Il
modo
migliore di studiare il tipo ara-bone'suoi segnie qualità caratteristiche,è distudiarlo sottoil punto divistadegli au-tori arabi,i quali hanno vissuto sotto la tendadel Beduino, o furono beduini eglino stessi. Al line di evitare qualunque conte-stazione, noisceglieremoda principioquel-li resi cogniti all'
Europa
dagli eruditi la-vori delcelebre Sacy.Vmru
IKais ci descrive il suo nobile corsiero «alto ed agile... col pelo cortoe lucente...pieno di vigoreedi forzi».» Esso si volta, fugge,avanza, indietreggia in un attimo.... il suo peloè rossastro... sottili ibandiiedallungati... lesue reni sono quel-lediunagazzella,le sue
gambe
quelle del-lostruzzo... le anche sono larghe e robu-sle;allorchéè-guardatoatergo, lasua co-da foltache toccail suolo,riempie lutto lo spaziocontenuto Irale gambe, senza piega-re più che dall'unadall'altra parte.«Esso cammina, dice Lebid,colla testa alta» El Montenabbi,figliodiHossein,peresprimereDigitizedbyGoogle
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84—
quale è,nel bisogno, la frugalità del cavai-lo, aggiungebastare ad essoper nutrimen-to ilvento che solila nei deserti,e conten-tarsi del vapore che s’innalza dai terreni bruciatidal sole (45) per estinguere la se-te. Aggiunge ancora, parlando dei cavalli dei Beni Kelab « questi corsieri di
gran prezzo
(l’heder agiekar degli Ebrei, mau-semet del Corano) dai fianchi sottili, che non sono sfiguratinèdamagrezza
estrema, nè daeccessivo grasso.»Ed
allorchéi ca-valli del nord della Siriasi trovano impo-tenti ad inseguire i veri corridoridel de-serto,egli soggiunge—
«Questi leoni così terribiliinsulle prime, rimasero senza for-za perrespingere unguerriero così prontocome
Fuccello che fende Faria»—
Cioèibravi corridori (i cavalli del nord) erano leoni, non potevano spiegare la loro forza contro gli uccelli, ossia contro gli Arabi che fuggivano colla rapidità delvolo degli uccelli (46).Tale estrema agilità,è citata delparinella lettera del
Karmate
invasore dell’Egitto a Hakem-bi-amr'Allah—
« Noi siamo arrivati coi cavalli dell’Arabia.... la mia cavalleriaè di una estrema agilità."
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(Crestom:arali.) Nellaraccolta dicanti dei Beni Helal, opera manoscritta e molto di-vulgata in Palestina, si trova ancora
—
11 principeSerkasiilTremolantedisse—
«Co-luichenon provala paura, nullasa.
0
gen-ti,per Dio, ascoltateecomprendete! Oggi ho vedutoun prodigio.11mio cuore comin-ciaatremare del figliodi Ganein.Oggi un cavaliere pari ad un leone, venne a
me,
montato sopra unacavalla, Kadra, che vo-lavacome
unuccello. Gloriaa Colui che creò i cavalli,equestaKadra
di luttii ca-valli lapiù nobile. Ilsuo corpoècome
nu-be,(Ed-beam?!
)
chesparisce nella corsa.
Essa
nonha Fegualeneideserti... essa va-lecento tesoridi ricchezze...mille perlein una borsa adorna diricami, mille valorosi ira imigliori dei valorosi, e una valorosa ancora... vale icavalli di tuttol’Oriente....Se
per essavenissero offertidue mila ca-melli carichi d’oro, noidiremmo
non esser questa lametàdel suo prezzo;e sesi vo-lesse paragonarla almondo
ed a ciò che vale, direi cheKadra
vale di più.Su
qual suolositrovasuamadreedov’è suo padre?Esisteun luogo dovesipossanorinvenire?...
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86—
La
Milabellezza, superala bellezzadi tulli i cavalli... icavalieri al suo aspettosi riti-rano... il basso dellasua testaèstretto, le sue orecchie sono piccole epuntatecome
unapenna bentagliata.Somiglianolecoscie ad otri ripieni, edi zoccoli sono tazze di legno di noce bencompatto.Le
costole so-migliantiadarchi ottusi.Essa
galoppacome
rhamgiur (levriere)
allorchési slancia. 11
suo dorso pure è un otre rigonfio d’ aria.
