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2.DALLE FEDERAZIONI TRANSNAZIONALI AI PARTITI POLITICI EUROPE

3.2 INTERPRETARE L’EUROSCETTICISMO

L'interpretazione del concetto ''euroscetticismo'' è complesso per diversi motivi. La prima definizione dell‟euroscetticismo risale al contributo del 1998 di Paul Taggart, il quale parla di un fenomeno ampio che comprende ogni forma di opposizione al progetto europeo. In particolare Taggart opera una distinzione tra tre tipi di euroscetticismo.

- Il primo tipo è quello basato sull‟opposizione totale all‟idea di integrazione europea in sé, e di conseguenza anche all‟UE.

oppongono all‟integrazione europea in linea di principio, ma sono scettici che l‟UE sia la migliore forma di integrazione, in quanto troppo inclusiva: in pratica accusano l‟UE di obbligare elementi tra di loro incompatibili a una sorta di convivenza forzata.

- Il terzo tipo sono coloro che si definiscono scettici verso l‟Unione perché l‟accusano di essere eccessivamente esclusiva, e in questa categoria rientrano i partiti di estrema sinistra, ritenendo appunto che l'Unione escluda dal suo recinto le regioni più povere del mondo e non accolga gli interessi delle classe lavorativa internazionale (Taggart 1998).

Sempre grazie ai modelli di Taggart si può comporre una definizione di euroscetticismo anche a livello partitico, analizzando di come i diversi partiti degli Stati membri hanno politicizzato nel tempo le varie ''issue'' dell‟integrazione europea e del rapporto tra gli Stati nazionali e l‟UE, suddividendoli in 4 forme di partiti euroscettici:

- Partiti euroscettici single- issue: che basano il loro programma politico unicamente sull‟opposizione all‟integrazione europea. Fanno parte di questo modello il “Movimento Popolare contro l‟UE” in Danimarca, e soprattutto United Kingdom Independence Party .

- Partiti di protesta con elementi di euroscetticismo: Gli viene attribuita una posizione antiUE in aggiunta al loro atteggiamento di protesta contro i partiti mainstream e il sistema politico nazionale di cui fanno parte. Taggart raggruppa in questa categoria il Parti Communiste Français (PCF) e il partito dei Verdi svedesi, evidenziando come maggiormente, siano proprio i partiti periferici rispetto al sistema politico nazionale ad assumere tratti euroscettici.- Partiti mainstream con posizioni euroscettiche: Sono quei partiti stabilmente al governo che si attribuiscono posizioni euroscettiche. Può essere citato il partito nazionalista e conservatore del Primo ministro ungherese Viktor Orbàn, Fidesz “Unione Civica Ungherese”, come anche il “Partito Democratico Civico” in Repubblica Ceca, fondato dall‟ex primo ministro e presidente della Repubblica Vàclav Klaus. - Le fazioni euroscettiche: non sono partiti, ma correnti o settori che si muovono interno di essi che assumono una posizione euroscettica nonostante il partito stesso sia a favorele all‟UE e al processo di integrazione. Il caso più evidente è quello dell‟ala più euroscettica del Partito Conservatore

britannico. L‟euroscetticismo può dunque assumere diversi connotati a seconda della natura del partito considerato, motivo per cui viene definito fenomeno ''multidimensionale'', ma esiste anche una classificazione in base all‟intensità dell‟opposizione all‟UE (Viviani 2010). A questo proposito è stata introdotta nel dibattito accademico una separazione teorica tra euroscetticismo “duro” (hard) e “morbido” (soft): - L‟euroscetticismo in versione “dura” consiste in una opposizione di principio all‟Unione Europea e all‟integrazione europea, come accade per quei partiti che chiedono il ritiro del proprio Stato dall‟UE o contrastano con forza il progetto unitario.

