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4. Revisione della letteratura

5.2. Interventi a componenti multipli e cura individualizzata

La revisione sistematica redatta da Abdelhamid et al. (2016) comprende vari studi che hanno valutato i risultati ottenuti dall’applicazione di interventi a componenti multipli; ossia, sono stati valutati gli effetti avuti dopo aver effettuato diversi interventi a supporto dello stato nutrizionale che potrebbero agire su differenti fattori. I risultati emersi sono variegati.

Uno studio, incluso nella revisione sopracitata, ha analizzato i risultati ottenuti dopo l’assunzione di integratori alimentari orali, la gestione dei problemi di deglutizione attraverso una dieta morbida, la cura orale e l’esercizio fisico. È emerso che vi è stato un aumento di peso e del BMI, ma l’apporto energetico e lo stato funzionale e cognitivo non hanno subito variazioni.

Un ulteriore studio ha valutato gli effetti dopo modifiche nell’ambiente e nella dieta, con maggiore tempo e assistenza durante i pasti. Si è potuto evidenziare un aumento dell’albumina sierica, ma senza variazioni per quanto riguarda il peso e il BMI.

Tre studi hanno analizzato le modifiche del cibo come parte di interventi composti da varie azioni. Nel primo, tra gli interventi effettuati, vi erano modifiche riguardanti il cibo e l’assistenza durante il pasto ed è emerso un aumento dell’albumina sierica, senza effetti sul peso e sul BMI; il secondo studio, con l’aumento del tempo del pasto, spuntini energetici, purea di patate con elevata quantità di energia e proteine, latte ad alto contenuto proteico e miscele migliorate per colazione, ha riportato un significativo aumento di peso; infine, il terzo, con un’aumentata possibilità di scelta, la capacità self- service, una migliore atmosfera, bevande e spuntini prontamente disponibili, non hanno portato a risultati sullo stato nutrizionale, sull’idratazione o sul piacere per il cibo.

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Oltre a quelli descritti in precedenza, vi sono altri due studi che valutano interventi composti da varie azioni, tra cui l’assistenza durante i pasti. Il primo studio ha analizzato l’assistenza ai pasti combinata con esercizi fisici, aiuto per la toilette e suggerimenti per l’idratazione e non ha rilevato alcun cambiamento nell’assunzione di alimenti o di liquidi. Il secondo ha analizzato la combinazione tra l’assistenza ai pasti e la fornitura di integratori o snack nutrizionali ed è emerso che non vi è stato alcun effetto sul peso o sull’assunzione di energia, ma è aumentato il tempo e i costi del personale curante.

Tre studi inclusi nella scoping review (Mole et al., 2018) sono incentrati sull’educazione alimentare dei caregivers e sulla guida nutrizionale individualizzata per le persone affette da demenza che vivono al domicilio. Gli interventi erano anch’essi a componenti multipli e consistevano in due o più delle seguenti attività: lezione di educazione di gruppo, attività fisica, opuscoli informativi, visite dietetiche al domicilio con piani nutrizionali individualizzati, integratori nutrizionali orali e integratori di micro-nutrienti. Questi interventi a componenti multipli hanno prodotto effetti positivi, come ad esempio l’aumento dello stato nutrizionale misurato con l’MNA e delle assunzioni di proteine e calcio. Inoltre, nelle persone che hanno ricevuto una consulenza nutrizionale personalizzata, vi è stato un aumento della qualità di vita, in particolare sono migliorate le funzioni mentali, la respirazione, la depressione e le attività abituali. La frequenza delle cadute è diminuita, così come il carico di lavoro del caregiver e i sintomi comportamentali e psicologici. Nonostante vi siano stati effetti positivi, sono necessarie ulteriori prove per confermare i risultati e per stabilire dei metodi di cura nutrizionali efficaci. Data la complessità della malattia, gli interventi per un’adeguata assunzione nutrizionale dovrebbero essere altrettanto flessibili per adattarsi alle esigenze individuali della persona.

