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CAPITOLO 4 IL SEQUESTRO DEI BENI AGLI INFIDENTES

4.2 La Junta de la Deuda de Cuba

La gestione dei beni sequestrati e confiscati venne associata sin dai primi mesi di guerra al problema dell’ammortamento del debito cubano. Già nel novembre del 1869 l'Hacienda cal- colava che il fondo di ammortamento delle emissioni del Banco Español avrebbe beneficiato di sei milioni di pesos derivanti dal prodotto dei beni espropriati .495

Con la speranza di mettere fine agli abusi e migliorare la gestione dei beni, Caballero de Ro- das prese alcuni provvedimenti al fine di semplificare l’amministrazione. Il 4 febbraio del 1870 il Capitano Generale ordinò la costituzione di giunte locali con l’incarico di studiare tutti gli atti ed interventi avvenuti sui beni in questione. Le giunte erano costituite dai Governatori e dai Tenenti Governatori delle giurisdizioni dell'isola.496 Ad esse spettava il compito di vigi- lare sull'operato degli amministratori dei beni, riportandone gli abusi.497 La misura non ebbe però il risultato sperato, al contrario "el aumento de piezas en la maquina había aumentado aquellos abusos. [...] Este abuso es tan natural, como fáciles todo cuando son muchos los que influyen cerca del poder".498

Alti gradi e ufficiali dell'esercito occupavano abusivamente le case sequestrate, mentre i pro- venti delle vendite di beni e prodotti venivano intascati illegalmente da Tenenti Governatori e Sindaci. Una volta scoperti i colpevoli, i processi a cui venivano sottoposti erano sommari e comminavano loro pene leggere. Pirala riporta un caso in cui due alti ufficiali di polizia, in- carcerati con l'accusa di furto di oggetti preziosi e di complicità nella spedizione fraudolenta di 872 casse di mobili di lusso, ottennero la libertà su cauzione. L'area di Puerto Principe fu la più colpita da questo tipo di frodi, in particolare quelle legate all'esportazione illegale di capi di bestiame sottratti agli allevamenti sequestrati.499 Gli illeciti nell'amministrazione furono tali che il 20 agosto 1870 venne pubblicato un ordine che vietava ai vocales delle juntas de vigi-

lancia de bienes embargados di acquisire, affittare, o fare alcuna operazione a titolo personale

sui beni sequestrati posti sotto la loro vigilanza.500 Vi furono casi in cui alcune proprietà se-

495

Roldán, La Hacienda en Cuba ..., p. 86

496 Le giunte si sarebbero chiamate Junta de bienes embargados en la Jurisdicción de... e sarebbero state compo- ste da un numero variabile di membri. Ogni giunta era composta da un Presidente, il cui incarico doveva essere ricoperto dal Governatore o Tenente Governatore della giurisdizione, da membri del Cuerpo de Volontarios, da contribuenti provenienti dal mondo agricolo, del commercio e dell'industria, da individui che avessero subito perdite materiali a causa dell'insurrezione, da rappresentanti dell'amministrazione economica ed infine dal Segre- tario del Governo.

497 É interessante notare che la circolare aveva effetto retroattivo per cui le giunte erano autorizzate a chiedere spiegazioni agli amministratori sulla gestione operata a partire dal 20 aprile dell'anno prima. Disposiciones

relativas a Bienes Embargados ... p.21,22 498 Zaragoza, Las Insurrecciones ..., p. 512 499 Pirala, Anales de la guerra ..., p. 386 500

Zaragoza, Las Insurrecciones ..., p. 513,514

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questrate erano state saccheggiate e depredate da individui appartenenti alle fazioni più estre- miste del Casino Español. Tale fu la sorte ad esempio della quinta Tínima a Puerto Principe, di proprietà di José Ramón Simoni, suocero del patriota Ignacio Agramonte. 501

Tra i beni sequestrati vi erano ovviamente anche tutti i libri e le collezioni di opere raccolte dagli hacendados e dagli intellettuali affiliati alla causa indipendentista. Malgrado fu dato l'ordine di consegnare tutti i libri sequestrati alla Biblioteca Nazionale, anche in questo caso le frodi causarono un danno inimmaginabile al patrimonio culturale dell'isola. Testi rari veniva- no venduti dai Tenenti Governatori che depredavano così collezioni preziosissime.502 Fra gli esempi degli illeciti commessi, Llaverías riporta il caso dei libri appartenuti alle collezioni private di José Morales Lemus, Antonio Bachiller e Néstor Ponce de León, che andarono ad arricchire varie collezioni private.503