- L‟euroscetticismo in versione “morbida” si presenta come una opposizione meno dura, rivolta soltanto ad alcune policies specifiche dell‟UE, come la PAC o la politica sull‟immigrazione, che sarebbero in contrasto con l‟interesse nazionale (Taggart e Szczerbiak 2002). Spostando la focalizzazione dai partiti ai cittadini degli Stati membri, è possibile introdurre un ulteriore schema, che parte dall‟analisi dei motivi che sottendono all‟atteggiamento euroscettico a livello non più di gruppo politico bensì individuale. La seguente divisione dei cittadini euroscettici in gruppi, che si potrebbe definire “motivazionale”, prevede quattro principali tipi di euroscetticismo, così classificati (Cerniglia 2013) : - Un euroscetticismo basato su un calcolo utilitaristico da parte dei cittadini che valutano l‟Unione sulla base di un‟analisi di costi e benefici dell‟appartenenza ad essa: ad esempio, per la moneta unica, considerando i vantaggi e gli svantaggi che essa ha determinato per la loro vita quotidiana. Prendendo come esempio il nostro paese, la sfiducia verso l'Ue non sembra però creare dubbi sull'adesione dell'Italia alla moneta unica: per il sondaggio Demos & Pi il 49% degli italiani si dice infatti per nulla d'accordo con l'idea di uscire dall'Euro per tornare alla Lira, cui si aggiunge un 19% che dichiara di essere poco d'accordo, dimostrando come una grande maggioranza guardi all'uscita dell'Euro come a un periolo. I favorevoli risultano comunque essere circa un terzo degli intervistati. Distinguendo gli elettori italiani in tre categorie, ovvero ''europeisti'', ''euroscettici'' e ''anti-europei'', risulta come gli eurocritici o euroscettici siano la tipologia maggioritaria (44%) a fronte di europeisti e anti-europeisti percentualmente pressocchè equivalenti. Dividendo il dato per orientamento politico, appare come i più europeisti siano gli

elettori di SEL (42%) seguiti da Nuovo Centrodestra (39%) e PD (37%); i più anti-europei risultano essere invece ampiamente i leghisti (53%), con a distanza gli elettori del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia (37% di anti-europei). L'area composta da indecisi e astenuti appare largamente euroscettica, con gli anti-europei che prevalgono sugli europeisti, mostranso come campagna critica verso l'Unione possa risultare probabilmente di maggiore successo rispetto ad un approccio europeista.

Fonte: Sondaggio Demos & PI, Febbraio 2014 (in base a 1060 casi)

- Un altro tipo di euroscetticismo che trae origine dal forte riferimento ai concetti di sovranità e identità nazionale: i cittadini vedono l‟UE soltanto come un facilitatore della cooperazione economica, che non deve invadere il campo dello Stato nelle sue competenze più essenziali e simboliche (politica fiscale, politica dell‟immigrazione, ecc.).

- Un atteggiamento di sfiducia nell‟ ''Europa dei burocrati'', che nasce dal sentimento di distanza dalle decisioni prese in ambito europeo e dalla preoccupazione per il deficit democratico delle istituzioni comunitarie.-Un euroscetticismo puramente ideologico, per cui ad esempio cittadini con un orientamento politico socialdemocratico non vedono di buon occhio l‟ispirazione neoliberista dell‟Unione Europea. Una volta presentato l‟euroscetticismo sia dal punto di vista dei partiti politici sia da quello dei cittadini all‟interno degli Stati membri, due riflessioni appaiono necessarie (Beichelt 2004, Ignazi 2004, Kopecky 2002, Steenbergen 2002, Taggart 2002, Szczerbiak 2007).In primo luogo, emerge la natura multidimensionale del fenomeno, che con una metafora si potrebbe paragonare a un solido geometrico con molte facce: solo scomponendolo in diverse parti si può infatti riuscire a studiarne le caratteristiche e creare diverse classificazioni, le quali ad ogni modo con fatica riassumono la complessità del mondo euroscettico. In secondo luogo è importante osservare come l‟euroscetticismo sia un fenomeno politico trasversale al consueto spettro destra- sinistra in cui vengono inseriti i partiti nazionali. Come esistono euroscettici di estrema destra, infatti, esistono anche partiti anti-UE che si collocano a sinistra: è il caso da una parte della Lega Nord di Salvini o del Front National di Le Pen e dall‟altra dei Verdi svedesi o del Partito comunista francese. Una caratteristica che ha fatto ritenere a Paul Taggart che l‟euroscetticismo sia uno strumento strategico in mano ai partiti periferici per differenziarsi da quelli mainstream: così, nel ragionamento di Taggart, l'euroscetticismo diventa soprattutto un‟altra freccia all‟arco dei partiti populisti (Taggart 1998). Questa analisi si è rivelata poi superata nel tempo, visto che oggi sempre più partiti, anche quelli al governo o che si presentano agli elettori con ambizioni tali, hanno sviluppato un atteggiamento euroscettico che va oltre la volontà di differenziarsi dai partiti principali (Marone 2002). Resta il fatto che l‟euroscetticismo è ancora un fenomeno trasversale allo

spettro delle famiglie dei partiti degli Stati europei. Ciò può essere compreso soltanto dopo aver analizzato le varie cause della crescente affermazione del fenomeno.