PARTE I: L A S TORIA D ELLA C ITTÀ N EI S ECOLI
3.2 L A S UDDIVISIONE D EL T ERRITORIO 55
Per poter meglio valutare il Piano Regolatore del ’77, è opportuno soffermarsi sull’analisi del lungomare jesolano, che possiamo suddividere in quattro ambiti territoriali diversi, ognuno con all’interno analogie fisiche e funzionali differenti, nei quali lo sviluppo urbano si è verificato con tempi e modalità disomogenee.
Partendo da ovest e proseguendo verso est, le quattro zone corrispondono a: 1. Zona Faro
2. Zona Centro 3. Zona Colonie 4. Zona Pineta.
La zona del Faro si estende dalla foce del fiume Sile fino a Piazza Mazzini ed è caratterizzata da una sorta di scacchiera di edificati pressoché regolare, attraversata orizzontalmente e verticalmente da una serie di strade parallele e perpendicolari alla linea di costa, dove gli accessi al mare distano indicativamente 130 metri l’uno dall’altro. Ogni 800 metri circa, una piazza interseca la principale via orizzontale, collegandosi direttamente alla strada provinciale.
La zona più vicina alla foce, fino a Piazza Aurora, è caratterizzata da una fascia continua di edifici a blocco, sia nell’area fronte mare che in quella immediatamente retrostante, dove la densità edilizia87 è complessivamente maggiore rispetto all’area più ad est, tra Piazza Aurora a Piazza Mazzini. Questa è stata invece interessata sin dagli anni ’50 da un forte sviluppo edilizio, che ha portato però ad una diversa tipologia di costruzioni: villette ed edifici unifamiliari a bassa densità edilizia eretti durante la prima espansione edificatoria, contrapposte ad alte palazzine e condomini, di maggiore capacità abitativa, realizzati a partire dagli anni ’60.88
87 Ai tempi del PRG in esame la densità edilizia della prima fascia andava dall’ 1-1,5 mc/mq fino ai 3-4
mc/mq.
In tutta quest’area la spiaggia è profonda mediamente 70 metri e le costruzioni che si sviluppano nella fascia prospiciente l’arenile sorgono ad una distanza minima di 8 metri da questo.
La zona successiva, quella del Centro, che si estende da Piazza Mazzini fino all’area delle Colonie, fu la prima ad essere interessata dall’urbanizzazione edilizia ad uso turistico. Anch’essa, come la precedente, è tagliata da strade parallele al mare che si intersecano con gli accessi perpendicolari, creando isolati rettangolari costituiti da lotti larghi 20 metri e multipli di 20, che determinano un maggiore sfruttamento edilizio e un impiego eccessivo del territorio.
L’area in questione è in assoluto la più fortemente compromessa poiché presenta la densità edilizia più alta di tutta la linea costiera jesolana, specialmente nel tratto tra Piazza Brescia e Piazza Trieste dove raggiunge quota 3,7 mc/mq.89
Qui gli edificati si sviluppano maggiormente anche verso l’entroterra, a causa della vicinanza con il centro storico, sebbene la distinzione tra il Paese e il Lido sia pur sempre ben definita. La motivazione deriva certamente dalla sempre maggiore richiesta di abitazioni in questo tratto, quasi un centro nel centro, dove si concentrano i principali servizi e le maggiori offerte turistico-‐ricreative del Lido.
La terza zona, quella delle Colonie, si sviluppa dall’area dell’ex Colonia Marina ed Ospedale, fino al Villaggio Marzotto.90 Particolare e certamente differente dalle precedenti, l’area consta di un tratto centrale maggiormente edificato nella fascia di Piazza Milano, e di due bracci laterali a bassa urbanizzazione, rispettivamente occupati uno dalle ex colonie e dall’ospedale adiacente, l’altro dal Villaggio Marzotto.
Questa centralità edilizia deriva proprio dalla preesistenza delle due porzioni laterali suddette, che hanno spezzato fisicamente la continuità del litorale, rallentando e in qualche caso bloccando il processo di cementificazione, permettendo così alla zona di conservare ampi spazi verdi. La densità edilizia infatti varia da un minino di 0,6 mc/mq nel
89A.M. ROSSI, Politiche urbanistiche per la valorizzazione economica di una località turistica: il caso “Lido
di Jesolo”, tesi di laurea, relatore Prof. G.Corò, 1999, p.130.
90 L’attuale Villaggio Marzotto nacque intorno agli anni ’50, come colonia estiva per i figli dei dipendenti del
tratto delle ex colonie ad un massimo di 3,2 mc/mq nella fascia tra Piazza Milano e Piazza Torino.
La fascia in questione presenta isolati di dimensioni maggiori e di forma irregolare rispetto alle precedenti zone, ma a differenza di queste, è penalizzata per una metratura inferiore dell’arenile, che in media raggiunge solamente i 35 metri di larghezza.
La quarta ed ultima zona, nell’area della pineta, si estende dal Villaggio Marzotto fino alla foce del Piave, attraversata in tutta la sua lunghezza da un’unica strada, via Oriente che, raggiunta la foce, la collega a Cortellazzo.
Come nella zona precedente anche qui gli insediamenti abitativi sono di forme irregolari e la loro presenza è stata contenuta dai vincoli paesaggistici imposti,91 che hanno permesso di mantenere l’area a pineta in gran parte preservata. La linea di progettazione seguita è stata quella di creare strutture e strade a parco che non intaccassero la flora del luogo ma potessero convivere con essa, quali ad esempio campeggi, che necessitano di ampi spazi ma al contempo si adattano facilmente alle preesistenze ambientali, o parcheggi direttamente nascosti nel verde, a servizio dei turisti giornalieri pendolari.
Tale suddivisione della fascia costiera si è mantenuta inalterata fino ad oggi ed è stata utilizzata anche per definire i diversi interventi di riqualificazione territoriale, creati ad hoc per le varie zone. Vedremo poi se e come tali interventi siano stati applicati.