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ILCAVALLO

ARABO PURO SAXGIE

STUDIO

DI

VENTI ANNI

I*SIRIAPALESTINAEGITTONEIDESERTI DELL'ARABIA ENELNEUHD

DI

CARLO GUARMAM

DILIVORNO

SECONDA

EDIZIONE

'\

' '!

A*." * \

V

^

/

GERUSALEMME

TIPOGOtriADII PP.PRARCRSCATtf 1666.

(6)

Phopwktà Littumiua

ir }

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(7)

/

A SUA MAESTÀ

¥OT«1M IMffiillllE II

RE D’ITALIA

(8)

IspezioneGenerale delle llealiScuderie

e RazzediCavalli

Scuderie N*472diProtocollo

Oggetto Ringraziamentipar parte

Di Sua Maestà

Torinoaddì26 Giugno 1862.

S.

M. l’Augusto nostro Sovrano

ricevetteil

manoscritto, che

la S.

V.

Chiarissima compose,

sulle

razze

dei cavalli

arabi,

e

che

le fece

rasse- gnare per mezzo

del

Sig. Cav. Nobi-

li.

La M.

S. lo fece

oggetto

di

attento esame, con

quella

premura e

quel-

l’interessamento, che può

solo

appor-

tarvi

l’uomo appassionato

dicavalli;

vi

trovò tante profonde ed

interes- santi

cognizioni, che ben

si

vede

to- sto

come nessun

altro

abbia potuto

acquistarle,

se non quegli che, per anni ed

anni,

aggirossi intrepido

fra-

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(9)

mezzo

alle tribù dei

Beduini,

e vi

studiò con

intelligenza e

con

passio-

ne

il

superbo animale, che

ivi

ha

vi- ta e culto.

S.

M. compiacquesi manifestarmi questo lusinghiero suo

giudizio, e

de- gnossi ordinarmi

di far

pervenire a nome suo

alla S.

V. Chiarissima,

le

più sincere sue

felicitazioni,

unite

ai

più

sentiti suoi

ringraziamenti.

Neir obbedire con grata premura

all’

ordine sovrano, incontro con

pia-

cere P onore

di

protestare

nel

mio particolare

alla S.

V. Chiarissima,

i sensi della

massima mia conside- razione.

Per

l’Ispettore

Generale F. Verasis.

Chiarissimo Sig.Carlo Guarmani.

(10)

PREFAZIONE

DEL

SIGNOR

DOTTORE ANSALDO

EE LETTI

DIBOLOGNA ALLA PRIMAEDIZIONE

Passalo dall’Egittoin Palestina per vi- sitare i Luoghi Santi, volle

somma

mia ventura cheio legassi conoscenza e strin- gessi quindi amicizia colsignorCarloGuar- mani,abitante in Gerusalemme.

L*autoredel

Kamsa

mi diede a leggere

il suo impareggiabile manoscritto:

me

ne affidòlatraduzione dapresentarsi a S.

M.

Vittorio

Emmanuele

II, consigliato a ciò da autorevole personaggio allora in Siria per acquistodi stalloni.

Non

è gran tempo che dall’Autoreme- desimo furonmi inviatele Noteal

Kamsa,

note che parimente tradotte ed unite al corpodellavoroescono adesso perlestam- pe, non dovendosi piùa lungo togliere al pubblico la conoscenza di fatiche che io

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8

nonmiperito achiamarepreziosissime. L‘In- troduzione, l’AppendiceelaConclusione al

Kamsa

, ho ricevute dall’Autore in testo italianoetali ioleho lasciatequalifurono scritte,limitandomi alle correzioni da esso desiderate. Quelle,alpari delleNote, non facevano parte della traduzione presentata a S.

M.

ilRe.

Ora, dopo il rapido cenno che spiega

come

ilmionoine abbiailvantaggioditro- varsiassociato, nel presente lavoro, al no-

me

del signorGuarmani, crederei mancare alla giustizia ed al dovere, se al dovere edalla giustizia nonrendessi omaggiocol gettare alcuni trattidi un profilo d’

uomo

che per ogni rapporto meritadiessere po- sto inevidenza.

Dotatoil

Guarmani

dispiritoavventuro- so,di altocoraggio,diprofonda cognizione della lingua araba,conduce spesso unavita nomade. Rotto alla faticaedai disagi,pra- tico degli usi,indossaivestimentidelBe- duino,monta acavallo e si spinge entroil deserto.

passa lunghi giorni sotto la tenda;osserva, studiail cavallo arabo,si procurarelazioni colle diverseTribù,etali,

(12)

9

che io credo essereegli il soloeuropeo il

«piale possaornai scorrere il deserto senza pericolo. Iniziato alleastuzie

come

alle in- genuità del Beduino, egli sceglie con ac- corgimento,

compra

conavvedutezza super- bi stalloni;ed io

medesimo

restai meravi- gliatoalvedere alcunide’suoicavalli, più meravigliatoancoranell'impararneilprezzo.

Credo non andare erratoaffermando, cheil

Guarmnni

sarebbe di incalcolabilevantaggio pel

Governo

il quale sapesse far suo prò delle qualità ecognizioniveramenteeccezio- nalipossedutedaquestodistintissimo giovane.

il

Kamsa

è la sola sua opera, che egli si occupò con grande successo di Ar- cheologia, e di più compose un piano geo- grafico-statistico del PascialaggiodiGeru- salemme, lavoro unico nel suo genere, il più completo e perfetto chesi conoscasu quella parte dellaPalestina, lavorochegli costò dieci anni di studi,di viaggi, difa- tiche!

La

carta geografica pure fu presen- tata al

Re

Vittorio.

A

talepropositonontacerò

come

ilGuar- mani deferisse alle sollecitazionidellodato personaggio, abbandonando le lusinghe di

2

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10

-

compensi ed onori, per queste sue opere dalle autorità turcheed alti funzionari eu- ropei offerti e proposti.

E meno

so aste- nermi dall’esprimerevivamente ildesiderio chela Maestà

Sua

voglia rendere di pub- blica ragione lacartageograficadel Guar- mani,affinchèquestine possa riscuotere il

plausochegli èmeritamente dovuto.

Bologna,Marzo 1864.

(14)

PREFAZIONE DELL' AUTORE

S^cc/k/m

édj

<o/te

Allorquando

, l'anno scorso, ritornai in

Gerusalemme dal mio

viaggio d'esplo- razione nel

Neged

e inaltre parti del-

T Arabia

centrale,la

prima

edizione del

Kamsa

era già

stampata

in

Bologna,

e

non

tardai di riceverne alcunecopie.

Lessi

erilessi questa

mia opera, con

quell'interesse che svegliano

sempre

gli studi di

una

certaoriginalità,

cercando

dicriticarla,

come

se

non

ne fossi stato l'autore.

Ma

benché accresciute di

mol-

tole

mie conoscenze

sull'

araba ippolo- gia

,

dacché

rolli

andare

,

ancora una

volta,

a

svelarneimisteriove

nacquero

le

prime massime

dell'

Ippologia

univer- sale;convenniin

me

stesso,e

vado

su-

perbo

didirlo,eh'erail

Kamsa

frutto, e frutto coscienzioso, di troppi anni di esperienza,

per temere

d'essereesposto ultacritica,

nonché mia,

ditutticoloro che si

pregiano

di conoscereil cavallo.

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12

Questa seconda

edizione arricchisce e

non

correggela prima. Il

numero

delle noteè quasi raddoppialo. i\eli'

appen-

dice aggiunsi la traduzione del

mano-

scrittodi

Akmet aga

el

Ma sera

ighi,

consideraloinOriente il

primo

ippolo-

go

del secolo, affinchésiconosca posi- tiva

mente

in

Europa, a

quali

massime

d'Ippologia gli

Arabi

dei nostri

tempi danno

lapiù

grande

importanza.

