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Kaled el Aradge (44)

Nel documento 4 3& Digitized. by Google (pagine 86-108)

Il

modo

migliore di studiare il tipo ara-bone'suoi segnie qualità caratteristiche,è distudiarlo sottoil punto divistadegli au-tori arabi,i quali hanno vissuto sotto la tendadel Beduino, o furono beduini eglino stessi. Al line di evitare qualunque conte-stazione, noisceglieremoda principio

quel-li resi cogniti all'

Europa

dagli eruditi la-vori delcelebre Sacy.

Vmru

IKais ci descrive il suo nobile corsiero «alto ed agile... col pelo cortoe lucente...pieno di vigoreedi forzi».» Esso si volta, fugge,avanza, indietreggia in un attimo.... il suo peloè rossastro... sottili i

bandiiedallungati... lesue reni sono quel-lediunagazzella,le sue

gambe

quelle del-lostruzzo... le anche sono larghe e robu-sle;allorchéè-guardatoatergo, lasua co-da foltache toccail suolo,riempie lutto lo spaziocontenuto Irale gambe, senza piega-re più che dall'unadall'altra parte.«Esso cammina, dice Lebid,colla testa alta» El Montenabbi,figliodiHossein,peresprimere

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quale è,nel bisogno, la frugalità del cavai-lo, aggiungebastare ad essoper nutrimen-to ilvento che solila nei deserti,e conten-tarsi del vapore che s’innalza dai terreni bruciatidal sole (45) per estinguere la se-te. Aggiunge ancora, parlando dei cavalli dei Beni Kelab « questi corsieri di

gran prezzo

(l’heder agiekar degli Ebrei, mau-semet del Corano) dai fianchi sottili, che non sono sfiguratinèda

magrezza

estrema, nè daeccessivo grasso.»

Ed

allorchéi ca-valli del nord della Siriasi trovano impo-tenti ad inseguire i veri corridoridel de-serto,egli soggiunge

«Questi leoni così terribiliinsulle prime, rimasero senza for-za perrespingere unguerriero così pronto

come

Fuccello che fende Faria»

Cioèi

bravi corridori (i cavalli del nord) erano leoni, non potevano spiegare la loro forza contro gli uccelli, ossia contro gli Arabi che fuggivano colla rapidità delvolo degli uccelli (46).Tale estrema agilità,è citata delparinella lettera del

Karmate

invasore dell’Egitto a Hakem-bi-amr'Allah

« Noi siamo arrivati coi cavalli dell’Arabia.... la mia cavalleriaè di una estrema agilità.

"

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(Crestom:arali.) Nellaraccolta dicanti dei Beni Helal, opera manoscritta e molto di-vulgata in Palestina, si trova ancora

11 principeSerkasiilTremolantedisse

«Co-luichenon provala paura, nullasa.

0

gen-ti,per Dio, ascoltateecomprendete! Oggi ho vedutoun prodigio.11mio cuore comin-ciaatremare del figliodi Ganein.Oggi un cavaliere pari ad un leone, venne a

me,

montato sopra unacavalla, Kadra, che vo-lava

come

unuccello. Gloriaa Colui che creò i cavalli,equesta

Kadra

di luttii ca-valli lapiù nobile. Ilsuo corpoè

come

nu-be,

(Ed-beam?!

)

chesparisce nella corsa.

Essa

nonha Fegualeneideserti... essa va-lecento tesoridi ricchezze...mille perlein una borsa adorna diricami, mille valorosi ira imigliori dei valorosi, e una valorosa ancora... vale icavalli di tuttol’Oriente....

Se

per essavenissero offertidue mila ca-melli carichi d’oro, noi

diremmo

non esser questa lametàdel suo prezzo;e sesi vo-lesse paragonarla al

mondo

ed a ciò che vale, direi che

Kadra

vale di più.

Su

qual suolositrovasuamadreedov’è suo padre?

Esisteun luogo dovesipossanorinvenire?...

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La

Milabellezza, superala bellezzadi tulli i cavalli... icavalieri al suo aspettosi riti-rano... il basso dellasua testaèstretto, le sue orecchie sono piccole epuntate

come

unapenna bentagliata.Somiglianolecoscie ad otri ripieni, edi zoccoli sono tazze di legno di noce bencompatto.

Le

costole so-migliantiadarchi ottusi.

Essa

galoppa

come

rhamgiur (levriere

)

allorchési slancia. 11

suo dorso pure è un otre rigonfio d’ aria.

11 suo mantello è lucente quale specchio:

essaèperfetta nella sua bellezza....

