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Intensità relazioni con laboratori pubblic

3. Aspetti finanziar

3.2 Intensità del vincolo finanziario

Attualmente è molto complicato cercare fondi in Sophia Antipolis a causa delle conseguenze della bolla di internet del 2000 in quanto molti operatori di capitale di rischio avevano investito nelle imprese del parco alla fine degli anni ’90 ma con lo scoppio della bolla, gli effetti sono stati disastrosi ed hanno provocato il fallimento di tali imprese e dunque la perdita del denaro investito. L’unico modo per ottenere capitali a finanziamento di progetti innovativi, è quello di creare spin-off di diretta dipendenza da importanti laboratori di ricerca pubblica come l’istituto INRIA.

Le imprese hanno visto i loro fondi propri diminuire nel corso del tempo. Essi corrispondono alle risorse a lungo termine che gli azionisti o i proprietari dell’impresa

mobilizzano per finanziare la gestione dell’impresa stessa: capitale, conti correnti e riserve.

In seguito alle analisi effettuate in loco, è risultato evidente che le imprese del settore preso in esame, quello dell’information technology, danno poca importanza alle relazioni finanziarie, quindi in questa realtà di cluster scientifico, l’aspetto finanziario passa in secondo piano rispetto ad altre tipologie di collaborazioni. La causa di questa scarsa rilevanza è rintracciabile soprattutto nel rifiuto da parte di finanziatori di sostenere economicamente un settore così innovativo e quindi altamente incerto. I risultati individuati testimoniano che l’appartenenza delle imprese ad un parco non è di per sé garanzia di successo per ogni nuova iniziativa.

L'insuccesso di molti casi, all’interno del parco, trova molteplici origini, quali: le motivazioni di natura politica dell'iniziativa, il locale sostegno tecnologico, la scarsa disponibilità di risorse pubbliche per l’investimento, le finalità infrastrutturali più che di sviluppo di rapporti interaziendali. Il successo di tali operazioni dipende da fattori che attengono alla cultura, alla storia, all’ambiente sociale ed economico. Vi sono configurazioni territoriali che meglio di altre sono predisposte ad accogliere l’innovazione e che possono beneficiare delle esternalità tecnologiche create dai parchi. Si evidenziano tre gruppi di fattori relativi al territorio (e quindi esogeni al parco stesso) che possono essere identificati come condizioni predisponenti al successo del parco stesso:

 La presenza di strutture universitarie e centri di ricerca tecnologica di livello elevato. Ciò non soltanto favorisce i processi di diffusione della conoscenza, ma conferisce alle aree dotate di queste strutture la potenzialità di attrarre altre imprese innovative, in conseguenza dell’ampia offerta di ricercatori e tecnici altamente qualificati (il cosiddetto segmento specializzato della mano d’opera);  La disponibilità di capitale (venture capital) da investire in attività innovative,

relativamente più rischiose delle altre e a redditività differita nel tempo;

 Un efficiente sistema di infrastrutture (autostradali, aeroportuali, di telecomunicazione).

Abbiamo visto come la seconda condizione sia poco rilevante a Sophia Antipolis ma essa è caratterizzata dall’integrazione di altri fattori che sono in grado di attrarre le

imprese e le risorse dall’esterno e che permettono al sistema di alimentarsi e di accrescere la propria capacità di attrazione nei confronti di imprese nazionali ed internazionali.

La maggior parte delle aziende intervistate ha ammesso di non dare particolare rilevanza alle collaborazioni finanziarie, come ho illustrato nel grafico precedente, in quanto vista la forte presenza nel parco di laboratori di imprese, che hanno sede altrove, i finanziamenti provengono principalmente dalle case madri. Nel parco c’è la possibilità di reperire supporto finanziario, poiché ci sono organismi che esercitano questa attività, però per i motivi sopra riportati può accadere che si rifiutino di concedere tale aiuto. Possiamo dunque parlare di una potenzialità non sfruttata concretamente. Si evidenzia, però come il vincolo finanziario, nonostante quanto appena detto, non rappresenti un fattore di ostacolo allo sviluppo attuale delle imprese considerate, visto che gli investimenti in R&S sono aumentati negli ultimi tre anni e ci sono previsioni future positive. Ciò è stato confermato anche dalla risposta alla domanda del questionario orientata sul valore dei risultati finali nel caso in cui avessero operato al di fuori di Sophia Antipolis, il 90% delle imprese ha risposto che in tal caso i risultati sarebbero stati inferiori: ciò indica che nonostante le potenzialità non ancora ben consolidate, le imprese traggono beneficio dall’appartenere ad un cluster.

0% 20% 40% 60% 80% 100% Inferiori Leggermente inferiori Leggermente superiori Superiori Come sarebbero stati i vostri risultati finali, operando fuori da

Sophia Antipolis, rispetto a quelli attuali?

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Considerazioni finali

Sophia Antipolis è un motore di sviluppo territoriale caratterizzato da dimensioni scientifiche, industriali e socio-economiche.

La qualità della vita è un aspetto essenziale della Costa Azzurra in generale e di Sophia Antipolis in particolare. Ciò ha tre implicazioni:

 L’attrattività del territorio grazie alla quale si è costituito l’attuale potenziale tecnologico che ha permesso di attrarre leader industriali e scientifici senza i quali non si sarebbe posizionato così efficacemente nella competizione internazionale;

 L’utopia originale di Sophia Antipolis “vivere e lavorare” è tuttora presente e costituisce la specificità del parco che deve essere in grado di integrare le evoluzioni socio-economiche;

 Il “saper fare”, ossia le capacità di ricercatori ed ingegneri deve seguire un processo dinamico in quanto soprattutto da esso dipende la crescita del parco.

