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Fino alla fine del XVII secolo, gli interventi sono poco documentati, sia perché spesso non era programmati, sia perché molti documenti di archivio di quel periodo sono andati perduti. Sostanzialmente si tratta di restauri e di cambio di destinazioni d’uso di alcuni locali.

Il palazzo, dopo un periodo non molto felice, durante l’ultimo periodo dei gran duchi medicei, ritrovo grande vivacità nel periodo lorense, divenendo una delle mete prediletto da molti personaggi illustri, come l’arciduca Francesco, durante la riapertura dello studio l’11 Novembre 1782.

Negli ultimi decenni del secolo la Sapienza venne eletta a luogo rappresentativo della città, emblema della sua anima non solo colta, ma insieme nobile ed elegante, come dimostrano le feste organizzate nel 1785 da Pietro Leopoldo in onore dei reali di Napoli. E’ il “gran ballo”, organizzato nella fabbrica della Sapienza, a lasciare una traccia indelebile, come documenta il racconto di Giovanni Anguillesi: “Era stato ridotto il cortile ad una vastissima sala, coperta da un tetto sopra essa espressamente costruito con eguale solidità ed ingegno, onde ripararsi contro la pioggia o altre intemperie.[..]. Tutte le stanze che attorniano l’indicato cortile, e che servivano prima alle lezioni dei diversi professori dell’Università, trasformate erano in ridenti salotti da giuoco, adorni di pitture e di specchi [..]; tanto più che poterono in qualche parte esser goduti anche dai più infimi, i quali esclusi dall’interno della sala, erano ammessi liberamente nell’ampia superior galleria, che per ogni parte la circonda e la domina”67.

Nel “Campione delle case e orti […] della città di Pisa” , redatto nel 1783-1784, il palazzo della Sapienza è descritto in modo seguente: “Il piano terra della fabbrica della Sapienza di figura rettangolare nella quale si ha l’accesso da due lati per due diversi ingressi che il principale in faccia alla scala della catena con cortile e loggiato e pozzo in mezzo sotterraneo e circondata da quindici stanze a volta reale di diverse grandezze per servizio delle scuole ed altri usi compresovene due inservibili ed escluse altre stanze che sono addette al collegio superiore, posto in cura di santa Margherita detta la Madonna dei Galletti a cui confina a primo via che dalle stallette conduce a via S. Frediano, a secondo parte collegio con le stanze terrene e parte via S. Frediano , a terzo parte

67 G. Anguillesi, Notizie storiche dei palazzi e ville appartenenti alle I.R. Corona di Toscana, Pisa, 1815, pp. 189- 190, in E. Karwacka Codini, Analisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.36

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31 benefizio di S. Giuseppe in S. Andrea, parte Domenico Baldinotti, parte piazzetta e via sterrata dietro la Sapienza, a quarto vicolo delle stallette”68.

In questo periodo lo studio riprese importanza, e vennero istituite le cattedre di fisica sperimentale e di chimica e vennero aumentati i fondi librari. A seguito di queste vicende, fu necessario aumentare gli spazi, infatti venne realizzata la Specula, venne aperta la biblioteca universitaria pubblica nel 1742, e fu ampliato l’orto botanico e il museo di scienze naturali. Nella seconda metà del Settecento, il provveditore Angelo Fabroni, a cui vai il merito di aver disciplinato e incrementato la biblioteca e le istituzioni scientifiche, pone l’attenzione alla carenza di spazi adeguati per le attività didattiche e promuove interventi atti a risanare le strutture dal punto di vista igienico, estetico e strutturale, in modo da prevenire danni o disastri causati da problemi statici.

Per quanto riguarda il palazzo della Sapienza, oltre ai due grandi interventi di cui parleremo, ricordiamo il restauro dell’Aula Magna del 178069, della stanza del rettore e delle camere degli studenti del 178170, la lastricatura del cortile e dei tre ingressi con il riutilizzo del vecchio lastricato del 179471.

