PARTE I: L A S TORIA D ELLA C ITTÀ N EI S ECOLI
10.2 H OTELS , D ESIGN A ND C OMFORT 163
10.2.6 J ESOLO L IDO V ILLAGE 176
Tra i progetti più rilevanti della nuova città marittima troviamo il complesso Jesolo Lido
Village, sorto in un’area della pineta occupata in passato dalle colonie. Dove per il Master
Plan doveva avvenire la riorganizzazione di un ampio “spazio libero” a disposizione della comunità,243 fu decisa l’espansione turistica ed alberghiera con un aumento volumetrico del 100% rispetto alle preesistenze.
La concessione per la variazione della destinazione d’uso iniziale, è stata resa possibile unicamente grazie alla proposta di un “progetto di grido”244 che avrebbe tollerato il sacrificio del verde pubblico, creando però un richiamo per il turismo di lusso.
242 http://www.edilbeton.com/frontemar/
243 L’area ora occupata dallo Jesolo Lido Village rientra nel progetto iniziale del Parco Centrale che, proprio in
questa fascia, doveva raggiungere il mare. A ricordo di quel progetto rimane solamente un piccolo dosso erboso di circa 2 metri d’altezza con l’unico scopo di impedire la vista della corte interna delle Pool Houses dall’esterno, cosa che comunque non suscitò impedimenti da parte della Soprintendenza rispetto al precedente progetto.
244 Così ne parlò l’amministratore delegato della ditta appaltatrice Hobag Spa, Peter Reichegger, in
Iniziato nel 2007 ed ora in fase di ultimazione, il progetto fu affidato al noto ed illustre architetto americano Richard Meier, e si compone di tre strutture separate ma tra loro architettonicamente omogenee: The Pool Houses, The Beach Houses e The Hotel & Spa. Il complesso delle Pool Houses, si compone di un lungo rettangolo perpendicolare al mare, posto ad una distanza di circa 100 metri da questo, con strutture residenziali di tre piani e di dimensioni leggermente differenti le une dalle altre, situate attorno ad una piscina di 48 metri e ad un solarium interno.
La particolare ed audace impostazione strutturale degli edifici non è un caso, ma il risultato di un lungo studio che ha permesso al Villaggio di vincere nel 2008 la VII edizione del
Premio Internazionale Dedalo Minosse,245 competizione dedicata in quell’anno al tema della sostenibilità sociale ed economica.
Il progetto, che incarna perfettamente questi requisiti, è un'operazione immobiliare innovativa, caratterizzata da soluzioni architettoniche incentrate sui concetti di natura e luce.
Il complesso infatti è costituito da una serie di aperture e varchi tra edifico ed edificio, che permettono di mantenere uno stretto rapporto con l’ambiente circostante, evitando quel senso di oppressione e soffocamento spesso derivato dall’effetto barriera delle villette a schiera, che impediscono la vista a mare. In questo caso invece lo spazio vuoto, forse fin troppo eccessivo, nonché le testate degli edifici completamente vetrate, consentono una visione verso l’esterno e permettono un più intenso rapporto tra zone abitative e natura circostante. Inoltre le particolari aperture sui muri delle abitazioni, grazie all’ingresso dei raggi solari dall'alba al tramonto, creano increspature derivate dalle ombre e suggestivi effetti chiaroscurali all'interno e all'esterno dell'edificio.
245 Fondato nel 1997 il Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura vuole dare
impulso alla qualità dell'architettura guardando al risultato, analizzando e ponendo l'accento sui seguenti temi: sostenibilità sociale dell'opera; sostenibilità economica dell'opera; opera ispirata dal Design for All; uso sostenibile del territorio e delle risorse; valorizzazione e conservazione dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio architettonico; uso di tecnologie e materiali innovativi; valorizzazione delle tradizioni e dei linguaggi locali; trattamento della luce naturale. Proprio quest’ultimo punto è stato decisivo nell’assegnazione del primo premio al progetto di Richard Meier nel 2008. (Le informazioni in merito al premio sonno state ricavate dal sito http://www.dedalominosse.org).
Il legame tra luce e spazio è infatti fondamentale in ogni studio progettuale, poiché caratterizza lo spazio, le forme ed i colori di cui si compongono gli edifici, come magistralmente espresso dallo storico e critico dell’architettura Siegfried Giedion,246 il quale in uno dei suoi più famosi scritti affermò: «È la luce che da' la sensazione di spazio.
