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In questo lavoro si propone una revisione sistematica della letteratura riguardante l'impatto di internet e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) 2.0 nel processo d'internazionalizzazione d'impresa.

Le domande di ricerca che sono state poste sono le seguenti:

- Qual è l'impatto di internet e dei social media nel processo di internazionalizzazione delle PMI?

- Quali sono i loro effetti?

L'avvento di Internet ha fornito alle aziende nuove modi per fare business, comunicare idee, e scambiarsi le informazioni, permettendo loro di migliorare l'efficienza e sviluppare nuove maniere per coordinare le loro attività (Gilmore & Pine, 2000 / OECD, 2001 / Verity & Hof, 1994 / Weill & Vitale, 2001). Internet ha anche reso la comunicazione globale accessibile anche alle aziende più piccole, permettendo loro di posizionarsi al centro della scena globale sin dalla nascita, e cogliere velocemente le nuove opportunità internazionali (Hamill, 1997, 1999 / Lituchy e Rail, 2000 / Loane, 2005). L'emergere di spazi di archiviazione personale, all’interno di centri dati centralizzati conosciuti come “cloud” (Eckman, 2008), permette di poter utilizzare il computer ovunque, a qualsiasi ora, trasformando il modo in cui gli individui e le aziende lavorano o interagiscono e portano contenuti digitali a tutti gli angoli del commercio e della società. Questo cambio di paradigma, meglio conosciuto come web 2.0, facilita l'apertura alle innovazioni, e conduce alla progressiva affermazione di un modello di business transnazionale.

Nell'ultimo ventennio un crescente numero di piccole e giovani aziende si sono aggressivamente affermate in ambito internazionale (Bell e Loane, 2010). Le pionieristiche start-up globali totalizzano un significativo volume di esportazioni da molti paesi (Jones e Goviello, 2005 / Weerawardcna, et al., 2007).

Conosciute come “born global firms” (Rennie, 1993), o “international new ventures” (INVs) (McDougall, et al., 1994), sono aziende che “perseguono un rapido e delicato

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processo d'internazionalizzazione sin dal principio o poco dopo (Oviatt e McDougall, 1994). Si considerano international new venture le aziende che generano oltre il 25% delle vendite dalle esportazioni, servono molteplici mercati (solitamente più di cinque), ed intraprendono il processo d'internazionalizzazione entro due anni dalla loro costituzione. La maggior parte di queste aziende, sono localizzate in piccole economie aperte, hanno elevate percentuali d'esportazione, che spesso superano l'80-90% delle vendite, mentre altre aziende non vendono affatto nei mercati domestici (Bell et al., 2003). La comparsa di queste aziende è stata fortemente influenzata da tendenze riguardanti la globalizzazione delle attività di business, l'impatto dei nuovi processi e le tecnologie della comunicazione (Knight e Gavusgil, 1996), tra cui l'elemento chiave è internet.

Altri fattori che influenzano sia la decisione di internazionalizzare sia la velocità di entrata in nuovi mercati, includono l'orientamento internazionale della gestione d'impresa, la disponibilità di risorse umane e finanziarie, l'esistenza di network, oltre che l'abilità di sfruttare risorse esterne. (Rialp, e Knight, 2005). Il web è accessibile per le aziende di ogni dimensione, ma per quelle di dimensioni più contenute costituisce una risorsa inestimabile, in quanto, permette loro di essere raggiunte globalmente tramite il proprio sito internet (Hamill, 1997 / Poon e Jevons, 1997 / Samiee, 1998).

Indipendentemente dalla dimensione delle imprese, l'accesso a internet produce degli indiscussi benefici. Tra questi: il ridimensionamento dell'importanza dell'economia di scala; l'abbassamento dei costi di comunicazione e marketing; la standardizzazione dei prezzi; l'agevole ricerca di informazioni; il miglioramento delle relazioni tra compratori e venditori, ed il mutamento nelle relazioni tra intermediari (Chattell, 1998 / Quelch e Klein, 1996). La connessione internet consente di sviluppare e mantenere le relazioni con clienti, soci, e fornitori (Coltman, et al., 2001 / Cuneo, 1995 / Herbig e Hale, 1997), offrendo allo stesso tempo anche alle aziende più piccole la possibilità di entrare nei mercati esteri in modo diretto ed immediato.

Sin dagli albori, internet è stato inoltre considerato un mezzo per identificare nuovi clienti e distributori, generare un gran numero di informazioni sugli andamenti di mercato, sulle ultime tecnologie e sugli sviluppi tecnici (Hamill e Gregory, 1997). Internet ha infatti suscitato una particolare attrazione per le PMI, offrendo la possibilità di rimuovere le barriere che si devono affrontare, quando si decide di condurre un business internazionale (Arenius et al., 2005). Inoltre, aumentando le possibilità di comunicazione e vendita, il web è diventato un efficace ed efficiente modo per supportare l'espansione internazionale ed il commercio globale (Mathews e Healey, 2008). Per di più, le attuali tecnologie web 2.0,

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stanno conducendo i processi d'internazionalizzazione verso più evoluti livelli di complessità, a cui aziende si stanno adattando diventando più adattabili, flessibili, specializzate ed interconnesse. Il web 2.0 ha causato un cambio di paradigma, portando innovazione, collaborazioni, co-creazioni, networking e creatività nell'utilizzo delle tecnologie esistenti, per sviluppare nuove offerte. Il web 2.0 è composto da una serie di tendenze sociali, economiche e tecnologiche, caratterizzato dalla partecipazione di utenti, dall'apertura (openness) e dagli effetti del network. (Musser et al., 2006)

Vi è ampio consenso nel ritenere che le basi applicative del web 2.0 siano identificabili con:

- il web come piattaforma;

- i contenuti ed i dati costituiscono la forza trainante delle applicazioni;

- un'architettura partecipativa che incoraggia gli utenti a contribuire/prenderne parte; - l'utilizzo di software facilmente realizzabili ed utilizzabili.

Le funzioni essenziali del web 2.0 sono molteplici. Esse riguardano la fornitura di servizi, il controllo su fonti di dati, che si arricchiscono quando vengono utilizzate da più persone, la produzione di modelli di sviluppo e modelli di business. Il web 2.0 sfrutta inoltre l'intelligenza collettiva, utilizzando gli utenti come co-sviluppatori (O'Reilly, 2007). Il web 2.0 ha il potenziale per cambiare sostanzialmente l'innovazione, che viene considerata un'azione eseguita all'interno dell'impresa, tramite una serie di passi strettamente controllati (Bughin et al., 2008). Con il termine “open innovation” ci si riferisce alla maniera in cui le grandi società combinano flessibilmente tecnologie sviluppate esternamente ed internamente, al fine di creare nuovi generi di business, e/o utilizzare varchi interni ed esterni per raggiungere i mercati (Chesbrough, 2003).