Il primo dei due grandi interventi, riguarda la volta del grande loggiato a piano terra prospiciente l’ala su via San Frediano, dove si è verificata un’importante lesione. L’ingegner Francesco Bombicci che effettuò il sopralluogo scrive: “ho osservato che nella vertice della medesima vi è un considerevole screpolo andante per tutta la lunghezza che resta tra le diciture dei filari delle colonne che racchiudono dall’alari due lati il cortile, che detta volta è dall’elisse, e che ha pochissimo sesto, ed in conseguenza verso il suddetto vertice pochissima curvatura. La scollegazione che produce detto screpolo e la poca resistenza che oltre alla coesione della calcina, di cui non è da farsi gran conto, oppongono i fianchi della volta al calo dell’altra parte di mezzogiorno dell’istessa, la quale è di un notevole peso stante la sua ampiezza, rendono molto facile la rovina di questa volta, particolarmente se sopravvenisse qualche piccola scossa di terremoto.” Bombicci individuò la causa della crepa nel cedimento dei quattro pilastri. A gennaio del 1782 redasse il progetto di rinforzo, proponendo “di fabbricare 8 pilastrini, di cui 4 appoggiati ai vecchi pilastri ed altri 4 al muro opposto, e di

68 ASPi, Fiumi e Fossi, 2791, cc. 39 r-v, in E. Karwacka Codini, Analisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.36

69 E. Karwacka Codini, Analisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.40

70 Ibidem 71 Ibidem

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girare sopra di essi 4 archi a guisa di ghiere, i quali serv

alla volta.(pilastrini di 1 braccio di faccia e di ½ braccio d’aggetto, ben collegati col vecchio muro e con vecchi pilastri, con un buon fondamento largo almeno di 1 braccio e ½ per un verso e 1 braccio per l’altro

tutto: 8 pilastri, 4 archi; fondamento, 48 pali da piantarsi nei fondamenti; rimurare la porta della prima scuola a destra dell’ingresso a motivo che vi cade un pilastro; risarcire ammattonato attorno ai pilastri.

dall’ingegnere. Le significative lesioni, che secondo i periti minacciavano il crollo, si verificarono anche nella volta all’ingresso sud del palazzo

Figura 1.5.1 - Progetto per le nuove camere e la cappella della Sapienza, Francesco Bonamicci, ASPi, Università, II vers.., G.8, c. 89 in Ewa Karwacka Codini,

sicurezza statica ed analisi della vulnera

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E. Karwacka Codini, Analisi storico

analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa

73 La lesione venne prontamente restaurata dal maestro Orazio Cecconi (ASPi, U Karwacka Codini, Analisi storico

della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa

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girare sopra di essi 4 archi a guisa di ghiere, i quali serviranno come di tanti fortissimi puntelli alla volta.(pilastrini di 1 braccio di faccia e di ½ braccio d’aggetto, ben collegati col vecchio muro e con vecchi pilastri, con un buon fondamento largo almeno di 1 braccio e ½ per un verso e 1 braccio per l’altro, profondo fino alle riseghe sufficienti posarvi detti pilastri). In tutto: 8 pilastri, 4 archi; fondamento, 48 pali da piantarsi nei fondamenti; rimurare la porta della prima scuola a destra dell’ingresso a motivo che vi cade un pilastro; risarcire onato attorno ai pilastri.”72. L’intervento fu eseguito secondo le proposte formulate dall’ingegnere. Le significative lesioni, che secondo i periti minacciavano il crollo, si verificarono anche nella volta all’ingresso sud del palazzo73.

ogetto per le nuove camere e la cappella della Sapienza, Francesco Bonamicci, ASPi, Università, Ewa Karwacka Codini, Analisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa,

alisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.40

La lesione venne prontamente restaurata dal maestro Orazio Cecconi (ASPi, Università C.I.4, c.22.) in E. Analisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.40

Analisi storico critica del Palazzo della Sapienza di Pisa

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iranno come di tanti fortissimi puntelli alla volta.(pilastrini di 1 braccio di faccia e di ½ braccio d’aggetto, ben collegati col vecchio muro e con vecchi pilastri, con un buon fondamento largo almeno di 1 braccio e ½ per un , profondo fino alle riseghe sufficienti posarvi detti pilastri). In tutto: 8 pilastri, 4 archi; fondamento, 48 pali da piantarsi nei fondamenti; rimurare la porta della prima scuola a destra dell’ingresso a motivo che vi cade un pilastro; risarcire . L’intervento fu eseguito secondo le proposte formulate dall’ingegnere. Le significative lesioni, che secondo i periti minacciavano il crollo, si

ogetto per le nuove camere e la cappella della Sapienza, Francesco Bonamicci, ASPi, Università, critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle bilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.39

Verifica delle sicurezza statica ed niversità C.I.4, c.22.) in E. Verifica delle sicurezza statica ed analisi

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L’altro intervento, invece, era atto a risolvere le sopravvenute esigenze derivanti dal fatto che il Collegio Vittoriano era stato unito al Collegio della Sapienza, e riguardano la necessità di disporre di ulteriori camere per gli studenti e di avere una cappella di dimensioni maggiori in grado di contenere tutti gli studenti.

