Cenni economici sulle due sponde
3.1 Introduzione macroeconomica delle due sponde.
Se nel periodo successivo alla conclusione della Seconda guerra mondiale, Taiwan risultava essere una mera base d’appoggio per il Guomindang e recipiente degli aiuti U.S.A. sui quali si basava buona parte del sostentamento dell’isola tra gli anni cinquanta e sessanta, le transizioni economiche che si svilupparono negli anni successivi videro l’espansione dell’economia, alimentata dalle esportazioni verso altri paesi del mondo, e l’accrescere dell’importanza dell’isola sulla scena mondiale non più solo a causa di fattori politici o strategici - militari.
A partire dagli anni settanta, l’incredibile crescita economica di cui l’isola sarà protagonista, fino perlomeno alle porte del nuovo millennio, aiuteranno a coniare termini come “miracolo economico taiwanese” o “tigre asiatica” per descrivere la Formosa dell’epoca.
Fattori di natura più prettamente sociale come l’incremento dei diritti civili e una leadership politica più competente, hanno fatto sì che Taiwan fosse annoverata tra le nuove economie industrializzate assieme a paesi come Hong Kong, Corea del Sud o Singapore.
Una volta terminata la fase di transazione economica che ha visto il passaggio dall’industria pesante alla produzione di componenti tecnologicamente avanzati, Taiwan andrà a occupare un posto di rilievo tra i principali paesi sviluppati del mondo, oltre ad essere oramai considerata uno dei maggiori investitori esteri, soprattutto per quanto riguarda l’area asiatica.
Attualmente Taiwan possiede una dinamica economia capitalista con una graduale decrescita della guida del governo in materia di investimenti e commercio estero, molte grandi aziende e banche statali sono state privatizzate.
L’isola può vantare, secondo le statistiche del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale (da cui è stata ufficialmente espulsa nel 1980), il diciannovesimo posto tra l’elenco delle nazioni, un gradino sotto ad Australia, ordinate secondo il loro prodotto interno lordo (PIL) a parità del potere d’acquisto, e il ventiquattresimo posto nella lista degli stati del mondo ordinati secondo il PIL nominale, un gradino sopra la Norvegia.
Il prodotto interno lordo, registrato durante il 2011, risulta essere di 466.8 bilioni di US $, in cui i servizi rappresentano il 66.9%, seguiti dall’industria con il 32% e l’agricoltura con l’1.3%.(dati riferiti al 2011 forniti da World Factbook)
La crescita del PIL annuale, dagli anni sessanta a oggi, registra una media di incremento del 7.3%, che vede il suo picco nel 17% del settembre 1978 e il suo minimo storico, con -8%, a inizio 2009.
Tabella 3-1: Tasso di crescita annua del PIL taiwanese (1986-2010).
Fonte: Statistiche Nazionali della Repubblica di Cina, Taiwan GDP annual growth Rate Percent
I darti virtuosi riportati da Taiwan sono comunque confermati anche dal rapporto tra debito pubblico e il prodotto interno lordo, che registra una percentuale attorno al 36%, e dalle ampie riserve auree e di valuta estera del paese.
Per quanto riguarda le esportazioni, che hanno visto una continua crescita a partire dall’inizio della seconda metà del novecento ad oggi, esse hanno rappresentato la fonte primaria per l’industrializzazione del paese e sono tuttora essenziali per lo sviluppo economico futuro: proprio questa caratteristica rende Taiwan un paese fortemente legato alle esportazioni.
Nell’agosto del 2012 le previsioni ufficiali sull’andamento del PIL taiwanese furono rivisti per ben otto volte in un anno.
Da quando le esportazioni contano per circa il 75% del PIL taiwanese risulta utile alle autorità capire quali siano i rischi ciclici legati alla crescita delle esportazioni taiwanesi.1
Secondo I dati ufficiali forniti dal Ministero della Finanze (MOF) taiwanese a inizio 2011, Taiwan poteva contare su un surplus commerciale di 26.819,8 milioni US $ derivato dal valore totale delle esportazioni 308.257,3 milioni US $ meno il valore del totale delle importazioni 281.437,5 milioni US $.