Pub-

blico

ancora

la letterache

mi

fecescri- vere

S. M.

Il Ile 1 ittorio

Emma mie-

le II, al qualeil

primo

saggio dei miei studi era presentalo e. dedicato

,

per

parteciparmi

ilsuo sorrattogiudizio, e ringraziarmidelladedica.

E

se lapre- fi*zione del

E

eieilìalla

prima

edizione è

pure

pubblicalainquesta

seconda

,

non

ècertamente

per

lelodichelasua

ami-

cizia volle dettargli, lodi

che

in ogni caso

non

sarebbero che l'eco di quelle del

mio Augusto Sovrano;

bensì

per

far conoscere la parte che prese alla re- dazione del

Kamsa,

e

come un

atto di gratitudine

per

avergliene accresciuti i

meriti col suo

Nome.

(16)

CAPITOLO

I.

introtiu ziono

.

Iti

mezzo

allasmania chealgiorno d'og- gi agita l’

Europa

di conoscere VOriente, non è raro vederei dotti che vengono a studiarlo,caderein madornalierrori,incre- dibili per coloro che viabitano daqualche tempo e sonosi famigliar izzati con questa famosa contrada.Ciò proviene non da man- canza di scienza nei dotti medesimi,

ma

piuttosto dalla fretta con cui essi visitano questa classica terra: fretta, la quale non permette loro di conoscere la verità, bene spessonascosta sotto ildenso velo d'igno- ranza, che dalunghi secoli avvolge 1’Ori- ente decaduto. Quante fole, per citaresol- tanto un esempio, nonsi sono spacciate e quanti storti giudizi nonsi sono proferiti dagli ippologi de’nostri tempi intorno al cavallo arabo, così giustamente ricercato

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(17)

— li-

neile inalidire equine d’Europa, al linedi migliorarnele razze!

Per ben conoscere il cavallo arabo e parlare assennatamente di codesta rilevan- tissima parte delladomestica zoologia, èdi assoluta necessitàl’avere soggiornato non pochi anniinLevante, avereimparata a per- fezione la lingua araba, conosciute pratica- mente le arabe costumanze etradizioni, e fatta relazione, anzi direi quasi amicizia, colle nomadi tribù beduine,chesonoinfa-

ma

di possedere le più pure,le più belle e più gagliarderazze cavalline.

Senza

tutti questi requisiti non si avranno che cogni- zioni imperfette e spessointeramentefalse;

nè, cosa ben più da lamentarsi, si mande- rannoalle

mandre

di

Europa

altrochestal- loni bastardi, rifiutati dagli Arabi stessi

,

eppuretalvoltacomperatiaprezzoaltissimo, dicui la parte maggiore diviene mercede iniqua dicommessi infedeli.

Nelcavallo arabosideve ricercare,col- l’Arabo,larazza,ilsangue ediltipo.Raz- za nonè, peril beduino,lavarietà deltipo che si conserva colla generazione,

ma

la famiglia(nel senso che presentadi discen-

(18)

15

(lenzadaun ceppo

comune

«stirpe eceppo«) alla quale appartiene l'animale, e l’assieme delle qualitàfisico-moralichedistinguonole varie famiglie, qualità che si adattano a tuttiitipi,

ma

più si trovano riunite, riap- prossimandosi al prototipodellaspecie.Al- lorquando le qualità fisico-morali si suddi- visero nella specie, non potendo a lungo rimanereincomplesso nella perfezionepri- mitiva; nacque, diremo col beduino, l’idea delle razze,essendosi osservato chenelle loro prime diramazioni rimasero ereditarie alcune qualità inalcuni individui, ben più diquelle date varietàditipo,cheservirono di base astabilire lerazzecol sistema de- gli ippologi europei.

Le

razze arabe,così costituite, ebbero una nomenclatura cheri- salì allacausa dellaloro origine.

L’intelligente osservatore,figlio del de- serto, considera nelle razze primitive sol- tantociòchechiamarazza,ediltipo;nelle derivate, adottando una nuova suddivisione affine di graduarne la purezza, aggiunge ladistinzione del sangue.

Perilbeduino, nellarazza, oltrel’origi- ne,stannolequalitàfisico-morali; nelsangue

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1(5

più particolarmente sla la materiache su- bisce le impressioni dello spirito, materia la quale più si conservò pura, meglio ac- cetta queste impressioni ele ponein atto;

nel tipo stail

mezzo

difarle

ambo

valere.

Più nonconsidera sinonimi razzaesangue, cbè il sangue può essere puro ela razza mista,ebenchétutte nobili,lerazze arabe diversificanofradiloronelle qualitàmorali, nel

modo

diesercitare le fisiche,e solosi confondononellaperfezione o variazione del tipo, il tipoil piùpuroindicherà semprela maggior purezza del sangue, purché non siaalterato dalla vita

nomade

dell’animale nelle sue naturali metamorfosi di clima in clima,edi generazioneingenerazione.

Ma

poichésempre tendelanatura aripristinar- si,ritrovandosi nello statonormaledellasua origine,per quanto trasformato siail tipo, trasformatoilsangue, degeneratoilmorale;

risorgerannoinbreve, o percureintelligen- tioper caso. In Arabia la rigenerazione dell’animale che ha insé i requisiti della vera razza, non é mai problematica: se inArabia ritardano, altrove le razze mi- ste non raggiungono un tale risultato.

(20)

17

Il sangue misto non vi si rigenera mai.

L’ idea dell’acclimatizzazione in

Europa

delle razze arabe, malgradola sua attrat- tiva, nonèsoltanto temeraria,è assurda;

poiché uh nuovo nutrimento, altre cure, nuovo generedivita,nonfarannocheviep- più allontanarle dallo statonormalerichiesto dalla loro natura, ed anticiparne la deca- denza:assurda,formandolenostrelatitudi- ni il primo e più potente ostacolo; e il

frutto della loro importazione, per quanto intelligentemente curato, non tarderebbe a trasformarsi inuna nuova razza imbastar- dita, che adognigenerazione piùsiriavvi- cinerebbe negli istintie nel tipoalle razze indigene; cosicché dei cavalli,ovesinatura- lizzarono,potràdirsi

come

Gratiuspericani:

Mille equorumpatri®,ductiqueaborigine mores Cuiquesua.

Così rimane risolutalaquistione di met- tere emantenere nelle

medesime

suepatrie condizioni, larazzaimportata.

Anzitutto bisogna ammettereeh’ebbela specie equina « equus caballus» una sola origine,ed assegnaread essa nell'Arabia

3

(21)

18

le mie prime pasture: nè queste sonoipo- tesi. Valga per il primo assunto la parola della Genesi vii, 2: spiegata dal Levitico cap. xi.

Le

influenze subitedall'animale, lo hanno trasformato e imbastardito nelle altre regioni del globo ove lo stabilironolesue peregrinazioni;

ma

facilmente si riavvicina, colfincrociamento, allerazze che

meno

di esso ebberoasoffrire queste stesse influ- enze,riacquistando eziandio,inparte, nelle qualità morali,

ma

rimanendo sempre più specialmente adattato algenere di vitari- chiesto nellasuanuovapatria.

Esso

è quivi suscettibile di perfezionamento,ina le ra- gionichedistinsero finodaiprimi secolile razze arabe stesse, ragioni più

numerose

per esso, maggiormente lontano dal suolo natioedincondizioni diverse,ne renderan- no sempre la rigenerazione impossibile. I secoline hanno distruttola razza nel can- cellarneleprincipaliprerogativeereditarie, quelle cioè chedopo l’uomo rendono il ca- vallo l’animaleilpiù nobile,ilpiù perfetto;

ed interamente ne corrupperoilsangue. Gli incrociamentisaranno

germe

dimiglioramen- to,

ma

la sua nuova natura, vinta dalle

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19

influenze locali, ne impedirà sempre lari- generazioneassoluta.

