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La Mutual Evaluation

2.3 La valutazione nazionale dei rischi

2.3.2 La Mutual Evaluation

Il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale e il Fondo Monetario Internazionale, il 10 febbraio 2016, hanno pubblicato il Rapporto di valutazione sul sistema italiano di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La valutazione in particolare, condotta dal FMI, ha riguardato non solo la Technical Compliance, ovvero la conformità della normativa italiana rispetto agli standard internazionali emanati dal GAFI, ma anche l’Effectivness, ovvero l’efficacia delle misure adottate e delle attività svolte137.

La Mutual Evaluation è stata condotta sulla base della “Methodology138” approvata dal GAFI dopo la revisione delle proprie Raccomandazioni nel 2012; la quale ha rappresentato la fonte di ispirazione e la logica di base per la costruzione della metodologia utilizzata dal Comitato per la Sicurezza Finanziaria per lo svolgimento del National Risk Assessment, il quale a sua volta ha costituito il punto di partenza e snodo centrale della valutazione del FMI139.

Secondo i risultati della valutazione, l’Italia è dotata di un regime antiriciclaggio maturo e sofisticato, con un quadro giuridico e istituzionale altrettanto ben articolato; tuttavia si trova ad affrontare un numero particolarmente elevato di proventi illeciti, la maggior parte dei quali generati all’interno del Paese. Le stime disponibili variano dall’1,7 al 12% del PIL, e i reati che maggiormente generano proventi sono: evasione fiscale (75%), narcotraffico e usura (15%), e corruzione, frode, contraffazione, furti/rapine, contrabbando, estorsione e gioco illegale (10%).

136 C

OMITATO DI SICUREZZA FINANZIARIA, Analisi dei rischi nazionali di riciclaggio di denaro e di

finanziamento del terrorismo, Op. Cit., pag. 35.

137 UNITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA, La valutazione del sistema italiano di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, UIF, 12 febbraio 2016.

138 Cfr. FATF-GAFI, Methodology for Assessing Compliance with the FATF Recommendations and the Effectiveness of AML/CFT Systems, Paris, 2013, updated November 2017.

139 B

ANCA D’ITALIA - Unità di Informazione Finanziaria, Rapporto Annuale 2015, n.8, Roma, 2016, pag.10

Il canale più vulnerabile ai reati di riciclaggio sembra essere quello bancario, nonostante gli intermediari finanziari possiedano una buona comprensione delle minacce a cui sono esposti; in modo particolare le banche più grandi, che sembrano utilizzare strumenti di mitigazione più robusti.

Il settore non finanziario invece, denota molta meno familiarità con i rischi di riciclaggio, fattore che comporta il loro coinvolgimento nell’istituzione e gestione di strutture poco trasparenti utilizzate per fini illeciti. A conferma di quanto esposto nell’Analisi Nazionale dei Rischi, sono l’uso del contante e la presenza dell’economia informale a incidere in misura molto significativa, sul rischio che i proventi di attività illecite possano essere reimmessi nell’economia formale.

Per quanto riguarda il livello di Technical Compliance dell’Italia, rispetto al precedente esercizio di valutazione (2005), è migliorato nettamente in molteplici aree, soprattutto per quanto riguarda le misure preventive e di vigilanza dell’intermediari finanziari, vedendosi assegnare 37 rating elevati (Compliant o Largely Compliant) su 40140. L’Italia dispone di un robusto quadro giuridico e istituzionale per la lotta al riciclaggio e le misure previste sono particolarmente solide in materia di: valutazione dei rischi, applicazione delle leggi, confisca, sanzioni finanziarie mirate, misure preventive e di vigilanza sugli intermediari finanziari, e trasparenza delle persone giuridiche e degli istituti giuridici; ma lo sono meno per ciò che concerne: sanzioni per il reato di riciclaggio e la violazione degli obblighi antiriciclaggio; misure preventive relative alle professioni e alle attività non-finanziarie designate.

In termini di Effectivness invece, l’Italia ha raggiunto risultati positivi in diverse aree, aggiudicandosi otto degli undici rating con valori medio-alti (Substantial) e solo tre su un giudizio Moderate141. In particolare, il nostro Paese possiede una buona conoscenza dei rischi di riciclaggio a cui è esposta; e in generale denota un buon grado di cooperazione e coordinamento a livello di policy, per affrontare tali rischi. Nel 2014 è stato portato a compimento un buon National Risk Assessment, del quale sono state apprezzate la qualità, la robustezza della metodologia applicata e della base informativa impiegata. Dal punto di vista operativo, il coordinamento nazionale in materia di contrasto al riciclaggio sotto l’egida del CSF è abbastanza funzionale. Per quanto

140 La valutazione della Technical Compliance, si articola invece su 5 livelli: Compliant, Largely Compliant, Partially Compliant, Non Compliant, Not Applicable (quest’ultimo livello è utilizzato

ove non sia possibile effettuare una valutazione a causa delle caratteristiche del paese).

riguarda le autorità italiane invece, esse applicano da diverso tempo un approccio basato sul rischio a svariati livelli, in base alla loro comprensione individuale del rischio, unitamente alle iniziative lanciate dal NRA. Tuttavia, l’Italia non ha ancora predisposto una strategia di contrasto al riciclaggio che sia coordinata a livello nazionale e che tenga pienamente conto dei rischi illustrati nell’Analisi Nazionale dei Rischi.

Il CSF ha dato prova di essere un’utile piattaforma per il coordinamento delle azioni di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario ed economico per scopi di riciclaggio, ed è attualmente impiegato nell’aggiornamento della propria valutazione dei rischi riciclaggio, a causa dell’aumento, su scala globale, di tale minaccia. Occorre infine, che il CSF assicuri un completo allineamento delle politiche e delle attività ai rischi individuati e alle priorità che questi ultimi impongono.

Per concludere, le autorità di vigilanza del settore finanziario, possiedono in genere, una buona comprensione dei rischi di riciclaggio associati alla gamma di intermediari finanziari che sovrintendono. Tuttavia, i loro strumenti di vigilanza potrebbero essere migliorati al fine di acquisire dati completi tempestivi e coerenti sulla natura e sul quantum del rischio inerente al livello delle singole istituzioni.

Il recepimento nel nostro ordinamento della Direttiva 2015/849/CE in particolare, rappresenta l’occasione per accogliere le indicazioni espresse sia dal GAFI in esito alla Mutual Evaluation, sia dal CSF nel National Risk Assessment.

Con la IV Direttiva antiriciclaggio in particolare, la disciplina europea risulta ulteriormente rafforzata, con particolare riguardo alla valutazione del rischio a livello sovranazionale, nazionale e dei singoli oggetti obbligati, all’attività e ai poteri delle FIU, alla trasparenza delle informazioni riguardanti la titolarità effettiva di società e trust e alla garanzia di riservatezza dei dati; e il suo recepimento ha fornito l’occasione per il superamento delle criticità che fino ad ora hanno caratterizzato il sistema nazionale142.

142 P

ALLINI A.,La prevenzione e la gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo in banca, Editrice Minerva Bancaria, Roma, 2017.

CAPITOLO 3 - L’adeguata verifica come trait-d’union tra il

risk-based approach e il processo di autovalutazione bancario