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Economic Cycle Research Institute, Taiwan Export Prospect, sito ufficiale dell’ Economic Cycle Research Institute, New York, 2012, http://www.businesscycle.com/ecri-reports-indexes/report-summary-details/economic-cycle-research- taiwan-export-prospects
Tendenze del commercio estero taiwanese nel 2011. Valore ( Milioni US $) Variazione % annua su anno precedente Anno / Mese Tot. Esportazioni Esportazioni Re- esportazioni Tot. Importazioni Importazioni Re- importazioni Suplus sul Tot. Tot. Export Tot. Import 2010 274.601 261.554 13.047 251.236 250.544 692 23.364 34,8 44,1 2011 308.257 291.878 16.379 281.438 280.553 885 26.820 12,3 12,0 Gen. 25.332 24.005 1.327 23.452 23.376 77 1.880 16,5 21,9 Feb. 21.226 20.232 994 20.311 20.259 52 915 27,2 28,6 Mar. 27.220 25.859 1.361 25.461 25.393 68 1.758 16,5 16,6 Apr. 27.305 25.901 1.404 24.355 24.296 60 2.949 24,6 25,7 Mag. 27.856 26.375 1.481 26.625 26.554 71 1.231 9,4 19,2 Giu. 25.160 23.939 1.222 23.783 23.714 69 1.378 10,8 12,5 Lug. 28.123 26.713 1.410 24.737 24.661 76 3.386 17,7 13,8 Ago. 25.780 24.350 1.430 23.135 23.048 87 2.645 7,2 6,2 Set. 24.611 23.290 1.321 22.803 22.735 68 1.808 9,9 10,6 Ott. 27.025 25.561 1.464 23.685 23.604 81 3.340 11,7 11,7 Nov. 24.674 23.159 1.516 21.463 21.374 89 3.212 1,2 -10,4 Dic. 23.946 22.494 1.452 21.627 21.540 87 2.319 0,6 -2,7 2012 Gen.- Ott. 250.133 236.246 13.888 227.263 226.543 720 22.870 -3,7 -4,7 Gen. 21.079 19.946 1.133 20.607 20.549 58 472 -16,8 -12,1 Feb. 23.403 22.140 1.263 20.571 20.501 69 2.832 10,3 1,3 Mar. 26.342 24.851 1.491 23.988 23.914 74 2.354 -3,2 -5,8 Apr. 25.518 24.074 1.444 24.822 24.747 75 696 -6,5 1,9 Mag. 26.097 24.501 1.596 23.823 23.745 78 2.274 -6,3 -10,5 Giu. 24.356 23.051 1.306 21.773 21.702 71 2.583 -3,2 -8,4 Lug. 24.901 23.523 1.378 23.938 23.864 73 964 -11,5 -3,2 Ago. 24.746 23.430 1.316 21.381 21.298 84 3.365 -4,0 -7,6 Set. 27.166 25.633 1.534 23.091 23.021 70 4.075 10,4 1,3 Ott. 26.525 25.098 1.427 23.270 23.202 68 3.255 -1,9 -1,8
Tabella 3-2: Tendenze del commercio estero taiwanese nel 2011.
Per quanto riguarda l’inflazione, si registrano dati non preoccupanti, relativamente bassi in linea con molti altri paesi sviluppati come Italia, Francia o Germania.
Anche il reddito medio procapite è allineato a quello dei maggiori paesi occidentali con un valore di 19.888 US $ (Dati del Fondo Monetario Internazionale).
Relativamente ai tassi di disoccupazione, il trend degli ultimi anni rivela un incremento della disoccupazione con una tendenza a stabilizzarsi intorno al 4% per il primo semestre 2012, con un record negativo del 6.1% durante l’agosto del 2009, dati che concordano con altri paesi dell’area asiatica, ma che risultano indubbiamente positivi se comparate alle recenti percentuali europee. Se i precedenti dati ci rivelano un paese fortemente orientato alle esportazioni e dall’economia stabile (Agenzie di Rating internazionali come Fitch segnalano una AA+), l’isolamento diplomatico assieme a bassi tassi di natalità e invecchiamento della popolazione rappresentano le principali sfide che Taiwan si trova ad affrontare nel lungo termine.
Taiwan ha recentemente annunciato che il tasso di fertilità è caduto al di sotto di un bambino per donna, preoccupando così il governo relativamente alle future risorse in materia di forza lavoro e intellettuale.