Mi

fe-ce rimanerestaticosul

campo

dibattaglia...

se tornerà per combattermi, mi rapirà a meraviglia....

Ecco

quanto in’accadde

men-treilmio cuore tremavaallavistadi

Eben Ganem.

lo non lo combatterei più per il

Mustafa

» (l'elettodi Dio). Così disse il principeSerkasi il Tremolante.

«Affinchè ilcavallo sia perfetto,dice lo Sceik Eissael Ukedi, (aseconda della tra-dizione orale de’suoi antenati,e con esso tutti i Beduini) deve avere: la coda e il

dorsocorti(47)le orecchieminute(?)(48) le nari aperte, i pasturali sottili; larghi e rotondilagroppa edilpetto;il collo lungo

— 87 —

e gliocchi grandi.»

Abbiamo

già descritti

isuoi(lancilisveltiedallungati, lesuereni fortied elastiche.

Le gambe

asciutte e

mu-scolose,le anchelarghe e robuste, latesta stretta all’estremità inferiore,

come

pari-menti furono descritti ffli zoccoli larghi e compatti,lapienezzadelle coscie e del dor-so, le costole informa d’arco, lacoda li-lialmente, dirittaefolta, nonchéilpelo cor-to e lucente.

Lasciando daparte f indole del cavallo, egli è evidenteche tali descrizionidi

for-me

s’adattano perfettamentetanto all’ideale delcavallo ditutti ipaesi quantoall’arabo, eche quest’ultimo tipo non ne ritrae per-ciò alcunaparticolarità.

È

d’uopo adunque farnotare l’assieme delle forme angolari,

i muscoli bene appariscenti, il guidalesco sporgente, lagroppa diritta,larga epiena (49), più larga nella cavalla,quasi sempre riunita al guidalesco mediante un leggier solco sullacurvadella spinadorsale; deve-sirimarcare sopratutto la testa, che mag-giormente locaratterizza (50). Della testa del cavallo arabo noiconosciamogiàle orec-chie minute ed apunta,gli occhi grandi,

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le narici aperte, la estremità inferiore pic-cola.

La

testanel suo assiemeèparimente piccola,asciuttae quadrata:halafronte lar-ga,lenarici tantograndi quantoaperte,gli occhi prominenti, pienidi fuocoe di intel-ligenza, ilfrontale concavo (51)e levene appariscentiattraversolapelle (52). In quan-to al piede, èpiccolo se l’animaleèfiglio di paese alpestre; grande, se proveniente dal piano.

Senza

peccare in grassezza od in

magrezza

, il cavallo arabo dev’essere bene in carne, e la sua incollatura deve piegarsi alcun poco in forma arcuata per forzarloleggiermente afiutareil suolo.

La

curvarientrante, dettaincollatura di

cer-vo

,è un diffetto poiché locostringea cor-rerecolle nariciinaria,neutralizza l’azione delmorso,e riescedicontinuo pericoloper

ilcavaliere. Ilmovimento grazioso del col-lo della gazzella allorché essalopiegain curva per guardare con tenerezza il suo parto, è di sovente citato dai poeti arabi nei loro canti d’

amore

per dare maggior risalto alla graziadel collo diuna donna;

giammaisicitapel collodiuncavallo (53).

Una

crinierafoltaèsegnodivigoria:icavalli

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che ne sono provvisti resistono alla fatica linoad una età molto avanzata. « Nulla è più veloce nellacorsa degli ultimisforzidi un cavallo difoltacriniera« dice Taabbata Sciarran.

Ma

bisogna richiederelacorsadi grande lenaal cavallonellaforza dell1età.

Infatti Kais, dei Beni

Abs,

alla corsa di Dahis,diceva a Ilodahifah dei Beni Dhobian:

«La

corsa dei cavalli nellaforzadell

1

etàè una progressionedicelerità»(54). Peròè duopo convenire che tutte queste teorie non varranno mai l’occhiopratico.

L

1

assie-me

delle proporzioni può nullameno guida-re f osservatore.

Il cavallo non dovrà mai giudicarsi nè allo statodi riposo nèal passo: in questa andaturaimigliorifiguranoil meno,in par-licolar

modo

poi se furono ammaestrati dal Beduino (55).

Ma

allorché sotto l

1impulso del cavaliere, l

1animale fa mostradi sèe diviene,per cosìdire,

Saklaui

, la sua te-stasi eleva, e con questa lacodaa guisa di pennacchio; gliocchisifannoscintillanti, sembrano volersortire dall'orbita, eil ca-vallo è riconosciuto Koheilan.