Che

nascesseilcaval- lo in Arabia,n’è prova nell’arabo la sua perfezione fisico-morale: più 1*animale è perfetto, più èdegnodella sua origine.

La

perfezione del creato fula prima manife- stazionedell'Eterno(«).

Poichélarigenerazioneè impossibile lun- gi dalla terra oveil cavallo nacque,e sa- rebbevanoil lottarecolla natura in attesa soltanto di cattivi risultati; al perfeziona-

mento

delle razze emigrate deve solo ri- volgersiil pensierodell’ippologoper essere

(a)Le» race» légèressont le» plus ancienne*.Deprésou He loin,elle»HontIonie»sorlies(InC!ie\alH'Orioni,donile pursali"arabealoujonr» ciòPexpressionlaplushaute,le lvpelepiu» recherehé.(Kug.Gayot.Cboixraìsonné de»

Olievaux).

Quel»sontdoncle»caractère»s'tolngiquesdesprincipale»

race»equestre»?Et d’abord,celle» -cipeuventsubirdenx

"rande»divisions,sépareespar desdifTerencesIelle»

,que

ìlaus I"espritrieqnciquespersonoe»,ce»onldesespèces biendisliinie»,dnixtypesd’originedifferentedootunau- raileuPOrienlpolirlierceauriesestribù»naissantea,et Paulre, eròepour de» usages oppose»,se serait priinitiveineut muniresur le»borri»dela merdiiNord:lepremierse seraitconserve pur enArabie,|jsecoudHansnotrepro- vincefrauqaiseduBoulotiuais.

Quanlà nous,nous reconnaissous nnprincipecominnn àce»

denxgronpe»;c’eslimeconséqiiencedeP eludedesrappro- chemenl».(Eug. Gayot, Tableau Synopliquede» priuei- pale»racesequestre»).

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— 20 —

logico, incrociando collerazze le piùdepe- rite, avvilite,degenerate, il piùpuro san- gue arabo (ù);ina diquesto determinando beneiltipo, affinchèinessononsitrovino qualitàfisicheesagerate,lequali diverebbe- rodifettineiprodottiimmediatiche allalor voltaprocreerebberocosì animaliinservibili, mediante incrociamentopoco intelligente, e sarebberocausadel cattivo risultatoottenuto.

Se

lascienza egli anni dovrannoperfe- zionare o mantenere qualunque razza nata sotto le

medesime

influenze localidi nutri- mentoe divita, lontanadai deserti arabi, e che eventualmente o spesso presenti i

principi necessari per migliorarsi o soste- nersi;sarà l’esperienza dei vantaggi del-

l’incrociamento che faciliterà 1’osservatore edanticiperà l’intento: e questo tanto più, quantomaggiormentesiebbericorso a sor- gente purissima. Perfezionatalarazzaeri- dottaadundatogradodipurezzadisangue ereditario,nuovie migliori incrociamentila

(*)Dans unclievalde pursang’destiàrégénérerl’e- apèce, on nepeutjamais exiger asse»dequalitésparlarai- sonquesesproduilsdoivenlnécessairement dégénérer dans lemétissage. (M.Morris. EJssaisur l’RxterieurduClic vai).

(24)

21

consolideranno;

ma

il tipo, per ragioni di conformazione scelto daprima, cederàpro- gressivamente il posto al puro. Si rimar- cherà che alpari dellegiumente, lostallo- ne, soloagentediperfezionamento,

come

è in Arabiadirigenerazione, deve godere di altrettanta salute,

ma

essere di maggiore età, purché nellaforza degli anni,edico- struzione più forte; osservando infine che questanon risulta dalla massa dell’animale.

molto vanteremo,

come

il Gherardi ne’suoi pregiatiopuscoli d’ippologia,leossa piccole raccomandando, al pari dilui, per lostallone

«ossa

proporzionatamente lepiù

» piccoleanche nelle razze massiccie, che

«l’ossatura voluminosaè segnodidebolez-

« za «

E

perciòl’estremitànon deve mostra- re troppa rotondità nellostinco,essendo le ESTREMITÀ LARGHE, CARATTERE PARTICOLARE dei gran corsieri, ed avendosi appuntotali estremità quanto piùil tendine si osserva lontanodall’osso.

È

assurdoilvoler giudi- care il cavallo arabosottoilpuntodi vista europeo. Questoerrorepropagatodall’igno- ranza, e ormai generalizzato, èil solo im- pedimento a raggiungere il miglioramento

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22

delle nostre razze. ScriveilPerron,l’eru- dito autoreditante opere sull’Oriente, nel

Prodrome

Historiquedu Chevai

«nous

n’a-

» vonsjamaiseuquedesmédiocres chevaux,

» toutes les fois que nous avons cru en

«avoiraclieté d’excellents....nousn’avons

«pasl’oeilarabe laissonsnous doncgui-

« der au inoinsquelquefoispar l’Arabe lui-

»ménte; tentons l’expérience à plusieurs

»repriscs, nous n’

y perdrons rien, nous

« aurons toujours, au moins,autant que ce

» que nous avonseu;nous ne courons qu’un

«risque c’est d’avoir mieux. Il n’

y apas

» en

Europe

unseulchevai d’Orient,doni

« un

Arabe

connaisseur donneraitlainoitié

»duprixquecechevaiacouté....

Tant

que

« nousironsouquenous enverrons enOri-

»ent acheter des chevaux, cornine nous

«1’avons faitjusqu’ à présent, nous n’au-

« rons rien; tant que nous voudrons des

«chevaux

ondesjuments de quatre,cinq,

»six mille francs, nous n’aurons pas

« grande chose nous dédaignonscesArabes

»philosophessans lesavoir

-ils ont prou-

« vépar desrésultats; nous, nousn’avons v cnc ore rien prouvé, nous

sommes

sans

(26)

— 23 —

«

rèsili tat,(c) nous voulonsles effetssana

« mettre en ceuvreles

moyens

éprouvésde

«lesproduirea.

Servirsi però degli Àrabi per gliacqui- sti, sarebbe aggiungerealle tanteuna nuo- vadisillusione.

L’Arabo

non conosce iltipo che occorre al principiodei perfezionamen-

ti che desideriamo; il suo consiglio varrà nel ragionare dirazzaedi sangue.Il tipo arabo puronon produssegliottimi risultati della razza inglese.

Godolphin Arabian

giungeva dall’Affrica,

Darly Arabian

de- rivava dal deserto di Siria: 1’unico puro tipodei deserti dell’Arabia, troppo svelto diforme, Gazelaui,cheoradovrebbesoste- nere la razza inglese in decadenza, non l’avrebbe creata.Giudichiamoilcavalloarabo sottoilpuntodivistadegli arabi,

ma

scor- rendo dai monti alle pianure dell’Arabia

(e)Labeautén’ariend'idealensoi,ellenerésultepas deconditionsimpossiblea,ellene peut pas créerima^inai- rement desanimauxquin'onl jamaisélédanslesvuesde lanature.Nousavons lon^-temps poursuivicettechimère, eten cherchanlcequenousnousfigurionsètrelebeau chevai,nousn’avonsjfuèreatleintchelarosse;ilfautbien appelerlachose par son nom. LesArahes

nosmaìtrcs,

s'attachantàtrouverlebon,ontparcelaseuletlogique- mentrencontrélebeau. (Eug.Gayot. Choixraisormédu Chevai).