L’attuale tasso di nascita taiwanese è di 0.9, il più basso al mondo assieme ad altre nazioni asiatiche sviluppate che seguono a ruota. 2
Se i dati e le tabelle sopra riportate sono sicuramente utili per delineare il moderno profilo economico del paese, nelle seguenti pagine cercherò di analizzare dati analoghi per quanto riguarda la parte cinese, nel delineare il profilo economico verrà ovviamente tenuto in considerazione la diversità delle due aree.
La Cina continentale si presenta come uno dei territori più vasti al mondo, la cui crescita economica, nel corso degli ultimi decenni, ha attirato sempre più l’attenzione mondiale.
Se per Taiwan l’uomo che predispose il paese allo sviluppo economico fu il presidente Chiang Ching-kuo (蔣經國, jiangjingguo) con la costruzione di dieci grandi opere, le riforme del leader Deng Xiaoping sono state la miccia della rapida crescita economica cinese, che ha visto la transazione dal modello comunista a un “socialismo di mercato di formula cinese”.
Le riforme intraprese nel 1978 hanno trasformata la Cina da un paese in cui l’economia era completamente pianificata dal governo centrale ad un’economia di mercato emergente tuttora in crescita.
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Attualmente è considerata la seconda economa mondiale per PIL nominale a parità di potere di acquisto.
Storicamente nell’arco coperto dal 1989 al 2012, la crescita annuale del PIL cinese è stata la più sostenuta al mondo toccando una media di crescita eccezionale.
Tabella 3-3: Tasso di crescita annuale del PIL della Repubblica Popolare Cinese (1992-2012).
Fonte: Istituto nazionale di statistica della Cina, China GDP Annual Growth Rate Percent Change in Gross
domestic Product, Trading Economics (a cura di), 2012.
La crescita cinese dall’inizio degli anni novanta ad oggi ha registrato una media del 9.25%, registrando un picco del 14.20% in dicembre del 1992 e un minimo del 4% nel 1990.
Il debito pubblico cinese è pari al 43.5% del prodotto interno lordo, con dati relativi all’inflazione al di sotto del 2%.
Nonostante Cina e Taiwan, anche se su volumi diversi, siano paesi in crescita, riscontrano diversità nella composizione del loro prodotto interno lordo.
Tabella 3-4: Composizione del prodotto interno lordo della Repubblica Popolare Cinese.
Fonte: Naughton Barry, The Chinese Economy. Transitions and Growth, Cambridge, MA: MIT Press, 2007, p.155.
Come evidenziato dal grafico la Cina si trova ancora in una fase industriale.
Se per Taiwan il sorpasso dei servizi sul settore secondario è avvenuta verso la metà degli anni novanta, per la Cina questa transazione deve ancora essere compiuta.
Tale situazione, combinata con il calo delle esportazioni, dovuto alla recente crisi economica, si presenta come una nuova sfida per il Governo di Pechino, in cui proprio durante il diciottesimo congresso del Partito Comunista
Hu Jintao ha affermato che la Cina deve inaugurare un «nuovo modello di sviluppo» che porti a raddoppiare il prodotto interno lordo (PIL) del Paese e di reddito medio della popolazione entro il 2020.3
Relativamente al tasso di disoccupazione la Cina è passato da un 10.1% del 2004 al 6.5% del 2011 con tassi minimi attorno al 4% nel 2007 e 2008.
Il reddito medio procapite ammonta a 8.400 US $ (Dati del Fondo Monetario Internazionale), con pero notevoli differenze tra regioni interne e costiere.
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Vinciguerra Luca, Il Dragone tira fuori gli artigli. Hu al congresso del Pcc: <<Voglimo raddoppiare il Pil entro
L’indice di natalità è di circa dodici nascite ogni mille abitanti nel 2011, questo dato si contrappone al tasso di mortalità che registra valori ampiamente inferiori, probabilmente legate anche in parte al recente allentamento delle restrizioni imposte dalla politica del figlio unico.
Dalla comparazione dei dati macroeconomici relativi a Cina e Taiwan è possibile affermare che entrambi siano aree in fase di espansione economica, con buone prospettive di crescita futura.