Le

narici si allargano, sicolorano, fanno risaltare la

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concavità del frontalee la piccolezza della bocca.

La

suaincollatura di

Ma/taki

scuo-telacriniera,sistendeinarcoleggiero(56) facendo subire ai muscoli quel

movimento

ondulatoriochepartecipato poiagli altri

mu-scolidelcorpoe particolarmenteall’ ileo-spi-nale,svolgeunaspecie dicorrente magne-ticavalevolead ispirare all'animaleil desi-deriopiù che la volontà del cavaliere.

Le

gambe

delcavallorimangono apparentemen-teimmobili,

ma

sono pienedi vita. L’eti-mologiadelGilfi edell'

Hedban

deve tro-varsi al primo segno smentita,

come

figu-ratamanieradidenominazione: vedonsi con-trarrei suoimuscoli sottocutanei, esi ri-sente, s’indovina 1'agitazione deglialtri. I suoi tendini ripetono unavibrazione pari a quellachesullacordadell’istrumentofa mo-rire il suono.

È

la molla d’acciaio forte-mente compressa edoscillante sottola pres-sione momentanea.

Un

grido, un leggier colpo di staila e la molla scatta.

È

la lo-custachesi slancia.

Da

quell’istante il ca-vallo s’innalza effettivamente collasua in-telligenza al di sopra dei quadrupedi esi riavvicina all’uomo. I movimenti agili e

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leggieri dell’animale sono prividi reazioni violenti:tutto in esso si

muove

eccetto il dorso. Sislanciil cavallo o s'arresti, volti dall’unaparte o dall’altra, il cavaliere dol-cementeondulatorimanein sellasenza scom-porsi, edha piùla sensazionedell'aria che Tende, diquella degli slanci vigorosi delsuo corridore il qualemediante un'impercettibi-letensionedelle redini sisottometteai mi-nimi capricci del cavaliere,se pure colla intelligenza non li previene.

E

il cavallo liero disò medesimo.

Tre

fi,cavallodi raz-za, non mentisce a questa.Per rapidi che sieno i suoi movimenti, svela agli occhi, mediante la loro precisione matematicaela loro facilità, la purezzadel sangue bollen-te nelle vene troppo anguste e vicino ad erompere dauna pelle troppo fine mal di-fesa da un pelo morbido e brillante.

Se

il cavallo s’arresta, isuoigarrettisi piegano sotto di essocon grazia, ina diqual vigo-re ha mestieri tale grazia! Il

nome

di

E-dregi, è meritato. Quanti cavalli comuni nonsi dilombano! Essi non hanno le reni dellagazzella. Appoggiato sopra i garretti, tuttoilcorpo haondulazionipienedigrazia,

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edallora piùche maiilcavallosi pavoneg-gia, atteggiandosisempre

meravigliosamen-te.

La

sua respirazione èlibera nei larghi polmoni posti a lor agio dentro un petto capace. Tuttol’organismo èin movimento:

r andaturasimantiene facile,nobile, elegan-te.Gli si dice vola!... esso sparisce.... il

cavallo è giudicato.

Siafferma che il prezzo del cavallo è nellasuarazza (57): nondimeno spesso ac-cade chei migliori cavalli,stalloni o

ca-valle, sienovendutia vile prezzo. Questo èin forza dei pregiudizi arabi, dei segni chesi vedono formati dai peli sul mantello del cavallosvilito (58).

El Abyiar

, il ce-lebrecavallo dell’ancor più celebre

Antar

, rendevaal cavalierela

sua

stella

propi-zia(Itoin. arabo d’Antar).

Il cavallo,dice il credulo Beduino, può avere per sè e pelsuo cavaliere buone e cattive influenze.

Non

è invano chele bal-zanevariano, eche ipeli si mescolano e si incrociano. Il baio solo,a

gambe

ecrini neri,neutralizzaper lavirtù del suo man-telloT influenza deicattivisegni (59). Quel-lo eccettuato, tutti i cavalli devono avere

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«

delbianco sul corpo.

E

detto assarn,il ca-valloche non ne ha: il cuore del suo ca-valieresarà semprecontrattoetriste:egli è minacciatodimiseria edimorte. Il nero, assarn, è montato dai demoni.

Le

balzane portano maggiore o minore felicità quando però non s’incrocinodadirittaa

manca

dal-le

gambe

davantialleposteriori,onel davan-tiven’abbia due,ed una o nessunain quel-ledi dietro;o quandol'abbia la sola

gam-ba sinistra anteriore (60).