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24

centrale, cerchiamovi il tipo occorrenteai nostri bisogni, finchégiungailtempodiri- volgerci alnobile semi-selvaggio, al caval- lo del beduino delle frontieredel Neged.

Il cavallo arabo nonèconosciutoin

Eu-

ropa.Molti mezzo-sangue, pochi puri male assortiti, donde pessimi discendenti, hanno reso avversiad esso ipiù intelligenti ippo- logi, ignaridelveroesser suo nellearabi- che sabbie; edal cavalloinglese, preferito al primo,fuda quelli domandata larigene- razione dellerazze europee: errorepiù d’o- gni altro grave, alquale si deveattribuire

ilnuovoe più serio loro deperimento,che

ilcavallo arabosaràinbreve, esenza dub- bio alcuno,chiamatoasospenderee riparare.

Fino ad orail cavallo arabo hapatroci- natori entusiastiodavversari acerrimi.L’en- tusiasmoèpeggioredell’avversione; questa cedeall’evidenza,quellosi accieca, econ idee preconcette fallisce fintento.

Ma

è giunto il tempo di analizzare freddamente lecause egli effetti, di studiarela natura enon di stabilire spiritosi sistemi.

M.

L.

Rul, allievocon diploma delBaucher, con- fessava nel suo

programma

d’equitazione

(28)

-25-

nel 1846:aDepuis vingtansje m‘occupe

«d'équitation.Treize années de

ma

vie se

«sonipassées, hélas!dans l'elude de tous

»lesSysteme s,danslalectureattentivede

»tous les auteursqui semblent avoir pris

Ȉtacitedese contredireleunslesaulres,

«et mon

esprittnécontent,irresola, n’avait

»recueilli de tonice labeur que doute et

»incertitude.» Assaisi èlavorato sulfalso, ed intantoil cavallo europeo perdela sim- patia deir

uomo

,ed è vintoin intelligenza dall’asiatico somaro.

E

tempo inoltre che gli inviati delleCorti e Governi

d'Europa

non piùsi rendano aimercati di

Damasco,

Aleppoe Bagdad, ad acquistare il sangue mistoarabo-persiano,odarabo-turcomanno, credendoliarabi puri, ed infondanocosìal- tro sangue misto alnostro già troppo im- bastardito, edalquale è impossibilecon tal

mezzo

darnuovavita:e

meno

debbonore- carsi inEgitto, ove listalloni europeifu- ronoincrociati alle cavalle egiziane e pro- dusseroquei cavalli cosìa tortodecantati, molto rinforzali,dettimezzo-sangue;sen- za considerare cheneppure

mezzo

sangue hala cavalla egiziana, disprezzata al pari

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(29)

— 26 —

del siriacoKedisci.

E

qui, nuovamente ri- correndoalGherardi,rimarcheremo, che«il

»cavallo egizianonon può venire riguarda-

«toqual prototiporigeneratore, peressere

« troppotralignatoessostesso; trovasiespo-

»sto atutti i mali occasionati dalla mise-

»rianelle provincied'Europa, che hannoin-

»

felici condizioni per la specie equina.

»

L

impiegodi luinellenostre mandrie da

«frutto,manderebbe fallite lemigliori spe-

»ranze, enonè atto a migliorarelenostre

»

razze equine. »

Non

bisogna soffermarsi ad ammirare prodottimisti,chesempreda- ranno

meno

di loro

medesimi

;

ma

bisogna internarsi invece nell’Arabia centrale e nei deserti ove,seilvivereè disagiato,ilcom- penso ègrande.

Non

dovrannopoi ipreci- tati inviati, nelleloro relazioni, darsaggio d’erudizione edistile,nèperdersi inaned- doti menzogneri,frutto della loro esaltata immaginazione, odifalsirapporti, e

sempre

con ragione credutidailettori inverosimili:

dovrannopiuttosto freddamente dirci lave- rità. Cosi le loro asserzioni saranno più preziose; essi acquisteranno, per noi, nel progressodeglianni, l’esperienza dei secoli.

(30)

— 27 —

e sirenderanno piùbenemeriti della patria loro,

come

osservatori intelligenti e narra- tori veridici,anziché quali pretesi effimeri riformatori.

La

luceinognicosa alla finesi mostra, e colla luceilridicolo.IlDamoiseau, inviato del

Governo

Francese, ci racconta la graziosa storiella di Abu-fàr.Il Rzano- wiskialtrasimile dinon so qualegiumen-

ta.L’europeosi esaltae grida;l’arabo ri- de!... Poveri costumi,giuntifino all’epoca nostra nella rusticità dei primi anni del mondo!

La

mentepoeticad’unrapido viag- giatore li trasforma, li snatura!

E

con il

Damoiseau

ed il Rzanowiski quanti altri più o

meno

esagerati?... e gl’ippologi co- scenziosi, frai qualiil professore Gherardi che cito spessocon piacere, nessuno aven- do finoad ora meglio e piùdiluicompiu- tamente descrittoil cavallo, sivedono co- stretti difarecoalle loro assurdità.Ildot- to professore nella suddivisionedei cavalli arabi distingue iKedisci dai Kuedisci(d) mentrealtradifferenzanonv’èchedalsin- golare al plurale. Giuntoallanomenclatura

(d)Lalinguafranceserendemegli»ladifferenza dal singolarealplurale:Kedisch,etKeudsch.

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(31)

— 28 —

delle razze, conalcuninomi barbari citail

dema

,

aggiungendo che questa è delleraz- ze arabelapiùperfetta.

Ora

il

dema,

o

me-

glio

dem,

sangue, il più puro sangue, il

sangue pereccellenza,hainsèil titolodel- la sua perfezione ed è il distintivo della nobile razza araba, non razza speciale.In questasua nomenclatura: Keuell.

Saklaue, Kureche

,

Dema, Heya, Damane

,

Ku- beya

,

si rinvengono bensì due razze pri- marie:la Saklaui, enell*

Eubeya

fAbeian (Abeian).

Un’altra confusione dinomi, su questo proposito, troviamo nellalettera di

Moham- med

elSafetialPerron.

S ak

late

i-Dj

idrani,

Saklawi

-Irbeiri, Djilf,

Ma' anaki-Ke-

derdji,

Chouweim,

Koheilan,

Koheilan

-

Adjous, Keubeichan

,

Abeian

el

Kadr

,

Abeian-Djeris

, Aboit-rkoub

,

Soumk

,

Sa' de

t el

Toukan

, Chenein. Dimentica così ilSafeti nove razze primarie,e con- fondele altre,

come

laKoheilan, colle mi- stesanguepuro:

Saklawi-Djidran,

e

Ma' anaki-Hederdji

;

e lemiste sangue misto

Em-rkoub

o

Arkoub,

e simili; cadendo nell’errore per i

Chouweim

di confondere

(32)

— 29 —

razza e provenienza.

Ma

il Safeti poco

«corseildeserto, nonsi occupòdelcavallo che da amatore,e delresto la sualettera non dimostra pretensionedi sorta.

L’ autore del

C

lieviti

arabe de

laSyrie,

il signor Mazoillierfa parte diquella lun- ga serie discrittori, che non propagarono se non erroried aneddoti; cita le famose cinque giumente delProfeta, dondele raz- ze

Hamdanie

,

Abaia

n

,

Em-Arkoub, Ma- anaqui

e Ilimeli: non dà l’originenèl’e- timologia della

Saklawi

, Djilfée

Trai

fé,

le due prime della celebre categoria del

Kamsat

elAessul:laterza nobilissima, pri- mitiva,

ma

secondoluisecondarie; rAbai'an elaMaanaqui sono effettivamente primarie, erisale la Maanaquiad epocaanteriore al Profeta; 1’etimologia che risultadal

nome

di quest'ultima è giusta; falsa quella della prima.Già dissi

come

deve essereclassifi- cato1’

Em-Arkoub

;

1’

Hamdanie

mi rappre- senta una provenienzaenon una razza;la

Rimch

chemai mivenne menzionata,e per laqualeeglidà una ragioneetimologicache male si addice alla significazione del suo noine,saràmista, se, e doveesiste. Mista

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(33)

— 30 —

la Kahilat el Adggiouzla stessa che

Ko-

heilan Aggiuz.

