«E1 Emsemmah.
» Percomando
delRe
San-toiDgin
loprecipitarononelmare, respin-gendolo ojrni voltache tentava riavvicinar-siallaspiaggia. (5)Di
tal manieraavvenne che lostalloneperdesse pocoapoco le for-ze, espaccatosegli il cuore, disparve nel fondo delle acque.La
schiuma formataper1’agitarsi delle onde, all’istante della som-mersionedelcavallo,s’agglomerònelvuoto, procreandovi sette giovani puledri, che in seguito furono tantoben
nominati
quantoilpadre loro, ed ancora più agili diesso.
Tale èlatradizionerapportoal ben
no-minato
ed alla origine delle razze nobili—
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dei cavalli arabi, derivate
come
ognun sa, e sempre inseguito alla leggenda tradizio-nale,dai cavalli degli haras delRe Saio-mone
,ilquale non s’atteneva scrupolosa-mentealleprescrizionimosaiche,(6) poiché aggiunse all’armatad’Israellounabrillante cavalleria.Avvenne
che una volta sul cader della sera (Corano, xxxvm. 30. 31. 32) furono condotti davanti aSalomone
cavalliche pog-giavano sutre de’loro piedi, toccando ap-pena il suolo coll’estremità delquarto(7).Egli disse
— Ho
preferitoi beni di que-sta terra alpensiero del Signore;non ho potuto saziarmi nellavistadiquesti cavalli, mentre il giorno scompariva sotto il velo dellanotte.Riconduceteli davanti ame.—
E
quando gli furono ricondotti, tagliò loro i
garetti ela testa.(8)
Inquestaallusione alrammarico provato dal
Re
Santo per lainvolontaria dimenti-canza dell’ora destinata alla preghiera, e dalla espiazione che egli ne fecesulle vit-timedel suo sdegno, è provata incontesta-bilmente,diconoiCommentatoridelCorano, la bellezza degli animali che lo avevano7
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distratto atalsegno. Cavalli nati dalla
schiu-ma
del mare, eforse alati, secondo i par-tigianidella tradizionecitatainprecedenza.Altriperò i qnali,giusta 1’osservazione di Kasimirskinellasuaerudita, intelligente tra-duzione ed annotazionedel libro sacro del-Y
Islam,
nonsi lasciano agevolmente tra-sportare aldilàdelle teoriepraticabili, as-sicurano che quei cavalli provenivano dal paesediDamasco
ediNisibis,o cheDavid
liaveva tolti agliAmaleciti vinti,eli ave-valasciatiinereditàasuo figlio.
Salomone
nel giusto risentimento contro sè stesso, non risparmiò checentocavallidimilleche erano, etaleatto fucosi gradito aDio,che aSalomone
stesso sottomisei venti.(9)Se
ècosa arduaIo svelareimisteri del passatoerintracciare nell’oscurità dei tem-pi laragione di ciò che fu,questanulla-meno
sipuòottenere amezzo
didatiipiù astratti edi solidi ragionamenti.E
cavallivenivano
condottiper Salomone
dall'E-gitto e
da
tutti ipaesi(2 Cron.i. 16.)Senza
cercarediseguitareilcavallo nel-lesue emigrazioniprogressive,chedai pri-mi secolivieppiù si moltiplicavanoal di là—
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dei primi pascoli;ilnobile animale,secondo
il testo biblico,si era digià propagatofra ì popoli nell’eradi David,e di più si di-stinguevanei deserti dellaSiriaverso l’an-no delm.
