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L’INTRODUZIONE DEL DIRITTO ROMANO IN CINA TRA LA FINE DEL XIX SECOLO E L’INIZIO DEL XX:

IL CONTRIBUTO DI KANG YOUWEI

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La ricezione del diritto occidentale in Cina si configura come un processo graduale e di lunga durata, il quale verosimilmente affonda le sue radici già in epoca tardo Ming, quando primi cenni alla materia, esigui ed isolati ma di indubbio valore, co- minciano a fare la loro comparsa all’interno delle opere dei missionari gesuiti.1 E’,

tuttavia, a partire dalla fine del XIX secolo che tale processo assume una portata più ampia ed uno sviluppo più sistematico, deliberatamente promosso prima da una ristretta élite di intellettuali e, successivamente, dallo stesso apparato gover- nativo cinese. Dopo un periodo iniziale di interesse incentrato prevalentemente sulla sfera del diritto internazionale,2 sarà soprattutto per quanto concerne il dirit-

to civile – e, quindi più direttamente quello romano, che ne è a fondamento ‒ che la Cina guarderà all’Occidente, al sistema continentale, quale modello per la riforma del proprio sistema giuridico e quale base per una nuova codificazione. Fine del presente studio, ancora in fase preliminare, è quello di mettere in luce quale sia stato il contributo specifico di Kang Youwei 康有为 alla diffusione del diritto ro- mano in Cina tramite l’inserimento all’interno delle proprie opere di contenuti ad esso relativi.

* Il presente articolo è stato realizzato nell’ambito di una più ampia ricerca che si sta svolgendo come parte del programma dell’ “Osservatorio sulla Codificazione e sulla Formazione del Giurista in Cina nel quadro del Sistema giuridico romanistico” (“Sapienza” Università di Roma, Università di Roma “Tor Vergata”, C.N.R. ‒ Dipartimento Identità Culturale, Università di Scienze Politiche e Giurisprudenza della Cina (Zhongguo Zhengfa Daxue 中国政法大学), diretto dal prof. Sandro Schipani.

1 Emanuele Raini, “La traduzione dalle lingue europee al cinese: l’introduzione dei diritti stranieri,” Roma e America. Diritto romano comune 36 (2015), pp. 211-222.

2 L’attenzione verso il diritto internazionale, che peraltro era uno sviluppo del sistema del diritto romano, in Cina scaturisce intorno alla seconda metà del XIX secolo da istanze utilitaristiche, dal- la necessità sempre più impellente di frenare le mire espansionistiche delle potenze imperialiste, servendosi dei loro stessi strumenti, legali oltre che tecnici.

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Il diritto romano negli scritti di Kang Youwei

Primi riferimenti scritti relativi al diritto romano cominciano a fare la loro com- parsa in Cina, alla fine del XIX secolo, all’interno di opere tradotte o, più raramente, composte da missionari occidentali e dai loro collaboratori cinesi.3 Al contempo, si

assiste in questa fase, alla fondazione delle prime università moderne all’interno delle quali, fra i vari insegnamenti, figurano corsi di diritto occidentale e, in alcuni casi, specificatamente romano.4

Il processo di ricezione della tradizione giuridica romanista in Cina compie un ulteriore passo quando alcuni dei più eminenti letterati del tempo, venuti in pos- sesso in tale contesto di prime basilari notizie ad essa relative, iniziano ad inserire all’interno delle loro opere preziosi riferimenti al diritto romano, contribuendo a loro volta alla diffusione su più ampia scala di tali conoscenze.5 Fra i principali

intellettuali che riportano nei loro scritti informazioni sulle leggi e le istituzioni di Roma figura Kang Youwei, nelle cui opere sono rintracciabili numerosi cenni, più o meno estesi, al diritto romano, dei quali si cercherà di seguito di dare contezza.