Pirala sostiene che la gestione dei beni sequestrati da parte dello Stato fu resa ancora più complicata, oltre che dalla mancanza di risorse e personale, dal fatto che molti degli imputati cercarono di salvaguardarsi attraverso vendite simulate ed altri espedienti che contribuirono a creare disordine.504

Bisogna sottolineare che ci furono anche episodi positivi nella gestione delle proprietà seque- strate. Ci furono casi in cui le amministrazioni locali riuscirono a fare buon uso dei beni con- fiscati. Il 7 dicembre del 1869, ad esempio, l'Ayuntamiento di Trinidad autorizzò il prelievo di capi di bestiame dalle proprietà degli insorti affinché fossero utilizzati per il sostentamento delle famiglie povere della jurisdicción.505 Anche nella città di Puerto Principe vi furono casi positivi: a partire dal 1870 fu creata una Junta de Socorros, finanziata dall’amministrazione dei beni sequestrati, per dare assistenza ai rifugiati che cercavano riparo in città. Malgrado i fondi a sua disposizione fossero limitati, la Junta riuscì a fornire aiuti alla società civile per sette anni. 506

501 Méndez Martínez, Pérez Pino, Amalia Simoni..., p. 90 502

Pirala, Anales de la guerra ..., p. 392. Nell' ottobre del 1869 il Conte di Pozos Dulces, aveva proposto in seno al Consejo Administrativo di raccogliere tutti i testi delle biblioteche sequestrate e depositarle presso l'abitazione sequestrata a Bachiler. Datos y noticias..., p. 9

503 Llaverías, El Consejo Administrativo..., p. 27-28 504

Sulla gestione di questi beni vennero fatte numerose speculazioni, sembra infatti che nel novembre del 1969 circolasse la voce che tali beni potessero essere usati come garanzia di un prestito ipotecario. Secondo Pirala, spagnolo e schierato a favore della madrepatria, la cattiva gestione dei beni sequestrati non andò solo ad ingros- sare le tasche di funzionari e voluntarios ma rappresentava anche un modo per aiutare gli insorti. Sosteneva in- fatti che tutti i mesi parte dei proventi venissero consegnati ai Tenientes Gobernadores per aiutare le famiglie dei ribelli.

Pirala, Anales de la guerra ..., p. 382-385 505 Llaverías, El Consejo Administrativo..., p.. 40 506

Le Riverend, Historia Económica..., p. 463

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Critiche nei confronti dell’amministrazione dei beni sequestrati arrivarono anche dai creditori degli individui sottoposti a sequestro. La misura andava infatti a colpire anche coloro che avevano fornito prestiti agli insorti e che si vedevano ora negata la possibilità di riscuotere i crediti a loro favore. Per risolvere il problema, il 27 settembre del '70 il Governo autorizzò i creditori degli individui soggetti a esproprio a reclamare i crediti indebitamente sequestrati dalla Corona. La restituzione di tali beni fu condotta in maniera tutt’altro che efficiente, ri- chiedendo nuovamente l’intervento delle autorità quattro anni dopo. Il 30 dicembre del 1874, infatti, il Governo Superiore Politico dell’isola dovette nuovamente intervenire con regole più precise sui modi di restituzione e pagamenti di quei crediti esigibili.507 Secondo Inés Roldán, molti commercianti peninsulari riuscirono ad entrare in possesso di alcuni beni degli insorti proprio facendo leva sui crediti che vantavano su di essi. Su buona parte delle proprietà se- questrate gravavano in effetti censi ed ipoteche che complicavano lo sfruttamento dei beni se- questrati; autorizzando la riscossione dei crediti divenne più facile per i commercianti/usurai rifarsi direttamente sulle proprietà.508

Il Consejo Administrativo de Bienes Embargados, che inizialmente era composto da 10 voca-

les, venne ampliato nel maggio del 1870.509 Secondo la testimonianza di Justo Zaragoza l’aumento dei componenti del Consejo, invece di semplificarne i lavori, creò ancor più confu- sione rendendo necessaria la divisione dei consiglieri in due gruppi.