Luce e spazio sono inscindibili. Se si elimina la luce il contenuto emotivo dello spazio scompare e diventa impossibile coglierlo».247
Evidente è pertanto l’importanza che viene data al giorno d’oggi alla luce, non più semplicemente adattata alle esigenze strutturali ed architettoniche, ma considerata come un elemento integrante dell’edificio e con una propria influenza emozionale che non può più essere ignorata. La luminosità delle strutture viene enfatizzata anche dall’utilizzo incontrastato del colore bianco, elemento cromatico unificatore di tutto il villaggio. Il bianco è sempre stato il colore prediletto dell’architetto che lo ha utilizzato nella maggior parte delle sue opere. Ecco le sue parole in merito:
«Usando il bianco apprezziamo di più i colori e percepiamo meglio la varietà dei riflessi. Su di una superficie bianca si legge con più chiarezza il passaggio delle ore e delle stagioni, è più facile vedere i cambiamenti della natura, il mutare delle condizioni atmosferiche, i passaggi cromatici, i colori del sole. Il bianco aiuta a rivelare con più chiarezza la tua idea di architettura; aiuta, per contrasto con il mondo che circonda l’edificio, a renderne più leggibili le linee e la sequenza degli spazi, rende più facile capire com’è concepito l’edificio».248
Questa concezione edilizia si riscontra in tutto il Villaggio, accomunato oltre che dal colore bianco, anche da alcuni elementi architettonici quali finestre a nastro e brise-‐soleil, e non ultimo il legame con l’acqua, elemento estremamente importante per Meier che in un’intervista si espresse affermando che “l’acqua dà sensazione di apertura, di vastità,
246 Sigfried Giedion, Praga, 14 aprile 1888 – Zurigo, 10 aprile 1968.
247 S. GIEDION, Spazio, tempo, architettura, Hoepli, Milano, (prima edizione italiana a cura di Enrica e Mario
Labò) 1954.
248 Ripreso da un’intervista fatta all’architetto Richard Meier all’interno del programma televisivo I Grandi
Maestri dell’architettura, a cura di Marta Francocchi nella puntata a lui dedicata intitolata “L’architetto in
condiziona nella scelta dell’orientamento dell’edificio, ma aiuta anche a riflettere i colori, i cambiamenti della natura in un modo unico.”249
Nonostante questi dettagli di collegamento le costruzioni fronte mare sono di impostazione completamente differente rispetto alle residenze retrostanti.
Le cosiddette Beach Houses sono infatti costituite da un unico complesso di 10 piani, dove le 74 unità abitative sono orientate in modo da poter godere tutte della vista mare; la maggior parte di esse infatti occupa il piano in larghezza, prolungandosi verso l’esterno con terrazze alternate, distanziate tra loro in modo da non impedire la vista le une alle altre. I piani attici ospitano appartamenti in duplex, con terrazze che li circondano su tre lati e dotate di piscina privata.
La struttura ha subito però una notevole variazione progettuale rispetto alla idea iniziale, che prevedeva oltre a due blocchi di 40 metri di altezza ad uso alberghiero, un edificio a torre di circa 80 metri (ritoccato successivamente a 70 m) con destinazione residenziale. Ma qui la Soprintendenza non ha fatto mancare il suo intervento bloccando il progetto e imponendo una riduzione delle altezze in quanto zona soggetta a vincoli paesaggistici imposti dalla legge Galasso,250 consentendo la realizzazione di due sole strutture, una residenziale, l’altra alberghiera, rispettivamente di 27 e 34 metri d’altezza. Nonostante questa riduzione la volumetria complessiva delle strutture, che doveva diminuire di 6000 mc, è rimasta pressoché invariata.251
249 Nicola Leonardi, Intervista a Richard Meier, New York, 6 gennaio 2001.
250 Legge n. 431 dell’8 agosto 1985 così recita: «Sono sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi della legge 29
giugno 1939, n. 1497[…] i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia […]».
251 La diminuzione delle altezze con volumetria inalterata ha comportato una inevitabile riduzione dello spazio
a terra disponibile, eliminando dal progetto oltre agli spazi verdi, anche 130 parcheggi pubblici, monetizzati dal costruttore all’Amministrazione comunale per 36.370 €. (Comune di Jesolo, Decreto Consiglio Comunale n. 68, 30 giugno 2008).