11 suo mantello è lucente quale specchio:
essaèperfetta nella sua bellezza....
Mi
fe-ce rimanerestaticosulcampo
dibattaglia...se tornerà per combattermi, mi rapirà a meraviglia....
Ecco
quanto in’accadde men-treilmio cuore tremavaallavistadiEben Ganem.
lo non lo combatterei più per ilMustafa
—
» (l'elettodi Dio). Così disse il principeSerkasi il Tremolante.«Affinchè ilcavallo sia perfetto,dice lo Sceik Eissael Ukedi, (aseconda della tra-dizione orale de’suoi antenati,e con esso tutti i Beduini) deve avere: la coda e il
dorsocorti(47)le orecchieminute(?)(48) le nari aperte, i pasturali sottili; larghi e rotondilagroppa edilpetto;il collo lungo
— 87 —
e gliocchi grandi.»
Abbiamo
già descrittiisuoi(lancilisveltiedallungati, lesuereni fortied elastiche.
Le gambe
asciutte e mu-scolose,le anchelarghe e robuste, latesta stretta all’estremità inferiore,come
pari-menti furono descritti ffli zoccoli larghi e compatti,lapienezzadelle coscie e del dor-so, le costole informa d’arco, lacoda li-lialmente, dirittaefolta, nonchéilpelo cor-to e lucente.Lasciando daparte f indole del cavallo, egli è evidenteche tali descrizionidi
for-me
s’adattano perfettamentetanto all’ideale delcavallo ditutti ipaesi quantoall’arabo, eche quest’ultimo tipo non ne ritrae per-ciò alcunaparticolarità.È
d’uopo adunque farnotare l’assieme delle forme angolari,i muscoli bene appariscenti, il guidalesco sporgente, lagroppa diritta,larga epiena (49), più larga nella cavalla,quasi sempre riunita al guidalesco mediante un leggier solco sullacurvadella spinadorsale; deve-sirimarcare sopratutto la testa, che mag-giormente locaratterizza (50). Della testa del cavallo arabo noiconosciamogiàle orec-chie minute ed apunta,gli occhi grandi,
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le narici aperte, la estremità inferiore pic-cola.
La
testanel suo assiemeèparimente piccola,asciuttae quadrata:halafronte lar-ga,lenarici tantograndi quantoaperte,gli occhi prominenti, pienidi fuocoe di intel-ligenza, ilfrontale concavo (51)e levene appariscentiattraversolapelle (52). In quan-to al piede, èpiccolo se l’animaleèfiglio di paese alpestre; grande, se proveniente dal piano.Senza
peccare in grassezza od inmagrezza
, il cavallo arabo dev’essere bene in carne, e la sua incollatura deve piegarsi alcun poco in forma arcuata per forzarloleggiermente afiutareil suolo.La
curvarientrante, dettaincollatura dicer-vo
,è un diffetto poiché locostringea cor-rerecolle nariciinaria,neutralizza l’azione delmorso,e riescedicontinuo pericoloperilcavaliere. Ilmovimento grazioso del col-lo della gazzella allorché essalopiegain curva per guardare con tenerezza il suo parto, è di sovente citato dai poeti arabi nei loro canti d’
amore
per dare maggior risalto alla graziadel collo diuna donna;giammaisicitapel collodiuncavallo (53).
Una
crinierafoltaèsegnodivigoria:icavalli—
89—
che ne sono provvisti resistono alla fatica linoad una età molto avanzata. « Nulla è più veloce nellacorsa degli ultimisforzidi un cavallo difoltacriniera« dice Taabbata Sciarran.
Ma
bisogna richiederelacorsadi grande lenaal cavallonellaforza dell1età.Infatti Kais, dei Beni
Abs,
alla corsa di Dahis,diceva a Ilodahifah dei Beni Dhobian:«La
corsa dei cavalli nellaforzadell1
etàè una progressionedicelerità»(54). Peròè duopo convenire che tutte queste teorie non varranno mai l’occhiopratico.
L
1assie-me
delle proporzioni può nullameno guida-re f osservatore.Il cavallo non dovrà mai giudicarsi nè allo statodi riposo nèal passo: in questa andaturaimigliorifiguranoil meno,in par-licolar
modo
poi se furono ammaestrati dal Beduino (55).Ma
allorché sotto l1impulso del cavaliere, l
1animale fa mostradi sèe diviene,per cosìdire,
Saklaui
, la sua te-stasi eleva, e con questa lacodaa guisa di pennacchio; gliocchisifannoscintillanti, sembrano volersortire dall'orbita, eil ca-vallo è riconosciuto Koheilan.Le
narici si allargano, sicolorano, fanno risaltare la12
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90—
concavità del frontalee la piccolezza della bocca.