Con

quanta spensieratezza costui scrivesse,servea dimostrarlo, prima:

lasua spiegazione all’origine dell’

Em-Ar-

koub, traducendo in conclusione del suo racconto:u entropied'

une jumbe de

der-

»rière;» mentre

Em

(madre) ed

Arkoub

o rkoub(garretto) significanopropriamentela madre, la regina, la più forte del o nel garretto, la vigorosa per eccellenza (1).

Secondariamente ilsuo giudiziosul cavallo del Neged. «

Le

chevaiNedjdi estbeaucoup

f>vanté parlepublic,cependantlesbédouins

» neleclassent

mème

paspannilaseconde

»race. Ordinairement cetterace de Nedjdi

»estfort belle,grande de taille,mais elle

»est bienloin de posseder lesquulitéssu-

»perieuresdesautres; ellea

mème

desdé-

«fautsgraves »

A

tali stravaganzeè inu- tile ilrispondere,e torno con

Abu Beker

ibn Bedr. (Traile d'hippologie eie.) a ragionare di razze.

Abu Beker

ne dà due divisionidi dieciognuna. I

-

hedjazi, nedjdi, YEMEN!,CHAM1, DJEZ1RI, BARKI, MASRI, KAFADJI, MAGHRABI e AFRENDJI. 2) TORAIFI, HEIKALI

,

KORAqANI, HEDJAZI, A’WADJI, BUCAI, HINDI,

(34)

31

roimi, barrie tatari.Nella prima suddivi- sione la provenienza distingue la razza;

nove sono nomi diprovincie o paesi; uno,

il Kafadji, deriva dalla tribùdei Kafadjah, esi osserva essere del sangueilpiù puro.

È

ilcavallo del nomade! Nella secondasi trova male interpretatoil

nome

del Trefi o Treifì. Questo col Heikali, il Bikai ed il

Tatari vengono considerati nel tipo; altri quattro indicano provenienza; l’A’wadji è razza speciale eparte delle piùnobili,con- servandoil

nome

paternodellostipitedella sua origine;ilBahrièlarazzadiSalomone, o forse, l’indivisa categoria dei figli del

Mascekur

il rinomato, di nascita favolosa dal cavallo marino.

Sempre

sistematico

,

spesso superficiale, talora erroneo, l’Ibn

Bedr

èperòd’un’

immensa

erudizione, facen- dosi volentieri l’ecodellevoci del deserto.

Perlasuddivisione delsangue,la distin- zione che nefa 1’

Emir Abd

el

Kader

ben

Mahhy

Eddine, nellesue risposteal

Gene-

rale

Daumas,

il chiaro autore deiCavalli del

Sahara

, è lasola ragionevole. Padre e

madre

nobili peril sangue puro:il pri-

mo

postoalpadreedil secondoalla

madre

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(35)

— 32 —

nell’incrociainentocolle cazze degenerate e miste; così ilnobile

Emir

si pronunziacol generale Darnnas e

meco

e con tutti gli Arabi, per il primatodello stallone.

Il Nolait propone per cavallo da guerra l’arabo; il generale

Damnas,

dipiùnedice

il perchè, ne fornisce le prove. Già si è sparsa almeno in Francia, e non tarderà altrove, la loro opinione. Difatti1’arabo è

il primocavallo da guerra del mondo,sop- portandopiù d'ogni altro privazioni efati- che,per fimpulsoche allesuequalità fisi-

che dà 1*energiadel non maiavvilito

mo-

rale.

Ma

per il nostro sistema di guerra devesubire tutt’altra educazione e ridursi più macchina.

Quanto all’eleganza, il conte

Maxence

de

Damas,

sì conosciuto in luttiijockey clubsdell’Europa, e chein ParigieVien- na hafamadi perfettocavallerizzo conosci- toreed amatore, pretendeva fraimolti,che del cavallo arabo non dovesse mai farsi menzione.Nel suo ultimoviaggio in Siria e Palestina ilnobil conte,reso piùamante dellaveritàchediun ineschinotrionfod’a-

mor

proprio, corresse il suo preconcetto

(36)

- 33 -

giudizioallasemplice ispezionedi duemiei stallonie di un puledro ora in Italia:cu*

valli tutti ditipo particolare edel sangue

il piùpuro, Makladi eKoheilan. Copio ri*

gorosainenle quanto in allora ne scrisse:

«Le

chevaldeciuqansetdemi estjoli!...

n

Le

poulain grisdequutreansetdemi est

*ravissant, ilestfaitau inolile, il estrem*

»pii de moyens:il in’apiu lieaucoupetje

» n ai rien trouvé àlui reprocher; e’est

« unjoli chevai quisera encoreplus beau

» dans un an oudeux. J' ai monte 1"alezan w uvee bonlieur, etje peux vous assurer

« que jamaisjen' aitrouvédes ìnouvements

»plus agréables etplusdoux en

mème

temps

«que

tant de

moyens;

c’est undélicieux

«chevai de selle c’estle plusjoli che*

wvai qu’on puisse voiretletype queje

»rève. n

Non

mancano, credo,leespressio- ni per decidere in favorelaquestione del- l’eleganza. IldottoreAnsaldoFelctlidillo- logna, che gentilmentehincaricòdicondur seco il puledro in Italia, mi scriveva da Corfii,coinèogni volta chesortiva,montan- dolo, la popolazione inglese ed indigenalo seguitasse ovunque, entusiasmata dallabel-

5

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(37)

- 34 -

lezza dell'annuale. Il cavaliere C. Nobili, maffffiore dicavalleria ed Utlìziale diordì- nanza onorario di 8.

M.

il

Re

d'Italia, di- ceva aneli’egli, chequel puledro era una meraviglia; esìcheil cavaliere Nobili,

uno

de’primi cavallerizzi d'Italia, allorquando mi esternava cosi favorevole opinione, non dividevale mieidee nelgiudicare il caval- lo.

Devo

poi confessare che egli mi tolse infinite utopie,forzandomi, conragionamen-

ti d’una lucidezza indescrivibile ed argo- mentiinconfutabili, anuovistudi,e adadot- tare in gran parte il suo sistema nel giu- dicareil cavallo arabosottoilpunto divi- sta europeo, allorquandositrattassediper- fezionare lerazzeinEuropa.

Ed

egli con- venne

meco

nella questione del sangue

,

affermandoche un puro sangue, anche mal costrutto,èdaperferirsi ad un

mezzo

san- gue diperfetta costruzione.

Riepiloghiamocoldire,che ilcavallo ara- bodeve esserescelto

come

cavallodiguer- raemodellodieleganza.

È

d’uopo servir- sisoltanto di stalloni del più puro sangue, variando nel tipo dal

meno

al piùdistinto, progressivamente, per primamigliorare, indi

(38)

— 35 —

perfezionarele razze:desisteredall1impor- taregiumente, ed assolutamente nonimpie- gare inai il sangue misto,

mezzo,

o tre (piarti che sia(2). Salvo il primo punto, Arabi ed Europei intuttiglialtri facilmen- te siaccorderanno. Cosi

Abd

el

Kader

ben MalihyElidine: //La

mère

peutdonnei* au

» produit lacouleurde sa robe,sa ressem-

» blanceetquelque chose desastructure:

ttilfaut bienquelepoulain tiennepar cer-

t>tains còtés de celle qui l’asi longtemps

ttporte dansses ilancs; maisc1est incon-

» testablementl’étalon quiluidonnelaforce

«des

os, lavigiieur des nerfs,la solidité

« des tendons,larapiditédela course,les

ttqualités principalesenfili. 11 luicoininuni-

» que enoutreses facultésmorales et,s’il ttest veritablement noble, le préserve de

ttlout vice...

