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6. Sesto Capitolo – Commento alla traduzione

6.10. Interiezioni

L’oggetto di questa tesi è il doppiaggio di una serie tv e trattandosi di dialoghi informali sono presenti molte interiezioni. Si è cercato di tradurle con interiezioni

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tipiche dell’italiano. Per alcune di queste è stato scelto più di un traducente in base al contesto. A seguire è possibile trovare una tabella riassuntiva delle proposte di traduzione delle interiezioni presenti nei dialoghi.

Termine originale Proposta di traduzione

Oh - Oh - Ah - Dai - Ehi - Uh - Mmh Uh -Uh Ah -Ah Ow -Uh Shhh -Sst Erm/Er -Ehm Um -Ehm -Eh Argh -Uff -Ehi -Aaahh Mmm -Mmm Whoo -Aaah Phhh -Pfffhhh Hey -Ehi Pfff -Uff Weh-hey -Eeeh Agh -Aah -Ahi Yay -Evvai Shush -Sssh Wow -Wow

Per concludere questo capitolo di commento alla traduzione si può dire che non sempre è possibile usare la stessa strategia traduttiva per lo stesso aspetto linguistico. Bisogna adattare le scelte traduttive al contesto in cui un determinato elemento viene utilizzato e di conseguenza capire qual è la strategia di traduzione

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migliore al fine di mantenere anche in traduzione lo stesso effetto creato dall’autore originale dell’opera.

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Conclusioni

Proposta di adattamento dei dialoghi originali della serie TV My Mad Fat Diary per il doppiaggio.

Il lavoro è cominciato trascrivendo i dialoghi originali dei primi due episodi, che sono poi stati tradotti e adattati. Il fulcro centrale della tesi, infatti, è proprio la proposta di traduzione e la relativa analisi.

Il linguaggio del testo originale è fortemente caratterizzato da una varietà di inglese molto connotata e ricca di slang, tipica dei giovani. Nel caso dei termini informali si è tentato di mantenere lo stesso stile e registro linguistico, cercando di mantenere la conversazione colloquiale.

Per quanto riguarda le espressioni e i termini slang si sono scelti, invece, traducenti che fanno parte del linguaggio dei giovani italiani e che hanno pressappoco lo stesso valore degli elementi originali. In generale si può dire che è stato abbastanza semplice mantenere il dialogo informale e colloquiale, in quanto questi elementi non hanno costituito una difficoltà traduttiva insormontabile.

Le difficoltà maggiori sono emerse quando si è trattato di tradurre i termini e le espressioni regionali. In questo caso non è stato possibile mantenere la caratterizzazione geografica del dialogo. Si è scelto di non tradurre i regionalismi inglesi con termini ripresi dai dialetti italiani, innanzitutto perché non vi è una corrispondenza tra il dialetto del nord dell’Inghilterra e un qualsiasi dialetto italiano. Il problema sarebbe stato, dunque, quello di scegliere, appunto, una varietà regionale della nostra lingua da usare in traduzione. Questa scelta, però, avrebbe portato inevitabilmente a caratterizzare i personaggi in modo sbagliato, sicuramente diverso da quello pensato dagli autori originali, e poco compatibile con la cornice anglosassone riprodotta nel codice visivo del prodotto.

Per questo motivo, la strategia adottata è stata quella di eliminare, necessariamente, la caratterizzazione regionale e scegliere come traducenti termini ed espressioni informali così da non alterare, quantomeno, lo stile della conversazione. Infatti, l’uso dei termini regionali nell’originale imprime alla conversazione un tono colloquiale, che ho cercato di mantenere anche in traduzione, ricorrendo a elementi diversi, anche se, purtroppo, non è sempre stato possibile utilizzare lo stesso livello di colloquialità.

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Altri elementi che hanno rappresentato un ostacolo traduttivo sono i culturemi, ovvero quegli elementi tipici di una cultura, che non sono sempre necessariamente identificabili e comprensibili per gli spettatori della cultura di arrivo. In questo caso sono state scelte soluzioni diverse in base ai casi che si sono presentati, soprattutto in relazione al grado di notorietà dei riferimenti.

Altri elementi interessanti, presenti nel testo originale, sono i modi di dire e le espressioni idiomatiche. Come traducenti per questi elementi sono stati scelti le espressioni e i modi di dire italiani corrispondenti a quelli inglesi.

Tutti gli elementi linguistici fino ad adesso riassunti hanno creato qualche difficoltà traduttiva. Infatti, durante il processo di stesura della tesi ho apportato diverse modifiche alla traduzione, in quanto non sempre è stato semplice trovare i traducenti adatti e durante la fase di analisi del testo tradotto alcune scelte si sono rivelate più adatte rispetto a quelle che erano state adottate precedentemente.

Alcuni elementi del testo originale, invece, sono stati mantenuti invariati senza il bisogno di trovare necessariamente un traducente. Tra questi elementi troviamo le unità di misura, le valute e i nomi propri.

La traduzione è stata influenzata, per alcuni aspetti, anche dal pubblico a cui la serie è indirizzata. My Mad Fat Diary ha come destinatari gli adolescenti e per questo motivo molti elementi, come detto poco fa, sono stati lasciati in lingua originale, in quanto si ritiene che, data la maturità del pubblico, quest’ultimo sia in grado di comprenderli. Si sceglie, dunque, di dare fiducia allo spettatore e alle sue conoscenze.

Inoltre, trattandosi di una proposta di traduzione per il doppiaggio, si è cercato di tenere conto, in modo prioritario, del lip-sync. La traduzione, dunque, è stata condizionata dai movimenti delle labbra degli attori originali.

L’obiettivo principale durante la fase di traduzione è stato tuttavia quello di rimanere il più vicini possibile all’intento originale del testo, cercando di mantenerne lo stile linguistico e di dare risalto all’ambientazione britannica veicolata dai culturemi.

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