La
suaincollatura diMa/taki
scuo-telacriniera,sistendeinarcoleggiero(56) facendo subire ai muscoli quelmovimento
ondulatoriochepartecipato poiagli altrimu-scolidelcorpoe particolarmenteall’ ileo-spi-nale,svolgeunaspecie dicorrente magne-ticavalevolead ispirare all'animaleil desi-deriopiù che la volontà del cavaliere.
Le
gambe
delcavallorimangono apparentemen-teimmobili,ma
sono pienedi vita. L’eti-mologiadelGilfi edell'Hedban
deve tro-varsi al primo segno smentita,come
figu-ratamanieradidenominazione: vedonsi con-trarrei suoimuscoli sottocutanei, esi ri-sente, s’indovina 1'agitazione deglialtri. I suoi tendini ripetono unavibrazione pari a quellachesullacordadell’istrumentofa mo-rire il suono.È
la molla d’acciaio forte-mente compressa edoscillante sottola pres-sione momentanea.Un
grido, un leggier colpo di staila e la molla scatta.È
la lo-custachesi slancia.Da
quell’istante il ca-vallo s’innalza effettivamente collasua in-telligenza al di sopra dei quadrupedi esi riavvicina all’uomo. I movimenti agili e—
91—
leggieri dell’animale sono prividi reazioni violenti:tutto in esso si
muove
eccetto il dorso. Sislanciil cavallo o s'arresti, volti dall’unaparte o dall’altra, il cavaliere dol-cementeondulatorimanein sellasenza scom-porsi, edha piùla sensazionedell'aria che Tende, diquella degli slanci vigorosi delsuo corridore il qualemediante un'impercettibi-letensionedelle redini sisottometteai mi-nimi capricci del cavaliere,se pure colla intelligenza non li previene.E
il cavallo liero disò medesimo.Tre
fi,cavallodi raz-za, non mentisce a questa.Per rapidi che sieno i suoi movimenti, svela agli occhi, mediante la loro precisione matematicaela loro facilità, la purezzadel sangue bollen-te nelle vene troppo anguste e vicino ad erompere dauna pelle troppo fine mal di-fesa da un pelo morbido e brillante.Se
il cavallo s’arresta, isuoigarrettisi piegano sotto di essocon grazia, ina diqual vigo-re ha mestieri tale grazia! Ilnome
diE-dregi, è meritato. Quanti cavalli comuni nonsi dilombano! Essi non hanno le reni dellagazzella. Appoggiato sopra i garretti, tuttoilcorpo haondulazionipienedigrazia,
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edallora piùche maiilcavallosi pavoneg-gia, atteggiandosisempre
meravigliosamen-te.
La
sua respirazione èlibera nei larghi polmoni posti a lor agio dentro un petto capace. Tuttol’organismo èin movimento:r andaturasimantiene facile,nobile, elegan-te.Gli si dice vola!... esso sparisce.... il
cavallo è giudicato.
Siafferma che il prezzo del cavallo è nellasuarazza (57): nondimeno spesso ac-cade chei migliori cavalli,stalloni o
ca-valle, sienovendutia vile prezzo. Questo èin forza dei pregiudizi arabi, dei segni chesi vedono formati dai peli sul mantello del cavallosvilito (58).El Abyiar
, il ce-lebrecavallo dell’ancor più celebreAntar
, rendevaal cavalierelasua
stella propi-zia(Itoin. arabo d’Antar).Il cavallo,dice il credulo Beduino, può avere per sè e pelsuo cavaliere buone e cattive influenze.
Non
è invano chele bal-zanevariano, eche ipeli si mescolano e si incrociano. Il baio solo,agambe
ecrini neri,neutralizzaper lavirtù del suo man-telloT influenza deicattivisegni (59). Quel-lo eccettuato, tutti i cavalli devono avere—
93—
«
delbianco sul corpo.