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(Giobxxxix: 23...)per la suaforza, ilsuocoraggio,e la sua intelli-genza.Ora
ilRe
Salomone, dopo aver ot-tenutoda Dioildono dellascienza, e della saggezza, dovea trovarsi in istato di dare così forte impulso al miglioramento delle razze, daesserne,percosì dire, facilmente creduto ilcreatore.1 commentatori del Corano,
come
abbia-mo
dimostrato,si trovano peruna partein perfetto accordocolla Bibbia:ci resta uni-camente di mettere in correlazione i dati della tradizione con quelli della storia, at-tenendoci, perquantoèpossibile,al proces-so della naturaedalla esperienza umana.Nella designazione di ben
nominato
e ben nominati, stalatraccia che ne guida allaconoscenzadellerazze, ilprincipioche analizzato ci dimostra ad evidenza le fasi percorse dal purosangue che si costituiva nobile prima digiungere alle sue suddivi-sioni edenominazioni.DigitizedbyGoogle
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Per
chiamarsi ilben nominalo: u EIEm-semmah
« il cavallo del gran Re, doveva avere insè tali caratteriche fosserocome
dimostrazionelapiù completadelsuonome
istesso:ilseguitodellafrase—
deiben no-minati—
ci fainparimodo
conoscere,eh’esso apparteneva ad una razza digià esi-stente,e che con tale
nome
rappresentava tanto peressachepel cavalloidistintivi o lebuonequalità.Cosibasati sopraqualitào caratterigenerali,inomiassegnatialle raz-ze dovevano porgerne unconcetto generale.Dio (Gen.n.19. 20) riunì glianimali al cospettodi
Adamo
per ascoltarecome
egli lichiamerebbe,edaffinchèilnome
cheAda-mo
imporrebbe a ciascuno di essi fosse ilsuonome.Ilprimo
uomo
pernominareogni animale colnome
proprio,cioè con quello che naturalmente spettavaad esso,doveva senza dubbio derivarlo da segni caratteri-sticidell’animalestesso (10), e senondalle sue qualità,dai servigi almeno che poteva rendere,odalgenere di vitacheera desti-nato a condurre, infine da una specialità qualunquein ciascun animale.IlBeduino il più entusiaslo del
Re
dei-53 —
Genj, dell’amante dellabella Balkis regina di
Saba
, delproprietario dell’anello prodi-gioso, non potrànegare che nella procrea-zione delle sette razze dalla schiuma del mare, la parte principale non fosse soste-nuta dallostallonedelRe,che,come
si dis-se,apparteneva digiàaduna razza specia-lee piùantica. Quella nascita miracolosa, anchepelbeduino intelligente,si risolvein una metafora moltoardita afinedi rendere vieppiù pregevoliirisultatiottenutida quelRe
saggio e possente nelle rigenerazioni dei cavalli ditutti ipaesi, riunitine’suoi haras, esotto la sua influenza immediata divenuti più belli epiù agili; sveltezza e bellezza, che trovano il loroemblema
nella schiumadel mare.Le
setterazze
che la tradizionefari-montarealfigliodiDavid, sonoconosciute sotto i nomi di Manaki, Edregi, Koheilan, Saklaui,Gilfi, Trefi e Iledban.
Se
essenon sono salomoniane,come
non provenienti dalle suddivisioni diquelleintipidella raz-za cavallina, tipi che subiscono per unamedesima
razza variazioni multiple nelle differenti latitudini;cionnullamenosidevonoDigìtizedbyGoogle
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-sempre considerare
come
lepiù antiche in Arabia, non potendo il Beduino assegnar loro un’ altraorigine,e torna facile il sup-porreche il perfezionamento del tipo ara-bo, o la sua generalizzazione abbia dovuto servir di base negli incrociamenti dei ca-valli di tutti i paesi soggettia Salomone, e che inallora egli fosse digià ricercato e rinomato in Oriente.(11)Quelle razze sonosi costantemente con-servate pure;
ma
frequenti incrociamentifra essene produsseroaltre innumerevoli, con-sideratesangue puro
,ma razza
mista:epperciò benchéatorto,
meno
stimate, mal-grado la bellezza dei loro prodotti, poiché egliè necessario, dicesi,dirigenerarle ogni treo quattrogenerazioni; mentre le primi-tive soltanto subirebbero, senza degenera-re,le influenze del clima, del terreno,e sovratutto dellecure dell’uomo;
circostan-ze che concorrono aconservare, variare, eristabilire il tipo inmezzo
al contrasto dellefasi dellasuavitanomade.L’ osservazionedei secoli hafatto cono-scerecheilManakidivieneogni giornopiù raro, mentrechè il Koheilan si moltiplica,
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e per questo fatto essoè chiamato a rap-presentare, oltre lasua razza,icavalli
pu-rosangue
, o giudicati talia prima vista, finoache non siasispecificatoa quale del-lerazze nobiliessiappartengono. Mediante Fosservazione, acerti difetti ereditari, ven-gono riconosciute ben poche razze incro-ciate.Le
nobili presenlano invariabilmente lostesso tipo unicoeperfetto nel suo as-sieme,pressolestesse tribù, nel medesimo paese,o in un grado qualunque di perfe-zione per tutte uguale, seinforzadicause naturalihasubito lapiù piccola alterazione.Se
larazzaManaki
dovrà estinguersi a motivodiunadelletanteevenienze natura-liproblematiche,essaavrà almeno percorsa unacarrierautileebrillante,essendo tutta-via considerata la bennominata
dal Be-duino, e ciòpeisegni caratteristici diessa, cosacheciricordalapretesaorigine favo-losae tradizionaledellesette razze,quale una metafora che servìunicamente adare splendoreagliincrociamenti delle razzegià esistenti, edalle quali laManaki forse a-vrebbepotuto appartenere!E
così l’origine suanon sortirebbe effettivamente piùantica.DigitizedbyGoogle
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ma
siperderebbenelladerivazionegenerale dei cavallidell’Arabia, conosciuti intotalità sotto nomigenerali, chenelseguito diven-neronomi dirazze speciali.I