La consapevolezza dell’importanza di conoscere il diritto straniero e di riforma- re il sistema dell’istruzione tramite la fondazione di scuole moderne in cui si inse- gnasse anche tale disciplina viene da Kang palesata già nel 1895 all’interno del suo secondo memoriale al trono (Shang Qing di di’er shu 上清帝第二書, 2 maggio 1895):

今宜立使才馆,选举贡生监之明敏办才者,入馆学习,其翰林部曹愿入者听。各 国语言、文字、政教、律法、风俗、约章,皆令学习。

Bisogna ora fondare delle scuole per la formazione di diplomatici, farvi entrare gli stu- denti migliori e più capaci del Paese e quelli che fanno già parte dell’Accademia imperiale possono, se vogliono, entrare a scuola a sentire. Bisogna far studiare loro le lingue, gli scritti, la politica e le istituzioni, il diritto, i costumi, le normative dei vari paesi stranieri.6

3 Si pensi, in particolare, ai seguenti volumi: Zuo zhi chu yan 佐治芻言 [Modeste parole per aiutare il governo] (1885), traduzione del testo Political Economy, for Use in School and for Private Instruc- tion (di autore ignoto, pubblicato all’interno del Chambers Educational Course, Edinburgh, 1852), ad opera del missionario inglese J. Fryer e di Ying Zuxi 应祖锡; Luoma zhilüe 罗马志略 (1886), traduzione ad opera del missionario inglese J. Edkins del testo di M. Creighton, History of Rome (Londra, 1879); Xi guo xuexiao 西國學校 [Le scuole dei Paesi occidentali] (Shanghai, 1873‐1874), redatto in cinese dal missionario tedesco E. Faber. Per approfondimenti cfr.: Lara Colangelo, “L’in- troduzione del diritto romano in Cina: evoluzione storica e recenti sviluppi relativi alla tradu- zione e produzione di testi e all’insegnamento,” Roma e America. Diritto romano comune 36 (2015), pp. 175-210.

4 È questo il caso, ad esempio, della Tianjin Zhongxi Xuetang 天津中西學堂, fondata nel 1895, della Jingshi Daxuetang 京師大學堂 (1898), ecc. Per notizie specifiche sulla storia dell’insegna- mento del diritto romano cfr.: Colangelo, “L’introduzione del diritto romano in Cina”.

5 Figure di spicco quali i letterati Ma Jianzhong 馬建忠, Liang Qichao 梁啓超, il diplomatico Xue Fucheng 薛福成ecc. inseriscono nei loro testi, in forma più o meno estesa, importanti riferimenti al diritto romano. Cfr.: Colangelo, “L’introduzione del diritto romano in Cina”.

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Tre anni dopo, nel suo sesto memoriale al trono (Shang Qing di di liu shu上清帝第

六書, 29 gennaio 1898), Kang sarà ancora più esplicito nel manifestare l’urgenza di procedere alla creazione di leggi prendendo a modello specificatamente i diritti occidentali, primo fra i quali quello romano («今宜采羅馬及英、美、德、法、 日本之律,重定施行»,7 «Dobbiamo ora adottare il diritto romano ed anche quello

inglese, americano, tedesco, francese e giapponese, stabilirne l’attuazione») in am- bito di diritto civile, penale, internazionale ecc. per poter in primo luogo interagire in modo paritetico con gli stessi stranieri nei rapporti commerciali sviluppati prin- cipalmente nelle zone costiere. A tal fine, egli ritiene indispensabile la creazione di un dipartimento incaricato di fissare le leggi – seguendo il modello occidentale ‒ e di fornire una guida al Paese.8

Pochi mesi dopo la stesura del sesto memoriale Kang fu, tuttavia, costretto a lasciare la Cina in seguito al fallimento della Riforma dei cento giorni, di cui egli insieme ai suoi discepoli era stato fautore, e alla dura repressione che ne seguì. La fuga all’estero lo porterà dapprima in Giappone, poi in Canada e in numerosi altri paesi stranieri, europei e non, che Kang visiterà negli anni di lontananza dal- la madrepatria (1898‐1914). In questo periodo egli viaggia, oltre che per interesse personale, al fine di promuovere le sue idee politiche e propagandare l’ideale di una monarchia costituzionale fra i suoi connazionali residenti all’estero. In Europa soggiorna dal 1904 al 1908 con l’intenzione di scrivere un diario dei suoi viaggi in undici paesi del nostro continente (Ouzhou shiyi guo youji 歐洲十一國遊記 [Note di viaggio in undici paesi europei]). Del progetto iniziale di pubblicazione dei suoi resoconti, nella forma di una collezione, Kang realizzerà, tuttavia, solamente una parte, ovvero il diario del viaggio in Italia (Yidali youji 意大利遊記 [Note del viag- gio in Italia], 1905),9 quello del suo soggiorno in Francia (Falanxi youji 法蘭西遊記

[Note del viaggio in Francia], 1907)10ed alcuni scritti più brevi come Bu Deguo youji

補德國遊記 [Note supplementari sul resoconto del viaggio in Germania] (1907),11

rimanendo, invece, gli altri documenti in forma manoscritta.12

opera della scrivente. L’originale in cinese del secondo memoriale al trono è stato consultato in Tang Zhijun (a cura di), Kang Youwei zhenglun ji [Raccolta di testi politici di Kang Youwei]. Vol 1 (Beijing: Zhonghua shuju, 1981), 131.