Tabella 6- AMPLIAMENTO DEL CONSEJO ADMINISTRATIVO DE BIENES EMBARGADOS (1870)

Consejo Administrativo de

Bienes Embargados (1870)

Ruolo Incarico

Governatore Superiore Politico Presidente

Intendente Generale di Hacienda (Antonio Caballero de Rodas)

Vice-presidente

Juan Antilano Colomé Vocal Consigliere Sezione Statistica

Mamerto Pulido Vocal Consigliere Sezione Contabilità

Conte di Pozos Dulce Vocal

507 Disposiciones relativas a Bienes Embargados ..., p.27-29

508 Roldán, La Hacienda en Cuba ..., p. 72; Llaverías, El Consejo Administrativo..., p. 35 509

Disposiciones relativas a Bienes Embargados ..., p.25 152

José Antonio Cabarga Vocal

Juan Poey Vocal Consigliere Sezione Statistica

Joaquin Pedroso Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Santa Clara)

Fernando Illas Vocal

Bonifacio Blesa y Gimenez Vocal

Segundo Rigal Vocal Consigliere Sezione Contabilità

Capo della Sezione Centrale con- tributi e statistiche

Vocal Consigliere Sezione Statistica

Manuel de Armas Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (L’Avana)

Julian Alvarez Vocal Consigliere Sezione Contabilità

Nicalas Troncoso Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (L’Avana)

José Eugenio Moré Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Cienfuegos)

Manuel Ajuria Vocal Consigliere Sezione Contabilità

Pedro Montalvo Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Matanzas-Moron)

José Ignacio Zangroniz Vocal Consigliere Sezione Contabilità

Conte di San Ignacio Vocal Consigliere Amministrazione per Giurisdizione (Puerto Principe)

Guillermo de Zaldo Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Santa Cruz del Sur- Santiago de Cuba- Santi Spiritus)

Cosme Herrera Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Remedios-Sagua-S. Antonio de los Baños)

Vicente Galarza Vocal Consigliere Amministrazione per Giurisdizione (Trinidad-Victoria de las Tunas)

Marchese di Campo Florido Vocal Consigliere Amministrazione per Giurisdizione (Puerto-Principe)

Rafael R. Torices Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Colon-Guanabacoa- Guantánamo-Güines)

Manuel Solar y Gilledo Vocal Consigliere Amministrazione per Giurisdizione (Bayamo-Bahía Honda-Bejucal-Cárdenas)

Fernando Blanco Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Holguin-Giguaní)

Nicolas Martinez Valdivielso Vocal Consigliere Amministrazione per Giurisdizione (Manzanillo- Nuevitas)

Conte di Lombillo Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Baracoa-Guanajay- Jaruco-Pinar del Rio-San Cristóbal- Santa María del Rosario-Santiago de las Vegas-Isla de Pinos)

Conde San Fernando Vocal Consigliere Amministrazione per

Giurisdizione (Santa Clara)

Domingo Lopez Capo Ufficio e Se-

gretario del Consiglio

Fonte: La tabella è stata elaborata a partire dal testo Datos y noticias oficiales referentes a los bienes mandados a embargar en la Isla de Cuba por disposición del gobierno superior político, La Habana: Imprenta del Gobierno y Capitanía General, 1870.

Nella primavera/estate del 1870 si riaccese la contrapposizione fra il ministero e l’amministrazione locale. Il ministero aveva già maturato l'idea di dare in affitto i beni per aumentarne la produttività e di affidarne la gestione all’Hacienda. Tale cambiamento incon- trava però la resistenza del Consejo Administrativo de bienes embargados, i cui membri si di-

chiararono contrari al ridimenzionamento del Consiglio a mero organo consultivo. Il 27 maggio il Ministro Ayala scriveva all'Intendente: "En la cuestión de arriendos puede usted ir lo despacio que crea conveniente, siempre que la lentitud no la traduzca al público por abandono". Meno di un mese dopo il Ministro ammoniva l'Intendente per la debolezza mo- strata nel trattare con alcuni membri del Consejo:

"Veo que se muestra usted demasiado condescendiente con los pocos consejeros que en el de bienes embargados representan el elemento díscolo y refractario al principio de autoridad y que con la hipocresía de un mentido patriotismo desobedecen las disposiciones del gobierno y quieren conservar el status quo [...]"510

Alcuni mesi dopo il ministero ebbe la meglio sul Consejo; la responsabilità della gestione dei beni sequestrati passava all’Hacienda. Il 18 febbraio del '71 veniva nominato Intendente de

Hacienda Joaquin M. de Alba, che propose la creazione di una nuova istituzione a cui affida-

re la gestione dei beni dichiarati di proprietà dello stato:

"Con este objeto, considero conveniente que imitando lo que se ha hecho en la Península, cada vez que la Nación se ha incautado de los bienes pertenecientes a manos muertas [...] se establezca una oficina especial para este servicio, con la misión exclusiva de proceder activamente a la incautación y administración bajo las formalidades necesarias, que promueva la venta de todo lo enajenable dentro de la legalidad..."511

Approvata la proposta del nuovo Intendente di creare un’amministrazione centralizzata che amministrasse e affittasse i beni sequestrati a Cuba, il Ministro Ayala, decretò il 25 marzo la creazione dell’ Administración Central de Propiedades del Estado y de los bienes