E
detto assarn,il ca-valloche non ne ha: il cuore del suo ca-valieresarà semprecontrattoetriste:egli è minacciatodimiseria edimorte. Il nero, assarn, è montato dai demoni.Le
balzane portano maggiore o minore felicità quando però non s’incrocinodadirittaamanca
dal-legambe
davantialleposteriori,onel davan-tiven’abbia due,ed una o nessunain quel-ledi dietro;o quandol'abbia la sola gam-ba sinistra anteriore (60).Le
balzanefeli-cementeinfluenti divengono segnodi sven-tura se nell’avvicinarsial ginocchio si re-stringono e silasciano traversare dai peli del mantello. Piace la testa stellata (61),
ma
ilsonainon deveessere nellastella,e piùsi preferisce quella testa chebeve in bianco,movendo
dalla frontesenza subire restringimento.1segni piùimportanti,quelli che influi-scono maggiormentesullavendita eche per-ciònon bisogna sdegnardi conoscere, sono
il
soma
,
punto centraledi divisionedei pe-lisulla fronte fragliocchi. Più si riavvi-cina alla lineadelle sopraciglia,è migliore;
se la sorpassadiventa sinistro,
come
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se trovasi più verso dirittaoverso manca.
Se
al di sopra isuoi peli s’incrocianoa loggiadi spica,esso èparimentecattivo,e più cattivoancora seun altrosoma
a spi-ca sistende sulprimoeloincrocia. Allora èil segno dellatomba.Tre soma
semplici fanno considerareil cavallosenzavalore, ameno
chedue non formino la tomba della qualeilterzo divienelalampadaorassodato.Il
dauam
, rappresenta una vite schiac-ciata dalla puntaalla base, acentro visibi-le: talesegno è buonosul colloalla parte sinistra,è cattivo alladestra: duediquesti dal medesimo latosi neutralizzano; uno da ciascunaparte sono favorevoli.Se
esso si prolungain formadi spiravicino allanuca sullatosinistro,èil segnodelpiombo, del-lamorte imminente(«): se èsemplice ver-so ilposto delle cinghie, minaccia l’onore coniugale.(a) Bicordodiater montato daGazaaBilbesce, attra-versoildeserto,unmagnificocavallocompratoin Betlem-meeche portavailsegnodelpiombo.Per quanto ne dis-seroibeduinivenditori,ilsuopadroue, cavalcandolo, era statouccisoda unapalladifucile.(Notadelsìg.D. An-saldoFkletti).
— 95 —
Ilnahle
,
linea dipeli che sidividono a guisa di palme, èbene accettosui duelati dell’incollatura o dal lato destro, purché allungandosi nonsitagli nès’incroci a fog-gia di spica.
La
sua influenza è general-mente tenutaperbuona inqualunqueparte siosservi,ad eccezione però della gola e dellenatiche.Tutti gli altri segni non hanno che si-gnificazioni vane,in beneod inmale, (62) e sarebbe tanto inutile quanto ridicolo il parlarne. D’altronde con questi ultimi, il cavallo conserva il suo valore secondo la sua razza (63).
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CAPITOLO
IV.Conrliisiont.
Tutte le nazioni incivilite d’Europa fan-noa gara nel migliorare le razze equine da esse possedute.
Le
razze inglesi, sono di tutte le più rinomate, enoi le vediamo sempre vincitrici sull’Ippodromo, le osser-viamofornire, perle caccie, cavalcaturele piùbrillanti per slancio, grazia e lena;pei trasporti i piùrobusti animali.La
Francia,laGermania
e l’Italia, cer-carono dividere colf Inghilterra il merito deiloro corridori;ma
ogniqualvoltasi ci-mentarono con essa, furonovinte;ed alla gloriosa rivaleèrimasto il vantod’una in-contrastatasuperiorità.Icavalli inglesidivenuti iprimi corrido-ri dell’Universo,furono purecreduti i più adatti per migliorare, se non rigenerare, tuttelefamiglie della speciechenon pote-ronolottare con essinècon vantaggio,
nè
con onore. Anziché migliorare,anzichéri-—
97—
generare, distrussero nelle altrerazze quan-to di superiore avevano nelle particolari qualità, nè parteciparono loro la velocità che li distingue.