Le

balzane

feli-cementeinfluenti divengono segnodi sven-tura se nell’avvicinarsial ginocchio si re-stringono e silasciano traversare dai peli del mantello. Piace la testa stellata (61),

ma

ilsonainon deveessere nellastella,e piùsi preferisce quella testa chebeve in bianco,

movendo

dalla frontesenza subire restringimento.

1segni piùimportanti,quelli che influi-scono maggiormentesullavendita eche per-ciònon bisogna sdegnardi conoscere, sono

il

soma

,

punto centraledi divisionedei pe-lisulla fronte fragliocchi. Più si riavvi-cina alla lineadelle sopraciglia,è migliore;

se la sorpassadiventa sinistro,

come

pure

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se trovasi più verso dirittaoverso manca.

Se

al di sopra isuoi peli s’incrocianoa loggiadi spica,esso èparimentecattivo,e più cattivoancora seun altro

soma

a spi-ca sistende sulprimoeloincrocia. Allora èil segno dellatomba.

Tre soma

semplici fanno considerareil cavallosenzavalore, a

meno

chedue non formino la tomba della qualeilterzo divienelalampadaorassodato.

Il

dauam

, rappresenta una vite schiac-ciata dalla puntaalla base, acentro visibi-le: talesegno è buonosul colloalla parte sinistra,è cattivo alladestra: duediquesti dal medesimo latosi neutralizzano; uno da ciascunaparte sono favorevoli.

Se

esso si prolungain formadi spiravicino allanuca sullatosinistro,èil segnodelpiombo, del-lamorte imminente(«): se èsemplice ver-so ilposto delle cinghie, minaccia l’onore coniugale.

(a) Bicordodiater montato daGazaaBilbesce, attra-versoildeserto,unmagnificocavallocompratoin Betlem-meeche portavailsegnodelpiombo.Per quanto ne dis-seroibeduinivenditori,ilsuopadroue, cavalcandolo, era statouccisoda unapalladifucile.(Notadelsìg.D. An-saldoFkletti).

— 95 —

Ilnahle

,

linea dipeli che sidividono a guisa di palme, èbene accettosui duelati dell’incollatura o dal lato destro, purché allungandosi nonsitagli nès’incroci a fog-gia di spica.

La

sua influenza è general-mente tenutaperbuona inqualunqueparte siosservi,ad eccezione però della gola e dellenatiche.

Tutti gli altri segni non hanno che si-gnificazioni vane,in beneod inmale, (62) e sarebbe tanto inutile quanto ridicolo il parlarne. D’altronde con questi ultimi, il cavallo conserva il suo valore secondo la sua razza (63).

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CAPITOLO

IV.

Conrliisiont.

Tutte le nazioni incivilite d’Europa fan-noa gara nel migliorare le razze equine da esse possedute.

Le

razze inglesi, sono di tutte le più rinomate, enoi le vediamo sempre vincitrici sull’Ippodromo, le osser-viamofornire, perle caccie, cavalcaturele piùbrillanti per slancio, grazia e lena;pei trasporti i piùrobusti animali.

La

Francia,la

Germania

e l’Italia, cer-carono dividere colf Inghilterra il merito deiloro corridori;

ma

ogniqualvoltasi ci-mentarono con essa, furonovinte;ed alla gloriosa rivaleèrimasto il vantod’una in-contrastatasuperiorità.

Icavalli inglesidivenuti iprimi corrido-ri dell’Universo,furono purecreduti i più adatti per migliorare, se non rigenerare, tuttelefamiglie della speciechenon pote-ronolottare con essinècon vantaggio,

con onore. Anziché migliorare,anziché

ri-—

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generare, distrussero nelle altrerazze quan-to di superiore avevano nelle particolari qualità, nè parteciparono loro la velocità che li distingue.

La

superiorità dellerazzeinglesi, è do-vuta a*rli stalloni arabi: incrociate con di-scernimento giunsero progressivamente ad un tale grado di perfezioneche le innalzò al disopraditutte quelle allevatein Euro-pafuori del suolo inglese.

Se

dall’araboderivòilcavallo inglese, il piùconvenienteai bisogni dell’Inghilterra

,

perchè l’arabo non potrà del pari creare

il cavallo che necessità alla Francia, alla Germania, all'Italiaedovunque non si vol-le,onon si seppeapplicarne f incrociamen-to alle razze indigene?

Se

qualche volta uncavallo franceseotolseocontesela

pal-ma

della corsa, aipiùrinomati corridori del suolo britannico, forse non furonole giu-mentedelLimosino,disangue misto arabo-francese,originatedagiumentedirazzagià dasecoli stabilita,acclimatizzata, conside-rata aborigena inFrancia, edagli stalloni arabiconquistati dai CrociatiinOriente?