Embargados por Delitos de Infidencia, che faceva capo all’Intendencia General de Hacienda de la Isla de Cuba. Allo stesso tempo all'interno della sezione di Hacienda del Ministero di

Ultramar veniva creata un'unità dedicata a fornire supporto al nuovo organo creato sull'isola. Tra i compiti dell’Administración Central de Propiedades vi era la gestione amministrativa dei beni confiscati e il suo immediato affitto attraverso asta pubblica. Le proprietà sarebbero state suddivise per tipologia in: Fincas Rústicas, Fincas Urbanas e Propiedades Especiales. Le Fincas Rústicas a loro volta si dividevano in due gruppi: il primo comprendeva gli inge-

nios mentre il secondo comprendeva cafetales, potreros, haciendas, sitios de labor, estancias

510 Pirala, Anales de la guerra..., p. 389,390 511

Disposiciones relativas a Bienes Embargados ..., p.30 155

e vegas de tabaco. Gli annunci delle aste sarebbero stati pubblicati sulla Gaceta de la Habana e sui giornali locali trenta giorni prima dell’asta. I contratti d'affitto avrebbero avuto la durata di un anno e il vincitore dell'asta avrebbe dovuto versare nelle casse dello Stato il 25% dell'importo dovuto al momento della firma del contratto.512 La nuova Administración Central

de Propiedades avrebbe gestito le proprietà sequestrate e quelle confiscate allo stesso modo.

Parte dell’opinione pubblica richiedeva da tempo una politica più severa nei confronti dei beni degli individui dichiarati colpevoli dai tribunali di guerra. A seguito della sentenza di un tri- bunale la proprietà di tali beni passava infatti allo Stato che ne poteva disporre a suo piaci- mento. La stampa conservatrice, che era da tempo schierata a favore della vendita di tali beni, si oppose fortemente alla nuova gestione. Anche l’amministrazione coloniale, legata agli inte- ressi dell’integrismo peninsulare, criticò la cautela usata dal Governo nei confronti dei beni confiscati.513 Fra i più critici vi era Ramón María de Araístegui, nominato Secretario de Go-

bierno Superior Político da Valmaseda.514 Quest’ultimo, dimostrando un’ampia conoscenza della giurisprudenza spagnola, scrisse al Capitano Generale Valmaseda il 31 luglio del 1871 muovendo alcune critiche al decreto e proponendo modifiche nella sua attuazione. Oltre a sot- tolineare la differenza esistente fra beni sequestrati e beni confiscati, il Segretario segnalava che nel caso delle sentenze di confisca ordinate dai Tribunali di Guerra, la giurisprudenza spagnola prevedeva effetti diversi per i beni degli imputati presenti al processo e per quelli condannati in contumacia. Se infatti il condannato assisteva al processo, la legge prevedeva che i suoi beni venissero immediatamente venduti attraverso asta pubblica e che i proventi della vendita andassero direttamente nelle casse dello Stato. Se il condannato si trovava in re-

beldía e non era presente al processo, i suoi beni dovevano essere confiscati dall'Hacienda e

amministrati dall'Administración central de propiedades del Estado per un periodo di un an- no, al termine del quale dovevano essere venduti all’asta “como lo previene la Ley vigente 1ra, título 37, libro 12, de la Novísima Recopilacíon”. Il Segretario proponeva inoltre la sop- pressione del Consejo Administrativo de Bienes Embargados e la sua sostituzione con un or- gano consultivo.

In risposta alle istanze presentate dal Segretario, il Capitano Generale procedette a sciogliere il Consejo Administrativo de Bienes Embargados, creando al suo posto il Cuerpo consultivo

512 Ivi, p.30-35

513 Roldán, La Hacienda en Cuba ..., p. 76,77

514 Secondo Inés Roldán la nomina di Araístegui a Secretario de Gobierno Superior Político da parte di Valma- seda era stata una concessione al gruppo peninsulare intransigente.

