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La Joint Opinion delle AEV sul settore finanziario e bancario

2.2 La valutazione sovranazionale dei rischi

2.2.1 La Joint Opinion delle AEV sul settore finanziario e bancario

Prima entrare nello specifico del Supranational Risk Assessment, è interessante fare riferimento all’analisi condotta dalle Autorità Europee di Vigilanza (ESAs) sul settore finanziario dell’Unione Europea, la quale ha rappresentato uno dei punti di riferimento per lo svolgimento della valutazione sovranazionale.

Tale valutazione ha il compito di informare la Commissione Europea nella conduzione della valutazione sovranazionale dei rischi e le Autorità competenti per l’applicazione di un corretto approccio basato sul rischio nello svolgimento dell’attività di vigilanza89. Per la redazione di questo parere congiunto, le AEV hanno tenuto conto delle opinioni che sono state espresse dalle Autorità competenti dei singoli Stati membri e i risultati di self-assessment che sono stati inviati ai membri dell’ESA’s Board of Supervisors, nell’agosto 2015, allo scopo di raccogliere dati sui livelli di compliance percepiti nei vari settori, identificare le varie debolezze ricorrenti o sistemiche, e aiutare le Autorità competenti a comprendere la portata delle carenze che influenzano il rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo a cui il settore finanziario dell’UE è esposto90.

In particolare le AEV, sulla base delle analisi condotte e sulla base dei risultati ottenuti, hanno ritenuto che il rischio di riciclaggio a cui è esposto il sistema finanziario sia influenzato da:

88 Cfr. Direttiva 2015/849/CE, art. 6, comma 2,3,4,6,7. 89 J

OINT COMMITTEE OF THE EUROPEAN SUPERVISORY AUTHORITIES, Joint Opinion on the risk of money

laundering and terrorist financing affecting the Union’s financial sector, 20 February 2017. 90 A

SSOCIAZIONE ITALIANA RESPONSABILI ANTIRICICLAGGIO, ESAS Joint Opinion on the risks of money

laundering and terrorist financing affecting the Union’s financial sector, Circolare n.3/2017, Roma, 23

1) Inefficacia dei sistemi e dei controlli AML/CFT; 2) Arbitraggio regolamentare;

3) Operazioni ad alto rischio svolte in maniera illecita.

In merito al primo aspetto, le AEV ritengono che uno dei motivi per cui il sistema finanziario dell’Unione Europea è esposto a rischi di ML/FT sia l’inefficienza dei sistemi e dei controlli AML/CFT, che lasciano le imprese vulnerabili agli abusi dei criminali. Alle autorità di ciascun Paese in particolare, è stato chiesto di valutare con una scala di cinque giudizi che vanno da “very good” a “very poor” i livelli di conformità percepiti per ciascun settore, con il risultato che nessuna autorità ha attribuito un livello di conformità “good” o “very good”, ma al contrario, più del 50% delle imprese ha ottenuto un giudizio “very poor”. In merito ai problemi relativi alla conformità, la maggior parte delle Autorità competenti ha espresso preoccupazioni in merito alla qualità del risk-assessment, condotto sia a livello di singolo intermediario, sia a livello di singolo rapporto commerciale, a causa di una mancanza di consapevolezza in merito alla vulnerabilità dei prodotti e dei servizi che vengono offerti. Allo stesso modo, due terzi delle autorità competenti degli Stati membri hanno riscontrato criticità nella capacità delle imprese di identificare indicatori di rischio in grado di consentire l’applicazione di efficaci misure di adeguata verifica della clientela. Le misure di Customer Due Diligence inoltre, sono state spesso considerate non commisurate ai rischi, in particolare in relazione all’identificazione del cliente o del titolare effettivo. Alcune Autorità nazionali, hanno altresì evidenziato come le imprese siano spesso più interessate a dotarsi di sistemi di alerting ex-post, piuttosto che adottare un comprensivo risk-assessment capace di garantire basi più efficaci e preventivi presidi antiriciclaggio. Infine, mentre i controlli AML/CFT a livello di gruppo sono stati ritenuti accettabili nella maggior parte dei settori, un’ulteriore criticità è stata rincontrata nell’inadeguatezza della sorveglianza degli istituti di pagamento, in particolare quando questi sono stabiliti in un altro Stato membro.