La tecnopoli è un territorio di innovazione su mercati specifici, soprattutto per quanto riguarda il settore high-tech, a livello mondiale in quanto è un luogo di valutazioni, sperimentazione di pratiche, di gestioni e di sistemi complessi. Deve mantenere questo livello globale di tecnopoli che “sa e fa sapere” attraverso l’integrazione trasversale di progetti e competenze.

La strategia di Sophia Antipolis deve inserirsi in una visione consolidata della dinamica di sviluppo della Costa Azzurra, come dimostra la costituzione di otto poli di competitività che la caratterizzano. La crescita, che il parco genera, alimenta indirettamente gli impieghi di tutto il territorio e la forza del settore high-tech si estende al di là delle frontiere fisiche (es. IBM, Thales Alenia Space,..), così come le competenze altamente qualificate.

Il settore dell’information tecnology del parco ha molte potenzialità che sta graduatamente sviluppando per essere sempre più riconosciuto a livello mondiale. Questo cluster è internazionalmente credibile per le sue caratteristiche:

 Alto livello tecnologico supportato soprattutto dal principale centro di ricerche del parco, INRIA;

 Catena di valori completi ed equilibrati nella microelettronica, nelle telecomunicazioni e nei software;

 Capacità normativa internazionale (importanza degli organismi ETSI e W3C);

 Forte capacità di integrazione dei diversi cluster per un migliore sviluppo locale ed internazionale.

Nonostante ciò, il parco ha delle debolezze che minacciano la vita delle sue aziende, come abbiamo potuto verificare con l’indice di perennità, nei paragrafi precedenti:

 Un potenziale di formazione elevato ma lontano dai bisogni delle imprese;

 Un potenziale di R&S pubblico e privato in ritardo rispetto allo sviluppo del parco ed al suo riferimento internazionale, soprattutto dovuto alle scarse interazioni con le imprese, ad eccezione di INRIA;

 Una dinamica interna ancora insufficiente in termini di combinazione di competenze per una buona valorizzazione del potenziale di innovazione;  Una fragilità strutturale che si traduce in una stagnazione inquietante dei

bilanci e degli impieghi, ad eccezione delle sole due “locomotive del parco”, Amadeus e Texas Instruments;

 I poli di competitività non hanno apportato al territorio la dinamica di crescita attesa. Questo dipende principalmente da tre fenomeni:

1. Se i poli hanno il merito di aver favorito l’incontro tra gli attori, c’è da dire che sono stati maggiormente abili ad agevolare le grandi imprese a discapito delle PMI e della dimensione collaborativa;

2. I poli, attraverso i finanziamenti, hanno incentivato la crescita economica immediata, cioè l’innovazione a breve termine anziché la produzione di progetti sia di sviluppo che di ricerca;

3. I poli non hanno ancora creato una dinamica ancorata al territorio ed il potenziale di innovazione è meno

sviluppato di quello che sembra visto che solo un progetto su cento ha caratteristiche adeguate.

Per rimediare a queste mancanze occorre che il cluster persegua una duplice ambizione: 1. Esogena: conservare la sua attrattività esterna e sviluppare rapidamente una

nuova iniziativa che rivendichi la posizione industriale del parco;

2. Endogena: alimentare la crescita e gli impieghi, sviluppando un programma scientifico ed a livello mondiale.

Il potenziale di sviluppo di Sophia Antipolis è un fattore fondamentale per una strategia di crescita coerente, ma questo saper fare non è ancora stato applicato correttamente al territorio. Una delle ragioni di questo paradosso deriva dal fatto che la massa di tecnologia, sul territorio, è stata portata dall’implementazione di gruppi industriali o dalle performance delle PMI.

Due sono gli obiettivi necessari:

1. Visto che Sophia Antipolis attira molti giovani talenti che arricchiscono la materia grigia del parco attraverso una crescita eccezionale di intelligenza, immaginazione e creatività, occorre un rafforzamento urgente a supporto della catena imprenditoriale innovativa, con i suoi diversi componenti che sono finanziari, giuridici, scientifici o industriali.

2. Lo sviluppo di OIN Plaine, cioè di un software, open source, a supporto dell’innovazione e che permette di ridurre i costi, migliorare la funzionalità e spronare nuove industrie. Esso permette di promuovere l’interdipendenza necessaria tra le abilità del saper fare e le loro applicazioni sul territorio.

Il parco dovrebbe migliorare le sue prestazioni per raggiungere gli stessi tassi di creazione di start-up dell'America. Bisogna puntare su una maggiore flessibilità nell'utilizzo degli aiuti di Stato, in modo da poter intervenire con facilità in caso il mercato vivesse un momento di crisi, o nel caso in cui si dovessero supportare aziende situate in zone dotate di scarsi finanziamenti strutturali.

Un aspetto fondamentale che caratterizza il parco è la debolezza degli investimenti unita ad una struttura finanziaria delle imprese relativamente fragile. Il tasso di investimento delle imprese è in ritardo di cinque punti percentuali rispetto alla media nazionale e ciò si riflette, in termini di rischio, sulla produttività e sulla competitività delle imprese.

Tutto ciò avviene con il supporto di una situazione finanziaria delle imprese che tende a degradarsi con un deterioramento della capitalizzazione ed un indebitamento sempre più pesante.

All. N. 1

UNIVERSITA’ DI PISA