«Figliodella naturaè l'arabo, figlio del-13

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l’arteèl’inglese »scrive nel suo Trattalo sulmiglioramento dellaspecie equinain Ita-lia, unprofondoosservatore,undistinto ip-pologo,il cavaliereCarloNobili,di

Reggio

nell’Emilia.

Mi

sia permesso completarne

il pensiero dicendo, che mai prodotto del-l’arteuguagliò quellodellanatura, per con-chiudere doversi asteneredagli stalloni in-glesi erivolgersi agli arabi.

C O n

Il cavallo araboè ilprototipo della spe-cie.

Lo

stallone arabo èil solo migliorato-redelle razze cavalline sparse nelle varie regioni del nostro globo,

come

per lasua propria razza, l’araba, la primitiva, ne è

il soloconservatore.

Prototipo dellaspecie,ne è l'animaleil

piùperfetto; la suaperfezionenon dipende soltantodalla bellezza delle forme apparen-ti,

ma

dalla buona disposizione, ossia dal-l’armonia degli organi interni, dai qualile forme esternetraggono e sviluppano, colla possibilità di agire, lapersistenza nell'azio-ne.

La

bellezza elabuonadisposizione del-leforme, l’armonia degli organi, costituisco-nolaperfezione animale;nel cavallo, allor-chéunite, svelano sempre la razza araba.

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lapura, Punica, perciò la sola defiladi aversi in considerazione nei miglioramenti di tutte le altre; poiché da essa tutte le razze trassero origine,essendo ancoranei suoi deserti, la sola seconda natura, e là conservataper lungo volgere disecoli,

co-me

vennecreata.

Chiamo

per eccellenzapuralarazza ara-ba, perchè alla perfezione esterna unisce l'interna,ecosi indica chepuroè il prin-cipio che la domina, non dovendosi consi-derare armonizzati gli organi se non da unaforza indipendente,un principio regola-tore il quale non potrebbe dirigerlied ar-monizzarli nei loro movimenti, nelle loro sensazioni vitali, senon fosse puro, indi-pendenteeperfetto.

E come

ataleprincipio necessitanoorganibenedispostiper

render-li interpreti della suavolontà, così a que-sti devono corrispondere perforzae rego-laritàdicostruzione,leformeesterne: l’ir-regolaritàedebolezzadelleforme tradireb-bero un organismo o lo produrrebbero di-fettoso; ed il principio che lo anima non potendopiù tradursialdifuori, si trovereb-beparalizzatoincorpononattoa sostenere

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iOO

un impulso energico,ed indirettamente co-strettoa subire le influenzedella macchina animaledegenerata; influenzeche unavolta subite,lo alteranoe ne perpetuano l’alte-razionecoi prodotti.

Il principio della vita e del pensiero o l’anima, nel cavalloenellageneralità degli a-nimali, l’uomo eccettualo, è

germe

che si propagacollagenerazione;oppure, applican-doilsistema delLeihnitz, sistema erroneo dacché non nevolle escluso ilre della na-tura, tutte le anime degli animali, hanno esistitoin

germe

nei primi d’ognispecie e si propagano

come

i corpi, propagandovi e tramandandovi ereditariamente le loro qua-lità

come

icorpi tramandanole forme: que-sto germe, perrigenerare, non deve aver subito alterazioneveruna;deveessersi cioè conservatopuro qual’eraallasuaorigine,e trovarsi ancora nelle medesime condizioni per rapporto agli organi vitalii quali ne spiegano i concetti,i voleri,eper rappor-to alle formedestinatead eseguirli in una

Il principio della vita e del pensiero o l’anima, nel cavalloenellageneralità degli a-nimali, l’uomo eccettualo, è

germe

che si propagacollagenerazione;oppure, applican-doilsistema delLeihnitz, sistema erroneo dacché non nevolle escluso ilre della na-tura, tutte le anime degli animali, hanno esistitoin

germe

nei primi d’ognispecie e si propagano

come

i corpi, propagandovi e tramandandovi ereditariamente le loro qua-lità

come

icorpi tramandanole forme: que-sto germe, perrigenerare, non deve aver subito alterazioneveruna;deveessersi cioè conservatopuro qual’eraallasuaorigine,e trovarsi ancora nelle medesime condizioni per rapporto agli organi vitalii quali ne spiegano i concetti,i voleri,eper rappor-to alle formedestinatead eseguirli in una

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