• Non ci sono risultati.

INTERPRETAZIONE/RICOSTRUZIONE

PARTE SECONDA

2.3 INTERPRETAZIONE/RICOSTRUZIONE

Gli elementi architettonici rinvenuti reimpiegati nella cella del tempio ad alae di età augustea sono stati interpretati come l’unica evidenza sopravvissuta di un primitivo edificio costruito in età sillana a seguito della fondazione della città probabilmente in blocchi, stando agli elementi quadrangolari (US 232) individuati all’interno della tessitura della fondazione successiva (US 131). A giudicare dalle dimensioni del capitello, l’edificio doveva essere dotato di un imponente apparato architettonico e dunque essere di notevoli proporzioni; osservando poi la sua posizione topografica all’interno del tessuto urbano, lungo il cardine massimo e di fronte all’area ipotizzata per il foro, doveva essere un edificio di importanza nevralgica per la comunità.

Pur in assenza di dati certi, alcuni indizi spingono a ipotizzare che questo primitivo edificio fosse un tempio, probabilmente il principale della città, e che fosse anch’esso un tempio ad alae, come il successivo edificio di età augustea, costruito al di sopra di esso inglobando e reimpiegando alcuni elementi. Il tempio ad alae è molto vicino tipologicamente sia al tempio tuscanico, di cui è una diretta derivazione, sia al capitolium,64 e ben si colloca cronologicamente nell’ambito del II secolo a.C. – età sillana, mentre successivamente non si trova impiegato in edifici di nuova costruzione, ma solo in rifacimenti di precedenti templi ad alae distrutti.

Solitamente vi è una correlazione tra tipologia templare e culto: templi ad alae, così come quelli tuscanici, quando ne è nota la dedicazione, sono intitolati a Giove o alla divinità più importante per la comunità e, di conseguenza, sono eretti in una posizione urbanisticamente privilegiata: sull’acropoli nelle città che ne sono dotate (tempio C di Populonia65

, datato al II secolo a.C.; tempio

64 Per un’analisi della tipologia templare del tempio ad alae v. cap. 3. 65

33 di Piazza S. Nicola ad Ariccia66, fine II-inizi I secolo a.C.; tempio di Giunone Sospita a Lavinium67, di IV secolo a.C.), sul foro o nelle immediate adiacenze (tempio di Castore e Polluce a Cori68, IV-II secolo a.C.; tempio B di Herdonia69, datato alla seconda metà del II secolo a.C.).

In caso di distruzione, poi, solitamente il tempio viene riedificato nella stessa tipologia, segno dell’importanza che al culto e al suo edificio si riservava: il tempio etrusco di Fiesole, costruito nel III secolo a.C., nel I secolo a.C. viene rasato, gli ingombri vengono colmati e su una nuova quota, più alta, viene realizzato un tempio più grande che mantiene, però la tipologia del tempio ad alae70; a Minturno, il capitolium/tempio di Giove71, costruito nel 190 a.C. e distrutto da un incendio intorno al 45-40 a.C., è ricostruito negli anni immediatamente successivi mantenendo la tipologia del tempio tuscanico72, che ormai non viene più utilizzata per costruzioni ex novo. Minturno costituisce di fatto il confronto più stringente con la situazione sentinate, sia per le circostanze che resero necessaria la ricostruzione, che per la ricostruzione stessa e per la posizione topografica all’interno della città.73 Nel caso di Minturno, infatti, il tempio, che sorge lungo il tratto urbano della via Appia, dirimpetto alla piazza del foro, ricostruito riprendendo la tipologia originale, viene inserito all’interno di uno spazio monumentale e affiancato da un nuovo tempio che sarà dedicato ad Augusto. A Herdonia la monumentalizzazione della piazza forense, che avviene nella tarda età repubblicana, risparmia e anzi si adatta al preesistente tempio ad alae insistente su di essa, a significare l’importanza del culto e la necessità di preservare l’edificio nelle sue forme originali.

Sulla base di questi confronti possiamo quindi ipotizzare l’esistenza a Sentinum di un primo edificio templare, del tipo ad alae, costruito tra la fine del II secolo a.C. e l’età sillana, dunque all’epoca della presunta fondazione della città. Il tempio, dalle proporzioni monumentali e costruito probabilmente in opera a blocchi, come fanno intuire gli elementi rinvenuti (US 232), era stato innalzato già all’epoca in posizione rilevante rispetto al centro cittadino, lungo il cardine massimo, viabilità principale della città che rimase tale nella successiva risistemazione di età augustea. Con tutta probabilità un evento traumatico da correlare alla devastazione di Sentinum nel corso del Bellum Perusinum74 comportò la distruzione del tempio, anche se non restano tracce, cancellate dalla successiva ricostruzione in situ, che avvenne in età tardorepubblicana/augustea rispettando la 66 GHINI 2003 67 ATTENNI 2004 68 BRANDIZZI VITUCCI 1968, pp. 58-65 69 MERTENS 1995, pp. 163-167 70 MAETZKE 1955-1956 71 COARELLI 1989, pp. 50-51 72 JOHNSON 1935 p. 36; COARELLI 1989 p. 51

73 Il confronto con Minturno verrà più approfonditamente indagato nel cap. 3.

74 Documentata in altre aree della città, come ad esempio le mura: FABBRINI 1961 p. 322 e BRECCIAROLI TABORELLI 2008 p. 214

34 tipologia del precedente tempio, in quella fase, comune a tutte le città romane e voluta fortemente da Ottaviano, poi Augusto, di monumentalizzazione dei centri urbani

35

3.

PERIODO II: L’IMPIANTO DELL’AREA SACRA

(ETÀ AUGUSTEO-GIULIOCLAUDIA)

Il Bellum Perusinum è un momento cruciale della storia di Sentinum. Le fonti che raccontano quest’episodio della guerra civile tra Ottaviano e Antonio narrano che la città fu distrutta dalle truppe fedeli al futuro princeps guidate da Salvidieno Rufo e conferme archeologiche di tale distruzione si trovano nelle mura, che recano tracce di un incendio, e in altre aree della città. Come già anticipato, le devastazioni compiute nella città dall’esercito nemico a Lucio Antonio dovettero colpire pesantemente anche il tempio ad alae. Non vediamo tracce di distruzione, per la verità, cancellate dalla ricostruzione successiva, ma una prova indiretta è il riutilizzo di elementi architettonici notevoli nella tessitura del muro di fondazione della cella75.

Viene dunque ricostruito il tempio ad alae, con molta verosimiglianza nelle stesse forme che aveva prima della sua distruzione, contemporaneamente alla ricostruzione della città e alla sua monumentalizzazione. Questo processo si completerà, almeno nell’area centrale di Sentinum, in età giulio-claudia con la realizzazione del santuario adiacente al tempio ad alae: un portico su tre lati all’interno della cui piazza si colloca un piccolo tempio tetrastilo, aperto sul cardine massimo. Per via dell’inserimento del nuovo complesso sacro, si interviene nuovamente sul tempio ad alae, la cui ala sud viene abbattuta e rinnalzata. Con la costruzione del complesso del tempio tetrastilo e la sistemazione definitiva del tempio ad alae, l’area sacra di Sentinum può dirsi completa e, da ora in avanti, i due complessi sacri vivranno la stessa storia e subiranno il medesimo destino.

3.1 FASE 1a: LA NUOVA COSTRUZIONE DEL TEMPIO AD ALAE