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1.7 Il Palazzo della Sapienza nel Novecento

1.7.2. Il progetto di Caselli del

Alla fine del XIX secolo, lo storico Palazzo della Sapienza si presentava in una situazione igienico sanitaria veramente insostenibile95. Questa condizione disagiata si può evincere dalla relazione “Progetto di sistemazione dell’edificio centrale detto La Sapienza”, dell’ingegnere Crescentino Caselli del 15 Aprile 1902: “L’Università di Pisa in questi ultimi vent’anni ha provveduto nuova residenza a quasi tutti i suoi istituti scientifici. Gli istituti di Chimica, di Fisica e di Storia Naturale, di Botanica hanno trovato nuova sede in vecchi edifici sistemati e ingranditi, gli istituti di Scuola Medica si sono insediati in un grandioso palazzo fabbricato nuovo di pianta; le scuole di Disegno e di Geometria Descrittiva, occupano presentemente i locali demaniali di Piazza San Nicola. Da ultimo si è iniziata la costruzione di una nuova residenza per le cliniche. Si è fatto tutto ciò, ma per l’antico edificio centrale della Sapienza si è ancora fatto nulla. Le lezioni orali di Matematica, di Giurisprudenza e di Archeologia, si tengono in aule a terreno quasi tutte anguste e mancanti di igiene e di proprietà. Alcune aule prendono luce e aria dagli stretti cortili delle case private attigue che contendevano alla Sapienza il prospetto su Via dietro la Sapienza. Altre aule non hanno altra illuminazione e aereazione che quella indiretta che prendono dal porticato del cortile. L’Aula Magna, pur posizionata a terreno riceve scarsissima luce dalla strettissima Via dell’Ulivo , non ha che cinque metri di altezza ed è eccessivamente lunga e poco larga e quindi poco adatta alla natura delle riunioni a cui è destinata. I locali di Rettorato, di Segreteria, di Economato e di Archivio che sono discretamente bene istallati a primo piano sul lato verso via della Sapienza, vorrebbero in parte essere aggregati alla Biblioteca che rigurgita di libri da lungo tempo e necessità di nuovi locali. Lo scaloncino che direttamente dalla via San Frediano mette in linea retta al primo piano, intercetta le regolari comunicazioni fra i locali a terreno e quelli di primo piano, e produce non poche perdite di tempo e irregolarità nei servizi universitari. Gli ambienti al piano terra verso via San Frediano che anticamente servivano da deposito del Sale, hanno nuovi gusti e resi inservibili dal salnitro e dall’umidità, ma servono più a rovinare che a conservare i materiali medesimi”96.

Conoscendo la situazione, e analizzando il radicale cambiamento delle esigenze e delle funzioni del palazzo, nonchè le richieste del Rettore che desiderava la costruzione di un

95 Ulisse Tramonti, Vincenzo Pilotti e il nuovo edificio de la Sapienza, in Romano Paolo Coppini Alessandro Tosi, La Sapienza di Pisa / The Sapienza of Pisa, Pisa, Pisa University Press, 2004, pp.131

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C. Caselli, Relazione di accompagnamento al Progetto di sistemazione dell’ Edificio Centrale de La Sapienza. 15 Aprile 1902. ASPi, Fondo G.C., classe XXVII, Edifici Demaniali e Assetto Edilizio Ateneo Pisano, cart. 49.;

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nuovo scaloncino, per le maggiori comodità e speditezza nel funzionamento dei vari locali, la formazione di una nuova aula magna a posto dei locali a primo piano verso via San Frediano, l’ingrandimento della Biblioteca, la costruzione di nuove aule e il miglioramento delle condizioni igieniche e didattiche di quelle esistenti97, l’Ing. Caselli98 proponeva un primo progetto.

Il progetto, come descritto nella sua relazione del 1902, prevedeva, a destra dell’ingresso, dalla Via San Frediano (nell’angolo rientrante dove c’erano le latrine), il nuovo scaloncino, che permetteva di utilizzare meglio una parte dei locali che erano in peggiori condizioni di aria e di luce. Esso diviene cosi parte e seguito del vasto porticato di ingresso, o meglio, scaloncino e portico diventano un unico corpo che darà maggior ariosità, carattere e destinazione a tutto il palazzo. Inoltre demolendo e ricostruendo alcuni vecchi muri salinitrosi dei locali attigui alle latrine e alcune volte, permetteva di creare un nuovo scalone a primo piano ad uso dell’aula magna. L’Aula Magna da lui progettata misurava in pianta quasi il doppio dell’Aula Magna storica, ed in altezza andava ad occupare anche i locali a secondo piano che prima erano destinati all’abitazione del custode, si troverà quindi in continuità con il nuovo scaloncino e con il grande portico di ingresso a primo piano, che gli farà da chiostro. I finestroni e la terrazza dell’aula, che affacceranno su Via San Frediano, saranno un elemento artistico di un fronte più dignitoso e caratteristico dell’edificio principale dell’Università. Prevede inoltre, di spostare il gabinetto del Rettore all’angolo tra via San Frediano e via della Sapienza, dove verrà anche ricavata una scaletta di servizio per dare un’ accesso più immediato ai locali di Segreteria ed Economato al primo piano, e ai nuovi locali realizzati per l’abitazione del custode a secondo piano, in sostituzione di quelli che saranno demoliti per la realizzazione dell’Aula Magna nuova. I locali lasciati liberi del gabinetto del Rettore, saranno cosi a disposizione per l’ampliamento della Biblioteca. Prevede inoltre l’esproprio delle tre case private in via Dietro la Sapienza, dove possono essere costruite a piano terreno quattro nuove grandi aule di insegnamento, che, unite alle due già esistenti all’angolo con via dell’Ulivo, e alle tre ricavate dalla divisione della vecchia aula magna, portano a nove il numero delle grandi aule, numero sufficiente cioè per soddisfare il fabbisogno degli insegnamenti orali di matematica e giurisprudenza. In questo modo, le aule presenti nell’ala sud, prospicienti via della Sapienza, che risultano insufficienti

