, all’assenza di servizi reali governativi, alla difficoltà di accedere al credito e all’aumento dell’affitto dei locali. Per quanto concerne l’accesso al credito, i tassi di interesse nel paese sono nel complesso alti, circa il 13-14%; per ovviare a tale criticità anche in Libano si ricorre al mercato informale. Nella fase di commercializzazione dei prodotti, invece, le imprese hanno incontrato sempre maggiore difficoltà nell’inserire nei mercati ti propri prodotti. Le difficoltà derivano principalmente dall’elevata concorrenza proveniente dall’estero e dalla ristrettezza dei mercati locali. Salvo una piccola aliquota, inoltre, la maggior parte delle imprese ha difficoltà ad accedere al mercato estero e mai direttamente. In particolare nel settore delle borse e delle calzature la competizione dei prodotti italiani, francesi e spagnoli è molto forte ed in crescita, in seguito agli abbattimenti delle barriere tariffarie imposti dal governo su questi prodotti. I produttori libanesi percepiscono questa politica come una mancanza di protezione dei settori più tradizionali e maggiormente in crisi. La lotta alla concorrenza straniera viene combattuta attraverso un continuo aggiornamento con l’obiettivo di copiare il design dei modelli occidentali e attrarre quindi il cliente locale, oltre che la continua ricerca della diversificazione dell’offerta. Tale percorso ha richiesto però alle imprese ingenti capitali, sia per la necessità di avere più spazio a disposizione sia per modernizzare i laboratori, implicando una maggiore esposizione finanziaria nei confronti delle banche.

26

Labaki B., Industrie et Societe Urbaine. Le cas de l’agglomeration beyrouthine, dattiloscritto, Cermoc, Beirut, Libano.

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5.3.8. Israele

La politica economica israeliana è stata in passato condizionata dagli eventi bellici che hanno coinvolto il paese e hanno aggravato alcune deficienze strutturali. A partire dagli anni Ottanta sono stati avviati alcuni programmi per sostenere l’economia nazionale, in particolare il Piano di Stabilizzazione per uno snellimento dell’apparato burocratico statale; il Programma di privatizzazione che, lanciato nel 1986, ha coinvolto una vasta gamma di aziende pubbliche; la Riforma economica, incentrata sulla liberalizzazione del mercato e degli investimenti.

Una peculiarità tipica dell’economia israeliana è la sua essenza duale: da una parte vi sono le imprese israeliane, orientate verso le produzioni high- tech, dall’altra le imprese arabo-israeliane, orientate verso i settori tessile ed edilizio27. Queste differenze ben segnate nel tessuto economico israeliano riusciranno ad affievolirsi solamente in caso di integrazione dell’economia araba con quella israeliana, anche se la differenza tra le due etnie rimane notevolmente marcata28.

L’attenzione delle istituzioni nei confronti delle piccole imprese del paese è cresciuta negli ultimi anni: sono stati definiti, infatti, numerosi programmi e schemi di agevolazioni da parte delle università per riuscire a incentivare la creazione di posti di lavoro e l’ampliamento dei confini delle aziende. Nelle imprese arabo-israeliane i maggiori ostacoli si concentrano nello scarso sviluppo delle infrastrutture e del livello delle imprese industriali. Inoltre queste imprese sono penalizzate anche dallo scarso livello di preparazione degli imprenditori, vista la bassa qualità del sistema scolastico e la conseguente limitata preparazione professionale. Un altro limite dell’aliquota araba delle imprese è legato all’insufficiente capacità di

27

CNEL, VI Rapporto sul Mediterraneo, cit., p. 242.

28 Y. Gradus, E. Razin, S. Krakover, The Industrial Geography of Israel, Routledge, Londra e New York, 1993, p. 141-144.

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assorbimento della manodopera in cerca di occupazione, dimostrando un elevato rapporto di dipendenza con le più moderne imprese israeliane29.

5.3.9. Autorità Nazionale Palestinese

Nell’analisi dell’ANP si considera la situazione nei territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. La struttura della sua economia è sicuramente influenzata dalla situazione di crisi politica che coinvolge tuttora il Medio Oriente; inoltre, secondo le stime dell’Economic Intelligence Unit, è stimato che il miglioramento dell’industria e dell’economia in generale sia dipendente dagli sviluppi del processo di pace30. L’economia palestinese ha mostrato dei segnali di ripresa nel 1998 grazie ad una forte crescita dell’occupazione in Israele, che ha determinato un aumento della domanda di beni di consumo, un aumento dell’occupazione interna e una riduzione del tasso di disoccupazione. Le imprese manifatturiere palestinesi sono insediate principalmente nella Cisgiordania (circa il 70%), mentre la striscia di Gaza ospita il 30% delle PIM31. Tra le due aree però non emergono grosse differenze nel tipo di specializzazione: infatti, in entrambe sono presenti imprese dei medesimi settori dell’industria manifatturiera, con il tessile e l’abbigliamento che rappresentano la maggiore fonte di occupazione. Quest’ultimo impiegava alla fine degli anni Novanta il 37% e il 18% del totale della manodopera industriale rispettivamente a Gaza e in Cisgiordania32. In tutti i settori prevalgono le imprese caratterizzate da un numero molto ridotto di addetti: circa il 90% delle PMI locali ha meno di 10 addetti.

29 N. Jerys, Small Scale Enterprises in Arab Villages. A case study from the Galilee region in Israel, Geografiska Regionstudier, Nr. 22, Kultutgeografiska Institutionen vid Uppsala Universitet, 1990, p. 75.

30 È stato stimato dalla Banca Mondiale che il costo dei blocchi operati da parte degli israeliani è di circa 2,8 miliardi di dollari, l’equivalente dell’80% del Pil di un anno. EIU, Israel & The Occupied Territories, Londra, 1997-98, p. 54.

31

A. K. Bakir, Industrial Development and Policies in the West Bank and Gaza, in G. Abed (a cura di) “The Palestinian Economy”, Routledge, Londra e New York, 1998, p. 169.

32

I dati non tengon conto del settore informale. A. Mansour, B. Destremau, Palestine and Israel: Subcontracting Relations in the Garment Industry, Palestine Economic Research Institute, 1997, p. 41.

95 Settori

Addetti Cisgiordania

(Perc.) Addetti Gaza (Perc.)

1-4 5-9 1-4 5-9 Alimentare 11,9 4,0 11,8 1,9 Tessile 4,1 0,5 2,5 0,8 Abbigliamento 7,0 3,1 10,9 7,3 Prodotti in pelle 5,2 1,9 0,8 0,2 Prodotti in legno 6,1 0,5 7,0 1,0 Prodotti di metalli lavorati 21,6 1,0 19,8 2,0

5.12 Distribuzione delle imprese per numero addetti e settori in Cisgiordania e nella striscia