Ce

qui précède>t aggiunge il

perspicace

Emir «a

indiqué

ma

conclusion:

ttlepére donne auproduit plusquela mè-

»re,

et

ma

conclusion est identique avec

ttl’opinion universelle des Arabes.tt Alcuni secoli prima

Abu Beker

ibn

Bedr

scriveva:

//Gliarabi hanno stabilito questa massima

ttd’ ippologia-., i prodotti degli animali ere-

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(39)

36

"(tifano maggiormentedai loro padri, rns-

« somigliano aquesti Immi piùche non ras-

"

«ornici inno alleloromadri."

Non

vale poi lasua opinione adistruggere questo assio-

ma,

allorchéasserisce, u

Che

dalla

madre

«proviene l’analogia delprodotto." Il serio

esame

delloscrittodiquesto autore, ci di- videlasua opera indue distintissimeparti:

la tradizionale, ed i commenti.

La

prima contienequantov'ha dimeritoreale fonda- to sull’esperienza della natura:la seconda, la compilazione dei più vari sistemie 1'o- pinione personale, donde continue contrad- dizioni.

E

cosi, mentre stima cheilcorsie- ro debba avere «labriévetédesbras dela Gazelle « vuole poicheabbia alalongueur des bras du chien!?..«

Buon

perlui che analizzando,si ravvede,sostenendo ulalon- gueur des deux avautbras:«osserviamoche hadettobras inveced,'

urani

bras

du

chien.

Patrocinatore del primato dellagiumenta si dimostra il signor Petiniaud, ispettore delle mandrie diFrancia; nèsi

comprende

come

abbia potuto lasciarsi indurre iner- rore nei suoiviaggi. Riesce stranoil suo asserire

«chez

lesNedjedetlesAnnazas....

(40)

— 37 —

ula juinent est considérée bien supérieure

» au chevai» e crede provarlo adducendo che: u

Les

plus beauxchevaux dii Nedjd asont facilenient vendus...à lem*arrivée à a

Bombay

ils coutentde8 à12,000 franca,

»etàmiemoilicdiiprixdesconrses. Qualit

a auxjunientsdepur sang, il est bien dif- ficile, sinon impossible, de se lesprocu-

firer.» (3) Col signor Peliniaudsi fa in- nanzi ancora il signor Mazoillier: questi forte diuna dimoradi più anni in Siria, sviluppail suo sistema

come

sunto d’assio- mi beduini(cheanticipatamente dichiaronon accettare),affermando u que dans 1’oeuvre a dela reproduction ce que donne le male

»est insignilìanten comparaison de ce qui

»provientdela lamelle.... lesArabes com-

fiparent1’actiondela

mère

àcelle duter-

»rain sur les semences. » In queste due frasi è facile il rimarcare

come

laseconda asserzione distruggalaprima:il granodato alla terra dà grano, nèmai si produsse il

grano selvatico, e non si raccoglieràbuon granose fuseminato cattivo.

La

giumenta èil vaso,(come più specialmentedicono i

beduini della Siria)il cavallo è il liquido;

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(41)

— 38 —

il vaso rende ciò che vi fu versato!.... Il dotto ispettore delle mandrie di Francia, non fermò abbastanzail pensierosulle cau- seche rendonodifficiligliacquisti delle giu- mente.aSi

vendano

ifrattie

non

ilter- reno. Nel medio

Evo

un cavaliere credeva derogare cavalcandouna giumenta,equesto pregiudizio che nonsi poteva spiegarecon ragioniippologiehe,procedeva,

come

cispie-

ga

ilLibertnellasua storiadella Cavalle- riainFrancia,daragionibasate sui bisogni dei tempi; cioè se ne trovava laragione /<dans une précaution sage: celle defavo-

»riser la inultipiicationde 1’espèce en re- n servant la

mère

aux travaux de la paix.»

Di modo

che in

Europa

l’interesse della nazione, in Arabia quello dell’individuo;

ovunque è sempre Vinteresse, sia privato sia sociale; e così si spiega la difficoltà nella compradellegiumente.

Troppo

presto il generale

Daumas,

da Parigi nel 1853, confortava lo stesso

Ma-

zoilliera pubblicare i suoi lavori sopra i cavalli arabi della Siria, scrivendogli che egliavrebbe ul’avantage de prouver encore

»à tous que les errenients suivis par le»

(42)

— 39 —

» indigene*del’Algeriesoni les

memes

que

ffcenx sui vis en Syrie« et ailleurs. C’ eNt

« vons dire, en d’autrestenne*, quejene

tfpuis qu’ ótreheureux d'ime pareillesan-

»ctiondonnée àline aussi grande distant e

« àlaveracité desrenseignementsquej’ai

» pu moi inème reunir.»

Non

so in qual parte potessero servire

de

sanction ai ca- valli del Sahara,

he* chevaux arabe

e

de

la Syrie, nellaqual operaquanto fudetto della giumenta èil perno intorno acui si aggira la questione della razza, donde la soluzione,piùchefalsa,immaginaria, che se inallora non vennedal Generale rilevata

,

lofu allorquandonel

Chevai de guerre

di- chiaravadoversi «détruirel’objectionprin-

»cipale qui a étéfaite,etqui tendrait àdon-

n

ner àlajument une influenceplusgrande

»qu’à 1’élalon sur le produit «

E

quella distruggeva Abd-el-Kaderdefinitivamente, e dicodefinitivamente,chealtrigià l’avevano discussa, edi loroinsegnamenti non furo- no vani ai veri seguaci del positivo.

L’italiano Gherardi ed il francese Le- beaud,autore del

Manuel du V

eterinaire,

contribuirono a dare1’ultimo crolloalsistema

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(43)

— io-

di

Abu Beker

e«lei Mazoillier, adottando tinello dell'eroe allricano. Il primoscrive:

uIntrodurre inasclii da congiungere colle

»femmine, cavar lo individuo miglioratore

«dal Mezzodi, adoperare soltanto stalloni

»dirazzapura,conesclusione deipiù bel-

»lievigorosi meticci.«

E

1'altroaggiunge a que les races du midi améliorent celles

» dui\ord: que les racesse relèvent prin-

»cipalement par lesétalons;que lesraces ncroiséesse détériorentaprèsplusieurs gé-

»nérations et ont besoind'ètre renouvelées

»par des nouvcaux croisements;et qu on

» nedoiteinployer pour le croisement que

t>desracespuresetnon mélangées.

On

doit

« conclure dece qui precede que

Fon

»doit toujours choisir pour le croisement

/*un étalon provenant d’une contrée plus

«méridioiiale que celle dela

jument Que

//des races bàtardes mélangées ensemble

n

neferont pue s’éloigner encore plusde

»leur origine.»

Ormai

riescevanaunapiùlunga discus- sione sullacooperazione direttadel padre o della madre allaprole, poichéne sono sta- biliti i veri principj.

Un

maggiore spirito

(44)

41

iliosservazione ed una più seriaanalisi de- gli effetti naturali l’avrebbero annullata al suo nascere.