7 Il testo del sesto memoriale al trono è stato consultato in Ni Zhengmao 倪正茂, Bijiao faxue shenxi 比较法学深析 [Analisi approfondita di diritto comparato] (Beijing, 2006), 110.

8 Per una traduzione più completa e dettagliata del passo in questione cfr.: Colangelo, “L’introdu- zione del diritto romano in Cina”.

9 Contenuto all’interno del volume Ouzhou shiyi guo youji, edito dalla Shanghai Guangzhi shuju 上海广智书局.

10 Edito anch’esso dalla Shanghai Guangzhi shuju. 11 Pubblicato sulla rivista Bu ren 不忍 (numeri 7‐10).

12 Gli altri diari di viaggio di Kang rimasti all’epoca in forma manoscritta sono stati successivamente pubblicati in un volume che raccoglie tutti i suoi scritti, intitolato Kang Youwei Quanji 康有为全集, edito nel 2007 dalla Zhongguo Renmin Daxue chubanshe, a cura di Jiang Yihua 姜义华 e Zhang Ronghua 张荣华.

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La prima tappa del viaggio in Europa di Kang è costituita proprio dal nostro pae- se, dove egli, partito da Hong Kong il 22 marzo 1904, arriva il 16 giugno.13 Nel diario

di viaggio in Italia l’autore esprime opinioni contrastanti, alternando ai toni di elo- gio quelli di critica nei confronti del nostro paese e della civiltà romana e lasciando trapelare un forte sentimento nazionalistico di fondo. In generale, in tutti i suoi scritti, egli da un lato riconosce la superiorità occidentale dal punto di vista dei risultati ‘materiali’14 (meno avanzati in Italia rispetto alle altre nazioni europee),

dall’altro è convinto della superiorità morale del popolo cinese. Tale atteggiamen- to di Kang, costantemente analitico, perennemente alla ricerca di un confronto tra la Cina e l’Occidente, è strettamente connesso con quella che era la finalità principale dei suoi viaggi: trarre dall’osservazione – finalmente diretta ‒ di quel mondo del quale aveva in passato appreso conoscenze basilari tramite la lettura di un numero assai ristretto di volumi sull’Occidente che circolavano negli ambienti intellettuali di epoca tardo Qing, degli spunti utili per il progresso del proprio pae- se, degli elementi degni di emulazione da parte dei suoi connazionali.Dal continuo confronto tra la nostra nazione e la propria, lo scrittore, sostanzialmente, giunge alla conclusione che l’antica Roma non risulti all’altezza della Cina di epoca Han per svariati aspetti, quali la forte diseguaglianza sociale esistente storicamente nel mondo romano e, a suo avviso, assente nella Cina imperiale, l’elevato tasso di omicidi e vedovanze(luan sha zhi duo gua 乱杀之多寡), i crimini e i disordini le- gati alla scarsa moralità romana.15 Ed anche per quanto riguarda la sfera culturale

Kang non risparmia critiche alla civiltà romana, sottolineando come Roma sarebbe stata essenzialmente una potenza militare priva di una propria tradizione lettera- ria e come la cultura romana non sarebbe stata ‘autoctona’, ma avrebbe affondato le proprie radici in quella greca, dalla quale avrebbe importato numerosi aspetti, analogamente a quanto avevano fatto in Cina le dinastie barbariche dei Wei set- tentrionali, Liao, Jin e Yuan, che avevano assorbito la civiltà cinese.16 Nonostante le

parole di Kang tradiscano spesso un senso di superiorità tipicamente sinocentrico, al quale risulta funzionale una linea di lettura della esperienza di Roma nei con- fronti della Grecia già presente nelle stesse fonti antiche, egli si mostra, tuttavia, al contempo in grado di riconoscere la ‘superiorità’ romana in relazione ad alcuni elementi per lui oggetto di ammirazione, come la presenza nella nostra capitale

13 Kang sbarca a Brindisi e si trattiene dodici giorni durante i quali ha modo di visitare Napoli, Pom- pei, Roma, Milano, Venezia e, di passaggio e senza fermarsi, Firenze.