Lo studio pubblicato da Suominen et al. (2015), incluso nella presente revisione, ha anch’esso valutato i risultati di una guida nutrizionale personalizzata nei pazienti affetti da demenza che vivono a domicilio con il coniuge.

I partecipanti nel gruppo di intervento hanno ricevuto delle visite a domicilio di un nutrizionista, un piano di assistenza nutrizionale personalizzato, degli opuscoli informativi e hanno partecipato a incontri di gruppo. Invece, il gruppo di controllo è stato sottoposto alle normali cure e gli è stata offerta una guida scritta sulla nutrizione per gli anziani. Come esito finale è emerso che le persone affette da demenza, le quali vivono a domicilio hanno beneficiato della guida nutrizionale personalizzata, basata sulla valutazione.

Il risultato principale misurato era la variazione del peso corporeo, ma nonostante ciò non vi sono stati dei cambiamenti a riguardo. Durante il corso dello studio è stato chiaro che l’aumento di peso, come ipotizzato inizialmente, poteva non essere un obiettivo rilevante per questo tipo di intervento.

Il gruppo di intervento ha mostrato benefici rispetto alla qualità di vita correlata alla salute. Tale miglioramento è stato evidente in diverse dimensioni analizzate e considerate nella qualità di vita, ossia nelle attività abituali (funzionamento fisico), nella respirazione, nel funzionamento mentale (cognizione) e nella depressione. Inoltre, le persone che hanno ricevuto la guida nutrizionale personalizzata hanno avuto una diminuzione del tasso di incidenza delle cadute e un aumentato apporto di nutrienti, in particolar modo di proteine e di calcio. La diminuzione di problemi respiratori, la migliore capacità di far fronte alle attività abituali e la minor incidenza di cadute potrebbe essere spiegata dal maggior apporto proteico e di altri nutrienti che hanno migliorato la funzione muscolare.

Gli integratori nutrizionali orali sono stati somministrati nel gruppo di intervento, come parte della guida nutrizionale personalizzata, unicamente per le persone che non erano in grado di modificare la dieta. Dopo un’adeguata assunzione di integratori, le persone si sono mostrate più energiche e maggiormente interessate ad apportare modifiche alla propria dieta.

Tra gli articoli inclusi nella presente revisione, vi è uno studio (Johansson et al., 2017) che è andato a indagare l’esito associato all’utilizzo di un programma di prevenzione, suddiviso in quattro principali tappe (assessment, analisi delle cause sottostanti, azioni e valutazione) che include interventi individualizzati rispetto allo stato nutrizionale. Il risultato desiderato, ossia un aumento del peso corporeo, è stato riscontrato unicamente nelle persone che hanno effettuato tutte e quattro le fasi del programma preventivo. Inoltre, sempre nello stesso gruppo, è emerso che sono state eseguite un numero maggiore di azioni rispetto a chi non aveva un’analisi delle cause sottostanti il problema.

Queste informazioni hanno permesso di concludere che l’assistenza personalizzata, in particolar modo un programma preventivo che includa azioni individualizzate basate sull’analisi delle cause soggiacenti, può portare a dei miglioramenti nello stato nutrizionale delle persone con demenza.

Infine, dallo studio di Murphy et al. (2017) è emerso che la cura centrata sulla persona è un aspetto fondamentale nell’assistenza nutrizionale dei pazienti affetti da demenza. È stato riconosciuto che vi è la necessità di dare la priorità alla comprensione e al sostegno dei bisogni e delle preferenze alimentari della persona. Per fare ciò è importante conoscere in maniera approfondita la storia, la cultura e le relazioni sociali del soggetto. Inoltre, è essenziale sapere in quale stadio della demenza egli si trovi, quali sono i segni e i sintomi causati della malattia e come sono le condizioni generali di salute. Le persone vicine al paziente dovrebbero osservare e monitorare attentamente il paziente in quanto, con la progressione della malattia, i pazienti potrebbero non essere più in grado di comunicare ciò che provano: dolori, problemi, disagi, ansie, ecc.

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