La
superiorità dellerazzeinglesi, è do-vuta a*rli stalloni arabi: incrociate con di-scernimento giunsero progressivamente ad un tale grado di perfezioneche le innalzò al disopraditutte quelle allevatein Euro-pafuori del suolo inglese.Se
dall’araboderivòilcavallo inglese, il piùconvenienteai bisogni dell’Inghilterra,
perchè l’arabo non potrà del pari creare
il cavallo che necessità alla Francia, alla Germania, all'Italiaedovunque non si vol-le,onon si seppeapplicarne f incrociamen-to alle razze indigene?
Se
qualche volta uncavallo franceseotolseoconteselapal-ma
della corsa, aipiùrinomati corridori del suolo britannico, forse non furonole giu-mentedelLimosino,disangue misto arabo-francese,originatedagiumentedirazzagià dasecoli stabilita,acclimatizzata, conside-rata aborigena inFrancia, edagli stalloni arabiconquistati dai CrociatiinOriente?«Figliodella naturaè l'arabo, figlio del-13
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98—
l’arteèl’inglese »scrive nel suo Trattalo sulmiglioramento dellaspecie equinain Ita-lia, unprofondoosservatore,undistinto ip-pologo,il cavaliereCarloNobili,di
Reggio
nell’Emilia.
Mi
sia permesso completarneil pensiero dicendo, che mai prodotto del-l’arteuguagliò quellodellanatura, per con-chiudere doversi asteneredagli stalloni in-glesi erivolgersi agli arabi.
C O n
Il cavallo araboè ilprototipo della spe-cie.
Lo
stallone arabo èil solo migliorato-redelle razze cavalline sparse nelle varie regioni del nostro globo,come
per lasua propria razza, l’araba, la primitiva, ne èil soloconservatore.
Prototipo dellaspecie,ne è l'animaleil
piùperfetto; la suaperfezionenon dipende soltantodalla bellezza delle forme apparen-ti,
ma
dalla buona disposizione, ossia dal-l’armonia degli organi interni, dai qualile forme esternetraggono e sviluppano, colla possibilità di agire, lapersistenza nell'azio-ne.La
bellezza elabuonadisposizione del-leforme, l’armonia degli organi, costituisco-nolaperfezione animale;nel cavallo, allor-chéunite, svelano sempre la razza araba.—
99—
lapura, Punica, perciò la sola defiladi aversi in considerazione nei miglioramenti di tutte le altre; poiché da essa tutte le razze trassero origine,essendo ancoranei suoi deserti, la sola seconda natura, e là conservataper lungo volgere disecoli,
co-me
vennecreata.Chiamo
per eccellenzapuralarazza ara-ba, perchè alla perfezione esterna unisce l'interna,ecosi indica chepuroè il prin-cipio che la domina, non dovendosi consi-derare armonizzati gli organi se non da unaforza indipendente,un principio regola-tore il quale non potrebbe dirigerlied ar-monizzarli nei loro movimenti, nelle loro sensazioni vitali, senon fosse puro, indi-pendenteeperfetto.E come
ataleprincipio necessitanoorganibenedispostiperrender-li interpreti della suavolontà, così a que-sti devono corrispondere perforzae rego-laritàdicostruzione,leformeesterne: l’ir-regolaritàedebolezzadelleforme tradireb-bero un organismo o lo produrrebbero di-fettoso; ed il principio che lo anima non potendopiù tradursialdifuori, si trovereb-beparalizzatoincorpononattoa sostenere
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iOO—
un impulso energico,ed indirettamente co-strettoa subire le influenzedella macchina animaledegenerata; influenzeche unavolta subite,lo alteranoe ne perpetuano l’alte-razionecoi prodotti.
Il principio della vita e del pensiero o l’anima, nel cavalloenellageneralità degli a-nimali, l’uomo eccettualo, è
germe
che si propagacollagenerazione;oppure, applican-doilsistema delLeihnitz, sistema erroneo dacché non nevolle escluso ilre della na-tura, tutte le anime degli animali, hanno esistitoingerme
nei primi d’ognispecie e si propaganocome
i corpi, propagandovi e tramandandovi ereditariamente le loro qua-litàcome
icorpi tramandanole forme: que-sto germe, perrigenerare, non deve aver subito alterazioneveruna;deveessersi cioè conservatopuro qual’eraallasuaorigine,e trovarsi ancora nelle medesime condizioni per rapporto agli organi vitalii quali ne spiegano i concetti,i voleri,eper rappor-to alle formedestinatead eseguirli in unaIl principio della vita e del pensiero o l’anima, nel cavalloenellageneralità degli a-nimali, l’uomo eccettualo, è