La

giumenta ha in poteredi dare discendenti superiori ad essa stessa, mentre lostallone non dà che

come

esso, o

meno

diesso; cosicchérimane dipiù evi- dente, esser la giumenta destinata a pro- durre discendenti che si approssimino alla perfezione dellarazzapaterna,senza poter- lasuperare; eper questo nel padre si sa- rebbe dovuto ricercare la prima causa di ognimiglioramento:e col padrerimane del pari spiegatala ragione per la qualei più distintiippologi sipronunziano in

modo

as- solutoper il più puro sangue, solomezzo, e lo ripetocon intima convinzione, di per- fezionare le razze, dovendosi escludere i

piùbellie vigorosimeticci, i qualisempre piùallontanano dalla loro origine le razze daessi incrociate. (4)

Per il cavallo arabo non sono ammissi-

bili le proporzioni fissate dal Bourgelat;è d’uopo attenersia quelloche insegnailbe- duino, eccettuando ilcollo che ben di rado giunge a quelgradodi perfezione indicato perlasua lunghezza.

Serva

dinorma,essere

6

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(45)

42

errore ilvolere nello stallone,

come

taluni pretendono, rialzato il davanti:che tirando una linea retta orizzontale dal punto cen- trale culminante del garrese alla sommità della groppa, si debbanovedere questi due punti opposti al

medesimo

livello, affinchè possano le parti anteriore eposteriore tro- varsi equilibrate enon sia resa la costru- zione delcorpodifettosadalsuperareosol- levarsi dell’una sopra dell’altra, dovendo arnbidue contribuirea dar moto alla massa, senza chela posterioregraviti sull’anterio- re, nè questa tragga secola prima, edin

ambo

i casi siaforzato1’animale ad anda- ture irregolarinon generalizzatenella sua specie.

si citi ad esempiolagiraffa, ob- bligata a corsa,perquanto rapida, partico- lare; chè per lo slancio, il

Kanguroo,

di conformazionetotalmente opposta,lasupera;

e se rapidi frale antilopi sonoil bubaleed

il gnou, rapida è pure la lepre;

ma

fra i

più rapidi animalidell’universo sonoilcer- vo, la gazzella,illevriere,iquali

nuotano

la lorocorsa, e sono universalmente rico- nosciuti di maggior lena ed assai meglio conformati apercorrere lospazio.

(46)

43

Contrariamelile all’uso di dichiarare ca- vallo il puledro allorché completa la sua dentizione col mettere dei denti angolari, dovrà invece essere così denominato appe- na saràgiuntoalsuo completo sviluppo dai 5ai7anni, secondoilcolore delsuo man- tello. Inquantoallaeducazione, deveesse- re arabainArabia,malgradotuttelegiuste osservazioniche sipotrebbero lare, edeu- ropeain Europa per il puledro. Per il ca- vallo,lasuaprima educazione nonsiavaria- ta:inoltrato negli anni e trasportatoin

Eu-

ropa,il solo efficace servizio che renderà sarà quello di stallone, nè più si dovrà pretendere.Cambiandoneleabitudini, sivi- zierebbe, ed ilvizioquasisempre essendo ereditario,sifallirebbeingran partelosco- po fissato. Iprimi saggi di miglioramento, bene s’intende, dovranno sempre essere eseguiti nelle provineie lepiùmeridionali, progressivamenterisalendoalNord.

E

quan- to dico per 1’educazione,sia detto peril

nutrimento;icavallidi

Salomone

eranonu- triticon pagliaedorzo;(I

Re

iv:28)l’er- ba che per i suoi cercava Acahbo (I

Re

xvui:5)fuilprimopastodellarazzaequina

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(47)

44

e spesso dovè in seguitoesserne il princi- pale. Orzo, paglia ed erba generalmente si danno,ainostri giorni,aicavalli inOriente;

ma

non si critichi nè 1’

Europeo

che dà

1’avena ed il fieno, nè il IVe<*edi che dà carnee datteri.

Ad

ogni paesei propri lisi

edilsuo viverespeciale.Questi furono fon- dati dall’esperienza: forsenuove esperienze

lidistruggeranno;

ma

volendo operare pri-

ma

che l’esperienza abbia pronunziato, si

dà luogoal dubbio, nel dubbio sta la pro- babilità d’illudersi, e dall’illusione nasce

l'inganno.

Il Beduinoci farà pure conoscereil tipo del suonobile corsiero. IlChardinvorrebbe far disputare dal persiano il primato della bellezza all'arabo.«

Les

chevaux delaPerse

dice egli, nel suo Viaggioin

Persia

,

»sont les plusbeauxde 1’Orient.Ils sont aplus hauts qucles chevaux de selle an- aglais, étroitsde devant,latète petite,les

wjambes

fines et déliées à merveille, fort //bien proportionnés, fort doux, de grand atravail etfortvifs et légers. Ils portent ale nez au ventà la course aisés à

»nourrir, et servent jusqu’ à dix huit et

(48)

45

" vingt ans. J’aiditqu’ils sonilesplusbeaux

« del’Orient,mais pourcelailsnesontpas

«lesmeilleursni lesplusrecherchés.

Ceux

••de T Arabie les dépassent, et sont fort ttestiinés en Perse,à causede leur légé-

»rete,carils sont, quantàlaforme, sem-

«blables à des vraies rosses. » Nel suo puntodivista,rosses!Nella frase

pur

leur tnillesèdieetiléchnrnée, l’inesperto nar- ratore ci offre ampia materiadi critica. 11 petto strettoè il più gran diffeltodistrut- tura in qualunque animale; vedendo poi da esso apprezzalo il cavallo più alto dell'in- glese, con

gambe

finex etdèlièese l’in- collatura di cervo, indicatadalsuo portare

il naso al vento, è giuoco forza perdonar- gli 1’epitetodi rraie rosse,gratuitamente applicato all’arabo fort estinte en Perse.

Anveri, poeta persiano, benché non avesse conosciuto u altra notte che l'ebano della n chioma della sua innamorata,nè altraau- nroracheIo splendoredeisuoiocchi«giun- gealla corte di

Modud

sopra un giovane corsiero //dalle

gambe

nervose, largo di

«petto, groppa dicervo... lungaincollatu-

«ra....ilquale spiega nelsuo vago andamento

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(49)

— 46 —

»tutta la grazia del fagiano della monta-

»gna.nIIcadilodiAnverieraaraboenon persiano;nèilpoetaIodescrive

ime

rosse.

Al Chardin risponde il Lebeaud »C’ est

» dans 1’Arabie que 1’on doit chercher le

» type et lasouche des plus belles races.

» Les

chevaux de ce pays passentà juste

tttitre pour lesplus parfaitsde tous.»Di- sgraziatamenteaggiungeinunanota «ceci

»doits’entendre de la borite, earles che-

*>vaux arabesn’ont pasdebelles forine»!«

Qui

il Lebeaud digigante diventanano,di autoreche sicredevasimostracompilatore.

Come

mai cavalli qui n'ont

pas de

bel- les

forme#

,

possono essere ipiù perfetti ed appartenere alla

souche

des plus bel- les races?Noèl des

Vergerà

corregge i

precedenti errori con queste espressioni:

u

Le

chevai arabe errant en liberté dans

«lespaturages, offre le type deVélégance

» dans lesformes, delaperfectiondansles

»qualités.» Il dotto ex-veterinario di

Mo- hammed

Ali Pascià

Vice-Re

d’Egitto, il signor Hainont,non disdiceil

De

Vergers.

La

miaopinione nonè differente; e spero, spiegandone le ragioni, non dimostrarmi

(50)

47

giudice parziale. Insegnerò di piòa non di- sprezzareletradizioni delbeduinoperquan- to siano inverosimili efantastiche, ponendo mente che la metafora nacque in Oriente, che il Redentore parlava inparabole. Così più non sorprenderà 1’allegoriadei cavalli creati dal vento, nè quella dei nati dalla schiuma del mare,

come

già non sorprese

i pagani della Greciae di

Roma,

il rac- contodelnobile corsiero sortito,insimbolo di guerra,dal suolo percosso dal tridente di Neltunno.