L’ingegnere Francesco Bonamici propose un primo progetto redatto il 20 Febbraio 1782, in cui prevedeva di sopraelevare parte dell’ala prospiciente su via XXIX Maggio dove veniva realizzata la cappella e due camere, e andare a collocare nel luogo dove attualmente c’era la cappella la nuova stanza di ricreazione per gli studenti, dato che la vecchia veniva occupata da una camera per gli studenti74. A distanza di un mese, presentava un nuovo progetto, in cui prevedeva di ricavare le due camere e la cappella tamponando il doppio loggiato a primo piano prospiciente l’ala su via dell’Ulivo75, progetto che venne molto criticato.

Nonostante che il provveditore Fabbroni approvò il secondo progetto presentato, venne realizzato il primo, come testimoniano alcune note di pagamento ritrovate in archivio.

Da informazioni derivanti da Da Marrona, si viene a conoscenza di una Cappella costruita nel 1782 e demolita nel 1824, impreziosita da una Madonna con Bambino affrescata da Giovan Battista Tempesti. Scrive: “[..] una pittura a fresco del Sig. Giovanni Tempesti fatta eseguire dal Sig Cesare Malanima, professore di lingue Orientali, e Rettore del Collegio, nell’Altare della nuova Cappella fabbricata in occasione del nuovo accrescimento fatto nel 1782 a spese del collegio Vittoriano. Questo doveva erigersi in luogo separato per testamento di Vittorio de Rossi di Civita Ducale, ma poiché l’eredità non fu per tale effetto sufficiente, il G.D. di Toscana ordinò, che detto Collegio Vittoriano a questo della Sapienza si riunisse”76.

Di particolare interesse risulta anche l’erezione della torretta dell’orologio della Sapienza nel 1785. Nel periodo precedente, sia l’orologio, realizzato su modello di quello della Fortezza da

74 ASPi, Università, II vers., G.8, c. 89 in E. Karwacka Codini, Analisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.38

75 Ibidem

76 A. Da Marrona, Pisa illustrata nelle arti del disegno, Pisa, 1793, vol. III in E. Karwacka Codini, Analisi storico- critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.39 e L. Tomasi Tongiorgi A. Tosi, Storia e immagini della Sapienza di Pisa/History and images of the Sapienza of Pisa, in La Sapienza di Pisa (a cura di Romano Paolo Coppini), Pisa, Pisa University Press, 2004, p.16

...

Basso77, sia la campana per scandire l’ora delle lezioni, si trovavano su una torre contigua alla Sapienza.

Figura 1.5.2 - Giovan Battista

Karwacka Codini, Analisi storico

della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa,

77 ASF, Mediceo Principato, f. 1170, ins 6, c. 3

Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa Pisa, 2014, p.40

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la campana per scandire l’ora delle lezioni, si trovavano su una torre contigua

Giovan BattistaTempesti, Madonna con Bambino, 1782 circa (da Lombordo, 1943,

Analisi storico-critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa, Pisa, 2014, p.39

ASF, Mediceo Principato, f. 1170, ins 6, c. 337 in E. Karwacka Codini, Analisi storico

Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa Analisi storico critica del Palazzo della Sapienza di Pisa

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la campana per scandire l’ora delle lezioni, si trovavano su una torre contigua

(da Lombordo, 1943, in Ewa critica dell’edificio della Sapienza, in Verifica delle sicurezza statica ed analisi

Pisa, 2014, p.39

Analisi storico-critica dell’edificio della Verifica delle sicurezza statica ed analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio La Sapienza di Pisa,

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1.5.1 Schemi interpretati degli interventi

LEGENDA

A 1780: Restauro della Scuola Magna

B 1782: Rafforzamento della volta della loggia verso Via San Frediano con semipilastri e ghiere degli archi (evidenziati con arancione più scuro)

C 1782: Restauro della volta all’ingresso sul lato sud, perché minacciava crollo D 1794: Rifacimento del lastricato del cortile

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LEGENDA

A 1781: Restauri e modifiche della zona evidenziata B 1782: Sopraelevazione di un secondo piano

C 1782: Cappella con l’affresco del tempesti nel piano sopraelevato (demolita nel 1824)

1782: Realizzazione della scala di accesso al secondo piano D 1785: Realizzazione della torretta dell’orologio

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