Le cause di tali criticità possono essere rinvenute, secondo il parere congiunto, in primo luogo nella scarsa importanza che il senior management accorda alle problematiche antiriciclaggio; in secondo luogo nell’apparente disinteresse a valutare e mettere in discussione il comportamento insolito di clienti di vecchia data e particolarmente remunerativi. Ancora ulteriori ragioni, secondo il rapporto, possono essere rinvenute nella presenza di sistemi di remunerazione dei dipendenti che premiano i profitti piuttosto che la compliance. Inoltre, diverse Autorità di vigilanza nazionali hanno

rilevato come alcune imprese abbassino deliberatamente le proprie difese in materia, in ragione della crescente competizione con piattaforme straniere caratterizzate da inadeguate misure AML/CFT. Infine, è stata rilevata anche la disponibilità di alcune banche che, alla luce della concorrenza e dell’ambiente macroeconomico sfavorevole, pur di intraprendere attività maggiormente remunerative, hanno assunto rischi elevati che non sono state in grado di gestire.

Il rapporto rimprovera come la scarsa consapevolezza ed expertise in materia, derivi spesso da carenze nella formazione dei dipendenti, che non comprendono cosa si aspetti da loro, non seguono le procedure antiriciclaggio e non riescono ad identificare adeguatamente i rischi. Tale tipologia di carenza è stata evidenziata soprattutto nel settore bancario. In particolare, la qualità delle valutazioni dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo delle imprese e dei clienti hanno un impatto significativo sul rischio a cui è esposto il settore finanziario dell’Unione Europea; questo perché, sulla base del risk-based approach, la valutazione del rischio determina quali strumenti di prevenzione e contrasto devono essere messi in atto per una corretta gestione del rischio, quindi qualora queste misure siano inadeguate, le imprese non riusciranno ad identificare operazioni insolite e di conseguenza non inoltreranno SOS.

Il secondo aspetto su cui il rapporto si sofferma riguarda l’arbitraggio regolamentare, ovvero le AEV ritengono che i rischi di ML/TF a cui è esposto il settore finanziario derivino anche dalla tendenza da parte di diverse imprese a trarre vantaggio dalle differenze regolamentari in ambito AML/CFT degli Stati membri, al fine di ottenere l’autorizzazione ad operare, in quei paesi in cui la regolamentazione viene percepita come meno stringente. Le Autorità Europee di Vigilanza, sulla base dei risultati ottenuti dai questionati hanno osservato che le valutazioni di conformità delle imprese di ciascuno stato alla regolamentazione antiriciclaggio sono state molto eterogenee; ad esempio, per le banche e le compagnie di assicurazione, i livelli di conformità percepiti hanno portato all’attribuzione di giudizi che vanno dal “very good” al “poor”, e queste differenze sono dovute almeno in parte da:

 L’obiettivo principale delle Direttive, ovvero l’armonizzazione minima delle regolamentazioni, che fissa standard comuni, ma lascia agli Stati membri una certa flessibilità nel recepimento, causa delle differenze regolamentari;

 Differenze significative nell’attività di supervisione delle Autorità competenti in ambito AML/CFT.

Nello specifico, le norme del mercato interno, come il passaporto europeo e la libera prestazione di servizi, implicano che le differenze regolamentari tra i Paesi, possano minare la solidità del sistema di difesa AML/CFT, nonché l’integrità e la stabilità del mercato finanziario dell’Unione Europea, e tutto questo potrebbe incentivare le aziende a cercare di ottenere l’autorizzazione per fornire i loro prodotti e servizi in quegli Stati membri in cui la regolamentazione antiriciclaggio viene percepita come meno vincolante.

