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METODOLOGIE PER LA VERIFICA DELLA AUTENTICITÀ

3.3. La verifica dei vin

3.4.1 Isotopi stabil

Negli animali, rapporti isotopici stabili sono determinati principalmente dalla dieta, anche se un ulteriore arricchimento degli isotopi pesanti può verificarsi durante il metabolismo. E’ stato dimostrato che il latte riflette in modo molto rapido i cambiamenti degli isotopi dei mangimi. Il δ13C nei mangimi dipende fortemente dal contributo relativo delle piante C3, C4 e CAM.

Dato che il pascolo è composto quasi esclusivamente da piante C3, i livelli di δ13C

dovrebbero essere inferiori per il latte prodotto da mucche allocate al pascolo-o alleviate con metodo biologico.

Infatti, è stato dimostrato che i valori δ13C nel latte di vacche nutrite con erba sono sensibilmente inferiori a quelli del latte di mucche alimentate con mais o grano. Molkentin e Giesemann (2007, 2009) hanno riportato una differenza sostanziale dei valori di δ13C nella parte grassa del latte tra campioni di latte biologico (-28 ‰ ) e convenzionale (-26.6 ‰) durante tutto l'anno. Questa differenza potrebbe essere spiegata dalla diversa percentuale di mais nei mangimi. L'alimentazione di base nella fattoria tradizionale era infatti composta dal 60% di insilato di mais durante tutto l'anno,

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mentre l'azienda agricola biologica utilizzava solo piccole quantità di insilato di mais durante il periodo di pascolo.

I rapporti isotopici sono però condizionati da molteplici fattori tali da rendere difficile una generalizzazione dei risultati. Gli stessi autori sopramenzionati evidenziavano nei loro articoli come i risultati dello studio erano applicabili solamente a campioni di latte puro e di origine tedesca.

Nel loro lavoro più recente, Molkentin e Giesemann (2010) segnalano una variazione stagionale dei valori δ13C nelle proteine del latte biologico e nei campioni di latte tradizionali. Una netta differenza si evidenziava per tutto l'anno tra latte biologico e convenzionale, senza sovrapposizioni, e si concludeva che i valori δ13C nelle proteine e nel grasso del latte sono ugualmente adatti per l'autenticazione di latte biologico, in quanto entrambi dipendono dalla percentuale di mais nella alimentazione delle vacche. Inoltre, a causa del costante frazionamento di carbonio isotopi tra proteine e grassi del latte, la determinazione simultanea dei valori δ13C nelle proteine e nel grasso del latte può essere utilizzata per svelare l’aggiunta fraudolenta di grasso non biologico al latte biologico.

Per quanto riguarda gli isotopi dell’ azoto, il più pesante 15N è arricchito nelle proteine lungo la catena alimentare. Secondo le norme per l'agricoltura biologica, tutti i mangimi devono essere ottenuti da agricoltura biologica, preferibilmente dalla stessa azienda agricola.

Dal momento che i fertilizzanti artificiali sono vietati nella agricoltura biologica, e il concime biologico contiene relativamente più 15N dei concimi chimici, che sono comunemente prodotti dalla fissazione di N2 atmosferico, il δ15N dovrebbe essere più

elevato nella produzione biologica.

Al contrario, Molkentin e Giesemann (2009,2010) e Molkentin 2009 hanno osservato un più alto livello di δ15N nel latte convenzionale.

Gli autori hanno ipotizzato che le mucche allevate convenzionalmente potrebbero essere state alimentate con una quantità elevata di legumi (che fissano direttamente N2

atmosferico e quindi hanno minore δ15N) e / o che una quantità significativa di liquame da animali di allevamento (che ha significativamente più alto δ115N) sarebbe stato utilizzato in aziende agricole convenzionali

74 3.4.2. Acido fitanico

Acido fitanico ( acido 3,7,11,15-tetrametil esadecanoico) è un acido grasso a catena ramificata che viene prodotto mediante ossidazione batterica e bioidrogenazione della catena laterale della clorofilla nel rumine. L’acido fitanico non può essere sintetizzato de novo dai mammiferi e quindi è derivato esclusivamente dall’alimentazione( Capuano et al., 2013). Per questa ragione, l’acido fitanico e il suo metabolita principale l’acido pristanico sono stati proposti come potenziali marcatori per i prodotti lattiero caseari ottenuti da allevamenti alimentati a pascolo, o allevati biologicamente dove la percentuale di erba nella dieta è più elevata.

Schoder et al. 2010 hanno studiato la variazione giornaliera dell’acido fitanico e dell’acido pristanico in campioni di latte vaccino da allevamenti biologici e convenzionali. Nel latte biologico, l’acido fitanico ha raggiunto in media il valore di 3.14 g per kg di grasso, con un livello minimo di 2,48 g per kg di grasso, mentre la concentrazione di acido fitanico più alta nel latte convenzionale era 1,77 g per kg di grasso.

Allo stesso modo, Vetter e Schroder (2010) hanno osservato che i livelli di acido fitanico nel latte e nei formaggi biologici superavano quelli dei prodotti convenzionali del 50% e che le concentrazioni di acido pristanico erano significativamente più elevate nei prodotti biologici.

I ranges di concentrazione dei due acidi grassi nelle due categorie presentavano però dei punti di sovrapposizione, rendendo così impossibile una discriminazione completa tramite la sola determinazione di questi due acidi.

Per esplorare ulteriormente l'utilità di acido fitanico come marcatore per il latte biologico, Schroder e Vetter (2011) hanno studiato la distribuzione dei due stereoisomeri dell'acido fitanico, RRR e SRR. Gli autori hanno scoperto che la quantità dello stereoisomero SRR dell'acido fitanico non superava mai il 50% in tutti i campioni di latte biologico, mentre tale valore era compreso tra 60 e 85% per i campioni prelevati da vacche allevate convenzionalmente.

Gli autori suggeriscono che il rapporto degli stereoisomeri può essere usato come uno strumento per l'autenticazione di latte biologico. È noto che la popolazione microbica nel rumine cambia a seconda della dieta dell’animale, è probabile che i batteri del rumine dominanti in condizioni alimentari caratterizzate da una grande quantità di erba

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favorirebbero la produzione di acido RRR-fitanico, mentre i batteri dominanti a seguito di una dieta ricca di concentrato favorirebbero la produzione di acido fitanico SRR. È interessante notare che la composizione in stereoisomeri di acido fitanico non è un marcatore affidabile per l'autenticazione del formaggio biologico. Infatti, anche se la percentuale dello stereoisomero SRR era generalmente superiore in campioni convenzionali, la differenza tra e formaggio convenzionale e biologico è stata meno pronunciata rispetto a quella riscontrata nel latte e i due gruppi non possono essere differenziati con metodi statistici. Gli autori hanno suggerito che potrebbero essere coinvolti dei cambiamenti post-mungitura, con i due diastereomeri di acido fitanico che potrebbero essere degradati a diversi tassi, probabilmente a causa di differenti tipi di microflora formaggio-specifiche.

Questo sottolinea la necessità di controllare l'affidabilità e la riproducibilità del biomarcatore quando sono presi in considerazione alimenti trasformati