97 C. Caselli, Relazione di accompagnamento al Progetto di sistemazione dell’ Edificio Centrale de La Sapienza. 15 Aprile 1902. ASPi, Fondo G.C., classe XXVII, Edifici Demaniali e Assetto Edilizio Ateneo Pisano, cart. 49.; 98 Ingegnere della V Sezione del Genio Civile Pisano

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come capienza e poco confortevoli, in quanto troppo lunghe e strette, potranno essere destinate all’ingrandimento delle collezioni di archeologia, permettendo cosi anche l’arricchimento delle collezioni di calchi, stampe e fotografie che abbiano sia carattere artistico che didattico. I locali a destra dell’androne di ingresso e prospicienti via San Frediano, risanati e rimaneggiati, saranno destinati al custode e ai bidelli, mentre quelli di sinistra a sale per i professori. Al primo piano, oltre all’Aula Magna nuova, verranno proposte le tre nuove grandi aule nell’ala nord, di cui una per disegno e le altre due per gli studi dei professori.

La relazione e il progetto sono antecedenti all’entrata in vigore della legge n. 373 del 17 Luglio 1903, che approva a rende esecutoria la “Convenzione per l’assetto ed il miglioramento della R. Università di Pisa e dei suoi stabilimenti scientifici”, la quale si esprimeva in questi termini: “[…] che venissero eseguite le opere e attuati i provvedimenti designati nella TABELLA A annessa alla convenzione succitata, e, quindi, oltre alle nuove cliniche, ai nuovi edifici per le scuole di Igiene e di Fisiologia ecc., anche la sistemazione generale del Palazzo della Sapienza con costruzione di nuove aule e miglioramento della attuali - per le scuole di giurisprudenza, lettere e matematiche,; l’ampliamento della Biblioteca e degli Uffici, nonché quello del gabinetto di Archeologia, situati nel palazzo medesimo; […] D’altra parte anche il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel suo voto sopracitato, accennando che le casette addossate al palazzo Universitario restringono con la loro presenza l’area occupata dal palazzo e ne deturpano la facciata […]99”.

Questo dimostra la volontà del Rettore dell’Università di Pisa e del Ministero della Pubblica Istruzione, che aveva già stanziato 300.000 Lire per la sistemazione della Sapienza, di ripristinare ciò che era il luogo simbolo dell’Ateneo Pisano.

Infatti, in una lettera del Rettore datata 22 Gennaio 1903 possiamo leggere: “[…] nel compilare il Progetto per l’importo di 30.000 Lire non mi sembra possibile prescindere dalla sistemazione generale del Palazzo, alla quale secondo ogni probabilità si dovrà prossimamente provvedere. Intanto conforme al desiderio della S.V. le comunico che i bisgoni ai quali occorre provvedere sono i seguenti:

1. Ampliamento dei locali della Biblioteca;

2. Costruzione di una Nuova Aula Magna (possibilmente al primo piano);

99 ALLEGATO A - Relazione che accompagna la domanda al Ministero dei Lavori Pubblici per ottenere la dichiarazione di pubblica utilità delle opere d’ampliamento del Palazzo Universitario detto della Sapienza nella città di Pisa. ASPi, Fondo Genio Civile, classe XXVII, cart. 49, fascicolo 287 A.

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3. Ampliamento degli uffici del rettorato;

4. Costruzione di nuove aule al piano terreno e miglioramento di quelle esistenti; 5. Nuova facciata dell’edificio.

La somma attualmente disponibile di Lire 30.000, la convezione che prende dinnanzi alla Camera dei Deputati stanzi la somma di Lire 300.000 alla quale possono essere aggiunti altri Lire 30.000 ivi stanziati per la Scuola di Disegno che potrebbe portarsi nelle aule del Palazzo. In tatole la somma disponibile sarebbe di Lire 360.000.

Per l’ampliamento del Palazzo sarebbe opportuno acquisire totalmente o parzialmente i fabbricati annesi […]100”.

Questo primo progetto non convinse il corpo accademico; per tanto l’ingegnere Caselli fu invitato a redigere un’altra proposta per “rendere più ampia, più comoda e più decorosa questa antica residenza principale dell’Ateneo Pisano101 , simile al precedente ma che portava le aule a 11 (con la possibilità di arrivare a 16), e modificasse i prospetti di via XXIX Maggio (ex Via frediano) e via Tanucci (ex Via dietro la Sapienza).