14 Ma Honglin, “Wuxu hou Kang Youwei dui xifang shijie de guancha yu sikao” [Osservazioni e pensieri di Kang Youwei sul mondo occidentale dopo la Riforma dei cento giorni], Chuantong wenhua yu xiandaihua 1 (1994): 19‐28.

15 Xie Bingqing, “Cong Kang Youwei Ouzhou shiyi guo youji zhong de Yidali xingxiang kan Kang Youwei dui Zhongguo wenming de taidu” [L’atteggiamento di Kang Youwei nei confronti della cultura cinese a partire dall’immagine dell’Italia presente all’interno delle Note di viaggio in undici paesi europei di Kang Youwei], Wenyi shenghuo 5 (2012): 17‐18

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di biblioteche, musei, teatri, terme e in generale di servizi pubblici, inesistenti o comunque riservati solo alla famiglia imperiale nella Cina antica. Ed è soprattutto per quanto riguarda il settore dell’arte e della conservazione dei beni culturali che Kang manifesta grande apprezzamento per Roma e per il nostro paese, auspican- dosi che i suoi connazionali possano ispirarsi al modello italiano.17

Alla luce di quella che, come si è detto, risulta essere una delle finalità fonda- mentali dell’osservazione della realtà occidentale da parte di Kang, ovvero l’indi- viduazione di aspetti da cui il popolo cinese possa trarre insegnamenti funzionali alla palingenesi nazionale, risulterà facilmente comprensibile come una caratte- ristica ricorrente dei suoi resoconti di viaggio sia la spiccata attenzione riservata all’analisi delle istituzioni e dei sistemi politici delle nazioni visitate che lo scritto- reesamina scrupolosamente alla ricerca del modello più adatto cui possa ispirarsi il suo paese. In questo senso, il diario di viaggio in Italia, appare particolarmente interessante per la presenza di contenuti relativi al diritto e alle istituzioni roma- ne. Il primo riferimento in proposito rintracciabile nel testo è relativo alle figure di Adriano e Giustiniano, del cui operato in ambito giuridico Kang aveva, come è evidente, una qualche conoscenza, anche se approssimativa o persino erronea:

哈的练[……] 网罗名士,组一议院,名之曰第一院。用法律家苏维亚、18裘利亚那

辑罗马通行法律。其后茹斯底年“十二铜表律”,即因此而成者也。19

Adriano […] riunì illustri uomini di cultura e formò un parlamentochiamato “primo Consiglio”. Ordinò al giurista Salvio Giuliano di compilare le leggi più diffuse a Roma. In seguito sono state create le Dodici Tavole di rame da Giustiniano”.

Nella prima parte del passo Kang fornisce una serie di informazioni corrette: il “primo Consiglio” cui accenna indica verosimilmente il Consilium principis, orga- no consultivo con funzioni di assistenza nei confronti dell’imperatore in relazione alle decisioni politiche più importanti e delicate, fondato in età augustea ma rior- ganizzato da Adriano. Quest’ultimo, inoltre, si circondò effettivamente di esperti giureconsulti come Salvio Giuliano al quale nel 131 diede incarico di raccogliere ed

17 Per un’analisi approfondita sui riferimenti all’arte italiana presenti nel diario di viaggio di Kang si veda: Martina Turriziani, “The connection between art and patriotic feeling in Kang Youwei’s Yidali Youji,” International Communication of Chinese Culture 20/11 (2015): 1‐14.

18 Si trascrive qui fedelmente il passo come riportato nell’edizione a cura di Zhong Shuhe, nella quale figura una virgola rovescita a separare i due nomi Suweiya 苏维亚 e Qiuliyana 裘利亚那, i quali si riferiscono, tuttavia, ad un’unica persona (il giureconsulto Salvio Giuliano).

