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LE ORIGINI E L'EVOLUZIONE STORICA DELL'EUROSCETTICISMO Il termine “euroscetticismo” viene utilizzato per la prima volta nel 1985 in un articolo del

2.DALLE FEDERAZIONI TRANSNAZIONALI AI PARTITI POLITICI EUROPE

3.1 LE ORIGINI E L'EVOLUZIONE STORICA DELL'EUROSCETTICISMO Il termine “euroscetticismo” viene utilizzato per la prima volta nel 1985 in un articolo del

quotidiano inglese Times per “indicare specificatamente l‟avversione britannica al progetto europeo di integrazione politica'' (Cerniglia 2013), ma in un secondo momento la sua accezione comincia a includere tutti modelli di contestazione al progetto di integrazione europea da parte di attori politici interni ed esterni degli Stati europei. Il discorso nel 1988 dell'allora primo ministro britannico Margaret Thatcher segna un punto di svolta, infatti è “la prima leader nazionale a contestare apertamente la direzione in cui la Comunità stava procedendo” (Marone 2014). Nonostante ciò l'uso di una maggioranza qualificata al Consiglio di Roma (anzichè l'unanimita) consentì ai leader democratico-cristiani del PPE (in coalizione con i leader socialisti) di imporre la loro agenda forzando la mano alla riluttante Thatcher (Calossi 2011). Nelle sue memorie ricordò di aver sottostimato l'importanza del meeting del PPE: ''Cosa che io non sapevo era che,dietro le scene, gli italiani avevano dato l'assenso ad una proposta avanzata dalla Germania e sostenuta dai leader Democratico-Cristiani di diversi paesi europei, incontratisi in una precedente riunione del PPE'' (Hix 2002). In concreto, Paul Taggart, rammenta che l‟euroscetticismo procede di pari passo con l‟evoluzione del processo di integrazione europea, a partire soprattutto dal Trattato di Maastricht (Taggart 1998). Proprio con la firma di Maastricht (1992), abbiamo la nascita dell‟Unione Europea con la strutturata in tre pilastri, fissando i parametri per l‟adozione della moneta unica, e da questa la voce degli euroscettici divene sempre più forte. La Danimarca da sempre scettica, soprattutto per i rapporti privilegiati che aveva nell'area scandinava e con la Gran Bretagna riferisce delle difficoltà riscontrate nei referendum per la ratifica del Trattato, ma soprattutto in Francia, dove il “oui” ottiene soltanto il 51,0% dei voti espressi.Gli studi affermano che il ''principio di sussidiarietà'' venne visto come un principio troppo federalista (Strozzi e Mastroianni 2016). Si tratta di un incipit dell‟opinione pubblica europea, la quale con l‟intensificarsi del processo di integrazione sembra passare da un “permissive consensus” a un “constraining dissensus” nei

confronti delle élite politiche che si dedicano ai negoziati a Bruxelles.4 Fino al 1992 le élite

politiche avevano goduto di una opinione pubblica acritica e distaccata circa il dibattito sull‟integrazione europea, col Trattato di Maastricht, l'attenzione verso l‟Europa inizia ad essere veramente considerata dai i cittadini degli Stati membri, così anche per gli Stati dell‟Europa dell‟Est desiderosi di entrare a far parte del progetto europeo (Hooghe, Liesbet e Marks 2009). Il primo successo concreto che ottengono gli euroscettici è rappresentato dal rifiuto, nel 2005, del Trattato che adotta una Costituzione per l‟Europa da parte di Francia e Olanda.5