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de la Administación central de Propiedades del Estado, che avrebbe supportato

l’Administación central de Propiedades nella valutazione dei diversi casi di confisca.515 L’Administación central de Propiedades non era però destinata a sopravvivere a lungo. La si- tuazione economica dell’isola continuava a peggiorare; il debito con il Banco Español per fi- nanziare la guerra aveva raggiunto livelli altissimi e l’isola era piombata in una profonda crisi monetaria. Nell'agosto del 1872, Eduardo Gasset y Artime, divenuto Ministro di Ultramar, ammetteva pubblicamente la gravità della situazione:

"la situación económica de la Isla de Cuba [..] y el estado de la situación del Tesoro de la Isla, se declara por los datos siguientes: un presupuesto ordinario nivelado, que permite esperar un sobrante cuantioso tan pronto se regularice su administración; un presupuesto extraordinario, que por los gastos que ocasiona la insurrección, ascienda a doce millones de pesos; y por último, una Deuda que suma cincuenta millones y que se forma de dos partidas, una de doce millones de pesos, a que ascienden los préstamos hechos por el Banco, a consecuencia de la expedición a Mejico y la empresa de Santo Domingo, y otra de treinta y ocho millones en billetes, emitida por cuenta del Tesoro para sufragar los dispendios que exigió la malhadada insurrección de Yara".

Tanta sincerità da parte del Ministro era forzata dalla gravità della situazione; vi erano in cir- colazione più di cinquanta milioni di pesos in banconote del Banco Español. Fino a quel mo- mento erano stati presentati alle Cortes due progetti di legge, entrambi bocciati, che propone- vano la creazione di un debito ammortizzabile per raccogliere e ritirare dalla circolazione le banconote che il Banco Español aveva emesso per conto del Tesoro.516 La creazione del Debi- to dell’isola di Cuba era divenuta ormai una scelta obbligata: le banconote de Banco Español dovevano essere ritirate dalla circolazione. Secondo le stime del Ministro, la vendita dei titoli del Debito dell'isola di Cuba avrebbe permesso di ritirare dalla circolazione otto milioni di pesos in banconote.517 Oltre all’emissione di titoli del Debito, le banconote sarebbero state ri- tirate attraverso lo sfruttamento dei beni confiscati. In una circolare dell’agosto del 1872, Gasset y Artime scriveva:

"No quedan olvidados los 30 millones de billetes del Banco emitidos por cuenta del Tesoro, que continuarán en circulación. Era necesario recogerlos, y a este fin se destinan los productos de los bienes que por autos y sentencias de los Tribunales competentes

515 Disposiciones relativas a Bienes Embargados ..., p. 46-52 516 Ivi, p. 52-64

517

Ibidem.

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hayan sido y sean embargados a insurrectos o infidentes. Su actual administración deja mucho que desear. Producen poco y desmerecen de día en día. El ministro que suscribe sustituye esa administración con otra que, teniendo mejores condiciones y mas acabado conocimiento del país, elevará la renta, procurando arrendamientos con condiciones adecuadas a la índole, naturaleza y cualidades de las fincas [...] con esa renta y otros recursos [...] la Junta administradora podrá recoger los billetes en circulación."518

La nuova gestione dei beni confiscati veniva quindi affidata ad una istituzione creata apposi- tamente: la Junta de la Deuda del Tesoro de Cuba. Fra i suoi compiti vi era la liquidazione dei conti fra il Banco Español ed il Tesoro, il ritiro delle banconote emesse per conto del Te- soro, l'emissione del nuovo Debito ed il pagamento dei suoi interessi. L'amministrazione dei beni confiscati veniva affidata totalmente ed esclusivamente al nuovo organismo.519

La Junta venne formalmente istituita tramite decreto il 9 Agosto del 1872. Con lo stesso de- creto si autorizzava il Tesoro dell’isola a creare in due emissioni il Debito dell'isola di Cuba per un totale di sessanta milioni di pesos. La prima emissione, per un totale di trenta milioni, era prevista per il 1 gennaio 1873, mentre la seconda rimaneva da definire in base alle esigen- ze del Governo. L'emissione sarebbe avvenuta simultaneamente all'Avana, Madrid, Londra e Parigi. Il Debito veniva emesso attraverso titoli al portatore del valore di 500 pesos ciascuno, con un rendimento annuale dell’ 8% con scadenza semestrale, pagato il 30 giugno ed il 31 di- cembre, attraverso sorteggio.520

Il Decreto Reale del 30 Agosto del 1872, pubblicato sulla Gazzetta dell'Avana solo il 28 otto- bre, rafforzava quanto già predisposto dal Ministro di Ultramar nell'agosto dello stesso anno. Il Re ribadiva che i beni sequestrati agli insorti sarebbero stati amministrati d’allora in avanti dalla Junta de la Deuda de Cuba. Essa si componeva di quindici membri: tre detentori del Debito del Tesoro eletti fra i residenti dell’isola; due commercianti e due industriali nominati dalla Junta de Comercio de la Habana; cinque proprietari, di cui due letterati eletti dall’Ayuntamiento de la Habana; un azionista del Banco Español de la Habana eletto dalla