L’ultima problematica sollevata dalle AEV è costituita dal rischio che transazioni ad alto rischio vengano svolte attraverso canali informali in ragione del fatto che, molte imprese si rifiutano di offrire servizi a clienti ad alto rischio e poco remunerativi. Una delle motivazioni per cui tale fattore influisce sul livello dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo del settore finanziario dell’UE è il costo della compliance, in particolare di quella relativa alle regole AML/CFT, molto difficile da sostenere soprattutto per le imprese di piccole dimensioni, la quale comporta a sua volta difficoltà nel reclutare personale sufficientemente qualificato, che sia in grado di sorvegliare le transazioni in un’ottica AML/CFT sempre più basato sul rischio. Tali costi secondo il report, hanno contribuito alla decisione da parte di molte imprese di non fornire prodotti e servizi a soggetti altamente rischiosi e poco remunerativi, con il conseguente rischio che tali soggetti, perdendo l’accesso al sistema finanziario, optino per canali informali, privi di qualsiasi forma di controllo e monitoraggio, per l’attuazione di operazioni di pagamento.

Volendo infine, analizzare la situazione bancaria nello specifico, sulla base dei risultati dei questionari, la maggior parte delle Autorità competenti non ha operato una distinzione tra le diverse tipologie di banche e quasi due terzi degli intervistati hanno ritenuto che i livelli di conformità del settore bancario fossero “good” o “very good”; tuttavia questa valutazione è risultata incoerente, in quanto è stata accompagnata da alti livelli di azioni correttive e le Autorità competenti di quattro paesi hanno giudicato il livello di conformità del settore bancario come “poor”. Il problema di conformità maggiormente riscontrato riguarda l’implementazione delle politiche e delle procedure di Customer Due Diligence, in cui la fase di monitoraggio è stata considerata la peggiore rispetto a quelle di identificazione e verifica; inoltre, un numero significativo di intervistati ha identificato problemi anche con l’adeguatezza della valutazione del rischio dell’intermediario, derivante da insufficienti livelli di competenza e

comprensione dei rischi AML/CFT che ha portato a sua volta, ad una cattiva gestione del rischio91.

Per concludere, le Autorità Europee di Vigilanza ritengono che i rischi evidenziati all’interno della Joint Opinion rendano necessari ulteriori interventi affinchè si possa garantire che le difese dell’Unione in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo siano realmente effettive. Questo in ragione soprattutto di un approccio basato sul rischio in materia, che presuppone un livello di consapevolezza dei rischi e di management expertise che non esiste ancora, purtroppo, in tutte le imprese e i settori. Alcune misure sono già in fase di implementazione con lo scopo di affrontare, nel breve e medio termine, molti dei rischi identificati, come è avvenuto nella Joint Risk Factor Guidelines92 e nella Joint Guidelines on Risk-Based Supervision93, guide che mirano a creare una comprensione comune del risk-based approach e della sua corretta applicazione. Infatti, le AEV rimangono fiduciose sul fatto che l’approccio basato sul rischio contribuirà all’adozione di un regime antiriciclaggio più efficace per l’Unione Europea, ritenendo inoltre che le Unità di Informazione Finanziaria dell’Unione e le altre Autorità competenti nazionali debbano cercare di lavorare più a stretto contatto con le imprese, in modo tale da facilitare l’identificazione dei rischi e fornire feedback sulle minacce e sulle nuove tipologie di rischio emergenti94.

91 J

OINT COMMITTEE OF THE EUROPEAN SUPERVISORY AUTHORITIES,Joint Opinion on the risk of money laundering and terrorist financing affecting the Union’s financial sector, 20 February 2017, Op. Cit., pag. 13.

92 J

OINT COMMITTEE OF THE EUROPEAN SUPERVISORY AUTHORITIES,Joint Guidelines under Articles 17 and 18(4) of Directive (EU) 2015/849 on simplified and enhanced customer due diligence and the factors credit and financial institutions should consider when assessing the money laundering and terrorist financing risk associated with individual business relationships and occasional transactions – The Risk

Factor Guidelines, 26 June 2017.

93 J

OINT COMMITTEE OF THE EUROPEAN SUPERVISORY AUTHORITIES, Joint Guidelines on the characteristics of a risk‐based approach to anti‐money laundering and terrorist financing supervision, and the steps to be taken when conducting supervision on a risk‐sensitive basis - The Risk‐Based

Supervision Guidelines, 16 November 2016.

94S.B

ARBARO, Brevi note sull’ESAs Joint Opinion on the risks of money laundenring and terrorist

financing affecting the Union’s Financial Sector, Antiriciclaggio News, Newsletter mensile AIRA n.78,