19 Kang Youwei, “Yidali youji,” in Ouzhou shiyi guo youji er zhong, a cura di Zhong Shuhe (Changsha: Yuelu shushe, 1985), 102. Salvo indicazioni contrarie, tutti i frammenti tratti dal diario di viaggio in Italia di Kang sono qui citati dalla suddetta edizione del 1985 a cura di Zhong Shuhe. Ringrazio la dott.ssa Martina Turriziani per il prezioso aiuto fornitomi nel processo di individuazione dei passi del diario più interessanti per il presente studio. Per un’accurata traduzione in italiano e analisi dello “Yidali youji” si veda la sua tesi di dottorato: Martina Turriziani, Il viaggio in Italia di Kang Youwei: traduzione e commento dello “Yidali Youji” (1905), 2016

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ordinare il nucleo dei precedenti editti dei pretori, formando un ‘codice’ chiamato

Edictum perpetuum che rimase a lungo nell’impero l’unico complesso organico di norme relative ai rapporti fra privati, modificabile ed integrabile solo con costitu- zioni imperiali.20 Errata, invece, nella seconda parte del frammento, l’attribuzione

delle Dodici Tavole a Giustiniano, essendo queste assai più risalenti.21 Inoltre, quan-

to al materiale di realizzazione delle tavole, pur rimanendo esso ad oggi ancora in- certo, è più probabile che si trattasse di bronzo e non di rame. A prescindere dagli equivoci dello scrittore, significativo rimane ad ogni modo il fatto che egli fosse al corrente dell’esistenza di tali documenti e, pertanto, del loro valore.22 Dell’impor-

tanza del ruolo di Giustiniano nel processo di codificazione, inoltre, Kang era senza dubbio a conoscenza,23 come si evince da un passo successivo del diario:

五百二十年,东罗马英主茹斯底年兴,即制定法律者也,乃平定迦太基及非洲,

覆汪德罗国,降峨特狄,恢复意大利。24

Nel 520 d.C. Giustiniano, sovrano dell’impero d’Oriente ha iniziato la codificazione, ov- vero fissò le leggi, sedò le ribellioni a Cartagine e in Africa, conquistò il regno dei Van- dali e sconfisse i Goti, ripristinò l’indipendenza dell’ Italia.

Analogamente, Kang dimostra di essere consapevole della portata dell’attività di Giulio Cesare in ambito legale, descrivendolo come illustre conoscitore del diritto oltre che storico romano:

20 Un riferimento di poco più risalente all’Edictum Perpetuum rintracciabile all’interno delle fonti cinesi è, inoltre, quello presente nel manuale di storia del diritto romano Luoma fa 罗马法, di autore ignoto, tradotto dal giapponese ed edito dalla Qixin Shuju 啟新書局 di Nanchino nel 1903. Cfr.: Lara Colangelo, “La ricezione del sistema giuridico romanistico e la relativa produzione di testi in Cina all’inizio del XX secolo: le fonti del diritto romano in due dei primi manuali in lingua cinese”, Bullettino dell’Istituto di diritto romano, in corso di stampa.

21 Le Dodici Tavole, compilate dai decemviri, risalgono al 451‐450 a.C.

22 Quello che ad oggi parrebbe, verosimilmente, essere il più antico cenno alla XII Tavole rinvenuto nelle fonti in cinese, è contenuto nella summenzionata traduzione del testo Political Economy, for Use in School and for Private Instruction (Zuo zhi chu yan, 1885), che Kang aveva molto probabilmente letto. Cfr.: Colangelo, “L’introduzione del diritto romano in Cina,” in corso di stampa.

23 Tra le possibili fonti da cui Kang possa aver appreso tali informazioni su Giustiniano, oltre al sopracitato Zuo zhi chu yan (1885), vi è una lettera scritta da Ma Jianzhong nel 1878 durante il suo soggiorno a Parigi, Bali fu youren shu 巴黎複友人書 [Lettera da Parigi ad un amico], in seguito inclusa all’interno di Shike zhai ji yan 适可斋记言, vol. 2 [Parole registrate dallo studio Shike], 1896), volume che riunisce i saggi composti dallo scrittore negli anni 1877‐1894 e che è stato a sua volta inserito nella raccolta a cura di Liang Qichao 梁启超 Xizheng Congshu 西政丛书 [Collezione di scritti sulla politica occidentale], edita l’anno successivo (Shanghai, 1897). Un estratto della lettera di Ma è stato da me consultato in: Wang Jian王健, “Luoma fa chuanbo zhongguo wenxian jikao” 罗马法传播中国文献稽考 [Analisi delle fonti in relazione alla diffusione del diritto ro- mano in Cina], in Luoma fa yu xiandai minfa 罗马法与现代民法, a cura di Xu Guodong 徐国栋 (Beijing: Zhongguo fazhi chubanshe, 2002), 69.

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恺撒[……]又深通希腊之哲学,其所作战史最有名。又编定罗马法典,则为史学、