Nè manca

nella Sacra Bibbia

ilsenso mistico aicavallidifuoco, attaccati al carro d'Eliasulle spondedel Giordano, intorno adEliseo sulle cime del Carmelo.

(51)

CAPÌTOLO

II.

Le Raxxe.

Le

veritàstoriche trovansi difrequente nascoste in

mezzo

a tradizioni popolari, che se non sono assurde, sono almeno incoin- prensibili.Ilcavallodi

Sole iman

ben

Daud

(Salomone) meraviglioso stallone, si chia-

mava

il ben

nominato

dei ben

nominati

«E1 Emsemmah.

» Per

comando

del

Re

San- toi

Dgin

loprecipitarononelmare,respin- gendolo ojrni voltache tentava riavvicinar- siallaspiaggia. (5)

Di

tal manieraavvenne che lostalloneperdesse pocoapoco lefor- ze, espaccatosegli il cuore, disparve nel fondo delle acque.

La

schiuma formataper

1’agitarsi delle onde, all’istante della som- mersionedelcavallo,s’agglomerònelvuoto, procreandovi sette giovani puledri, che in seguito furono tantoben

nominati

quanto

ilpadre loro, ed ancora più agili diesso.

Tale èlatradizionerapportoal ben no-

minato

ed alla origine delle razze nobili

(52)

49

dei cavalli arabi, derivate

come

ognun sa, e sempre inseguito alla leggendatradizio- nale,dai cavalli degli haras del

Re

Saio-

mone

,ilquale non s’atteneva scrupolosa- mentealleprescrizionimosaiche,(6) poiché aggiunse all’armatad’Israellounabrillante cavalleria.

Avvenne

che una volta sul cader della sera (Corano, xxxvm. 30. 31. 32) furono condotti davanti a

Salomone

cavalliche pog- giavano sutre de’loro piedi, toccando ap- pena il suolo coll’estremità delquarto(7).

Egli disse

— Ho

preferitoi beni dique- sta terra alpensiero del Signore;non ho potuto saziarmi nellavistadiquesti cavalli, mentre il giorno scompariva sotto il velo dellanotte.Riconduceteli davanti ame.

E

quando gli furono ricondotti, tagliò loro i

garetti ela testa.(8)

Inquestaallusione alrammarico provato dal

Re

Santo per lainvolontaria dimenti- canza dell’ora destinata alla preghiera, e dalla espiazione che egli ne fecesulle vit- timedel suo sdegno, è provataincontesta- bilmente,diconoiCommentatoridelCorano, la bellezza degli animali che lo avevano

7

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— 50 —

distratto atalsegno. Cavalli nati dalla schiu-

ma

del mare, eforse alati, secondo ipar- tigianidella tradizionecitatainprecedenza.

Altriperò i qnali,giusta 1’osservazione di Kasimirskinellasuaerudita, intelligentetra- duzione ed annotazionedel libro sacrodel- Y

Islam,

nonsi lasciano agevolmente tra- sportare aldilàdelle teoriepraticabili,as- sicurano che quei cavalli provenivano dal paesedi

Damasco

ediNisibis,o che

David

liaveva tolti agliAmaleciti vinti,eliave- valasciatiinereditàasuo figlio.

Salomone

nel giusto risentimento contro sè stesso, non risparmiò checentocavallidimilleche erano, etaleatto fucosi gradito aDio,che a

Salomone

stesso sottomisei venti.(9)

Se

ècosa arduaIo svelareimisteri del passatoerintracciare nell’oscurità deitem- pi laragione di ciò che fu,questa nulla-

meno

sipuòottenere a

mezzo

didatiipiù astratti edi solidi ragionamenti.

E

cavalli

venivano

condotti

per Salomone

dall'

E-

gitto e

da

tutti ipaesi(2 Cron.i. 16.)

Senza

cercarediseguitareilcavallo nel- lesue emigrazioniprogressive,chedaipri- mi secolivieppiù si moltiplicavanoal di là

(54)

51

dei primi pascoli;ilnobile animale,secondo

il testo biblico,si era digià propagatofra ì popoli nell’eradi David,e di più si di- stinguevanei deserti dellaSiriaversol’an- no delm.

2484

(Giobxxxix: 23...)per la suaforza, ilsuocoraggio,e la suaintelli- genza.

Ora

il

Re

Salomone, dopo averot- tenutoda Dioildono dellascienza, e della saggezza, dovea trovarsi in istato di dare così forte impulso al miglioramento delle razze, daesserne,percosì dire, facilmente creduto ilcreatore.

1 commentatori del Corano,

come

abbia-

mo

dimostrato,si trovano peruna partein perfetto accordocolla Bibbia:ci restauni- camente di mettere in correlazione i dati della tradizione con quelli della storia, at- tenendoci, perquantoèpossibile,alproces- so della naturaedalla esperienza umana.

Nella designazione di ben

nominato

e ben nominati, stalatraccia che ne guida allaconoscenzadellerazze, ilprincipioche analizzato ci dimostra ad evidenza le fasi percorse dal purosangue che si costituiva nobile prima digiungere alle sue suddivi- sioni edenominazioni.

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Per

chiamarsi ilben nominalo: u EI

Em- semmah

« il cavallo del gran Re, doveva avere insè tali caratteriche fossero

come

dimostrazionelapiù completadelsuo

nome

istesso:ilseguitodellafrase

deiben no- minati

ci fainpari

modo

conoscere,eh’

esso apparteneva ad una razza digià esi- stente,e che con tale

nome

rappresentava tanto peressachepel cavalloidistintivi o lebuonequalità.Cosibasati sopraqualitào caratterigenerali,inomiassegnatialle raz- ze dovevano porgerne unconcetto generale.

Dio (Gen.n.19. 20) riunì glianimali al cospettodi

Adamo

per ascoltare

come

egli lichiamerebbe,edaffinchèil

nome

che Ada-

mo

imporrebbe a ciascuno di essi fosse il

suonome.Ilprimo

uomo

pernominareogni animale col

nome

proprio,cioè con quello che naturalmente spettavaad esso,doveva senza dubbio derivarlo da segni caratteri- sticidell’animalestesso (10), e senondalle sue qualità,dai servigi almeno che poteva rendere,odalgenere di vitacheera desti- nato a condurre, infine da una specialità qualunquein ciascun animale.

IlBeduino il più entusiaslo del

Re

dei

(56)

-53 —

Genj, dell’amante dellabella Balkis regina di

Saba

, delproprietario dell’anelloprodi- gioso, non potrànegare che nellaprocrea- zione delle sette razze dalla schiuma del mare, la parte principale non fosse soste- nuta dallostallonedelRe,che,

come

sidis- se,apparteneva digiàaduna razzaspecia- lee piùantica. Quella nascita miracolosa, anchepelbeduino intelligente,si risolvein una metafora moltoardita afinedi rendere vieppiù pregevoliirisultatiottenutida quel

Re

saggio e possente nelle rigenerazioni dei cavalli ditutti ipaesi, riunitine’suoi haras, esotto la sua influenza immediata divenuti più belli epiù agili; sveltezza e bellezza, che trovano il loro

emblema

nella schiumadel mare.

Le

sette

razze

che la tradizionefa ri-

montarealfigliodiDavid, sonoconosciute sotto i nomi di Manaki, Edregi, Koheilan, Saklaui,Gilfi, Trefi e Iledban.

Se

essenon sono salomoniane,

come

non provenienti dalle suddivisioni diquelleintipidellaraz- za cavallina, tipi che subiscono per una

medesima

razza variazioni multiple nelle differenti latitudini;cionnullamenosidevono

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