In quel momento i cittadini francesi e olandesi respingono in maggioranza il progetto di una Costituzione dell‟UE, in un certo senso mostrando il potenziale che la politicizzazione del tema europeo nascondeva. In Francia, ad esempio, quasi tutti i partiti periferici al sistema politico combattono compatti per il ''no'': chi per opporsi al' ''Europa neoliberale che assoggetta i popoli'', chi invece contro una ''illegittima cessione di sovranità''.6A partire dalla fine del 2008, con l‟esplodere della crisi economica in Europa, si assiste poi a una notevole crescita del fenomeno: sia a livello di diffusione nei vari Stati sia, soprattutto, di successo elettorale dei partiti euroscettici presenti al loro interno. In seguito ci si soffermerà sulle cause dell‟avanzata dell‟euroscetticismo, per ora può bastare segnalare come, negli ultimi anni, “l‟Ue è diventata il principale capro espiatorio di una crisi economica rispetto alla quale ha poche responsabilità (almeno dirette)” (Baldini 2014). I dati mostrano l'indagine dell‟Eurobarometro effettuati nell'autunno del 2014 e come sia cambiata la percezione che i cittadini europei hanno dell‟UE. Il grafico registra una tendenza negativa, infatti, il 52% di cittadini che associavano all‟UE una immagine “totalmente positiva” è scesa nella primavera del 2007 al 43% dell‟inizio 2009: un calo di nove punti percentuali in meno di due anni. Segue poi una breve e illusoria ripresa che porta il dato al 48% nell‟autunno 2009, dopodiché esso scende al suo minimo col 30% tra autunno 2012 e primavera 2013, ossia proprio negli anni più “caldi” della crisi

4 www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/05_Maggio/30/sergioromano.html 24/10/17 5http://www.repubblicit/esteri/2016/06/10/news/_niente_costituzione_quella_bocciatura_che_cambio_la_storia_dell_eu ropa-141692557/a 6http://www.repubblica.it/esteri/2016/06/10/news/_niente_costituzione_quella_bocciatura_che_cambio_la_storia_dell_ europa-141692557/

economica.7

Fonte:www.europarl.europa.eu/pdf/eurobarometre

Il processo economico negativo, soprattutto per i paesi membri dell‟eurozona, ha contribuito notevolmente sul grado di fiducia dei cittadini europei verso Bruxelles e le istituzioni dell‟UE, agevolando l‟affermazione di quei partiti che scaricano la colpa proprio all‟Unione e alla moneta unica le maggiori responsabilità del peggioramento delle loro condizioni socio-economiche. Sebbene il grafico mostri una buona ripresa della fiducia dei cittadini nell‟Unione, visto che il dato è tornato vicino al 40%, l‟avanzata dei partiti euroscettici nei maggiori Stati membri alle elezioni europee del 2014 ha dimostrato che l‟euroscetticismo è ormai un fenomeno di notevole rilevanza per la politica europea in questa particolare fase del progetto di integrazione continentale. Una ricerca del ''Pew Research Center'' ha preso in considerazione 10 paesi Ue, che da soli rappresentano l‟80 % del totale della popolazione europea. Tra i paesi in cui il disincanto verso l‟Ue

è più preoccupante è la Grecia in primis, seguita da Francia, Regno Unito e Spagna. La Polonia ha invece un alto numero di cittadini che guardano con favore all‟Ue, seguita dall‟Ungheria. Secondo la stessa ricerca il 42% degli europei vorrebbe che i governi nazionali riprendessero più potere. Inoltre molti cittadini europei, il 70%, vorrebbero che il Regno Unito non lasciasse l‟Ue, mentre solo il 16% considera l‟eventuale Brexit come positiva.

Fonte: https://www.tpi.it/2016/06/08/euroscetticismo-europa

Secondo la stessa ricerca, i giovani tra i 18 e i 34 anni sono in media più favorevoli all‟Unione europea rispetto alle persone con più di 50 anni. All‟interno del parlamento europeo sono tanti gli eurodeputati appartenenti a partiti o gruppi euroscettici, tra cui Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta o Sinistra Unitaria Europea. Qui la distribuzione dei seggi ai vari partiti del parlamento europeo, con la connotazione politica: – Sinistra Unitaria Europea/ Sinistra Verde Nordica (sinistra e euroscettici) – Alleanza di socialisti e democratici (centro-sinistra) – Verdi/Efa

(verdi e nazionalisti)– Alleanza di liberali e democratici (liberali) – Partito popolare europeo (centro-destra) – Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti europei (destra) – Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (euroscettici) – Non iscritti (include molti euroscettici e antieuropeisti).

Fonte: https://www.tpi.it/2016/06/08/euroscetticismo-europa